Capitolo 19

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Niccolò a passo svelto cammina per i corridoi della scuola, lanciando di tanto in tanto occhiatacce agli altri studenti che non fanno che ridere di lui.
Se avesse una bacchetta magica o qualche super potere, oltre a volare, gli piacerebbe far sparire chiunque.

Il professor Martini lo sta accompagnando in presidenza, tenendolo dal capuccio della felpa, in modo che non scappi.
"Potete liberarmi?" Scrive, sentendosi quasi al guinzaglio.
"E rischiare che tu faccia un omicidio. Ma anche no" Risponde il professore, continuando a tracinare Niccolò classe dopo classe.
Il moro non può far altro che sbuffare e lasciarsi portare.

Quando finalmente riescono ad arrivare, l'uomo libera la presa su Niccolò, che ovviamente può riprendere e camminare per i fatti suoi.
"Ti lascio qui. Non fare casini, Anonymous"
Lo prende in giro il professore, lasciandolo poi da solo.

In assenza del professore, Niccolò è molto più tranquillo.
Confida ancora nella sua "amicizia" con il preside e spera che non se ne sia dimenticato proprio ora.
"Niccolò" Lo chiama quest'ultimo, dall'interno.
Il moro fa un lungo sospiro per calmarsi, dopodiché entra.

"Siediti pure" Lo invita il preside.
Ormai Niccolò per lui è come un figlio acquisito.
È uno dei pochi adulti che sembra volergli davvero un bene enorme.
Ovviamente il moro non se lo fa ripere, pronto alla "notizia".

La presidenza ormai la conosce a memoria per quante volte ci è finito ingiustamente.
Certo qualche volta anche lui si è cacciato nei guai, ma non tutti i giorni ad ogni ora.
Il preside ormai ha capito che Niccolò è  accusato e
che dargli punizioni è inutile.
Ha deciso di assecondarlo, finché possibile.
Il suo modo di comunicare con il mondo, nonostante il suo essere muto, lo affascina molto e si è deciso a volerne sapere di più.

Anche Anna gli ha raccontato qualche aneddoto di Niccolò, quando per esempio doveva imparare a leggere e nessuno riusciva a capire se ci fosse riuscito o no, come ha imparato a scrivere a tre anni, le tante raccomandazioni con gli psicologi...
Niccolò ne ha passate davvero tante, per questo ha sempre cercato di fargli pesare il tutto di meno.

Eppure per la prima volta in cinque anni si è presentato un problema.
Ogni professore si lamenta di alcune voci che girano all'interno della propria la classe.
Queste parlano di un certo ragazzo muto, che uccide le persone chiudendole in un seminterrato.

"Niccolò, da oggi l'ultima ora del lunedì la passerai con Emily " Annuncia l'uomo.
Il ragazzo sbatte le mani sul tavolo, sapendo perfettamente chi sia questa ragazza.
"Non serve " Scrive soltanto, preso dal nervoso.

Ovviamente il preside è a conoscenza di cosa fa Niccolò nella classe abbandonata, ed ha molta fiducia in lui.
Però con i professori si è giunto un'accordo.
Dato che nessuno, neanche gli studenti, sembra comprendere Niccolò, con l'accordo anche di sua madre si è deciso che il ragazzo starà con la psicologa della scuola.
Lo sanno tutti ormai, l'unico che non lo sapeva era proprio Niccolò.

Emily lavora all'interno della scuola da qualche anno.
Prima per aiutare Josh a comunicare, dopodiché è diventata la psicologa ufficiale.
Anna ha accettato ovviamente l'offerta del preside, anche se consapevole del fatto che Niccolò avrebbe fatto storie.
Come non ci voleva andare da bambino, anche adesso è così.

"Io non voglio. Non mi serve " Spiega il moro.
Il preside sa perfettamente che ha ragione, ma purtroppo ormai i suoi genitori hanno deciso per lui.
"È davvero una persona bravissima la nostra Emy. Non ti preoccupare" Tenta di rassicurare il preside.
" Voglio stare nella mia classe " Continua sulla sua idea Niccolò.

Il preside si alza in piedi con un sospiro.
"Tua madre me l'aveva detto che non saresti stato contento, dopo quello che è successo lo comprendo" Gli posa una mano sulla spalla.
"Ma Emily potrebbe aiutarti ad inserirti nel gruppo, a studiare, a guadagnare la fiducia delle persone.." Elenca il preside i buoni motivi per andarci.

