38

1.8K 63 14
                                    

Bella roba il Capodanno, pensava Caesar Cameron mentre un centinaio di demoni puri suoi compagni festeggiavano a modo loro con un del tutto particolare tiro a segno.
Bella roba anche l'inverno in Tibet. Il monte Everest non era poi così bello di notte però...a lui piaceva di più di giorno, anche se la visione notturna del cielo in quel particolare momento era davvero eccezionale.
Erano secoli che non vedeva un firmamento del genere.
Peccato che i demoni si stessero divertendo a far esplodere le stelle lontano anni luce dalla terra.
Un fantastico tiro a segno, niente da dire.
- Non ti diverti fratello?-
Leiandros Cameron si passò una mano fra i capelli neri, volgendosi verso di lui col suo sorriso allegro.
- Lasciami in pace, seccatore.- gli disse Caesar, lugubre.
- Oh, dai! È quasi mezzanotte. Cerca d'iniziare bene il nuovo anno.-
- Si, un altro barboso e palloso nuovo anno.- si schifò il demone dai capelli bianchi - Tornatene dai tuoi amici, non ho voglia di vederti.-
- Senti, quante storie...ti ho solo chiesto di farmi conoscere la tua amante umana!-
- E come ti ho già ripetuto...nomina un'altra volta Hermione e passerai il resto della tua miserabile eternità oltre le Colonne d'Ercole a far da balia ai cani infernali. Sono stato chiaro?-
Il più giovane sbuffò, girandosi verso Demetrius - Ma è sempre così rognoso?-
- Anche peggio.- ghignò quello, carezzandosi la barbetta ispida - Lascialo stare Leiandros, è preoccupato per alcuni affari in cui non è direttamente implicato ma che sono una spina nel fianco.-
- Tipo la vostra meravigliosa amica? La Lancaster?- ridacchiò il demone dai capelli neri - O sempre la vostra umana?-
- La mia umana e la mia demone non mi danno pensieri.- sibilò Caesar arcigno - Ti do due secondi per sparire!-
Il suo giovane fratellino sparì saggiamente come gli era stato detto, ridacchiando, e quando rimasero soli i due demoni quasi millenari si scambiarono appena una vaga occhiata.
- Hai deciso quale fare esplodere?- gli chiese Demetrius, col naso rivolto alle stelle.
- Che noia.- Caesar era sempre più irrequieto - Dovevamo starcene a casa!-
- Ha ragione Leiandros, stai diventando un cane rognoso. Se hai tanta voglia di tornare a casa da Hermione, è meglio che vai subito. Sai come si dice no? Chi tromba a capodanno...-
Cameron si mise una mano sulla fronte - Ti prego, non essere volgare.-
- Ha parlato la bocca di rosa.- ridacchiò Demetrius - Dai, rilassati. Fatti due tiri! Oppure sei preoccupato per qualcosa di serio e fondato? Eh bell'empatico? Ti è arrivato all'orecchio qualcosa?-
- Lo sai che ho ancora il lucchetto.-
- Lucchetto eh? Lo chiami così quell'incantesimo che ti sei messo da solo?-
- Demetrius, fatti un giro.- sibilò Caesar, con le palle che giravano come eliche - Anzi, visto che sei solito darmi così preziosi consigli, perché non ci vai tu a casa a darci dentro eh? La tua bella forse ti prenderà a morsi ma almeno sistemerai questa ridicola faccenda che va avanti in maniera penosa da oltre duecento anni, no?-
Demetrius s'incupì, guardandolo storto - Il mio rapporto con Gala sono affari miei.-
- Invece i miei affari tu e mio fratello li sbandierate al vento.-
- Oh...ma noi lo facciamo perché ti vogliamo bene.- cinguettò l'altro, mettendo il broncio.
- Basta cazzate!-
- Uffa. Non mi va di andare da Gala. Lo sai che ogni volta che ci vediamo vola di tutto.-
- Si, compreso lo tsunami.-
- Non mi va di andare lì a farmi dire sempre le stesse cose.-
- Veramente sei tu che sei un fissato.- replicò Cameron incrociando le braccia - Hai la bella pretesa di voler stare con una Leoninus e fare le paternali a un vampiro sulla sua alimentazione. Sei veramente forte, cazzo.-
- E infatti ci siamo lasciati.-
- E infatti la pensi sempre.-
- Sarà ma da lei non torno.- scandì Demetrius testardo.
- E allora non darmi il tormento e torna a giocare al tiro al bersaglio, rompiscatole!- borbottò rimettendosi il cappuccio sulla testa - Ma guarda che razza di scocciatura, sai cosa ti dico? Me ne torno a casa!-
- Ma sono solo le undici a Londra!-
- Pazienza, meglio a casa che qua con te e mio fratello!-
- Caesar.- Demetrius scosse il capo sospirando - Mi spieghi perché ti ostini a startene chiuso in quel dannato palazzo? Prima ti piaceva il mondo esterno. Imperia non vorrebbe vederti così.-
- Imperia non voleva neanche vivere se è per questo.- lo zittì Cameron con voce gelida, come ogni qual volta si parlava di lei - Ci vediamo nei prossimi giorni. Salutami gli altri.- e detto quello sparì rapidamente fra le nevi che imperversano sul monte Everest.
Demetrius rimasto solo fissò a lungo il punto dov'era sparito il demone dai capelli bianchi e cominciò a chiedersi se non avesse sempre sbagliato. Caesar aveva perso Imperia. Lui invece si stava privando da solo dell'amore.
Un amore che esseri come loro trovavano una sola volta nella vita.
Chissà cosa stava facendo Gala, pensò sollevando gli occhi al cielo dove vecchie stelle esplodeva e ne venivano create di nuove. Chissà come stava, chissà se era cambiata...chissà se l'amore che provava per lei si era spento come aveva creduto e sperato con tutto il cuore.

Cameron Manor accolse il suo padrone in un silenzio tombale. Il vento che portava neve e profumo di margherite lo avvolse sul portone d'ingresso ma l'abbandonò nell'istante in cui si chiuse i battenti alle spalle.
L'ingresso era vuoto per una volta. I suoi rifugiati dovevano aver preso il volo finalmente...
Si Smaterializzò nella sua camera da letto, levandosi mantello e giubba. Si cambiò velocemente, infilandosi una camicia di damasco che lasciò aperta passando velocemente lo sguardo attorno a lui. Il fuoco ardeva nel camino davanti al suo letto...e nell'aria c'era un tenue sentore appena percettibile. A terra vide un paio di sandali femminili dal tacco alto...
Sogghignò, gettando via guanti e spada.
Fece il giro del divano sistemato davanti al suo grande camino e appoggiandosi a un bracciolo vide la creatura mortale più bella che i suoi stanchi occhi avessero mai conosciuto.
Hermione dormiva coi capo riverso su un cuscino di velluto, i capelli sparsi a ventaglio, bellissima in un abito rosso scuro che le fasciava la linea sinuosa del corpo, con un profondo spacco sulla coscia. Un tempo Caesar aveva potuto toccare quelle forme, ora però di quella dolcezza ne era rimasto poco. Rimase seduto sul bracciolo, ben sapendo che svegliandola l'avrebbe spaventata.
I suoi occhi bianchi le ricordavano ancora molto quelli di Doll.
- Hermione.- mormorò, alzando ancora la fiamma nel camino.
La Grifoncina sbatté le palpebre, svegliandosi all'istante. Si guardò attorno, poi lo vide...e gli sorrise.
- Ciao.-
- Ciao.- le ridisse il demone soave - Cosa fai qua? Dovresti essere a una festa.-
La ragazza tornò ad appoggiarsi sui cuscini, stanca - Ci sono stata fino a pochi minuti fa, credimi.-
- E allora perché sei venuta? Ti sono mancato improvvisamente?-
- Non scherzare.- Hermione gli scoccò un'occhiataccia - Mi lasciassi vivrei qui per sempre.-
- Si, chiusa in una bella scatola di vetro.- Cameron scrollò le spalle, finalmente sedendosi mollemente al suo fianco - Fammi il favore. Hai così pochi anni da vivere...fallo e basta, non perdere tempo qui dentro.-
- Ah si? E tu perché sei qui?-
- Demetrius è in piena crisi amorosa e se fossi rimasto ancora avrei approfittato della buona sorte e finalmente avrei ucciso Leiandros, scatenando però l'ira di mio padre che si sarebbe abbattuta su tutta la Gran Bretagna come una pestilenza temo. Adora il marmocchio.-
- Marmocchio.- Hermione sogghignò, stringendosi al suo fianco - Ha settecento anni.-
- E' un bambino. Infatti continua a vivere coi miei.-
- Forse si sente solo.-
- Non sei venuta qua per farmi una seduta di psicanalisi vero?- rimbrottò a quel punto Cameron, divertito - Allora? Com'è la festa a cui tanto fra poco ti faccio tornare?-
- Il solito. Gente che beve, che vomita, che brinda e che si diverte. Che pensa all'anno nuovo...che spera...- Hermione fissò la fiamma, con l'anima ardente come il fuoco di quel camino - Cose che un tempo facevo anche io.-
- Ti ha fatto male stare con me.- Caesar abbassò lo sguardo su qualcosa d'imprecisato.
- No, non sei tu.- la strega scosse il capo, inclinando la testa nell'incavo del collo del demone - Sono stati gli anni passati in Germania, il tempo trascorso dalla vittoria di Harry in cui pressoché non è cambiato nulla. È stato triste tornare e vedere anche il bambino sopravvissuto che si chiede se la nostra guerra ha avuto un senso.-
Gli esseri umani erano davvero complicati. Era incredibile cosa potessero provare nel corso di una vita breve come la loro. Un tempo suo padre gli aveva detto che gli esseri umani erano la rovina e la salvezza del mondo.
Lui non aveva capito a quel tempo...ora forse invece iniziava a vedere le cose nella giusta prospettiva.
Gli esseri umani erano diversi da qualunque creatura nata su quelle terre.
- Domani ci sarà la luna nuova.- sussurrò Hermione all'improvviso.
- Si.- annuì Caesar.
- Mi devo battere con Jeager.-
A quel nome Cameron serrò leggermente il pugno, riprovando una rabbia che poche volte nella sua lunga esistenza aveva trattenuto in corpo. Jeager Crenshaw.
- Vi siete sfidati?-
- Si.-
- Per l'ultima volta?-
- Credo di si.-
- Linda non tornerà in vita in questo modo.-
- Ma mi metterò l'animo in pace.-
- Crenshaw centra poco nella sua morte, lo sai.- le disse il demone.
- Si. Ma voglio batterlo.-
- Non si trovano spesso avversari decenti, sai?- le chiese serafico - Fossi in te metterei da parte lo smisurato orgoglio da Grifondoro che ti anima e mi calmerei. Non potrai essere d'aiuto a Harry Potter da morta.-
- Non mi sconfiggerà.- scandì sicura.
- E' mezzo demone.-
- Per un quarto.- ribatté puntigliosa - E l'ho battuto già una volta.-
- Perché non ragionava. Era furibondo...stavolta invece sarà calmo e non per fare l'uccello del malaugurio ma a livello fisico ha dieci volte la forza di un uomo normale e tu mia cara...- e scoccò uno sguardo quasi di rimprovero al suo corpo -...sei messa male.-
- In che senso?- sibilò sarcastica.
- Nel senso che sei debole. Ti sei indebolita molto dopo quest'estate.-
- E allora? A magia però sono sicura di poterlo battere.-
- Ok, fa come ti pare.- sbuffò levando le mani - Tanto fai sempre di testa tua.-
- Già. Mi alleni un po'?-
- Ecco, lo sapevo!- ghignò alzandosi in piedi - Sei venuta per il ripasso dell'ultimo minuto?-
- Anche.-
- Anche? Che succede? Il tuo serpente alla festa era circondato da vipere?-
Hermione stavolta ebbe un leggero moto di stizza. Ci mancava pensare pure a Draco adesso!
- E tu invece perché sei qua?- lo rimbeccò, alzandosi a sua volta - Ti credevo conteso da belle demoni che spasimano per te! Ma forse sei troppo schizzinoso anche con le donne. A volte mi chiedo proprio come faccio a piacerti. Dai, andiamo!- e prese di volata la bacchetta, restando scalza - Muoviti!-
Il padrone del castello sbuffò, roteando gli occhi e seguendola comunque senza fare storie, deliziato dall'ondeggiare dei suoi fianchi - Non è che sei venuta qua per fare un altro tipo di moto vero?- le chiese, mentre raggiungevano la sala magica dove spesso lui e Demetrius si sfidavano con le spade - Perché ti direi di no.-
Hermione non fece una piega - Diciamo che dopo aver visto di nuovo quello che una volta era il mio serpente attorniato da vipere non mi ha fatto piacere. Inutile che neghi. Sono gelosa da matti.-
- Dell'Osservatrice?-
- Oh, ma sentilo! Stavolta hai usato quei tuoi maledetti poteri! Io non ti ho mai detto che andavano a letto insieme!-
- Sono un uomo.- le rinfacciò calmo, aprendole la porta, facendola passare e chiudendosela alle spalle - Andiamo Hermione. Coi secoli ho imparato che niente stimola di più il possesso degli uomini come la gelosia.-
- Si ma ci eravamo lasciati.-
- E allora?- il demone ghignò, scuotendo il capo - Sei convinta che la passione si sublimi così in fretta?-
- Però, che filosofo. Allora perché adesso mi dici che non verresti a letto con me?-
- Te l'ho spiegato già una volta. Mi piace fare la prima donna fra le lenzuola. Quindi o vieni a letto con me perché vuoi me davvero, o puoi anche andare in bianco per tutta la vita per quel che mi concerne.-
La Grifoncina inspirò, dannandosi. Ma perché? Perché le donne erano diverse dagli uomini nel sesso?
- Senti...- borbottò comunque, guardandolo attenta da qualche metro di distanza - Non è che sono fatta di pietra però. Potrò anche non amarti, come tu non ami me alla follia, ma sei comunque un demone.-
- E che vorresti dire con questo?- frecciò indifferente - Che il mio aspetto fisico ti farebbe cedere alla tentazione?-
- Lo sottolineo anche.- ribatté - Non sono così stupida da credere davvero che l'involucro non conti.-
- In un rapporto superficiale lo credo anche io.-
- Andiamo Caesar.- replicò, estraendo la bacchetta - Gli uomini non vedono al di là del loro naso.-
- E' questa la tua linea di difesa contro i rapporti mia adorata?- la sfidò di nuovo, sempre più sarcastico - Sei diventata talmente cinica da credere che il problema sia solo in ciò che vedono gli occhi?-
- No.- rispose fissandolo - Hai ragione. Ci sono anche i problemi di differenze, come mi hai sempre detto.-
- Oddio, non mettere in mezzo i tuoi adesso.-
- Cosa? Ti pare che un babbano e una strega potessero stare insieme? S'è visto, dopo neanche sei mesi mio padre ha pensato bene di mollare tutto perché mia madre aveva riacquistato i suoi poteri! Lui e la sua stupidissima famiglia!-
- Cambiare cognome non t'è servito comunque.- sentenziò - La ferita brucia ancora.-
- Oh e continuerà a bruciare, te l'assicuro!- scandì rabbiosa.
Caesar tacque, cominciando a guardarla seriamente. Quelle parole e quel tono gli piacevano poco.
- Capisco il tuo dolore.- le disse, a bassa voce - Ma ti ricordo che tu quattro anni fa combattevi una persona che ha cominciato in questo modo la sua guerra. Con la rabbia verso gli altri.-
A quelle parole Hermione gelò letteralmente.
Voldemort.
Sentì il ghiaccio scorrerle nelle vene e si sentì decisamente male. Non poteva credere che...di essere diventata quel tipo di persona. Una persona che covava rancori in quel modo! Che disprezzava gli altri, che voleva separare i diversi.
Si passò una mano fra i capelli, sentendosi di nuovo cedere miserabilmente.
Un attimo dopo la presenza fredda di Cameron le fu vicino e lei lo strinse forte, gettandogli le braccia al collo.
Caesar le cinse la vita, baciandole la fronte e cullandola.
- Sono una persona orrenda.-
Lui sorrise veramente, continuando a depositarle piccoli baci sul viso.
- Non sai neanche come sia una persona orrenda.-
Hermione tirò su col naso, facendolo ridere, poi finalmente si calmò restando però accoccolata contro il suo torace.
- Sai una cosa? Mi mancherai.-
- Sciocchezze.-
- Perché minimizzi sempre?- la strega alzò il viso, posandogli un rapido e veloce bacio a fior di labbra - Credi che solo perché ho appena vent'anni io non sappia amare?-
- Io credo che l'amore vero tu l'abbia conservato nei ricordi del passato.- le rispose, continuando a sorridere con gli occhi - La tua età non centra nulla.-
- Sai cosa credo io?- Hermione lo fissò seria, carezzandogli la gota - Credo che tu non sappia quanto hai fatto per me in questi quattro anni. So che per te sono solo come pochi minuti...ma per me è stato molto invece.-
- Mi sopravvaluti.- le disse con insolita dolcezza, posandole un altro bacio sulle labbra - Ma grazie.-
Lei decise di staccarsi, anche se a malincuore e guardò la sua bacchetta. Non aveva più neanche voglia di combattere. Voleva solo tornare a casa. Stava per battere la mezzanotte e presto Draco avrebbe compiuto gli anni.
- Vai.- le sussurrò Caesar all'orecchio - E riprenditi ciò che è tuo.-
- Non è mai stato mio.-
- E allora prenditelo.- bofonchiò ironico - Da quando sei diventata così reticente eh?-
Hermione ridacchiò, facendosi riapparire i sandali in mano - E' esattamente quello che mi ha detto lui giorni fa. La sua spiritosaggine con gli anni è aumentata anche se fra tutti gli uomini importanti della mia vita, ovvero tre, tu e lui non avete mai avuto un grande senso dell'humour.-
- Il primo chi è stato?- le chiese, sorreggendola mentre si allacciava le scarpe.
- Harry.-
- Harry Potter?-
- Si, perché? Ti sembra strano?-
- No. Ma dopo uno così come hai fatto a stare con quel tizio e poi con me?-
- Vallo a sapere.- ghignò perfida - E tu dopo un sacco di demoni, essenze e vampire come hai fatto a stare con me?-
- Semplice.- le disse, piegandosi su di lei e dandole un ultimo appassionato bacio di addio. Lei non si staccò minimamente, rispondendo con uguale ardore.
- Ero stanco di sentire freddo.- le mormorò sulle labbra, mordendole quello inferiore.
La strega sorrise, carezzandogli la guancia e facendosi finalmente indietro.
- Sei una grande strega, Hermione.- sussurrò Cameron, ficcandosi le mani in tasca - E una grande donna.-
- Vincerò.- gli promise - E quando sarò tornata voglio un premio!-
- Contaci.- ironizzò - E adesso vai da lui.-
- Ciao Caesar.- sussurrò, mandandogli un bacio con le dita.
- Notte Hermione.-
E lei si Smaterializzò via, portando con lei il calore e quattro anni di serenità.

Draco Malfoy invece a mezzanotte, oltre che festeggiare il Capodanno, festeggiò anche gli anni.
- Auguri testa di cazzo.- frecciò Harry Potter, al suo fianco - Che tu possa diventare un po' più furbo.-
- Grazie altrettanto Sfregiato.- sibilò con un ghigno, facendo cincin con lui e tutti gli altri presenti alla grande festa che si teneva a casa di una delle colleghe della squadra di Gary Smith, la loro amica June.
I rintocchi e i famosi fuochi artificiali di Londra avevano appena inaugurato l'anno nuovo.
Lo spettacolo dai balconi di quella bella villa sul Tamigi era veramente impressionante e la compagnia era anche meglio. Per qualche tempo avevano potuto scordarsi Mangiamorte e brindare, sperando ad un anno sereno.
Stava sul terrazzo del secondo piano, ad ammirare quello scenario di fuochi e luci quando una mano gli carezzò lievemente la spalla procurandogli uno strano brivido.
- Non dovresti essere triste al tuo compleanno.- gli disse May, apparendogli a fianco - Tieni.-
Draco sogghignò, prendendo il bicchiere di champagne e centellinandolo di mala voglia.
- Te lo dico adesso.- bofonchiò, appoggiandosi con la schiena alla ringhiera - Se ho detto qualcosa che ti ha offeso, ritiro tutto. Ma non il fatto che voglio chiudere.-
La ragazza sorrise, scrollando le spalle - Tranquillo, non so qua per rivendicare il territorio. Tu invece si, vedo.-
- Cosa?- replicò con uno sbuffo - Non ti ci mettere anche tu ora, mezzosangue.-
- Miss So Tutto Io dov'è finita?- lo rimbeccò ironica, scoccandogli un'occhiata penetrante.
- Prima stava parlando con Gary. Ma è da un pezzo che non la vedo, in effetti.-
- Sarà con Edward.- disse allora May - A Natale li ho pescati sotto il vischio. Ed è uno che a differenza di altri non si fa problemi a prendersi ciò che vuole.-
Draco alzò un sopracciglio, sinceramente scandalizzato e divertito al tempo stesso - Ma lo sai con chi parli?-
- Si tesoro. So con chi parlo.- l'Osservatrice gli dette un leggero bacio sulla gota e gli dette la schiena per tornare dentro - Fossi in te starei attento comunque. Non si sa mai che cosa potrà succedere!-
Draco la guardò andarsene, tornare da Ron e Potter che in quel momento stava minacciando di vomitare Gary per tutto il resto della serata, visto come continuavano a riempirgli il bicchiere ma il biondo non aveva più voglia di restare ormai. Le parole di May gli erano sembrate quanto mai sibille...ma anche veritiere.
