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Due grandi paia d'occhi, un paio giallo ambra e un paio blu notte, spuntavano rapiti oltre il bordo del bancone della cucina e guardavano dritti dritti verso Hermione, che leggeva tranquilla un grande libro dall'aria antica.
Non si accorse di Tom e Beatrix fino a quando i due maghetti non tossicchiarono per attirare la sua attenzione.
La strega sbatté le palpebre, come per chiedersi che razza di germe della follia avessero in corpo.
- Ciao ragazzi.- sorrise - Vi serve qualcosa?-
- Herm.- Tom la guardò tutto attento, senza staccare il nasino dal bancone - Posso chiederti una cosa?-
- Problemi coi compiti?- gli chiese tranquilla.
- Si.- annuì Trix - Non riusciamo a trasformare un cucchiaino da thè in un cucchiaino di porcellana.-
- Però abbiamo già finito tutto il resto!- cinguettò Riddle - Blaise ci ha aiutato in erbologia e Draco in pozioni.-
- Complimenti. Conosco due persone che invece facevano sega fino all'Epifania.- ironizzò la Grifoncina proprio mentre Ron tornava dalla ronda pomeridiana con Harry e May - Ciao ragazzi. Tutto bene?-
- Niente di che. Una palla.- sbuffò Potter, levandosi il mantello - Tanto è solo il 30. È a Capodanno che i vampiri e tutti i folletti di Londra si danno alla pazza gioia. Che gran rottura di palle!-
- Non te l'ho detto?- cinguettò May soave - Duncan ci ha lasciati tutti a casa. Vuole che teniamo d'occhio te e Tom, nel caso i Lestrange attacchino a sorpresa.-
I ragazzi rimasero sbigottiti. Erano anni che non si facevano un Capodanno decente!
Evvai! Scoppiarono in vere e proprie ovazioni, troppo gasati dalla possibilità di potersi godere in santa pace, e diciamocelo, di potersi godere veramente l'ultimo dell'anno come Merlino comandava ma...c'era comunque qualcuno, come al solito, che non poteva non domandarsi se dietro a quella strana magnanimità ci fosse qualcosa.
Edward si versò un caffè sogghignando e scoccando un'occhiata divertita a Hermione, che ricambiò il suo sguardo d'intesa mentre tutti gli altri erano ormai già andati in palla per i fatti loro.
- Ehi Blaise! Hai sentito?- ridacchiò Harry quando Zabini tornò da lavoro - Domani siamo liberi! Festa grande!-
- Festa grande?- Blaise indicò Tom e Beatrix - E i due piccoli mostriciattoli?-
- Ehi, mostriciattoli a chi?- sbuffò la Vaughn - Con le piante orrorifiche di cui ti circondi poi!-
- Io ho una soluzione!- disse il piccolo Riddle - Potete spedirci a casa dei King! Cloe mi ha mandato una lettera stamattina, è confinata nella sua casa del Linkolnshire e così voi potrete festeggiare tranquilli!-
- Piuttosto ti mando da Caesar a giocare al tiro al bersaglio di fine anno.- sbuffò Hermione - E se i Lestrange attaccano di nuovo?-
- Tanto quel coso aveva paura di Trix.- le sorrise il maghetto incoraggiante - Dai Herm! Farà bene anche a te divertirti un po' lontano da Cameron Manor! L'anno scorso a momenti tu e Caesar avete rotto tutto! Noi ce ne stiamo buoni, promesso! E poi c'è anche Damon! Se capiterà qualcosa lui lo saprà prima!-
- Senza offesa per Howthorne ma quello non è granché affidabile.- sindacò Draco che scendeva in quel momento dal piano superiore. Lui aveva fatto il turno di notte e se n'era andato a nanna, per poi svegliarsi a quell'ora indecente di sera, ovvero le sei e mezza - Allora sfigati? Cos'è questa storia che siamo liberi domani?-
- L'hai sentita Dray.- gli sorrise Blaise incoraggiante - Allora? Contento?-
- Se non altro per la prima volta dopo quattro anni non dovremo sfondargli le orecchie a suon di auguri in mezzo a una qualche rissa con dei vampiri in un pub dei quartieri alti.- frecciò Harry, svaccandosi sul divano - Oh Dio, grazie!-
- Posso chiedere a Gary cos'ha intenzione di fare.- propose Ron.
- Si ma non ne voglio sapere di Kinneas, chiaro?- lo bloccò subito Harry - Se lo prendo ancora che sbava su Elettra finirò sul serio per ammazzarlo.-
- Dio Santo, come siete sempre gelosi...- frecciò Edward, seduto allegramente seduto vicino alla Grifoncina - Sembrate uomini delle caverne.-
- Io e chi scusa?- cinguettò Harry.
Dalton in risposta sogghignò perfido anche se quel giorno si sentiva magnanimo. Non avrebbe rotto troppo il misero sistema nervoso del serpentello o prima della fine sarebbe scoppiato come un palloncino.
- Allora Draco?- lo interrogò Zabini - Che vuoi fare per il tuo compleanno?-
- Appunto, così vedo se risparmiare energie domani sera.- insinuò Harry.
- Che ne so...basterà mandare giù un whisky e del Prozac.- ironizzò il biondo serafico.
- I tuoi gusti non sono cambiati con gli anni.- Hermione aveva riassunto tutto con la sua lingua sarcastica e forcuta verso Malfoy che tanto per cambiare, com'era tradizione fra loro, le scoccò un'occhiata di fuoco che più di rabbia, sapeva di libidine, ma nessuno ci fece caso per il momento.
Mentre però il rapporto con la Grifoncina sembrava andare un poco meglio, il rapporto fra May e Draco stava lentamente sfociando in una specie di guerra fredda. La Aarons gli rinfacciava di non credere in lei e di aver colto al volo la cosa per ributtarsi a pesce sulla sua ex, mentre Malfoy accusa la loro Osservatrice di avergli fatto un incantesimo d'amore. Considerando poi che il giorno prima May al culmine dell'esasperazione gli aveva tirato in testa un portacenere...bhè, si poteva quasi dire che gli avvenimenti erano andati oltre le più rosee previsioni di Edward.
Tornata Elettra, la biondina riuscì a strappare la promessa di andare a fare shopping sia alla Aarons che alla Granger, per andare a comprare "l'abito da combattimento" e questo dette tutto il tempo a Harry di parlare col duca di Tenterdon, Daniel King, e sapere se poteva scaricargli davvero senza problemi sia Trix che Tom.
Alla risposta affermativa scritta personalmente da Cloe e controfirmata da sua madre, Potter imbarcò i due ragazzi dentro al camino e li spedì via con somma gioia del piccolo Riddle che non vedeva l'ora di rivedere Damon e Claire.
- Speriamo non si caccino nei guai quei quattro.- bofonchiò Draco, mentre il fumo e le fiamme verdi invadevano il loro salone - Sembrano delle maledette calamite.-
- Come te Malferret.-
- Come te Sfregiato.- lo corresse il biondo - Allora? Io voglio il mio whisky e il mio Prozac.-
- Sai io invece cosa vorrei?- ironizzò il moro andando a cacciarsi in bagno - Vorrei un anno lontano da te!-
- Ecco bravo. Come regalo di compleanno ti voglio fuori dalle balle!-
- Per darti l'opportunità di fare cosa?- Harry si fermò sulla scala, appoggiandosi alla ringhiera con quell'aria da maniaco che gli veniva solo quando si parlava di una cosa precisa - Ti ho sentito cantare sotto la doccia, sai?-
- Ah si? E allora?-
- Blaise dice che non lo fai da anni.-
- Potter, arriva al sodo.-
- Arrivaci tu. Hai qualcosa sulla griglia?-
- Qualcosa cosa?-
- Non saprei. Una cosa che ti fa cantare sotto la doccia non è mica roba da niente. Provo a indovinare...-
- No eh?- Draco lo linciò con un'occhiataccia - Non ricominciamo con questa menata! Non darmi il tormento! Vai a rompere i maroni a Weasley!-
- Tranquillo, per stasera ho altro da fare. Comunque chiacchiereremo ancora sulla faccenda. A proposito...sei ancora sicuro di ricordarti come si fa con lei? Io mi ricordo ancora bene se ti serve una mano!-
Un secondo dopo Malfoy tirò fuori la bacchetta e cercò seriamente di Schiantarlo al muro ma Potter filò nel bagno proprio mentre la magia del serpente s'infrangeva contro la parete, facendola quasi a pezzi. Dopo aver rimesso a posto il muro quasi ridotto a un povero ammasso di cenere, se ne tornò di sotto con un diavolo per capello trovandoci quella manica d'idioti intenti a decidere come rovinarsi il fegato a capodanno.
- Possibile che non ti tiri su neanche un ultimo dell'anno lontano dal lavoro?- frecciò Blaise - Sono giorni che ti sbatti con quegli intrugli schifosi, dai. Ma si può sapere che combini?-
- Veleno.- sibilò andando a fregare il poco di caffè rimasto dalla tazza di Hermione - E tu si può sapere che leggi?-
La strega alzò gli occhi dal tomo di magia nera, guardandolo svagata - Studio, che vuoi?-
