TENNESSEE

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Eccomi con un nuovo capitolo! Mi dispiace tanto per il ritardo, ma ce l'ho messa tutta per finire il capitolo entro mezzanotte! Mi dispiace anche per l'irregolarità degli aggiornamenti, è un periodo pieno di impegni e i capitoli finali mi richiedono tanta attenzione... In compenso, sono più lunghi del solito! Come questo! Quindi spero mi perdoniate. Buona lettura!

Tornai in Tennessee senza dire niente a nessuno. Prenotai l'aereo due giorni dopo la mia esibizione di "The Boy That Every Girl Wants" e atterrai all'aeroporto di Nashville il pomeriggio successivo.

Erano tutti a lavoro quando arrivai a casa. Mollai le valigie in salotto e andai in cucina a mettere una bottiglia di vino in frigo, dopodiché andai a farmi una lunga doccia. Mi asciugai e mi vestii in fretta, volevo preparare la cena ai miei genitori e tutto doveva essere pronto prima del loro arrivo, ma ero stanco morto. Senza nemmeno asciugarmi i capelli, decisi di stendermi in camera mia per un riposino veloce e finii per addormentarmi.

Mi svegliai di soprassalto quaranta minuti dopo. Dopo essere arrivata a casa e aver riconosciuto le mie valigie, mamma si era precipitata in camera mia e mi era saltata addosso mentre dormivo, abbracciandomi forte.

* * *

Io, mamma e papà eravamo seduti al tavolo della cucina. Maggie non c'era, ma non potevamo incolpare la sua assenza per il silenzio che regnava su quella cena al lume di candela.

La pasta al burro era diventata fredda. Il vino rosso si era scaldato. Io giocavo con il cibo che avevo nel piatto e i miei genitori avevano perso l'appetito solo a guardarmi. Avevano provato a festeggiarmi, si erano proposti di portarmi fuori a cena o di chiamare degli amici a casa nostra, ma io avevo scartato tutte le loro proposte ed ero rimasto zitto per il resto del tempo.

Ero tornato in Tennessee per stare in pace. Non avevo bisogno di dichiararlo ad alta voce, chiunque era abbastanza perspicace per capirlo da solo, ma i miei genitori non riuscivano ad ignorare il mio silenzio. Cercavano di capire quale fosse il mio problema comunicando fra di loro con gesti e occhiate mentre si versavano da bere o fingevano di chiacchierare del più e del meno, come se io fossi cieco.

"Digli qualcosa." comunicavano le sopracciglia di mio padre.

"Parlaci tu." ribadiva mia madre con un cenno del capo.

"Tu sei più brava in queste cose."

"Tu sai arrivare dritto al punto."

"Sono questioni di cuore."

"Appunto. Parlatene fra uomini."

"Io non-"

Quando ne ebbi abbastanza, mi schiarii la gola. Entrambi si voltarono verso di me prima di tornare a bere e a mangiare, fingendo che fosse tutto nella norma, ma nessuno dei due trovò il coraggio di spezzare il mio mutismo.

Era da mesi che non vedevo i miei genitori di persona. Ci sentivamo al telefono ogni settimana e le nostre chat erano fitte di messaggi, ma quando eravamo a distanza non parlavamo mai di cose serie. Nello specifico, non parlavamo mai della mia vita privata. Si sentivano così mortificati per quello che mi era successo con Yoongi che avevano smesso di farmi domande di ogni genere, si limitavano ad ignorare il grande elefante rosa nella stanza. Come, d'altronde, facevo anche io.

Continuammo a non dirci una parola per molto tempo. Mio padre mi chiese di passargli il sale ed io glielo allungai, mamma mi versò dell'acqua ed io bevvi soltanto vino.

Il mio piatto era ancora pieno di cibo quando i miei genitori finirono di mangiare. Loro fecero per pulirsi la bocca ed io li imitai immediatamente, alzandomi a tavola e iniziando a raccogliere i piatti sporchi. Ancora intento a masticare, papà iniziò a gesticolare mentre mi seguiva con lo sguardo. Deglutì prima di parlare.

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora