13.

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Aprile.

Mi butto distrattamente su Gilda con le cuffiette che suonano una playlist che mi ha consigliato Nic nelle nostre solite chiacchierate musicali e fisso il vuoto sbuffando appena un po'annoiata. Il telefono vibra segnalandomi una chiamata di mia madre.

"Ciao ma'" rispondo tranquilla aspettando le sue lamentele per la mia assenza ai festeggiamenti di Pasqua e infatti non tardano ad arrivare costringendomi a fermarla subito. "Mamma ti ho già chiesto scusa ma il mercoledì dopo ho un esonero, scendere a Roma sarebbe stata solo una grande perdita di tempo" cerco di spiegarle per l'ennesima volta. "Almeno non starai sola" risponde lei rassegnata alla mia spiegazione. "Infatti starò con i Cantelli, te l'ho già detto, stai tranquilla. Ti richiamo domani per gli auguri, va bene?" le dico tagliando a corto, lei acconsente e dopo un paio di ti voglio bene nostalgici da parte di entrambe attacca.

Sospiro e sento le zampette di Chewbe arrivare veloci verso di me, lo accarezzo e decido di andare nella mia stanza per preparare le cose per il weekend che avrei trascorso in una casa in campagna di uno dei tanti zii di Cesare. Mentre esamino i vestiti ripenso ai passati mesi.

Gennaio.

Le due settimane passarono decisamente in fretta fra lo studio matto e disperato e le serate a vedere film con Frank o con qualche altro imbucato a caso, in genere Valeria. Quando finalmente diedi l'esame, che riuscii a portarmi a casa con un onesto 27, decisi di tornare a casa e di lasciare a Frank la sua amata libertà.

"Guarda che non mi dai fastidio" affermò mentre parcheggiava davanti al mio portone. "Puoi tornare quando vuoi, okay?" disse rassicurante poggiandomi la mano sul braccio. "Grazie Frank" risposi riconoscente. "A presto, combinaguai" mi salutò mentre scendevo e mi dirigevo verso il portone. Infilai la chiave, mi girai e gli sorrisi vedendolo sgommare giù per la piccola via.

Salii con l'ansia a mille le scale e quando aprii la porta mi accolse Chewbe che mi dimostrò quanto gli fossi mancata saltellandomi intorno, lo tranquillizzai con qualche coccola e poi mi diressi silenziosamente verso la mia stanza.

S'era fatta ora di cena e in casa sentii un leggero rumore di stoviglie, stanca di quel silenzio forzato mi diressi verso la cucina pronta ad una chiacchierata con il mio coinquilino e la sua ragazza. Trovai solo Cesare che stava scaldando delle cose nel microonde.

"Ehi" dissi piano. Alzò gli occhi e mi guardò un po'sorpreso dalla mia tranquillità e dalla mia delicatezza. "Come stai?" gli chiesi cercando qualcosa nel frigo ma trovandolo ovviamente vuoto dopo giorni di assenza.

"Non c'è male, pollo e zucchine? Oggi a pranzo non mi sono regolato e ne ho cucinato una valanga" disse con un sorriso timido facendo un cenno al microonde. "Grazie, mi salvi la cena effettivamente" risposi prendendo un piatto e mettendolo sul tavolo.

"Stavo andando a mangiare in salone, in realtà. Ho rubato da casa la trilogia del Signore degli anelli in DVD e pensavo di vedere il primo, ti unisci a me e Chewbe?" chiese un po'timoroso. Annuii silenziosamente e dopo aver preso la mia porzione di cibo mi diressi verso Gilda pronta alla visione.

"Il periodo che non ci sei stata Gilda si è sentita sola, non la usava nessuno" disse di getto il mio coinquilino sedendosi sul divano e guardandomi. "Non è abbastanza comoda?" chiesi con un leggero sorriso. "Nono ma io e Ele usavamo il divano, Pino è il mio primo amore lo sai" disse lui. Non appena realizzò di aver nominato Elena mi guardò un secondo serio.

"Dov'è ora?" chiesi tranquilla infilzando un pezzetto di pollo e restituendogli lo sguardo. "Sono riuscito a farla chiarire con i genitori, è tornata da loro cinque giorni fa" rispose alzandosi verso il lettore DVD per poter mettere il nostro film. "E fra voi? Tutto bene?" domandai cercando di apparire molto più tranquilla di quanto realmente fossi.

(e non) - Cesare CantelliWhere stories live. Discover now