- Studi cosa?- le chiese Ron incuriosito, appoggiandosi alla sua spalla - Dio Herm...ma com'è scritto piccolo. E guarda qua...morte apparente, furto di anime, furto di desideri, ossessioni...e...come uccidere il possesso demoniaco. Però.-
- Viva la cultura.- disse May, appoggiata su un gomito al bancone - E' proprio vero che non si finisce mai d'imparare.-
- Ma voi non dovevate andare per vetrine?- le richiamò Draco - Dai, fuori dalle scatole!-
- Cos'è, non ci vuoi tesoro?- lo prese in giro Elettra versandosi del succo di frutta - Perché non vieni con noi?-
- Per farvi da facchino? No, grazie.-
- Veramente per qualche consiglio.- Elettra lo guardò con la sua espressione migliore - Dai, vieni ti prego!-
- E' impressionante come tu ti faccia fregare facilmente da ogni Grifondoro che ti guarda con un paio di occhioni a calamita, sai?- lo prese in giro Blaise - Specialmente Elettra.-
- Qualcuno di voi non doveva andarsene al diavolo con Dalton?-
- Tranquillo, vado via.- gli disse Ron - Ho da fare.-
- Ancora?- Hermione gli scoccò un'occhiata maliziosa - Ehi Ron...me la presenti o no?-
- Non ti ci mettere anche tu adesso.-
- Non è che è sposata davvero?- frecciò May - Ha anche dei figli? E un marito geloso e manesco?-
- Ehi, fatevi tutti una vagonata di cazzi vostri!- sbuffò infine il rossino - Ci vediamo domani mattina ma se ci sono problemi chiamati al cellulare!- e si Smaterializzò via prima che arrivasse di nuovo Harry a fargli il terzo grado. Stranamente Potter non fece più storie e alla fine si fecero convincere ad andare a fare acquisti con le ragazze, tanto per occupare il tempo fino all'ora di cena.
Spianare soldi sotto le luci natalizie ancora scintillanti servì a far stare meglio Hermione.
Stava a guardare fuori dalla vetrina di un bar, davanti a una cioccolata calda mentre gli altri chiacchieravano attorno a lei, allegri, leggeri, felici di poter festeggiare l'anno nuovo.
Chissà come stava Caesar invece. Guardò il suo bracciale d'argento, carezzando il sangue sotto la cupoletta di cristallo.
Aveva proprio voglia di parlargli un po'. Voleva...voleva tanto dirgli come si sentiva in quei giorni.
Stava meglio. Draco...Draco aveva accettato di aiutarla. E lei si sentiva bene ora.
Ora, con Harry e Ron, con Elettra e Blaise...con Draco.
Il Golden Fields poi era meraviglioso in quel periodo dell'anno. Era bellissimo. Le margherite nere eterne erano coperte di neve e Caesar probabilmente in quel momento stava organizzando il tiro al bersaglio di fine anno.
Solitamente lui e Demetrius, insieme a qualche loro amico svitato, l'organizzavano in cima al monte Everest.
Cosa colpissero non lo sapeva bene nemmeno lei ma voleva andare a salutarlo, a dirgli che era...quasi felice.
- Ehi.- sogghignò, mentre Draco le buttava la panna nella sua tazza - Possibile che devi sempre scaricarla agli altri?-
- La cioccolata è buona da sola.- sentenziò - Mi scordo sempre di dirlo ai camerieri.-
- Si ma scaricala da Harry allora!-
- E' già grasso.-
- Grasso sei tu, demente.-
- Qualcuno sa dov'è andato Edward?- s'intromise May - Ron è dalla ragazza, ma lui?-
- Credo di nuovo alle corse.- ridacchiò Blaise - Anche se non credo potrà fare molto. Ha poca memoria per i numeri e ha scritto il codice della sua carta di credito magica in giro per la tutta la sua stanza. Tempo un quarto d'ora e capirà che gli ho bloccato il contante da un semplice sportello alla Gringott.-
- Sei passato alla Gringott?- si stupì Harry.
- Si, stamattina.- annuì Zabini - Sono andato a prendere qualcosa per conto di Everland. Sta arrivando un carico dall'Italia con delle nuove erbe che curano l'Invisibilità Cronica dei maghi fifoni.-
- Utile no?- sorrise Elettra, finendo la sua cioccolata - Forse avremo meno spioni in giro.-
- O ladri.- la corresse Potter divertito.
- Gente, sono le otto e mezza.- li avvisò May - Qualcuno di voi ha ancora voglia di cenare?-
- Si, la Granger.- chiarì Draco.
Hermione alzò un sopracciglio - Veramente io sarei sazia.-
- Ma va? A me fanno male le mani sai?- rispose soave - Stasera non ho voglia di sollevare pesi.-
Per tutta risposta videro la Grifoncina fissarlo bellicosa ma dopo quella stranissima frase del biondo, lei acconsentì a mangiare qualcosa con gli altri, allibendo tutti per essere così docile e specialmente Blaise che aveva notato negli ultimi due giorni uno strano via vai di sguardi, ammiccamenti, frasi assurde e sibilline fra il suo migliore e la sua ex ragazza. Si chiese cosa stesse combinando quello spostato di Draco fino a quando non arrivarono sotto casa.
Le luci nella palazzina erano accese al primo piano.
- Dev'essere tornato Edward.- bofonchiò May, sbadigliando.
- Oppure Ron s'è portato a casa la fidanzata.- cinguettò Blaise perfido.
- Neanche fra un milione di anni.- sbottò una voce alle loro spalle. Ron Weasley apparve dietro alle loro schiene, facendo prendere un colpo a quella manica di pettegoli che alla fine si decisero a salire in casa senza far tante storie, anche se il rossino sapeva che ormai la sua storia non poteva restare segreta ancora a lungo.
Una volta salite le scale però e arrivati in cucina, Draco arricciò il naso.
C'era un profumo strano in casa...un profumo...di Rose di York.
Sgranò gli occhi ed estrasse la bacchetta giusto in tempo per girarsi al buio e vedere il camino acceso nel salone.
Lui e Harry, seguiti dagli altri, vi entrarono cauti ma videro Dalton seduto sul divano.
Gli occhi azzurri di Edward guizzarono appena, indicando loro l'ospite che non si era fatta annunciare.
- Cugina.- Malfoy schioccò la lingua rabbioso.
Sul divano di fronte a Edward, Vanessa Lestrange stava seduta in tutta la sua bellezza e in una profusione seta costosa, damasco e gioielli col marchio dei Black che avrebbero fatto impallidire quelli della regina.
Il pesante abito di damasco rosso era cinto alle spalle da una pelliccia bruna, soffice e vaporosa.
Sulla spalla nuda lasciata libera dalla foggia del vestito, la strega portava un serpente arrotolato che sembrava carezzarle la gola con la lingua biforcuta mentre accucciato sulle sue gambe c'era un gatto nero, dagli occhi chiusi.
- Draco, tesoro.- sussurrò Vanessa soave - Come stai?-
- Cosa ci fai qua?- le sibilò Harry.
- Salve signor Potter.- replicò tranquilla, muovendo appena la bocca umida e carnosa - Stavo giusto parlando di te col caro signor Dalton e devo dire che ha saputo intrattenermi piacevolmente durante la vostra assenza.-
- L'hai fatta entrare tu?- inquisì Ron, fissando il loro amico.
Edward scosse il capo, mettendosi una sigaretta fra le labbra - No, era già in casa.-
- Già in casa?- Harry assottigliò pericolosamente gli occhi smeraldini - Come hai fatto?-
- Ah già. L'incantesimo su questa casa sarebbe impossibile da varcare perfino per Silente vero?- ironizzò la Lestrange, giocando maliziosamente coi boccoli nei suoi lunghi capelli bruni - Peccato che abbia parecchie frecce al mio arco.-
- Stai zitta.- Hermione si fece avanti, mettendosi accanto a Harry - Ho modificato io stessa l'incantesimo appena capito che Katrina può passare fra gli specchi. Non c'era modo per un'entità incorporea di annullarlo.-
- Oh...- Vanessa sogghignò, carezzando la testa al suo serpente - Chissà, forse qualcuno da dentro mi avrà aiutato.-
A quella frase i ragazzi gelarono ma Edward non mosse un muscolo, intendendosi perfettamente con chi doveva farlo.
- Katrina avrà manipolato di nuovo la vostra mente.- aggiunse Vanessa, incurante e tranquilla - Quella ragazza sta diventando davvero intrattabile da qualche giorno. Chissà cosa le è successo. E dire che all'inizio non vi odiava così tanto...ora invece sembra furibonda.-
- Smettila di giocare e dimmi cosa sei venuta a fare.- le ordinò Draco minaccioso - Non che m'importi ma dì ciò che devi e poi liberami dalla tua disgustosa presenza!-
A quell'uscita il gatto nero di Vanessa aprì gli occhi mentre il serpente sibilò, quasi pronto ad attaccare.
- Abbassa il tono tesoro.- l'avvisò la Lestrange quasi indulgente - Ti ricordi di Nenia vero?- e carezzò di nuovo il serpente, per placarlo - E' molto velenosa. Prima di far morire le prede le stritola, infliggendo loro un dolore quasi insopportabile.-
