SUPERMERCATO NOTTURNO

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L'ennesimo concerto. L'ennesima doccia fatta alle due di notte, l'ennesimo pasto saltato per tentare di scrivere la canzone che avrebbe dato il via definitivo alla mia carriera, l'ennesima notte insonne.

Ero nella mia camera d'albergo e stavo strimpellando qualcosa alla chitarra. Le mie dita si arenavano sulle corde ogni dieci minuti, per cui non venne interrotto nessun mirabolante flusso artistico quando qualcuno bussò alla porta. Era strano che qualcuno mi cercasse a quell'ora, ma io misi da parte la chitarra e andai ad aprire a cuor leggero.

Mi si strinse il petto quando Yoongi si voltò a fronteggiarmi. Aveva dato le spalle alla porta subito dopo aver bussato, ma non aveva fatto in tempo a darsela a gambe.

"Ciao." mi disse.

"Ciao." gli dissi io. Aveva parlato piano, per cui mi venne naturale imitarlo.

In quel momento due ragazzi della troupe passarono per il corridoio e, vedendomi alzato, mi augurarono la buonanotte. Yoongi si voltò a guardarli e i due assunsero un'espressione stranita quando lo riconobbero. Che ci faceva Min davanti alla mia porta a quell'ora?

Yoongi tornò a voltarsi verso di me.

"Ti va di uscire?"

"Intendi... Fuori dall'hotel?"

"Sì."

"Non posso. Domani mattina dobbiamo partire presto e farei meglio a dormire un po'. Dovresti farlo anche tu."

"Accompagnami solo a comprare un paio di cose, poi torniamo."

Non sapevo che fare. Strinsi la presa sullo stipite della porta e guardai in basso, cercando di pensare in fretta. La mia testa diceva no, no, no, il mio stomaco diceva sì, sì, sì. Yoongi si abbassò per incrociare il mio sguardo.

"Dai, Jimin. Non passiamo un po' di tempo insieme da una vita. Ce l'hai con me?"

"No." dissi, troppo in fretta. "Non ce l'ho con te."

"Quindi?"

Provai a scuotere la testa, ma dopo un po' capii che le parole complicavano soltanto le cose. Presi la felpa e mi chiusi la porta della mia stanza dietro, allontanandomi con Yoongi lungo i corridoi.

* * *

Yoongi trovò un supermercato aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Era piccolo, dava sulla strada e non c'era anima viva quando entrammo noi. L'unico commesso presente stava sfogliando un giornale con la flemma di chi sta per addormentarsi e noi ci infilammo lungo le corsie. I nostri passi sarebbero stati l'unica cosa a riempire il silenzio se non fosse stato per la radio in sottofondo. E il ronzio dei frigoriferi.

"Cosa devi comprare?" chiesi a Yoongi. Lui si tolse la felpa e se la annodò in vita mentre scorreva gli scaffali con gli occhi. Lo seguii lungo i reparti e lasciai che mi riempisse le braccia di patatine, schifezze e dolciumi. Eravamo passati alle bibite quando rimase con una confezione di succo in mano. Si voltò verso di me.

"Rimettiamo via tutto."

"Che?"

"Rimettiamo via tutto."

Uscimmo dal supermercato. Avevamo comprato delle gomme da masticare per non fare brutta figura col commesso e Yoongi aveva chiesto dove si trovasse il distributore di sigarette più vicino. Camminammo verso la direzione che ci era stata indicata e lui aprì subito il pacchetto che comprò. Accese una sigaretta e si appoggiò contro il distributore, riempendosi i polmoni di fumo con un primissimo, lungo tiro.

Io mi avvicinai a lui senza fretta. Yoongi mi aveva lasciato le gomme da masticare e ora ci giocherellavo nell'attesa che succedesse qualcosa. Perché doveva succedere. Me lo sentivo. Sotto la sua solita facciata di indifferenza, Yoongi non era tranquillo.

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora