CAPITOLO 9: TIGER! TIGER! BURNING BRIGHT...

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Tiger! Tiger! Burning bright
In the forests of the night:
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?
In what distant deeps or skies
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire?
What the hand dare seize the fire?
And what shoulder, and what art,
Could twist the sinews of thy heart?
And when thy heart began to beat,
What dread hand? And what dread feet?
What the hammer? What the chain?
In what furnace was thy brain?
What the anvil? What dread grasp
Dare its deadly terrors clasp?
When the stars threw down their spears,
And water'd heaven with their tears:
Did He smile His work to see?
Did He who made the Lamb make thee?
Tiger! Tiger! Burning bright
In the forests of the night:
What immortal hand or eye
Dare frame thy fearful symmetry?
(William Blake)

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l'immortale mano o l'occhio
Ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?
In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?
Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?
Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?
Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
e il paradiso empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
Chi l'Agnello creò, creò anche te?
Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?
(Traduzione di G. Ungaretti)

Vivien chiuse il libro di poesie che teneva tra le mani.
William Blake era sempre stato il suo poeta preferito, ma solo ora si rendeva conto si quanto quella scelta fosse stata "profetica".
Quel poema, "The Tiger", che le era sempre piaciuto tanto, sembrava descrivere Mark.
Assurdo! Era stato scritto un paio di secoli prima!
Sorrise tra sé e riprese a leggere.
-Vivien, tesoro... ma stai chiusa in casa anche oggi?-
La voce di sua zia Maggie la distolse dalla lettura.
Le vacanze di fine anno erano cominciate e lei era andata a trascorrerle, come di consueto, col Holly e la zia, a casa loro a Fujisawa.
Dieci giorni di pace, finalmente.
Gli ultimi dieci giorni dell'anno che portavano alla festività più importante nel suo Paese: il Capodanno.
-Si zia.- rispose svogliata: - Non ho niente di meglio da fare.-
Holly era uscito con Patty a fare compere.
Le aveva chiesto di accompagnarli, ma lei non aveva voglia di reggere il moccolo.
E poi quei due avevano diritto ad un po' di intimità!
-Ma dai, su!- proseguì la donna sedendosi accanto a lei e accarezzandole i capelli: - Non posso credere che una bella ragazza di 17 anni non abbia niente di meglio da fare che star qui a leggere. E' una così bella giornata! Perché non esci un po' a fare due passi?-
Una passeggiata?
Effettivamente fuori c'era il sole e sembrava non fare poi così freddo, nonostante fosse ormai inverno.
-Ma sì, zia, hai ragione. Muovermi un po' mi farà bene- ammise la ragazza.
Si cambiò rapidamente.
Era depressa è vero, ma MAI e poi MAI sarebbe uscita in tuta!
Si spazzolò i capelli fino a renderli brillanti.
Mise cappotto, guanti, sciarpa un grazioso basco di lana in testa e uscì.
Sua zia Maggie sorrise: quella benedetta ragazza era innamorata! Si vedeva lontano un chilometro!
"Beata gioventù!" pensò la donna. E riprese le faccende domestiche.

*******

Vivien vagava senza meta persa nei suoi pensieri.
Ad un certo punto si guardò intorno. Ma dove si trovava?
Assurdo! Non poteva essersi persa! Aveva vissuto otto anni in quella cittadina e la conosceva come le sue tasche.
Poi ad un certo punto riconobbe alcuni punti di riferimento e si tranquillizzò.
La calma durò solo per un momento perché finalmente si rese conto di dove effettivamente fosse finita: davanti a lei troneggiava il cancello di ferro battuto che ornava le mura di cinta della villa della Famiglia Price!
Le sue gambe, inconsciamente, l'avevano condotta nel luogo dove meno lei avrebbe voluto trovarsi in quel momento.
"Idiota! Idiota! Idiota!" si maledì mentalmente " Togliti da qui prima che LUI ti veda!".
Poi un pensiero: non era detto che LUI fosse in casa dopotutto! Poteva dare un'ultima occhiatina a quella casa stupenda con più calma.

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