- Non è l'unico serpente della casa.- replicò Draco serafico - E adesso parla.-
- Mamma mia, come siete così poco ospitali voi Auror...- Vanessa li studiò uno per uno - E così è con voi che vive il mio prezioso fratello. Mezzosangue, Babbanofili, traditori...e il bambino sopravvissuto. Bene.- la strega puntò gli occhi scuri su Harry, ricordandogli quanto avesse odiato Bellatrix Lestrange - Che ti è successo bambino sopravvissuto? Ora ti dai alle opere di carità? Non mi pare che in passato tu ne abbia avuto molta...ora invece accogli il figlio dell'unico uomo che tu abbia mai veramente odiato con tutto il tuo essere. L'uomo, il grande mago che uccise la tua famiglia. E tu ora accogli il figlio di colui che ti ha reso la vita un inferno. Dimmi perché.-
- Non deve dirti niente.- ringhiò Ron interrompendola ma la strega assottigliò la bocca, furibonda - Oh si invece! Mi deve parecchio visto che si è portato via mio fratello, il sangue del mio sangue!-
- Quel sangue a cui tieni tanto voi l'avreste fatto versare nel giro di qualche anno, rendendo Tom lo stendardo della vostra fottuta bandiera di Mangiamorte.- le ricordò Malfoy gelido - Se sei venuta qua per discutere hai sbagliato indirizzo. Se ci fossi stata quando era ora, sapresti che noi certe cose le discutiamo con la bacchetta in mano!-
- Ed è così che Potter ha discusso la fine di mia madre immagino.- sibilò Vanessa, ora con gli occhi contratti da un furore che aveva radici profonde - Dico bene Harry Potter?-
Stavolta il moro sorrise, stentando a credere a quelle parole.
- Te l'assicuro Vanessa...non aver ucciso con le mie stesse mani tua madre è l'unico mio rimpianto.-
In un attimo le fiamme nel caminetto avvamparono e si sparsero per tutta la casa come un fiume di fuoco ma ovunque toccavano, non riuscirono mai a colpire gli Auror che si difesero da quelle fiamme incantate senza neanche muovere un dito. Lentamente la Lestrange le domò, facendole indietro nel camino agitando brevemente una mano.
Si mise in piedi allora, incurante dei disastri che aveva fatto nel salone e fronteggiò Harry e Draco.
- Cosa vuoi?- le richiesero.
- Mio fratello.-
- Tuo fratello?- Ron rise, incrociando le braccia - Per cosa ti serve?-
- E' sangue del mio sangue.- sibilò furibonda, tremando per la collera - Voi avete ucciso mia madre, spedito in galera mio padre, assassinato il più grande mago di tutti i tempi...-
- Il più grande assassino di tutti i tempi.- la corresse Harry - E ti giuro che se ci fossi stata, avrei ucciso anche te.-
A quella frase la strega tremò per qualcosa che non era rabbia. Colpita dallo sguardo limpido e sicuro del bambino sopravvissuto, fu costretta a indietreggiare anche senza volerlo.
- Era questo che volevi cugino?- sibilò roca - Passare dalla parte dei mezzosangue e dei babbanofili?-
Draco scosse il capo, stentando a credere di doversi ripetere anche dopo così tanti anni.
- Tu non sei un vigliacco Draco!- strillò quasi, isterica - Tu non hai mai avuto paura di morire! Non potevi aver davvero paura del rito dei Mangiamorte! Tu credevi nella nostra causa!-
- Quando mai ho detto una cosa simile?- le chiese.
- Tu eri con noi!- continuò testarda - Forse non ne eri cosciente ma eri uno di noi!-
- Buttiamola fuori.- propose Ron risoluto.
- Si, è ora.- sibilò anche May.
- Se eri venuta per una scenata allora puoi anche andartene adesso.- scandì Malfoy - Forze, riprenditi le tue cose e vattene! Non ho voglia di vedere anche Rafeus che viene a cercarti, quindi sbrigati prima che decida di farti pagare lo scotto per altre cose. Sparisci!-
- Scotto eh?- Vanessa lo trapassò con un'occhiata truce - Ti sei fatto sporcare da una maledetta mezzosangue!-
- Oddio.- sbuffò Hermione - Ancora con questa storia...-
- Vanessa, mi stai facendo perdere la pazienza.- ringhiò il biondo - Avanti, vattene!-
- Voglio il bambino.- disse di punto in bianco, fissandoli - Voglio Tom.-
- No.- Harry quasi sogghignò - No, mai.-
