BUDINO ALLA CREMA

1.6K 179 272
                                    

Un trio di uomini in giacca e cravatta venne a sentirmi cantare a fine luglio. Per non farmi agitare, Samantha me li presentò soltanto alla fine del concerto, ma il giorno successivo mi ritrovai a parlarci a quattrocchi.

Eravamo nella sala riunioni dell'hotel in cui avevamo pernottato quella notte. C'eravamo solo io, Samantha e quei tre uomini, ma nell'aria c'era una certa solennità, come se mi trovassi davanti a una giuria e ci fosse in ballo la mia vita. Il che era vero sotto tutti i punti di vista, perché io non davo mai nulla per scontato, neanche dopo i successi degli ultimi tempi.

"Stai andando alla grande, Jimin."

"Questo è il contratto."

"Ti vogliamo alla Gibbs Records in via ufficiale."

"Questa è la penna."

"L'album di debutto entro questo inverno, il secondo l'anno prossimo."

"Devi firmare qui."

Firmai senza esitare. Non appena ebbi fatto restituii la penna al suo proprietario e lanciai un'occhiata elettrizzata a Samantha, seduta di fianco a me. Aveva un'aria parecchio fiera quella mattina, come se fossi sangue del suo sangue.

"Parlando dell'immediato futuro..." disse uno degli uomini, mordendo un croissant. "Vogliamo un nuovo singolo. Ovviamente devi lavorare a più brani da poter registrare in studio non appena il tour coi J-EY sarà finito, ma adesso ci serve una hit estiva nel minor tempo possibile. Hai già qualcosa o chiediamo a uno dei nostri professionisti di...?"

"La scrivo io." dissi subito. Non avevo perso il sorriso, ma ero scattato in avanti quando quell'uomo aveva fatto per prendere il suo cellulare. "Ci penso io alle mie canzoni. Non c'è problema."

"Non c'è niente di male nel farsi dare una mano, Jimin."

"La scrivo io."

"Per i fan non fa differenza."

"La fa per me."

"Perfetto, allora. Ci sentiamo quando hai una demo."

Annuii e mi alzai in piedi quando lo fecero loro. Strinsi le mani di tutti e tre e li guardai uscire dalla stanza, ma una volta che fui solo con Samantha mi lasciai cadere sulla sedia e presi un bel respiro.

Avevo un contratto. Avevo una carriera da solita. Mi ritrovai a sorridere fra me e me, ma due giorni dopo ero già nel panico.

Io ed Abby ci trovavamo all'interno del bus del tour. Non era in movimento, era parcheggiato fuori dall'arena mentre mi aspettavano per le prove, e noi approfittavamo di quella solitudine per poter restare seduti sui tavolini e scambiarci confidenze. Anzi, più che confidenze io mi piangevo addosso ed Abby provava a consolarmi. Teneva sulle cosce il quaderno dove scrivevo le mie canzoni.

"Non ce la farò mai."

"Dai, Jimin, non dire così."

"Non mi viene in mente nulla di nuovo. E nel quaderno non c'è niente che vada bene, ho solo delle lagne."

"Non c'è bisogno di avere fretta. Fino a un mese fa la gente non ti aveva mai neanche sentito nominare, ora non devi per forza sbarcare il lunario."

"Ah no?"

Misi mano alla cerniera della mia felpa e con uno strattone ne aprii la lampo: la maglietta che indossavo era rosso fuoco e ci era stampata sopra la mia faccia. Abby rise come una matta e la puntò con l'indice, come fanno i bambini.

"Ma che roba è?"

"Il nuovo merchandising del tour. Hanno deciso di aggiungere dei gadget su di me e sono uno più imbarazzante dell'altro."

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora