TRENTOTTO E SETTE

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Ecco a voi il nuovo capitolo! Mi sono ritrovata a doverlo riscrivere all'ultimo momento, per questo ho tardato così tanto a pubblicarlo... Di sicuro ci saranno degli errori o delle frasi che non suonano benissimo, ma ci tenevo a farvelo avere in giornata! Buona lettura!

I ricordi della notte precedente erano confusi. Era da quando mi ero svegliato che mi turbinavano per la testa dei pezzi di conversazione insensati, decine di drink colorati e certe visioni di Yoongi che suonava la chitarra elettrica a un centimetro dal mio naso, ma non ne venivo a capo. Una parte di me voleva sviscerare quei brandelli di memoria e metterli in ordine cronologico, ma io preferivo metterci una pietra sopra e basta. Quel che era successo era successo, che io me lo portassi dietro o meno. Non mi sembrava che Yoongi mi stesse evitando, per cui ne dedussi che non avevo detto o fatto nulla di strano. 

Cercai di non pensarci più quando mi accorsi che l'ora del concerto era sempre più vicina. I ricordi potevano essere svaniti dalla mia testa, ma gli effetti della sbornia me li sentivo ancora addosso e non era certo l'ideale per chi si deve esibire davanti a un pubblico. Era per questo che stavo cercando di riposare. Mi ero sdraiato sull'unico tavolo sgombro del camerino dove tenevamo i vestiti di scena, lontano dal resto della troupe. Avevo un mal di testa atroce e più si avvicinava il momento di andare in scena più mi sentivo debole.

Mi alzai soltanto quando dovetti andare a farmi truccare e pettinare, dopodiché mi sforzai di darmi una svegliata. Passeggiai un po' dietro alle quinte, bevvi un intruglio energetico, ma nel giro di cinque minuti mi dovetti accasciare nuovamente contro una parete. Fu così che mi trovò Abby.

"Jimin! È tutto il giorno che ti cerco. Che fine hai fatto ieri sera?"

Dissimulai la domanda con un gesto vago, ma ad Abby bastò guardarmi meglio per capire che qualcosa non andava. Mi mise una mano sulla guancia, mi tastò il viso.

"Stai bene? Hai delle occhiaie spaventose."

"Non ho dormito molto."

Abby fece per dire qualcos'altro, ma il ragazzo della troupe che era incaricato di venirmi a chiamare per l'inizio del concerto, comparve alle sue spalle. Mi staccai dalla parete e salutai la mia amica in modo sbrigativo, poi mi avviai verso i posti di partenza. Trovai i J-EY già allineati ai piedi di una scaletta che conduceva direttamente al palcoscenico. Da dove ci trovavamo non vedevamo i fan, ma la musica che ci preannunciava creava una suspance densa di aspettative e loro si facevano sentire con urla e cori.

Simon, Tyler e Yoongi formavano una linea unica, ma Simon e Tyler parlottavano fra di loro e Yoongi se ne stava in disparte con le braccia incrociate. Aveva già la chitarra elettrica a tracolla e teneva lo sguardo fisso davanti a sé, distante con il corpo e con il pensiero. Io lo affiancai. Colmai quella distanza che lo divideva da Simon e Tyler e mi misi anche io a braccia incrociate, imitandolo.

Yoongi non reagì subito al mio arrivo. Ero abituato a quel suo stato mentale di concentrazione assoluta, per questo non gli rivolsi la parola, ma a quanto pare lui si aspettava il contrario da me. Mi lanciò un'occhiata di sotterfugio, tornò a guardare dritto davanti a sé. Per un po' non fece altro, ma più i secondi passavano più si rizzava sulla schiena. Cambiò posa. Si sistemò la fascia della chitarra dietro al collo. Alla fine, dato che io non mi decidevo a guardarlo, tirò fuori il plettro della chitarra e se lo mise fra le labbra.

Il fantasma di un ricordo mi solleticò la nuca. Lanciai un'occhiata a Yoongi e lui si assicurò di non ricambiarla.

La musica d'attesa finì. Le luci sul palcoscenico si spensero, le urla dei fan divennero un boato, i J-EY cominciarono a salire le scale. Dovetti darmi una mossa per raggiungerli ed entrare insieme a loro. Simon corse alla batteria, Tyler andò a sistemarsi alla mia destra con il basso, Yoongi rimase alla mia sinistra. Le luci si riaccesero e il concerto iniziò.

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Where stories live. Discover now