- E' un Black!- sentenziò la strega, stizzita - Non è il suo posto questo!-
- E non è neanche il tuo.- le disse Hermione - Non so cosa stiate progettando in quell'orrore di casa col Grimario di Lumia Lancaster ma ti posso assicurare che entro breve riuscirò a saperlo. Il tuo desiderio di riavere accanto Tom forse potrebbe non essere così sincero come la tua perfetta tecnica teatrale vuole farci credere.-
- Complimenti Hargrave.- Vanessa avrebbe voluto ucciderla davvero - Sei sopravvissuta all'inferno una volta ma...- Draco la bloccò ancora prima che finisse. Aveva la bacchetta alta stavolta e sembrava intenzionato a liberarsene una volta per tutte.
- Aggiungi una sola parola su quell'argomento e giuro che ti uccido qua, seduta stante. E che provino poi a mettermi ad Azkaban! Libererò il mondo da un'infame vipera e non credo che nessuno farà storie!-
- Draco....calma.- Harry gli posò una mano sul braccio, proprio come Blaise - Non serve.-
- Non serve un cazzo!- ringhiò - Quella s'è divertita per tre mesi a farci giocare al gatto col topo per ritrovare Hermione e adesso la lasciamo andare così? Te lo scordi Sfregiato.-
- E tu credi che io abbia dimenticato?- Potter sogghignò diabolico, facendogli finalmente abbassare la bacchetta - Stai tranquillo. Non sono mai stato uno che scorda i conti in sospeso.-
- Grazie, mie cavalieri, ma ce la faccio da sola.- s'intromise Hermione pragmatica.
- Si, certo.- la rimbeccò la Lestrange - Vedremo con la luna nuova!- e rise sguaiatamente, ben sapendo che lei e Jeager si erano finalmente sfidati per una presumibile ultima volta. La strega dagli occhi dorati la lasciò gongolare, poi finalmente Vanessa si quietò, tornando a battere sul chiodo Tom.
- Dov'è mio fratello?-
- Non è tuo fratello.- le disse Ron - Per te è solo un mezzo.-
- E' il figlio di mia madre.- ringhiò violenta.
- E' il figlio di due assassini.- le ricordò Harry, calmo e quasi impassibile parlando del piccolo Tom - Ma se speri che ti dia in mano la carta per riunire tutti voi bastardi ti sbagli di grosso. Tom resterà con noi. Legalmente è figlio di Lucilla, lei è sua madre e io e tuo cugino i suoi padrini. Potrai smuovere le montagne, chiamare la regina d'Inghilterra, potrai anche tentare di ucciderci ma non servirà a nulla. Tom rimarrà con noi per sempre!-
- Si, certo Potter.- Vanesse si chiuse la pelliccia sul seno, ridendo di lui - Thomas Maximilian Riddle starà al tuo fianco fino a quando i suoi occhi e la sua somiglianza con suo padre non ti saranno insopportabili. Poi lo abbandonerai. Lo odierai. E mio fratello odierà te. Te che hai ucciso i suoi genitori.-
- Esci da qui immediatamente se non vuoi che ti uccida!-
La voce di Harry esplose con tutta la sua rabbia e la Lestrange capì di aver colpito nel punto giusto.
Soddisfatta, aveva finalmente trovato il punto debole della catena.
E lui gliel'aveva fatto vedere. Harry si morse le labbra, vedendola sparire. Dannazione.
- E' stata furba.- sussurrò Edward, agitando la bacchetta e riparando velocemente tutti i danni causati dalle fiamme divampate a causa della cugina di Draco - Non dovevi prendertela tanto Harry.-
- Lo so.- sussurrò, passandosi una mano fra i capelli.
- Come cazzo ha fatto a entrare?- ringhiò Ron - E' impossibile! Ce ne saremmo accorti se qualcuno di voi manovrato da Katrina avesse modificato l'incantesimo protettivo!-
- Darò una controllata io.- li assicurò May - Vedrò di vederci chiaro.-
- Grazie.- le disse Potter, lasciandosi andare a sedere sul divano - Cazzo, cazzo!-
- Tesoro calmati.- Elettra si carezzò le spalle, baciandolo su una tempia - Vedrai che non è niente.-
- Ha centrato il bersaglio però.- sussurrò Hermione, dalla cucina.
Si, aveva davvero colpito il segno.
Harry non fece altro che pensarci quella notte. Era così semplice? Era così semplice da essere palese agli occhi di tutti?
Tutti la pensavano così? Tutti credevano che avrebbe abbandonato Tom un giorno? E che Tom l'avrebbe odiato?
Era così impossibile pensare che sarebbero stati insieme per sempre?