La porta si apre, mostrando questa ragazza molto giovane, dai capelli castani come i suoi.
Al contrario di tutti gli sorride, mostrandosi accogliente nei confronti di Niccolò.
Le hanno spiegato la situazione e sa già come intervenire.

"Emily piacere. Tu devi essere Niccolò" Porge la mano la ragazza.
Niccolò la stringe lentamente, anche con un pò di paura.
"Allora io vi lascio alle presentazioni. Se ti servono dei fogli puoi prenderli" Avvisa, per poi uscire.

La ragazza si siede al posto del preside, di fronte Niccolò.
"Metti da parte il quaderno" Dice tranquillamente Emily, passandogli poi un foglio bianco.
"Quello che dici in questo posto, deve rimanere qua. A meno che tu non voglia raccontarlo " Spiega la ragazza.

Niccolò annuisce disinteressato, già convinto a non voler dire niente a quella completa sconosciuta.
"Allora, come stai?" Chiede la ragazza dopo qualche minuto di silenzio.
Niccolò però sembra paralizzato e non sembra volersi sbloccare.
"Capisco. Ai tuoi occhi sono una sconosciuta che ti fa domande a cui tu non vuoi rispondere, ma io sono qui per te. Posso aiutarti se me lo permetti" Dice la ragazza.

Niccolò posa lo sguardo sul parquet scuro, improvvisamente più interessante rispetto alla conversazione.
"C'è qualcosa che mi vuoi raccontare?" Chiede Emily.
Niccolò annuisce lentamente, avvicinando a sé il foglio e la penna.

"Perché mi odiano tutti? " Chiede.
Questa è una domanda che si pone da tanto tempo ormai.
Dentro di sé è sicuro di non aver fatto niente di male.
Allora perché prendersela.
"È una bella domanda. Ma ti pongo la domanda al contrario. Ci sono persone che ti vogliono bene?" Chiede Emily.

Niccolò ci riflette un po'.
Pensa alla sua famiglia, il preside e forse anche la supplente del professor Martini.
Arrivando poi alla fine a Michelle.
"Hai uno sguardo innamorato sai, stai pensando a qualcuna?" Chiede curiosa la donna.
Niccolò arrossisce di colpo, e da qui Emily capisce di aver fatto centro.
"Se lei fosse qui, questa ragazza che a te fa arrossire, cosa le diresti?" Chiede la ragazza.

Niccolò improvvisamente comincia a scrivere, scrivere davvero tanto.
Sembra non volersi fermare.
Consumando poi entrambe le facciate del foglio e costringendo la psicologa a dargliene un altro.
Emily guarda la penna scorrere velocemente sul fogli9o, capendo che probabilmente le parole che sta scrivendo le teneva dentro già da un po'.

Dopo qualche minuto smette.
Guardando con aria soddisfatta il foglio e posando la penna di lato.
Emily fa per afferrarlo, ma Niccolò lo allontana immediatamente.
"Non che io legga?" Cerca di capire Emily.
Il moro annuisce, portando i due fogli in tasca.
Emily appunta qualcosa sul suo quadernino, dopodiché sorride a Niccolò.

"Hai scritto tanto. Questa ragazza dev'essere davvero fortunata" Comincia la ragazza, sperando di arrivare al punto che lei desidera.
"Mi piace davvero tanto " Scrive Niccolò, prendendosi un altro foglio ancora.
"Si vede che ci tieni. Chi è la fortunata?" Chiede curiosa.

Niccolò chiude gli occhi per un minuto, immaginandosi i lineamenti perfetti della ragazza.
Il suo essere così forte ma allo stesso delicata.
Comincia a disegnare, con calma e senza pressione.
Emily osserva i suoi movimenti attenta, cercando di capire.
Quando il disegno è terminato Niccolò sorride.

"Vanessa. La ragazza più bella dell'universo" Scrive, mostrandole poi quanto raffigurato.
Due omini, che si tengono per mano sotto la pioggia.
Lei circonadata da cuori neri, mentre lui sembra riuscire a dedicare, nel suo silenzio , le parole più belle.
I due guardano il mare, dalla quale si riesce a scorgere la grossa stella, il Sole, segno che il temporale sta per terminare.

"Me lo spieghi il disegno?" Chiede Emily, non riuscendo a trovare il senso.
"Io sono la tempesta senza di lei e il mio posto preferito è il mare. Però con lei riesco ad essere più io...riesco a tornare Sole. Lei porta le belle giornate in me" Scrive, contornando poi il disegno con dei piccoli cuori, sotto lo sguardo intenerito della psicologa.

-labimbasperdvta

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