17.

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28\08.

Apro gli occhi fissando il soffitto di quella stanza, che solo un anno fa avevo tanto desiderato, sbuffando appena. Il mio sguardo cade sui due oggetti di fronte al mio letto: un grande trolley giallo limone e un elegante vestito rosso scuro adagiato sulla sedia.

Dopo aver detto a Cesare di Amburgo avevamo passato giorni senza parlarci fino a quando, dopo il mio ultimo esame della sessione non avevo organizzato una piccola cena per comunicare a tutti la mia decisione. Ricordo lo sguardo degli altri, un misto fra confuso ma anche fiero di me per aver ottenuto un'opportunità così importante e ricordo quello del mio coinquilino che invece era solo vuoto.

Mi metto a sedere sul letto prendendo il mio telefono. Le undici. Frank e Valeria sarebbero passati a prendermi alle quattro per andare nel posto dove Cesare e Elena si sarebbero sposati con il rito civile.

Sospiro passando la mano fra i miei capelli che ora arrivano alla metà del mio collo e subito mi torna in mente l'immagine di me che una volta tornata a Roma dalla mia famiglia per l'estate vado quasi in lacrime dal parrucchiere chiedendogli di tagliare via tutti quei boccoli che tanto mi ricordavano Cesare. Li sfioro appena e la prima lacrima del giorno mi accarezza piano la guancia mentre io l'asciugo velocemente alzandomi dal letto quasi a volerla annullare.

Gironzolo da sola in casa tutta la mattina ricordandomi quando ieri sera avevo aperto la porta di ritorno dalla stazione e avevo trovato un biglietto di Cesare sul frigo che mi annunciava che sarebbe rimasto a casa dei suoi genitori quella notte e che ci saremmo perciò visti direttamente al suo matrimonio.

Cerco inutilmente di mangiare qualcosa ma il mio stomaco sembra rifiutare qualsiasi tipo di sostentamento mentre si contorce segnalandomi quanto poco mi piaccia tutto quello che sto per fare. Scuoto un po'la testa cercando di zittire i miei pensieri negativi e vado a farmi una doccia.

Quando il campanello mi avvisa che Frank e Valeria sono venuti a prendermi mi osservo un secondo allo specchio prima di aprire.

Il vestito rosso cade morbido fino a sopra al ginocchio stringendo un po'sulla vita, le scarpe color argento hanno un tacco che decisamente non ero abituata a portare, i miei capelli sono lisci e non arrivano oltre la metà del collo incorniciando il mio viso truccato appena ma con le labbra di un rosso identico a quello del vestito. Sospiro e afferro una piccola borsa con il telefono e le chiavi, chiudo la porta e scendo le scale stando attenta a non cadere rovinosamente.

"Gin!" esclama Valeria in una tuta intera verde scuro che le mette in risalto gli occhi. La abbraccio in silenzio sorridendole a mia volta e poi stringo leggermente Frank che con la camicia e i capelli sistemati non sembra nemmeno lui. "Come sei elegante, Frank" commento infatti ridacchiando mentre salgo sulla macchina. "Lascia stare, non capisco perché la gente si ostini a sposarsi e a farmi indossare le camice, è una tortura" risponde lamentandosi mentre esce dalla via di casa mia prendendo subito la tangenziale.

"Quando hai l'aereo per Amburgo?" mi chiede la rossa girandosi appena verso di me dopo qualche minuto di chiacchiere sull'estate appena trascorsa. "Alle cinque del mattino, devo chiamare un taxi che venga a prendermi che alle tre devo stare in aeroporto" dico cercando di rimanere più tranquilla possibile. "Possiamo portarti noi, tanto la festa durerà tanto e poi mi fa piacere, lo sai" dice tranquillo Frank uscendo dalla tangenziale e andando sui colli iniziando una serie di curve morbide. "Grazie, ragazzi" dico solamente mentre gli occhi si fanno di nuovo lucidi. Valeria se ne rende conto perciò inizia a parlarmi di come abbia finalmente cacciato la sua coinquilina strappandomi un sorriso.

Arriviamo nel grande prato da dove si vede tutta Bologna, due stuoli di sedie bianche mi si parano davanti separate da un lungo tappeto di erba e petali di rose rosa. Guardo tutto con tanta malinconia ma sorridendo, Cesare sta facendo un passo importante ed io non posso fare altro che essere felice per lui.

(e non) - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora