CAPITOLO 4: CONOSCERSI

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NOTA DELL'AUTORE: Ad un certo punto del capitolo troverete un minuscolo crossover con un altro anime storico... Niente di che, giusto due righe. Vediamo chi indovina! Buona lettura!

Guardare i ragazzi allenarsi le era parso incredibilmente noioso.
Ma era una noia cui era abituata: per tutta la vita non aveva fatto altro che guardare gente che giocava a calcio.
Che sport insulso. Perché i maschi si divertivano così tanto a correre dietro ad un pallone? Non riusciva proprio a spiegarselo.
Questa volta almeno c'era qualche novità. Nuovi giocatori in campo.
Di cui uno bellissimo.
Oddio, a guardar meglio, anche Ed era affascinante. Aveva un bel viso, un bel corpo slanciato e un'agilità fuori dal comune.
Ma Mark era tutta un'altra cosa: muscoli, potenza, forza bruta....
"Oh mamma..." Pensò sentendosi avvampare.
Mentre era persa nei suoi pensieri sentì le voci allegre dei ragazzi che uscivano dagli spogliatoi.
Mark le si avvicinò e le baciò la fronte.
Sentì i fischi e gli schiamazzi compiaciuti dei compagni di squadra.
-Vai Capitano! Dacci dentro!-
- Bel colpo, capitano!-
E via dicendo...
Mark si voltò e tuonò: -Zitti e sparite!-
In un nanosecondo tutti i giocatori della Toho si dileguarono.
Tutti tranne due: Danny e Ed, ovviamente.
A loro quel tono di Mark non faceva né caldo né freddo.
-Tu non torni con noi al campus, suppongo...- iniziò Danny.
-Brillante deduzione, Mellow.- fu l'asciutta risposta di Mark
-Ti aspettiamo per cena?- chiese esitante il ragazzo
Ed rise.
Mark era esasperato.
Vivien intervenne: - Non credo proprio che Mark tornerà per cena, Danny!-
- Oh, certo.- disse Mellow imbarazzato – ci vediamo dopo cena allora...-
Ed si picchiò una mano in fronte e anticipò la risposta di Mark: -No, Danny. Mark non tornerà nemmeno per dormire... Andiamo, lasciamoli soli.- e poi rivolto alla coppia:- Buona serata ragazzi!- e strizzò l'occhio a Mark.
-Altrettanto.- rispose Lenders lanciando agli amici un' occhiata di intesa.

*******

Non fecero nemmeno in tempo a varcare la soglia dell'appartamento di Vivien che erano già avvinghiati.
Mark la lasciò solo un secondo, per chiudere la porta con violenza e tagliare fuori il resto del mondo.
Mollò a terra la cartella.
Vivien gettò la sua sul divano.
La prese in braccio, senza il minimo sforzo apparente, e la fece sedere sul tavolo del soggiorno.
Vivien gemette di piacere e incominciò a slacciargli la camicia.
Strappò un bottone. Non importava, voleva solo che quella stoffa bianca si togliesse di mezzo e lasciasse scoperta la pelle del suo uomo.
Mark le infilò una mano sotto la gonna e incominciò a salire lungo la coscia. Sempre di più fino a raggiungere la sua femminilità più nascosta.
Vivien aveva sempre più caldo.
Gli slacciò i pantaloni. Appoggiò la mano e sentì la sua virilità gonfiarsi ancora di più sotto il suo tocco.
Lui le tolse la camicetta e il reggiseno, liberandole i seni. Alla vista ci quei capezzoli turgidi e rosati perse in controllo. Incominciò a morderli e leccarli senza freno.
Non ce la faceva più.
Senza nemmeno finire di spogliarla la spinse indietro e la stese sul tavolo.
Sentì un rumore di stoviglie infrante.
"La tazza della colazione..." pensò Vivien.
Il secondo dopo sentì la prorompente virilità di Mark che entrava in lei. Un colpo, un altro.
L'eccitazione cresceva a vista d'occhio sotto quelle spinte quasi violente.
Mark ansimava, sentiva il suo fiato caldo sul collo.
Nulla aveva più senso se non quel corpo muscoloso e bellissimo che si muoveva sopra di lei e in lei.
Le sembrava di impazzire.
