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Zayn's pov

Mi spingo con irruenza tra le carni dell'uomo disteso sulla mia scrivania. Ho mandato a farsi fottere tutti i miei buoni propositi. Lo voglio, lo voglio dannatamente tanto.

"Z-Zayn" grida mentre affondo con più decisione come a volergli fare percepire al cento per cento la mia presenza.

"Grida Liam, voglio sentirti gridare" dico mentre con una stoccata colpisco il suo fascio di nervi facendolo urlare mentre arcua la schiena.
"Voglio che tutti ti sentano lì fuori" continuò mentre alcune goccia di sudore percorrono il mio viso "tutti devono sapere che mi appartieni" ringhio furente mentre l'amplesso diventa sempre più intenso e travolgente.

"Zayn c-cosa-ah"
La sua voce viene soffiata dai vari ansimi. Mi chino su di lui e si aggrappa alle mie spalle tentando di appropriarsi delle mie labbra ma glielo impedisco.

"Credi davvero che ti bacerei dopo quello che hai fatto?"
Esco da lui che mi guarda perplesso per poi trascinarlo con forza verso un muro e schiacciandolo prepotentemente contro la parete.

Con una stoccata decisa affondo nuovamente nelle sue carni facendolo gridare dal piacere.

"Sii mio Liam" sussurrò al suo orecchio continuando a possederlo sempre più prepotentemente.

Cerca di girare il volto nella mia direzione per guardarmi. È arrossato, gli occhi socchiusi e languidi che mi scrutano con desiderio. Porta una mano sulla mia natica affondandoci le unghie.
Non importa quanto cerchi di negarlo o nasconderlo. È ormai da anni che quest'uomo mi ha completamente fottuto il cervello.

Sento il suo corpo irrigidirsi. Cerco di aumentare l'andamento degli affondi facendolo giungere poco dopo al piacere. Un gemito sonoro lascia la sua bocca quando raggiunge l'orgasmo sporcando il proprio petto ed è proprio il suo volto contorto in un'espressione di goduria a farmi raggiungere il limite riversandomi copiosamente nel preservativo.

Mi accascio sulla sua spalla e ben presto i nostri corpi si rilassano. Passa poco prima che sentì dei singhiozzi provenire dal castano ancora stretto tra le mie braccia.

"F-fammelo dimenticare Zayn, fammi dimenticare Harry"

Louis's pov

Sono all'incirca le 11am quando sento la serratura della porta di casa scattare. Normalmente Harry ritorna a casa il pomeriggio e Liam a quanto ne so non ha ancora chiarito con il riccio.

Mi alzo dal letto e faccio per avvicinarmi alla porta della camera quando viene aperta velocemente dal mio alpha.

"Harry, cosa ci fai già a casa?"
I suoi occhi sono scuri e la sua espressione totalmente indecifrabile. Mi fa paura.

Non risponde ma lo vedo armeggiare velocemente con la zip dei pantaloni. Non capisco cosa stia succedendo che mi ritrovo schiacciato sul letto mentre la sua erezione inizia a strusciarsi tra le mie natiche.

"Harry-Harry cosa..."
Non riesco a continuare la frase che un urlo strozzato lascia la mia bocca dopo che con una spinta secca e senza alcun tipo di preparazione Harry è affondato tra le mie carni.

Fa dannatamente male. Alcune lacrime iniziano a lasciare i miei occhi.

"Harry fa male!" urlo ma la sua mano si posiziona sulla mia bocca impedendo qualsiasi altro mio tentativo di parlare.

"Non voglio sentirti, sta zitta dannata puttana" dice tagliente e mi irrigidisco. Cerco di rimanere il più silenzioso possibile anche se le lacrime continuano a rigare copiose il volto.

Le stoccate diventano sempre più violente e selvagge. Mi sento lacerare dall'interno. Perché mi sta facendo questo? Cosa ho fatto di male?

Quando il seme caldo di Harry riempie le mie natiche mi sento sollevato. Continuo a piangere premendo il volto nel lenzuolo quando il riccio si accascia sopra al mio corpo.
Sento il suo respiro sul collo e poco dopo alcuni baci umidi vengono lasciati vicino al mio orecchio.

Rimango indifferente alle sue attenzioni e non appena Harry si distende sul letto ne approfitto per correre fuori da quella stanza.

Mi sollevo i pantaloni e corro fuori dall'edificio come se qualcuno mi stesse inseguendo anche se probabilmente non gli importerebbe nulla di fermarmi in questo momento.

Sono in strada e continuo a piangere. Non ho soldi e non posso quindi chiamare un taxi. Come se non bastasse non ho m preso il mio telefono e neanche indossato le mie scarpe. È davvero umiliante camminare per strada in queste condizioni.

Dopo pochi minuti mi ritrovo nell'unico posto in cui sarei potuto arrivare. Mi siedo sullo scalino esterno del 'Lux'. Non capisco perché sono qui, il locale è attualmente chiuso e non aprirà prima di sera.

Mi accascio su me stesso e continuo a piangere incurante dei sguardi misti di disgusto e compassione dei passanti.

"E tu cosa ci fai qui?"
Conosco bene quella voce. Mi giro nella sua direzione vedendo Ashton sulla soglia del locale.
Non rispondo. Mi guarda per qualche secondo perplesso per poi invitarmi ad entrare.

"Cosa ti è successo?"
"Pensavo che il locale fosse chiuso la mattina" dico cercando di ricompormi.

"Lo è. Oggi toccava a me fare l'inventario" dice tranquillamente per poi accomodarsi su un tavolo e facendomi fare la stessa cosa. Lo vedo fissarmi più del dovuto e ben presto la sua attenzione viene catturata dai miei piedi scalzi.

"Vuoi che chiami Luke?"
Abbasso lo sguardo non sapendo cosa rispondere. Sono venuto fin qui sperando di incontrarlo. Ma se poi mi riportasse da suo fratello?

"I-io, non lo so"
"Ti puoi fidare di lui" dice il ragazzo quasi come a leggere i miei pensieri. Mi limito ad annuire.
Fidarsi di qualcuno. Lo posso davvero fare?

Only yours  {LarryStylnson}Onde histórias criam vida. Descubra agora