Capitolo 16

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4 giorni dopo.
-7 giorni al compleanno di Niccolò.

La giornata scolastica senza Niccolò è esattamente come le altre, solo con uno svago in meno.
I professori non lo hanno nemmeno segnato come "assente" e neanche si sono preoccupati di chiedere come stia.
A loro non cambia niente la sua presenza, in fondo è soltanto un peso.

Anzi i professori sembrano più tranquilli in sua assenza e la classe più educata.
Questo fa sorgere grandi dubbi.
Che il problema della quinta B sia Niccolò Moriconi?
Adriano per lo meno si è potuto sedere vicino Gianmarco, che a differenza di Niccolò può  intrattenere la mattinata.

Però quest'ultimo sembra tanto silenzioso da quando è uscito dalla casa di Adriano.
In verità?  Sente come un grosso peso nel petto.
Tutti, sotto sotto, vogliono ancora bene a Niccolò.
Anche Adriano, che sembra tanto menefreghista di fronte al sangue del suo migliore amico.
Che poi, è facile prendersela con chi non può difendersi e chiedere aiuto.
Ma ormai è fatto e anche lui ha fatto soffrire Niccolò.

Qualcuno bussa alla porta, segno che la campanella è suonata e che come al solito nessuno ci ha fatto caso.
Il supplente, che nel frattempo è diventato il sostituto vero e prorpio della professoressa d'italiano, è arrivato in classe.
"Mister X?" Chiede l'uomo, notando l'assenza di Niccolò solo dopo cinque giorni.

Quando due ragazze stanno per rispondere il professore le interrompe.
"Non m'interessa, almeno la mia collega potrà supplire in pace" Dice, facendo poi spazio ad una professoressa molto giovane.
"Carne fresca" Si sente dagli ultimi banchi, alla vista della donna.
"Accompagno le seconde in gita" Spiega il professore.

"Bene, ci divertiamo" Dice Adriano, chiudendo il libro di testo.
"Arrivederci" Saluta poi gli alunni, lasciando la classe in mano della donna.
"Bene, io sono la professoress-" Comincia a dire lei, per poi essere interrotta da qualcuno.
Niccolò, finalmente, torna a scuola.
Ha la tempia bendata, il viso bianco cadaverico e gli occhiali scuri che coprono gli occhi, che saranno sicuramente mal messi.

Fa per scrivere qualcosa, ma poi a testa bassa si dirige verso l'unico banco vuoto, dato che il suo è occupato.
La donna alza un sopracciglio, alla vista di quel ragazzo mai sentito prima d'ora.
O meglio, in sala professori è l'argomento preferito, quando non si sa cosa raccontare.
Non si sa il suo nome, solo che sia uno dei più violenti dell'istituto.

"Professoressa, posso tornare al mio banco che quello me lo infetta?" Chiede Gabriele, che si era spostato proprio per non restare senza Gianmarco.
La donna annuisce lentamente, facendo segno al ragazzo di spostarsi.
Adriano sbuffa, dovendo tornare di nuovo vicino a Niccolò.

Se prima lo odiava, adesso è anche peggio.
Sua madre ha saputo tutta la storia, dalle prime prese in giro, al primo schiaffo, le "belle" parole che gli rivolgono ogni giorno...fino ad arrivare al presente.
Una punzione lunga otto mesi più le scuse per Niccolò fa davvero molto male, per questo Adriano non ha intenzione di chiederle.

Niccolò fa per poggiare lo zaino, ma Adriano con un gesto veloce della mano lo lancia per terra.
Alla professoressa questo gesto non passa inosservato.
"Raccogli immediatamente quello che hai fatto cadere" Ordina bloccando Niccolò, già chinato per terra.
"Non l'ho fatto apposta" Mette le mani avanti con il finto tono da innocente, raccogliendo dopo lo zaino del suo compagno di banco.
"Certo" Borbotta.

La situazione di quel ragazzo non le piace per niente.
"Come ti chiami, tu" Chiede dopo un po', indicando il moro.
Niccolò deglutisce rumorosamente, scrivendo poi il suo nome.
"È coglione prof, si è buttato dalle scale per saltare dei giorni di scuola" Spiega Adriano.

ti dedico il silenzio | ultimo Where stories live. Discover now