Raggiunse l'apice come una liberazione. Si sentì urlare lontana e nello stesso momento un altro grido, più roco.
Era lui.
Si fermò, accasciandosi soddisfatto.
Avevano placato la loro sete

*******

Si staccarono ansimanti e sudati e si lasciarono andare di peso tra le lenzuola, ognuno dal proprio lato del letto, scrutando il soffitto.
Fu Vivien la prima a spezzare il silenzio:
-Wow.-
-Già. Wow.- concordò Mark
-Meravigliosa prestazione Lenders. A quanto siamo?- aggiunse lei girandosi in costa a guardarlo.
-Alla quarta , Hutton!- rispose lui. E poi scoppiò a ridere fragorosamente.
-Che c'è?- chiese lei perplessa.
-No è che...- Mark faticava a smettere di ridere- ..è che... Ti ho chiamata Hutton!-
-Beh, è il mio nome...- disse Vivien senza capire.
Anche lui si voltò sul fianco a guardarla, ancora ridendo:- Lo so! Ma se permetti mi fa un po' impressione essere andato a letto con...Hutton!-
-Ma quanto sei stupido!- capì lei alla fine e gli si mise a cavalcioni sopra: -Stupido e irresistibile...- aggiunse chinandosi a baciarlo.
Lui rispose ribaltandola con un colpo di reni e schiacciandola sul letto. I suoi occhi nerissimi la fissavano:
-Non ne hai ancora abbastanza?- la schernì.
-E come potrei, Tigre?-fu la risposta maliziosa si Vivien.
Quella donna l'avrebbe fatto impazzire, se non ci stava attento.
Era terribilmente pericolosa.
Ma era così bella.
-Senti...- disse lei all'improvviso.
-Dimmi...-
Vivien proseguì: -Quello che c'è tra noi è solo sesso, vero?-
Ancora? Ma perché ci teneva tanto a ribadirlo?
-Assolutamente sì.- confermò lui in un tono meno convinto di quanto avrebbe voluto.
-Bene.- sembrava tranquillizzata. Poi lo guardò intensamente e proseguì:- -però pensavo ad una cosa..-
-Illuminami.- la esortò il ragazzo.
-Se vogliamo proseguire con questa farsa dei graziosi "fidanzatini" agli occhi degli altri, forse dovremmo conoscerci meglio. Io non so praticamente niente di te. E nemmeno tu di me.-
-Non fa una piega.- concordò Mark.
-Sei d'accordo, quindi?- chiese Vivien sospettosa.
-Certo.- approvò lui
-Bene, allora cominciamo- disse lei tirandosi a sedere sul letto e incrociando le gambe:- forza Mark, parlami di te!-
-Se fai così non ci riesco proprio- disse lui guardandola divertito
-P-perché?- balbettò lei
-Vivien... Sei nuda! Mi deconcentri!-
Obiezione accolta.
-Scusa.- mormorò lei e sparì in salotto.
Rientrò in camera qualche secondo dopo. Indossava solo la camicia di Mark.
"La mia camicia..." Pensò lui ricominciando ad eccitarsi.
- Così va meglio?- chiese lei.
-Insomma...mica tanto!- rispose lui con gli occhi infuocati.
Poi qualcosa lo colpì sul viso. Sembrava stoffa. Se la staccò da volto. Erano i suoi boxer. Vivien glieli aveva tirati in faccia!
- Mettiteli, scemo!- la sentì dire divertita - Io torno subito. Di là c'è un tale casino! Ho trovato solo la tua camicia e i tuoi boxer per coprirci... Sembra che abbiamo fatto la guerra!-
La voce di Vivien proveniva dall'altra parte dell'appartamento.
-Ma che stai facendo?- le domandò lui
-Aspetta e vedrai....- fu la risposta.
Ubbidiente si infilò il boxer e si stese supino sul letto.
Dopo pochi minuti un profumo delizioso si sparse nell'aria. Era odore di cibo...
Cibo! Aveva una gran fame effettivamente. Non mangiava niente da mezzogiorno e quel pomeriggio aveva fatto un bel po' di movimento. Sorrise tra sé.
Rientrò Vivien con un vassoio colmo.
Lo appoggiò sul letto e gli porse le bacchette.
Lui si tirò a sedere. Il profumo era davvero invitante.
-Hai cucinato?- le chiese stupito
-Certo! Mica potevo lasciarti a digiuno dopo tutta questa fatica. Spero che ti adatterai. Non è un gran che. Non aspettavo ospiti stasera e mi sono arrangiata con quello che avevo.-.
Lui assaggiò.
Era una specie di omelette con carne di maiale, cavolo nero e altre ingredienti che non capiva.
Buonissima. Deliziosa.
-ti piace?- chiese Vivien in tono preoccupato.
-E' davvero buonissima. Sei un'ottima cuoca. Dove hai imparato?-
-E' un okonomiyaki. Un piatto tipico do Osaka. Mi ha insegnato a cucinarlo una vecchia amica che ha un ristorante là che gestisce insieme al padre....-
-Ottimo, sul serio. Ma tu non mangi?- le chiese vedendo che lei mangiava soltanto un po' di riso bollito.
-Io mi tengo leggera la sera. Devo mantenere la linea!-
-E perché? Sei perfetta!- ribatté lui.
Lei quasi arrossì per quel complimento sincero.
-Grazie. Ma si fa sempre in tempo a peggiorare, sai?-
Rimase poi in silenzio guardandolo mangiare. Lo trovava davvero irresistibile. Nessuno le era mai piaciuto così tanto... Nemmeno...
-Finito!- disse lui abbandonando il piatto - davvero un' ottima cena.-
-Mi fa piacere. Allora adesso possiamo cominciare?- disse lei incrociando di nuovo le gambe sul letto.
-Sono pronto. Cosa vuoi sapere?- disse lui sedendosi a sua volta con le gambe incrociate di fronte a lei.
Vivien prese un quaderno e una matita.
-Che fai?- scherzò Mark- prendi appunti?-
-Annoto le domande e nella prima colonna scrivo le tue risposte. Poi tu nella seconda scriverai le mie. Così sarà più semplice ricordarle.- spiegò Vivien.
-Molto acuto, Hutton. Forza, spara!-
-Ok. Nome?-
-Mark Lenders.-
-anni?-
-19-
-Compleanno?-
- 17 agosto-
- Hai fratelli o sorelle?-
- Due fratelli e una sorella.-
-Nomi ed età?-
-Matt, 8 anni; Nathalie, 13 anni e Ted 15 anni.-
Vivien annotava tutto scrupolosamente.
"Sembra una scolaretta!" Pensò Mark con un moto di tenerezza.
-Non ti distrarre, Mark!- proseguì lei: -Ho ancora un sacco di domande in serbo.-
-Ti ascolto...- rispose lui sospirando.
-In che squadre hai giocato?-
-Prima nella Muppet S.C. E poi nella Toho F.C.-
-Perfetto. Cibo preferito?-
-Carne di maiale.-
-Sport preferito?-
-Domanda scema!- rise lui.
-Vero!- ammise lei ridendo a sua volta: - va bene adesso passiamo alla parte più interessante!-
-Parte interessante?- chiese Mark sospettoso
Lei lo guardò furba e poi a bruciapelo chiese: -A quanti anni la prima volta?-
"Ma pensa che sfacciata!" pensò divertito. Comunque rispose:
-16 anni.-
-Come si chiamava lei?-
-Maki.-
-Nome carino.- ammise Vivien in tono asciutto.
Si sbagliava o leggeva una punta di stizza nella voce della ragazza? Finse di ignorarlo.
Lei proseguì:
-Le volevi bene?-
-Beh, sì. credo di sì.-
-Era bella?-
-Molto carina, devo ammetterlo.-
-Descrivila.-
-Capelli castani, corti. Due occhi nocciola molto dolci. Fisico atletico. Giocava a softball.-
-Qui alla Toho?-
-Sì.-
-La conosco?-
-Oh no! Non è più qui. si è trasferita due anni fa.-
-Vi sentite ancora?-
Adesso a Mark sembrava proprio di avvertire un'incalzante gelosia nella vice di Vivien.
Rispose: -Sì ogni tanto.-
-Quando l'ultima volta?-
-Un mesetto fa. Mi ha detto che sta per sposarsi...-
Vivien gli sembrò sollevata a quella notizia. Ma forse era solo una sua impressione.
-Benissimo, Mark. Siamo quasi alla fine della nostra intervista. Un'ultima domanda: altre storie importanti?-
-Mmmmh. No. Importanti non direi. Solo qualche avventura tanto per ammazzare la noia.-
- Ottimo.- disse lei finendo di scrivere.
Poi gli porse il block-notes e la matita e disse: -Ora è il mio turno. Forza. Sono pronta.-
-Devo proprio?- si lamentò Mark
-Assolutamente sì.- fu l'irremovibile risposta di Vivien.
-come vuoi.- Proseguì lui con un sospiro: - nome?-
-Vivien Hutton.-
-Anni?-
-17-
-Compleanno?-
- 14 luglio-
- Hai fratelli o sorelle?-
- No. Sono figlia unica.-
"Figlia unica. Unica e irripetibile" pensò lui.
Poi continuò: - Cibo preferito?-
-Carne di maiale.-
Buffo. Come lui.
-Sport preferito?-
-Nessuno. Men che meno il calcio -
-Ma come nessuno!?! Non è possibile!!-
-Possibilissimo invece. Su, continua...-
-Ok. -si rassegnò lui. -oh guarda... Siamo arrivati alla "parte interessante"...-
"Ahia." Pensò lei
Ma lui proseguì imperterrito:-A quanti anni la prima volta?
-15 anni.-
" E uno..."
-Come si chiamava lui?-
"Cazzo..."
Siccome non rispondeva, Mark la esortò : -Allora? Il nome del fortunato?-
-Non ti piacerà sentirlo -ammise Vivien
-Dai su... Non fare la preziosa.-
"Ma la sono cercata" pensò la ragazza e , suo malgrado rispose:
-Benjamin.-
Sparò quel nome come una fucilata. Un colpo secco.
Attese una reazione guardando Mark.
Lui sollevò lo sguardo, molto piano. La fissò e le chiese secco: -QUEL Benjamin?-
Lei annuì.
Mark gettò il blocco e la matita sul letto:- Non ci posso credere!!-sbottò.
Lei deglutì. Cercò di calmarlo: -Dai Mark! Cosa te ne frega? È stato tanto tempo fa!-
Tanto o poco non faceva molta differenza per lui. Lo stronzo aveva appoggiato le sue schifose mani sulla SUA Vivien, e lui non riusciva a sopportarlo.
-Quanto è durata?-le chiese distaccato.
-Un po'.- rispose lei vaga -....ma cosa c'entra? Questa domanda non era in lista!-
-Adesso la lista è cambiata. Le domande le faccio io.- proseguì Mark quasi urlando: -adesso è finita, spero?-
-Ma certo! Che domande mi fai?-
"Per fortuna". Pensò lui e poi di nuovo: -Lo amavi?-
"Bella domanda, Lenders!" Scherzò Vivien fra sé.
Guardò fisso negli occhi neri di Mark e rispose: - gli volevo molto bene, questo è sicuro... Ma amarlo no. Non credo.-
Mark si rilassò. Tornò alla lista:-Lo senti ancora?-
Vivien fu sincera -Sì.-
SI?!?COME SI?
-Quando l'ultima volta?- quelle parole gli uscirono dalla bocca velenose.
Vivien rispose con un filo di voce: -Tre giorni fa.-
TRE GIORNI FA?!? Quindi vuol dire che l'aveva visto lo stesso giorno che loro avevano fatto l'amore la prima volta sulla spiaggia.
Scattò in piedi come una furia e gridò: -Ma tu TRE GIORNI FA eri con me!!-
Vivien lo guardava spaventata. Non era abituata a quel Mark, arrabbiato e violento.
Ciò nonostante non si lasciò intimorire troppo e ribatté decisa: -Vero. Io e te eravamo insieme prima. Ma poi, se ricordi, ti avevo detto che sarei andata dai miei parenti. Con la parola "parenti" intendevo mio cugino Oliver.-.
A quella risposta Mark riprese il controllo e tornò a sedersi sul letto.
-Continua.- le disse perentorio, quasi ordinandoglielo.
"Forse comincia a ragionare." Pensò lei un po' sollevata e proseguì:
-Lasciata la spiaggia ho preso un taxi e ho raggiunto Oliver al campo sportivo della Nankatsu. Avevamo appuntamento lì. E così ho visto Benji... Benjamin, – si corresse prontamente: -Avrai sentito dire, suppongo, che è rientrato dalla Germania e quest'anno disputerà il campionato con la New Team...-.
Effettivamente la spiegazione di Vivien era logica. Aveva raggiunto il cugino, che malauguratamente giocava nella stessa squadra dello stronzo, e lì si erano incontrati. Non c'era nulla di strano. Lui però continuava a provare un senso di fastidio. La guardò e con voce un po' più raddolcita disse: - Nient'altro?-
Vivien abbassò lo sguardo.
"Se gli dico che ci siamo baciati e che sono uscita con lui mi strozza." Rifletté. Quindi decise di mentire:
-Nient'altro.-.
Mark tornò a guardarla. Lei era sempre seduta sul letto e lo osservava con quei grandi occhi meravigliosi. Sembrava così indifesa, adesso. Completamente diversa dalla ragazza provocante e spregiudicata che si rotolava nel letto con lui un'ora prima. Sentì che il suo cuore si scioglieva. Forse aveva esagerato.
-Ok.- disse calmo.
Vivien non riusciva a credere alle proprie orecchie.
-Tutto a posto, quindi?- gli chiese esitante.
Lui le sorrise. –Certo!- la sua voce era allegra adesso: -solo un'ultima curiosità.-
-Dimmi.-
-Ma tu non hai genitori? Parli sempre solo di tuo cugino...-
-Certo che ho genitori! Mica mi ha portato la cicogna!- rispose lei ridacchiando: - Solo che non ci sono mai. Mio padre è capitano sulle navi da crociera, come il papà di Holly. La differenza è che anche mia madre lavora sulle navi insieme a lui. Quindi i miei sono sempre in giro per il mondo insieme. La mamma di Oliver invece è una casalinga. Da piccola ero sempre a casa con Holly e la zia. Mi ha cresciuto lei. Per questo per me il mio cuginetto è come un fratello maggiore. Siamo molto legati.-.
Una breve pausa poi Vivien proseguì: -I tuoi genitori, invece?-
Mark sembrò rattristarsi: -Mio padre è morto da molti anni e mia mamma tira avanti da sola da molto tempo. Io cerco di darle una mano come posso....-.
Vivien non riuscì a resistere all'impulso di avvicinarsi a lui e accarezzarlo. Gli posò un bacio leggero sulle labbra e sussurrò: - Oh no, Mark! Mi dispiace avertelo chiesto. Io non potevo immaginare che...- E lo abbracciò forte.
Lenders a quel tocco e a quelle parole fu scosso da un tremito: quella dolcezza nella voce di lei e la delicatezza di quelle mani fecero sciogliere istantaneamente la morsa di ghiaccio che aveva messo sul cuore da ormai tanti anni. Sentì un nodo che gli saliva alla gola.
Lei se ne accorse.
"Non ti azzardare a piangere Lenders, altrimenti tutto il muro che ho cercato di erigere tra me e te crolla in un botto e capitolo definitivamente ai tuoi piedi. E questa è l'ultima cosa che voglio!" pensò Vivien.
Doveva fare qualcosa per rompere quell'atmosfera troppo intima che si era creata tra loro. Non poteva farsi trascinare dai sentimenti. Non era pronta. Il loro rapporto doveva limitarsi al piano "fisico". Fece l'unica cosa che le venne in mente: lo spinse indietro sul letto e premette con forza il suo corpo contro quello di lui.
Il diversivo funzionò. Gli istinti più bassi di Mark ebbero la meglio e di nuovo la strinse con forza violenta:
-Vuoi la cinquina, Vivien?- le chiese con un tono quasi minaccioso.
-Non chiedo di meglio, Tigre!- rispose lei contenta che tutto fosse tornato come prima.
Lui la baciò con impeto, poi disse: - Mi piace quando mi chiami Tigre!...Dovrò trovare anche io un nomignolo con cui chiamarti nella nostra "intimità"-
-A te la scelta...- rispose lei.
-Ma...- proseguì lui - Toglimi un'unica curiosità: davvero tu non sapevi chi io fossi domenica, sulla spiaggia di Nantame, quando mi sei letteralmente saltata addosso?-
- Preferisco lasciarti nel dubbio...- replicò Vivien maliziosa. E poi lo zittì con un altro bacio... e non solo.

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La mattina successiva il corpo di Vivien era letteralmente martoriato da diversi lividi ed ecchimosi.
Mark la guardava spaventato.
-Potevi dirmelo che ti stavo facendo male, deficiente!- la riprese.
-Male? Tu ieri sera mi hai fatto tutto fuorché male, fidati! Solo che ho la pelle delicata...- fu la risposta della ragazza.
-Allora dovrò andarci un po' più piano con te.- disse lui attirandola a sé e baciandola.
-Non ci pensare nemmeno!- disse lei divincolandosi dalla stretta e sparendo in bagno.
Fecero una doccia e si rivestirono. Vivien si accorse del bottone mancante sulla camicia di Mark e prontamente lo aggiustò. Già che c'era diede pure una stiratina al tutto, visto che l'indumento era parecchio sgualcito.
Poi si avviarono insieme, fianco a fianco verso la scuola.
L'appartamento di Vivien ara piuttosto vicino e la sera prima erano arrivati lì a piedi.
Appena giunsero ai cancelli si guardarono.
Fu Vivien la prima a parlare: -Ok Tigre. Incomincia la nostra simpatica commedia.-.
-Va bene. Ma non ti azzardare a chiamarmi "Tigre" in pubblico. Ho una dignità, io!- ribatté Mark.
-Ricevuto, Signore!- disse lei scattando sull'attenti.
Lui rise di gusto e attirandola vicina: -Vieni qua, sciocca!- poi fissandola proseguì: -Dai facciamo un po' parlare quelle boccacce. Siamo la notizia del momento, lo sai?.
E così dicendo la abbracciò intorno alle spalle. Lei passò un braccio sottile intorno alla vita di lui e chinò lievemente il capo sulla sua spalla. Poi disse: -Ecco. Così siamo perfetti. Lasciamoli tutti senza parole-.
Ed entrarono dal cancello.

*******


Tutti li guardavano.
Vedere lo scontroso e burbero capitano dellasquadra di calcio entrare a scuola abbracciato ad una ragazza era unospettacolo che nessuno voleva perdersi. E che ragazza, poi!
Vivien quella mattina aveva lasciato i capellisciolti. Questi ondeggiavano ad ogni suo passo. Inoltre si sforzava di assumereun'aria sognante, tipica di una ragazza innamorata che abbraccia il fidanzato.
Mark si ergeva in tutta la sua notevole staturae la abbracciava: si guardava intorno cercando Ed e Danny e non gli sfuggivache non c'era un solo maschio in tutto il cortile che non stesse guardandoVivien con desiderio o lui con invidia.
Dal canto suo Vivien sentiva addosso lo sguardodelle ragazze: se avessero potuto accoltellarla l'avrebbero fatto. Come avevafatto quella lì, appena arrivata, ad accaparrarsil'inarrivabile Mark Lenders? Lui non aveva mai degnato di uno sguardo nessunadi loro, nemmeno le bellissime cheerleaders, le ragazze più popolari dellascuola. Poi arriva questa qui e Lenders, in neanche mezza giornata , capitola.Assurdo.
Danny e Ed li raggiunsero dal dietro:
-Buongiorno!- disse Mellow
-Passato una buona serata? Vi siete divertiti?-chiese Warner con una voce carica di doppi sensi.
-Sì, ben cinque volte.- rispose Vivien connon-calanche.
-Ci-cinque v-volte?- balbettò Ed spiazzatoosservando il suo capitano con un'aria misto tra l'ammirato e l'imbarazzato.Danny era avvampato.
Mark si limitò ad alzare il sopracciglio perporre fine alla discussione. Poi si chinò verso Vivien e le sussurrò: -Madovevi proprio dirglielo?-
-Sì!.- fu la maligna risposta di lei: - Midiverto troppo a vedere le loro facce quando tocchiamo argomenti piccanti!-
-Sei davvero perfida!- le disse lui assestandoleun bacio sulla sommità della fronte.

The eye of the TigerWhere stories live. Discover now