A BERE UNA COSA

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Di partite di baseball ne avevo viste a bizzeffe nella mia vita, ma non mi divertii mai tanto come quando ci andai con la troupe del concerto.

Nessuno di noi era particolarmente appassionato di sport o ci teneva a fare il tifo per le squadre in campo, ma eravamo stati invitati a presenziare e noi coglievamo ogni occasione per fare chiasso, divertirci e spezzare la routine viaggio-concerto-viaggio-concerto. Tutto quello che volevamo era fare il tifo dagli spalti, ma chi ci aveva regalato i biglietti aveva fatto molto di più: oltre ad averci riservato i posti migliori, ci avevano sommersi di gadget, regali, magliette, cappellini e ora vestivamo tutti con gli stessi colori, come la grande squadra che eravamo.

Io ed Abby ci divertimmo da morire. Eravamo seduti vicini, ovviamente, e stare sotto il cielo aperto con il bel tempo ci aveva messo nel nostro umore migliore e non facevamo altro che chiacchierare, ridere e chiacchierare ancora. Con la scusa di dividere le provviste avevamo comprato di tutto fra hotdogs, popcorn e bibitoni, e ce la stavamo spassando alla grande. La gente attorno a noi lo notava.

Fu per questo che, durante la pausa della partita, una kiss cam inquadrò proprio noi due. Io non avevo nemmeno pensato che potesse succedere mentre ridevo delle coppie improbabili che comparivano sul grande schermo e quasi non mi riconobbi quando vidi quel tizio coi miei stessi capelli, i miei stessi vestiti, la mia stessa faccia. Realizzai di essere proprio io solo quando vidi Abby e per lei fu lo stesso.

Ci voltammo a guardarci di persona e la prima cosa che facemmo, nell'imbarazzo più totale, fu scoppiare a ridere. Per un po' provammo a fare segno di no alla telecamera, ma il pubblico si accaniva sempre di più e facevamo prima a dargliela vinta piuttosto che a fare i preziosi. Fu lei a prendermi scherzosamente per il colletto della maglia, ma poi fui io a baciarla. Le misi una mano nei lunghi capelli e restammo così finché le labbra non ci tirarono tanto dal ridere che ci allontanammo nello stesso momento.

Il pubblico era soddisfatto, noi avevamo le guance rosse come pomelli e l'imbarazzo venne scacciato con non-chalance. Io circondai le spalle di Abby con un braccio e lei mi mise le gambe sulle ginocchia, amici come prima. Decidemmo di svignarcela quando la partita ricominciò. Ci allontanammo dagli spalti per andare a prendere dell'altro cibo e ne approfittammo per far riposare un po' le orecchie.

Io ed Abby eravamo in quel bellissimo stadio dell'amicizia in cui si iniziava a stare davvero bene insieme, senza drammi dovuti a precedenti o aspettative, per cui non potevamo fare altro che appenderci uno alle braccia dell'altra e usare quelle battute che capivamo solo noi. Ma qualcosa venne a guastare la nostra spensieratezza quando, carichi di cibo, tornammo sui nostri passi.

Non ci avevo nemmeno pensato a Yoongi quando avevo baciato Abby. Sapevo che era seduto poche file davanti a noi, sapevo che stava guardando il grande schermo della kiss cam, ma i miei pensieri non erano andati a lui in quello che mi era sembrato un semplice momento di divertimento.

Yoongi era serio. Io ed Abby ci fermammo sul posto quando incrociammo il suo sguardo e lui guardò da lei a me prima di parlare.

"Mi serve una cannuccia."

"Ma non hai niente da bere." gli fece notare Abby.

"Mi serve anche da bere."

Yoongi staccò gli occhi dai miei e proseguì per la sua strada. Abby mi strattonò in avanti per non perdersi altri momenti preziosi della partita ed io la seguii, scrollandomi dalle spalle quell'incontro fulmineo.

Non tornammo all'hotel non appena la partita finì. Fummo invitati a celebrare la vittoria della squadra che giocava in casa, quella di cui indossavamo maglie e cappellini, e la serata passò più in fretta di quanto avessi voluto. Il cielo era buio quando ci dirigemmo verso il bus del tour, stanchi morti.

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora