CAPITOLO 14: UNA FAMIGLIA

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Come va stamattina?- chiese Vivien guardando Clara che camminava accanto a lei.

-Ho già vomitato due volte.- rispose l'amica sconsolata.

-Ottimo. Quanto durerà questa tortura?- commentò la prima.

-Il ginecologo mi ha detto che le nausee compaiono spesso nel primo trimestre... quindi andrò avanti ancora per tre o quattro settimane. Poi dovrei cominciare a star meglio... – sorrise –... e ad ingrassare!!.-

Vivien rispose al sorriso. In effetti Clara dimagriva a vista d'occhio. Era sempre stata molto minuta, ma adesso stava diventando davvero scheletrica.

-Dovresti tentare di mandar giù qualcosa. Stare a digiuno non aiuta né te né i bambini.- suggerì.

-Lo so, ma ho una nausea pazzesca. Non riesco a tener dentro niente. Inoltre l'agitazione per stasera peggiora le cose...-

Vivien annuì comprensiva.

Quella stessa sera Ed e Clara avrebbero dovuto comunicare alla famiglia di lui la "buona novella".

I genitori della ragazza sapevano già tutto. A differenza di quella di Warner, la famiglia di Clara era una molto aperta. Il padre era un industriale di Tokio che aveva sposato una donna olandese conosciuta durante un viaggio di lavoro. Pochi anni dopo la nascita di Clara i due avevano divorziato.

Sia il padre che la madre avevano nuovi compagni di vita, ognuno con i propri figli a seguito.

Il risultato che ne era uscito era una grande e chiassosa famiglia allargata, in cui tutti andavano più o meno d'accordo. In quella realtà, già di per sé caotica, la gravidanza di Clara non aveva creato troppo scompiglio. I genitori di lei si erano addirittura offerti di dare tutto l'aiuto economico necessario ai ragazzi.

Ma con la famiglia di Ed sarebbe stata tutta un'altra cosa...

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Ed parcheggiò l'auto e spense il motore.

Poi rimase immobile.

-Scendiamo?- propose Clara.

-Un attimo.- temporeggiò lui.

Era fermo, mani ancora sul volante e sguardo perso nel vuoto.

La ragazza fu scossa da un moto di tenerezza e lo abbracciò forte. – Dai, coraggio. Devi affrontarli.- disse.

Warner la strinse a sé. Quel contatto ebbe l'effetto di tranquillizzarlo un po'. Con il viso sprofondato nella spalla di lei sussurrò: - Hai un profumo buonissimo.-

Lei gli accarezzò dolcemente i capelli e provò ad infondergli un po' di sicurezza:- Grazie. Ma non cambiare discorso... Dobbiamo entrare in casa. I tuoi ci aspettano per la cena.-

Ed si ricompose e a voce molto bassa disse: - Sai benissimo che non è la cena che mi preoccupa.-

Sì, lei lo sapeva. Era perfettamente a conoscenza di quanto il ragazzo provasse soggezione nei confronti del padre. E quanto non ci andasse d'accordo.

Per lei, unica figlia di un uomo che la adorava letteralmente, quel rapporto conflittuale era pressoché incomprensibile.

Aveva già conosciuto i Signori Warner. Ormai stavano insieme da quattro mesi ed era già stata presentata ufficialmente alla famiglia di lui.

Non le erano sembrate persone poi così terribili. Indubbiamente erano molto tradizionalisti ed incredibilmente formali. E forse un pochino freddi... La mamma di Ed era una donna molto gentile e l'aveva fatta sentire subito a suo agio. Il padre invece, anche a distanza di mesi, si ostinava a darle del "lei" e a chiamarla "Signorina". A parte questo, l'aveva comunque sempre trattata con estrema gentilezza.

The eye of the TigerWhere stories live. Discover now