Capitolo 12

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Perdonate l'assenza ieri.
Oggi credo di potercela fare :D

La giornata scolastica nonostante tutto continua.
Il supplente ha continuato a fare battutine poco spiritose, e ovviamente Niccolò non ha potuto nemmeno ribattere.
Anche Josh si è infastidito, sentendosi chiamato in causa, però il professor Martini con lui si è scusato.
Con Niccolò ancora niente.

Fortunatamente dopo un'ora buco è suonata la ricreazione.
Niccolò non sa mai dove andare a mangiare, in qualsiasi punto lui è l'ospite indesiderato, almeno fin quando non ha scoperto un'aula vuota, o quasi.
Quella classe ormai non è più accessibile agli studenti, ma Niccolò ha trovato il mondo di entrarci. Pur di stare in pace.

C'è solo una cattedra, qualche banco mezzo rotto, la lavagna che ancora ha qualche scritta sopra e infine l'unica ragione per la quale Niccolò ha scelto di restare sempre qui.
In un angolo un po' più lontano dalla porta, c'è un pianoforte che non appartiene a nessuno.
Niccolò, quando la giornata sembra andare storta, suona sempre qualcosa, ed è come se si ripartisse da capo.

Il preside una volta lo ha beccato mentre improvvisava qualcosina, ma sapendo che Niccolò non è uno di quegli studenti che distrugge qualsiasi cosa, gli ha dato il permesso di restare, a patto che tenesse il posto quanto meno pulito.
Così fece Niccolò.
Inizialmente ci vollero mesi per pulire il pianoforte e l'intera classe,ma alla fine, come un regalo di Natale, finalmente ce l'ha fatta.

Fa un sospiro di sollievo, finalmente da solo.
Con calma finisce di mangiare, senza interruzioni o palline di carta dentro il panino.
Quando anche l'ultima mollica è finita, Niccolò si siede vicino al piano.

Ha cominciato per volere di sua madre quando era piccolo, un po' perché le maestre delle elementari si erano fissate di dover trovare  uno sfogo per Niccolò.
All'epoca c'era il calcio, e con la scusa si sarebbe potuto aggiungere alla squadra della classe, ma Niccolò non era proprio il tipo.
Così sua madre è arrivata al pianoforte.
Era una tortura al tempo doverci andare, ma dopo qualche lezione Niccolò non ha saputo stare senza.

Comincia ad improvvisare qualcosa di allegro, sperando che si alzi anche il suo umore.
Deve tutto al pianoforte, forse senza di lui si sentirebbe ancora più solo.
Delle volte prova a scrivere qualcosa, che puntualmente non si va mai a trasfomare in qualcosa di concreto.
Giusy purtoppo non uscirà mai del quel misero foglio di carta, e Niccolò ne è consapevole.
Fortunatamente con un pò di bravura, e anche fantasia, riesce ad immaginarsi di fronte al suo pubblico mentre dà voce ai pensieri.

Il problema però è uno.
Non si avvererà mai.

Delle volte prova anche a cantare qualcosina, ma se nella sua testa si immagina la sua voce, nella vita reale sembra soltanto un pazzo che parla da solo nella sua testa.
Però non ci fa nemmeno caso, per quanto ci si impegni.
Come se la voce da un momento all'altro arrivasse.

Quando l'improvvisazione finisce, si sente un leggero applauso.
Niccolò sbianca, non avendo voglia di condividere il suo posto con qualcun'altra persona.
"Benfatto, Mister X" Ridacchia la voce.

Niccolò sospira e chiude gli occhi.
Preparandosi al secondo round.

***

Serena tiene il muso a Michelle da quel giorno.
La ragazza però non sa cosa fare per accontentarla, in fondo il ragazzo le sue scuse le aveva già ricevute.
Cosa chiede di più?
Sua madre ha chiesto anche a Adriano di andare a chiedere scusa da parte di sua sorella, ma quest'ultimo ha rifiutato da subito.

Così approfitta del pomeriggio, quando Michelle e Adriano studiano (si fa per dire).
È uscita di casa, decisa a farsi avanti lei stessa, ha preso qualche dolcino per Anna e i suoi figli e si è messa subito in cammino verso casa Moriconi.
Spera che la sua amica sia ragionevole,che capisca che sia stato solo un malinteso e che Michelle non l'ha fatto apposta.
Che sia disposta a tornare come prima.

ti dedico il silenzio | ultimo Where stories live. Discover now