"Sei triste bambino sopravvissuto...a cosa pensi?"

Harry trasalì leggermente, salendo sull'ampia terrazza della palazzina.
Nevicava ma non era il freddo a dargli i brividi. Era la voce del suo nemico.

"Le feste non sono mai state un buon periodo per me." gli rispose con un ghigno.

"Si, ti capisco." la voce sinuosa oltre il Velo lo raggiungeva anche a così grande distanza, oltrepassando nubi, aria, trafiggendo magie e sogni, tempo e spazio "Nella mia casa c'era sempre tanto silenzio..."

"Perché stiamo facendo questo discorso Tom?" Harry si accese una sigaretta, affrettandosi a rimettere le mani in tasca, tornando a guardare la bellissima Londra notturna, illuminata e pronta per il capodanno.

"Sai bambino sopravvissuto...avrei potuto avere una casa diversa, tempo fa."

"Si, imprigionando Lucilla."

"Lucilla, Lucilla...il solo nome mi fa stare meglio anche fra i morti. Dimmi...è felice la mia Lucilla?"

"Senza di te?" Potter rise di nuovo "Senz'altro."

"E tu sei felice?"
la voce di Voldemort si fece all'improvviso, da sommessa, a colma di sprezzo e diabolicamente gioiosa "Dimmi Harry Potter, bambino sopravvissuto...sei felice senza di me?"

"Non mi piace dormire su un letto d'ossa Tom."

"Gli uomini sono solo cenere e polvere, Harry. Chi è forte sopravvive."


"E infatti ti ho ucciso!" ringhiò a quel punto nella sua testa, rispondendogli rabbioso e pregando che tutta la sua collera lo prendesse in pieno oltre il dannato Velo dove ora la sua anima risiedeva. Che fosse maledetto! Lui, la sua ossessione per la morte e per la vita, tutto il sangue che aveva versato in nome dei suoi fottuti ideali!

"La rabbia...Harry Potter, quanta ancora ne provi..."

"E tu Lord Oscuro? Ucciso da un ragazzo di sedici anni...però, chissà che tormenti laggiù all'inferno."

"Ti stupiresti nel vedere quanto questo luogo assomigli alla mia realtà."

"Allora sono doppiamente felice."
Harry gettò via il mozzicone, scuotendo il capo.
Doveva smetterla di parlare coi morti. I morti avrebbero dovuto riposare in pace...e non tormentare i vivi.
Non dovevano tormentare i loro nemici.

"Allora Harry? Perché sei triste? E dimmi la verità."

Il moro scosse il capo, sentendosi la fronte bruciare un po'. Era triste...era triste perché Tom se ne sarebbe andato prima o poi. Perché l'avrebbe odiato. Perché era diventato per quel bambino ciò che Voldemort era stato per lui. Ma questo il Lord Oscuro non avrebbe mai dovuto saperlo. Mai.

"Sono triste perché..."


- Con chi parli?-
Harry sobbalzò di nuovo, imprecando. Non credeva di aver pensato anche ad alta voce!
Si volse e trovò Malfoy bardato nel cappotto e intirizzito per il freddo ma i suoi occhi scrutavano sulla terrazza, cercando di capire se Potter fino a quel momento avesse parlato da solo. Continuando a fissarlo, Draco colse nei suoi occhi un'ombra vaga. Di tanto tempo prima.
- Non è che mi sei diventato telepatico tutto di colpo e stai parlando con gli esquimesi vero?-
- Vuoi qualcosa?- chiese il moro, glissando su quel discorso.
- No, sono venuto a fumare. È tua la terrazza per caso?-
- Che palle...-
Draco si accese la sigaretta, andando ad appoggiarsi al parapetto e guardando incantato le luci di Londra.
Un altro anno passato. Un altro anno accanto allo Sfregiato.
La vendetta del destino era davvero sadica, niente da dire.
- Cosa stanno facendo quei due?-
Malfoy seguì lo sguardo di Potter verso il basso, proprio in mezzo a Lane Street.
C'erano Dalton ed Hermione, sembravano parlare.
- Dici che ci sta provando con lei?-
Gli uscirono quelle parole di bocca senza che neanche se ne accorgesse ma non poté rimangiarsele e fu tardi. Harry lo fissò col sopracciglio alzato, seriamente divertito e seriamente pronto a menargliela di nuovo come tanto tempo prima.
- Però...a quanto pare allora non ho buttato i galeoni al vento!-
- Hai scommesso dei soldi?- sbottò il biondo - Ma vaffanculo Sfregiato!-
- Io ci ho anche scommesso poco.- si scusò il moretto - Blaise invece è sicuro al cento per cento delle sue posizioni.-
- E sarebbero?-
- Che Hermione fa un madornale errore una sola volta.-
- Grazie tante, sempre molto gentile.- rognò Draco legandosela alla bacchetta - Con quel bastardo ci parlo dopo.-
- L'errore come lo vede Blaise non è quello di venire di nuovo con te. Forse lui lo vede nella vostra separazione.-
- Ecco, lo sapevo che questa storia sarebbe ricominciata...- mugugnò l'ex Serpeverde, passandosi esausto le mani fra i capelli - Perché non siete capaci a farsi i cazzi vostri? La Donnola si sbatte la sposata, Dalton ne pesca come le ricevute dei casinò e tu hai quella gnocca che farebbe cambiare sponda anche ai gay...cazzo, pensate un po' al vostro pollaio, fatemi questo favore.-
- La faccenda con Hermione ti ha sempre smontato.- ghignò Potter, appoggiandosi di schiena alla balaustra.
- Mi smontate voi, non lei.-
- Balle.-
- Pensala come vuoi allora.-
- Non è che con lei ci stai provando tu?-
Draco imprecò, serrando le mascelle - Senti Potter, mica siamo amici del cuore che vengo a raccontarti delle mie donne!- e al sopracciglio alzato dell'altro, si sentì in dovere di rettificare - May era un'altra cosa.-
- Ecco bravo...com'è che adesso non vi vedo più incollati?-
- Ho deciso di mollare la questione.-
- Però, ne parli come una trattazione commerciale.-
- In fondo non ci siamo mai promessi niente.-
- In fondo hai giocato finché ti andava, giusto Malfoy?-
- Il lupo perde il pelo...- ghignò Draco - E poi credo che mi abbia fatto un incantesimo d'amore.-
- Eh no!- Harry alzò le mani, incazzatissimo - Non ti ci mettere anche tu adesso!-
- Idiota, non sto dicendo niente. Ti sto solo dicendo che ogni volta che pensavo alla Granger, automaticamente l'immagine di May soppiantava quella della mezzosangue. Me ne sono accorto a Natale, parlando con lei.-
- Tu credi davvero che sia solo un incantesimo d'amore? Malfoy, May è una persona seria. Figurati se usa questa fesserie! Dai, è assurdo. Magari ti sei innamorato di lei.-
- Neanche morto.- sbuffò il biondo - Ma non mi va di essere preso in giro. E poi sto cominciando a pensare che la mezzosangue non ha mai sbagliato e Dalton ha un vero occhio per le persone. Se non si fidano, credo che almeno dovremmo dargli il beneficio del dubbio. Calma, non che gli creda visto che non hanno prove...-
- Ma forse, dici, è meglio controllare?-
- Si, forse. Magari dopo, venuto fuori che è un falso allarme, mi sentirò una merda ma non importa.-
- Già...- Harry guardò di nuovo in basso - Dici che stanno pensando a come ha fatto a entrare quella stronza malefica di tua cugina? Nooo...magari baccagliano.-
- Cazzo, ti butto di sotto!-
Potter ridacchiò, fin troppo divertito.
- Dio Malferret...con lei sei sempre stato di burro.-
- Non ci fossi stato tu sempre fra le balle, altro che mesi! Mi sarebbe bastata una settimana.-
- Possibile che credi ancora alle favole alla tua età?-
- Possibile che devo sempre cadere sullo stesso discorso con te?- Draco si ficcò il cappuccio in testa, gelato come un pinguino e infuriato come un toro - Mi spieghi cosa ti concede il costante diritto di farmi la predica su di lei?-
- E' la mia migliore amica e poi...-
- Se, se...e poi lei l'ha fatto con te per la prima volta, se.- e mandò giù un rospo amarissimo, che fece sghignazzare quell'altro bastardo di Potter - Ti diverte fare il pioniere eh? Non è che non ti piacciono le critiche Potter?-
- E tu? Non è che vivi nel mio fantasma costante?-
- Vivo con te attaccato al braccio costantemente!- esplose - Basta, mi hai rotto! Continua pure a parlare con gli spiriti degli ubriaconi barboni morti per strada, io me ne vado a letto!-
- Da solo?-
- VAFFANCULO!-
E finalmente il caro Malfoy sparì in casa con un diavolo per capello, lasciando invece il suo nemico di sempre a ridere, forse con l'animo un po' più leggero. Avrebbe voluto parlare di Tom con lui e forse anche Draco era venuto apposta per farlo ma...forse non erano ancora pronti entrambi all'idea che avrebbero potuto perderlo.
Quel bambino...quel bambino era diventato una parte importante della loro vita ormai. Gli volevano bene. Era il modo di essere di Tom che Harry e Draco avevano cominciato ad adorare.
Quel suo modo strano di sempre sulle nuvole, la sua testa per aria sempre a guardare il cielo, il suo cadere sempre, la sua goffaggine, i lividi continui e i bernoccoli sulla testa. La sua risata, i suoi occhi blu...
Il suo essere felice per le sue gentilezze, il suo sorriso ogni qual volta Draco si lasciava a trattarlo in maniera affettuosa.
Si era fatto accettare poco a poco e con le piccolezze era riuscito a farsi amare. Le stesse piccolezze che ora mancavano a Harry. Ma fra loro ci sarebbe sempre stato un dannato baratro.
Un dannato, sporco, impuro, nero e schifoso baratro.
Sancito col sangue di altri, ingrossato dall'odio, stillato nelle lacrime di tutti coloro che in quegli anni avevano maledetto l'uomo che li aveva resi infelici, strappando loro amici, parenti, la vita stessa.
Perché sei triste Harry?, gli aveva chiesto l'uomo che aveva ucciso i suoi genitori pochi minuti prima. Perché sei triste?
...Forse lui un giorno avrebbe fatto la stessa domanda a Tom.
Dall'inferno, a soffrire per il dolore che gli aveva causato.


I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora