Violence

Cap.2

L'auto si ferma,ma non a casa mia.

"Dove cavolo siamo?"

Harry si passa una mano nei capelli e sbuffa.

"A casa mia"

Scende dall'auto e apre la portiera dalla mia parte.

"Avanti scendi"

Il suo tono è calmo e la sua voce è roca.

"No,portami a casa mia"

Lui scuote la testa.

"Avanti scendi,devi curare la ferita"

Dopo che si è accorto del dolore Harry mi ha obbligato a salire in macchina.

"Posso farlo anche a casa mia,io da sola"

Lui sbuffa di nuovo e alza gl'occhi al cielo.

"Penso che nessuno lo possa far meglio di un medico"

Lo guardo stranita e,intanto,decido di scendere dalla macchina anche se non conosco per niente il ragazzo che ho di fronte.

"Sei un medico?"

Chiude la portiera e,schiacciando un pulsante sulla chiave della macchina,blocca le serrature.

"Si"

Ci avviamo all'entrata di una casa singola dipinta di bianco.

"Davvero?Da quanto?"

Sono curiosa,sinceramente non me l'aspettavo che un medico andasse alle feste fino a tardi per farsi tipe a caso.

"Subito dopo essermi laureato"

Si toglie le scarpe e io lo seguo a ruota.

"Quanti anni hai?"domando curiosa.

"26"

Due in più di me.
Si toglie il cappotto e lo appoggia sull'attaccapanni,poi lo toglie a me.

"Dove hai fatto l'università?"

Mi guarda divertito.

"È un interrogatorio?"

Annuisco e lui mi accompagna fino in salotto

La casa è grande e dubito ci viva da solo.

L'entrata è molto ampia,alla destra c'è un ampia cucina che porta poi alla sala.

"Stai qui,vado a prendere il disinfettante.

Mentre sale le scale io gironzolo per la casa e,incuriosita,supero l'entrata e vado al lato sinistro della casa.

Mi si presenta un lungo corridoio con varie porte.

Nella prima c'è un bagno,nella seconda una stanza semplice,nella terza un'altra stanza con un piccolo poggiolo che da una vista mozza fiato della città di Boston di notte.

"Cosa ci fai qui?"

Sobbalzo spaventata quando sento la voce di Harry arrabbiata e infastidita.

"Sc-scusam-"

"Ti avevo detto di startene la ma ovviamente non mi ascolti"