CAPITOLO 6: EROE PER CASO

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Mark e Vivien non riparlarono più di quanto accaduto quella sera.
Ma da quel giorno il loro rapporto era diverso: avevano incominciato a parlare.
La maggior parte del tempo effettivamente lo passavano ancora avvinghiati, ma sempre più spesso si ritrovavano abbracciati a chiacchierare, raccontando del loro passato e del loro presente, dei loro sogni e delle loro passioni.
Mark aveva cominciato a notare molte cose di lei cui , fino ad allora, non aveva fatto minimamente caso.
Primo: Vivien era una patita di moda.
Non che fosse propriamente vanitosa... cioè, un po' lo era, ma in modo carino.
Possedeva da sola più vestiti e scarpe di lui, Ed e Danny messi insieme. Per non parlare delle borse: due ante dell'armadio ne straripavano!
Si domandava cosa se ne facesse di tutti quei capi d'abbigliamento: la maggior parte del tempo era costretta ad indossare la divisa scolastica. E' vero, nel tempo libero sfoggiava dei look pazzeschi che la rendevano ancora più affascinante... anche se Mark pensava che Vivien sarebbe stata stupenda anche con una tuta addosso.
Secondo: quella ragazza curava la sua persona in modo esagerato.
Aveva tanti di quei prodotti per i capelli, per il viso, per il trucco che avrebbe riempito una profumeria. Ogni volta che faceva una doccia da lei ci metteva un quarto d'ora a capire quale bagnoschiuma usare!
Terzo: questo era l'aspetto più interessante. Vivien aveva un sacco di libri.
Ma davvero tantissimi! Tutte le mensole della camera ne erano piene. E non erano libri comuni: la maggior parte di essi parlava di biologia, anatomia umana, genetica, malattie tropicali... Aveva addirittura un volume sulle autopsie e le tecniche di necroscopia sui cadaveri!
- Dopo il liceo voglio iscrivermi a Medicina. E' sempre stato il mio sogno fare il medico.- Gli aveva confessato lei un giorno.
Effettivamente Vivien a scuola era un fenomeno: infinitamente più brava di lui. No solo era due anni avanti, ma sembrava affrontare test e interrogazioni con una tranquillità che lo spiazzava.
Ma c'era ancora qualcosa di lei che non capiva: dopo la sera della lite con Price, dove lei si era per un attimo mostrata fragile, Vivien non aveva più affrontato l'argomento "loro due".
Era chiaro che ormai non avevano più solo una storia di sesso: il loro rapporto stava andando molto oltre il livello fisico.
Lui, in quelle sere, aveva raccontato a lei cose sue, personali, che mai a nessuno aveva detto, nemmeno a Ed e Danny. Come per esempio il dolore per la morte di suo padre. E si ricordava come lei lo avesse guardato e avesse condiviso quella sofferenza. E allora? Cosa mancava ancora al loro rapporto? Perché non poteva ancora considerarla "la sua ragazza"? Perché ogni volta che Mark aveva tentato di chiederle qualcosa a riguardo Vivien si era istantaneamente chiusa a riccio e aveva cambiato argomento?
Eppure quella donna era la sua ragazza. Lui ormai non aveva più dubbi. Il sentimento che aveva cominciato a nascere dentro di lui non poteva più essere fermato. Avrebbe solo dovuto trovare il modo di dirglielo.

Vivien, dal canto suo, era confusa.
Si era accorta che il Mark negli ultimi giorni era diverso.
Ma lei non era ancora pronta.
C'era un motivo per cui aveva deciso di mettere dei paletti ai suoi sentimenti: non voleva innamorarsi di un calciatore.
Aveva già sofferto abbastanza.
Nonostante quello che lei aveva provato per Benji non fosse "L'Amore" con la "A" maiuscola, era stato comunque qualcosa di intenso.
E si ricordava ancora quanto la lontananza da lui le fosse pesata...
Quel giorno di fine estate quando lui le aveva comunicato trionfante l'ingaggio in Germania, a lei era sembrato di morire. E a lei? Non ci pensava a lei? Come avrebbe fatto? Possibile che Benjamin buttasse così all'aria il loro rapporto per correre dietro a un pallone?
Lei aveva fatto di tutto per non far morire quella relazione, che all'epoca le sembrava così importante: era andata in Europa a studiare, rinunciando ai suoi amici e ai suoi affetti famigliari: tutto per seguirlo.
Certo era in Italia e lui in Germania... ma almeno fra loro non c'erano tutta l'Asia e 14 ore di volo di mezzo. Avrebbero potuto vedersi più spesso.
Ma non bastò. Per lui il calcio era troppo importante.... E la distanza non aiuta le persone.
Quante ore aveva pianto, sola, nella stanza del suo appartamento di Milano, pensando a Benji?
Quanto le era costato non chiamarlo più e non rispondere più alle sue mail per tentare di dimenticarlo?
Lei non voleva una storia d'amore a puntate.
Lei voleva avere qualcuno vicino. Sempre.
Benji non poteva essere quel "qualcuno".
Aveva fatto altre scelte.
E lei, con tutta la forza che aveva, l'aveva dimenticato, per non soffrire più.
Dopo di lui il nulla.
Solo sterili avventure senza senso.
Tante, brevi e prive di significato. Le servivano solo per sentirsi desiderata da qualcuno... anche se per poche ore.
Era una ragazza forte, adesso.
Non aveva più bisogno di un compagno.
L'unica cosa che doveva fare era impegnarsi al massimo nello studio e diventare un buon medico.
Era quello il suo sogno e al diavolo l'amore e le smancerie.

Adesso però c'era Mark.
Quel ragazzo che proprio lei aveva scelto perché le sembrava l'antitesi del "sogno d'amore".
Anzi, era solo la rappresentazione di un semplice desiderio carnale che l'aveva attraversata una volta dopo una partita di Benji.
Non era nient'altro.
Non doveva essere nient'altro!
.... Ma chi voleva prendere in giro?
Erano palle.

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