CAPODANNO

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"But would you kiss me goodnight?

You don't have to hold me tight

You can close your eyes

Pretend you're with somebody else

Would you hold my hand?

But please don't try to make amends

It's okay for me, I swear

Pretend you're with somebody else

Pretend you're with somebody else"

Mi stavo esibendo a Times Square, New York. Il palcoscenico era piccolo, la band occupava la maggior parte dello spazio ed io non avevo le mie ballerine, ma l'evento era a dir poco enorme.

Era capodanno e la piazza era gremita di gente. Era solo pomeriggio, il sole stava iniziando a lasciarci in quel momento, ma l'emozione per lo scoccare della mezzanotte era già nell'aria: ad ogni angolo della città venivano venduti cappellini e trombette, la metà dei giovani aveva già cominciato a bere e le strade profumavano di aspettative, ma soprattutto la sfera di Times Square torreggiava su tutti noi, pronta a cadere all'inizio dell'anno nuovo.

"And we will be strangers again

But If we cross path again and again

Don't come to say hi, I beg

'Cause I won't be able to

Forgive you again"

La canzone finì. Ci fu un momento di silenzio quando la band smise di suonare, poi la folla esplose in un boato di urla e applausi. C'era già chi piangeva lacrimoni caldi nel sapere che stavo per andarmene, ma per loro fortuna il conduttore dell'evento non mi lasciò scappare via: dopo avermi raggiunto sul palco, mi prese la mano e mi fece fare una piroetta. Io diventai rosso di vergogna, ma non ero a disagio. Si trattava di un famoso comico che avevo già avuto il piacere di conoscere, per cui non mi feci problemi a spingerlo via per gioco. Lui rise e mi circondò i fianchi con un braccio.

"Park Jimin, signore e signori! Dio, il tuo look è... Sei stupefacente. Il miglior outfit di oggi. Vuoi restare sul palco fino a mezzanotte? Non devi fare nulla, tu resti seduto e noi ti guardiamo."

La folla fece qualche verso di approvazione ed io non potei fare a meno di ridere, imbarazzato.

Quel giorno le mie stylist avevano davvero osato. Prima di tutto, avevano dato un'altra mano di rosa ai miei capelli, poi mi avevano ricoperto di orecchini, anelli e perle. Temevo di essere scambiato per la stella cometa di un presepe vivente, per cui era lusinghiero sapere di non essere ridicolo.

Il conduttore mi fece il baciamano, dopodiché mi lasciò andare. Io salutai la folla e questa volta me ne andai davvero, ma lo spettacolo non finiva mai nel momento in cui scendevo dal palco. Gli occhi di tutte le persone dietro le quinte si spostarono su di me ed io rimasi nel personaggio: ringraziai lo staff per il loro duro lavoro, salutai i cantanti che aspettavano di andare in scena e sorrisi ai fortunati che avevano il pass del backstage per delle conoscenze o per aver vinto un concorso. Un tempo mi avrebbe messo in soggezione essere guardato con quell'espressione scoppiettante da: "Ommiodio! Ho davanti una celebrità!", ma ormai avevo imparato a gestirlo. Mi sentivo bene, mi sentivo in forma e non ero più l'ultimo arrivato dell'industria. Potevo godermi la fama che mi stavo costruendo senza sensi di colpa.

Dopo aver scattato le foto di rito con gli organizzatori dell'evento, io e il mio team montammo in auto e lasciammo Times Square. Venni accompagnato dalle guardie del corpo davanti alla mia stanza d'albergo, poi fui finalmente lasciato solo. Con ancora addosso l'adrenalina del pubblico, spalancai la porta con un gesto plateale e gettai per aria il cappotto.

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Where stories live. Discover now