Non si sapeva mai nella vita cosa sarebbe potuto succedere e lui lo sapeva bene.
Lui, Draco Lucius Malfoy, il Principe di Serpeverde, figlio di Mangiamorte, era diventato compagno del bambino sopravvissuto, il padrino del figlio di colui che gli aveva rovinato l'infanzia. E si era innamorato di una mezzosangue.
Non c'era destino più beffardo di quello.
Andò dritto nell'anticamera, zigzagando fra gl'invitati e davanti alla stanza degli armadi trovò Dalton che fumava appostato alla finestra.
- Allora sei qua.- frecciò il biondo - Ti credevo imboscato da qualche parte con la prima sventola di turno.-
- Io invece ti ritenevo furbo e lontano dalle vipere.- ironizzò l'ex Corvonero a tono, scoccandogli un'occhiata penetrante coi suoi occhi azzurri - Ma forse ti sopravvaluto.-
Malfoy roteò gli occhi, infilandosi il cappotto con aria seccata - Quando la finirai eh? Senza contare che non la perdi un attimo di vista. Cos'è, ti va di riprovarci dopo quattro anni sotto il vischio?-
- Ohhh...- Edward assaporò quel momento con soddisfazione - Allora la vipera ha parlato.-
- Piantala, il mondo non è uno zoo.-
- Infatti, con quella in giro è tutt'altra cosa.-
- Ma la vuoi smettere? Tanto non ci crederò fino a quando non lo vedrò coi miei occhi.- rispose Draco con espressione serafica e paziente - Io non credo che sia una cattiva persona Edward, ficcatelo in testa. Per noi ha fatto molto, ci è sempre stata vicino. Riconosco le sue fisime e riconosco i suoi limiti ma quelli stessi limiti ora dimostri di averceli tu.-
- E tu e Harry state dimostrando che dopo sette anni di guerra a scuola preferite chiudere gli occhi ora e starvene tranquilli, aspettando che la ghigliottina vi arrivi sul collo.- sibilò Dalton - Ok, fa come ti pare. Ma cerca almeno di proteggere Hermione.-
- E adesso dove vai?- gli chiese.
- Me ne torno alla festa. Tu divertiti.-
- Grazie.- ghignò e senza aspettare altro si Smaterializzò via, anche se non sapeva bene dove andare.
Non sapeva neanche dove fosse sparita lei anche se una vaga idea ce l'aveva. E se fosse andata da Cameron?
A quel pensiero come sempre lo attanagliò quella sorda rabbia che conosceva bene ma che aveva sempre provato solo con lei. A volte si chiedeva come potesse provare un tale senso di gelosia e possesso verso si, ok, la prima donna che aveva amato ma...perché non riusciva a pensare che fosse stata di un altro uomo?
Il solo pensiero lo faceva impazzire.
Bel compleanno, pensò tornandosene a Lane Street.
Non aveva proprio voglia di stare ancora a festeggiare, come non aveva voglia appena si fosse fatto giorno e poi di nuovo sera di portare quella manica di matti fuori a cena. La mattina dopo lui avrebbe anche dovuto andare a raccattare altra Salvia Splendens per la mezzosangue! Imprecò, sbuffando e riapparendo al pian terreno della palazzina.
Odiava doverle fare quelle pozioni ogni notte ma odiava ancor di più vederla tremare, prima di coricarsi a letto.
Avesse avuto meno scrupoli e non fosse stato un essere umano si sarebbe comportato esattamente come Cameron.
Ma non poteva lasciarla così. Non in quelle condizioni. Non poteva.
Lei l'aveva reso felice e anche se per poco tempo, Hermione aveva rappresentato tutto il suo mondo.
Non poteva lasciarla.
Salito al primo piano buttò svogliatamente il cappotto sui divani quando, alzando lo sguardo, incontrò due occhi dorati divertiti. Sogghignò a sua volta, andando a sorpassare il bancone della cucina.
- Mezzosangue. Da quando disegni le feste?- frecciò, infilando la testa nel frigo.
- Mi annoiavo.- rispose semplicemente Hermione, seduta sulla mensola della grande finestra del salone - Non sono più dell'umore per stare fra la gente. Mi spiace di non esserci stata al brindisi.-
- Non ti sei persa niente.- le disse, tirando fuori una delle tre bottiglie di champagne che sarebbero servite per festeggiare il suo compleanno in privato, iniziando a stapparla - Lo Sfregiato è più fuori del solito, Weasley pensa alla sua bella sposata, Blaise ha trovato compagnia con la prima che passava e Dalton come al solito ha fatto lo spiritoso.- concluse, fermando il tappo con la magia e rimettendolo sul bancone. Prese due calici e la raggiunse, dandogliene uno.
- Come mai sei a casa?- gli chiese, bevendo un appena goccio - E' appena la mezza.-
- Già e ci sono ancora i fuochi.- ponderò ad alta voce, sedendosi con lei dall'altra parte della finestra.
- Era da un pezzo che non vedevo questo spettacolo.- gli confidò con un stanco, alzando una mano verso le fiamme del caminetto che si ravvivarono subito - In Germania non sanno festeggiare in questo modo.-
- E in Italia?-
Hermione alzò le spalle, scuotendo appena il capo e cominciando a sciogliersi i capelli dalle mille forcine che le tenevano imbrigliati i riccioli - In Italia mi sono goduta poco il paese, devo essere sincera.-
- Secondo me non ti stai godendo neanche il ritorno a casa.- le disse, portandosi il calice alle labbra.
- Ah si?-
- Si,- annuì il biondo Auror posando il bicchiere dal collo lungo e sporgendosi verso di lei.
Hermione non fiatò quando Draco le prese con tocchi leggeri la testa fra le mani, gliela reclinò su una spalla e iniziò dolcemente a toglierle le forcine, aiutandola come tanto tempo prima. Dopo parecchie feste a Hogwarts lui aveva già compiuto quei gesti. Il ricordo le procurò un fiotto di calore al cuore che per una volta la fece sorridere di cuore, anche se lui non poteva vederla.
- Dovresti stare a festeggiare invece che chiuderti qui dentro.- gli sussurrò, inspirando il suo profumo che non aveva mai dimenticato - Harry poi non vedendoci potrebbe pensare male.-
Draco ridacchiò, sfilandole un'altra forcina per liberare un ricciolo sinuoso.
- Con gli anni, e stupendomene, ho imparato che Potter è abituato al peggio quindi qualsiasi stronzata io possa fare non potrà mai farlo pensare male di me.-
- Oppure non si stupisce più di quello che la tua mente perversa può inventarsi.- frecciò ironica.
- Hn, forse.- replicò - E poi che t'importa? Che pensino quello che vogliono.-
- Complimenti signor Malfoy. Hai finalmente imparato a pensare con la tua testa.-
- Si, c'è andato un po'.- commentò secco - A quanto pare invece sei regredita tu.-
Hermione incassò il capo con una smorfia. Era sempre capace di farle saltare i nervi, però!
- I vostri amici sono simpatici.- se ne uscì dopo qualche secondo di silenzio, per lei imbarazzante - Sono tutti Auror?-
- La maggior parte. Alcuni lavorano negli uffici al terzo piano, c'erano anche due o tre Cancellatori credo. Per un po' di ho persa di vista ma ti avranno riempito di domande, presumo.-
- Già.- rise tentennante - Harry e Ron devono aver parlato molto di me.-
- Tutti ne parlano.- le disse, finendo il lavoro e passandole delicatamente le mani fra i capelli, mentre lei rialzava il capo - Se Harry Potter è vivo non solo merito della fortuna o della sua bravura.-
La Grifoncina tacque, senza voler ammettere che le sue mani riportavano alla memoria ben più dei ricordi.
Rimase a guardarlo, a sfidare quegli occhi d'argento e tempesta...poi quando capì che doveva scappare se non voleva commettere qualcosa d'irreparabile, si alzò dalla mensola sgusciando via dal suo abbraccia - Vado...a togliermi il vestito.- sussurrò, imprecando per aver usato una frase così equivoca - Mi cambio e torno.-
- Stai bene anche così.- ironizzò, appoggiandosi con la schiena al vetro gelido.
- Grazie.- Hermione si volse, alzando un sopracciglio - Senti...sei stanco?-
- Andiamo già con le proposte mezzosangue?- e ridendo del suo rossore, si prese quasi in faccia un cuscino.
- Idiota.- gli sibilò la strega rabbiosa, lanciandogli dietro uno dei suoi sandali altissimi - E' per la pozione! Se sei stanco devi solo lasciarmi gl'ingredienti che me la preparo da sola!-
- Non ci pensare neanche.- Draco si alzò immediatamente dalla mensola, filando dritto al bancone della cucina dove agitando rapidamente la bacchetta cominciò ad apparire un po' degli ingredienti che gli servivano - Ti ho detto che me ne sarei occupato io. E riprenditelo!- aggiunse, lanciandole mollemente la scarpa che lei afferrò al volo.
- Torno fra un attimo.-
- Comunque quel vestito va bene lo stesso...-
- Se non la pianti di fare il maniaco ti schianto al muro!- lo avvisò, raggiungendo le scale a piedi nudi.
- Da quando non sai più accettare un complimento eh?-
- Ma che complimento!- sbuffò, sollevando i lembi dell'abito rosso per non inciampare.
Draco si appoggiò coi gomiti al bancone, continuando a fissarla - Bhè, è d'obbligo per la più bella strega che abbia visto in tutta la serata.-
Hermione si fermò sul primo gradino, volgendo il capo per guardarlo in viso con aria scettica ma di fronte alla sua espressione non riuscì a dire nulla. Semplicemente sorrise, anche in modo debole e quasi amaro, ma gli sorrise.
- Che fai? Arrossisci?-
- No, cretino.-
- Sono sempre l'unico che ci riesce?-
- Perché?- gli urlò continuando a scendere - Il tuo amor proprio ha subito colpi di recente? Se ti rispondessi di si ti metteresti l'animo in pace Malfoy?-
Un rumore improvviso però bloccò la discesa di Hermione. Qualcosa al piano di sopra era andato in pezzi.
- Malferret? Cos'hai fatto cadere?-
Non gli giunse risposta, così ritornò sui suoi passi. Entrata nella grande stanza vide una boccola ampolla bluastra a pezzi, sul pavimento, appena sotto il bancone della cucina che confinava col salone.
Alzò lo sguardo preoccupata e vide Draco, a capo chino, con una mano fra i capelli.
Poi il calore al suo polso. Hermione fece appena in tempo a guardare il sangue di Caesar ribollire nel suo bracciale che la lama di un coltello gli sfrecciò vicinissima al viso. Poté quasi sentirla sulla faccia, poi la paura, la tensione.
- Accio bacchetta!-
La sua preziosa bacchetta finì nelle mani di Malfoy che ora la fissava con uno sguardo vuoto, inespressivo.
Dannazione, di nuovo! Quello sguardo l'aveva già visto su Edward.
- Impedimenta!-
Sconvolta, fece appena in tempo a Smaterializzarsi via che l'incantesimo colpì dritto un divano, facendolo a pezzi.
Quando riapparve accanto alla finestra però, si ritrovò con gli occhi sgranati. Con uno scatto fulmineo Draco le era apparso a fianco e le portò la mano alla gola.
Strinse forte, strappandole un gemito e caddero a terra.
Le si mise sopra, incastrato fra le sue gambe, portandole anche l'altra mano alla gola.
Ora Hermione capì finalmente le parole di Caesar. Il fisico...il fisico le stava già cedendo. Era diventata tanto leggera che non riusciva neanche a spingerlo lontano. Tendeva le mani sulle sue spalle ma sembrava animato da una forza inumana...e serrava, serrava sempre più forte la presa. La stava soffocando...
- Dra...Draco...-
Un'improvvisa risata fece tremare quasi le pareti della casa, lasciando ad Hermione il tempo per capire da dove arrivasse. Poi, la vide. Eccola. Nei pezzi di vetro dell'ampolla andata in frantumi, si stagliava la sagoma di un volto femminile. E la sua maledetta voce le ferì l'orecchio.
"Salve signorina Hargrave...dimmi un po', come ci si sente a farsi ammazzare dall'uomo che ami eh?"
- Katrina...- ringhiò Hermione, tenendo entrambe le mani su quelle di Draco, che le stava sopra e continuava a serrarle la carotide in una morsa letale - Al diavolo...- sibilò rabbiosa - Che gli hai fatto?-
"Tesoro...semplicemente rivendico la mia proprietà. Ma non temere. Presto morirai...e sarà proprio l'uomo che ami tanto a farti spirare. Sorridi Hermione Hargrave. Non tutti hanno questa fortuna!" e continuò a ridere, a ridere, a ridere come se quella risata fosse stata provocata da un demonio, quando a quella delle due donne, sopraggiunse anche la voce di Malfoy. I suoi occhi, lentamente, sembrava che cercassero di riprendere coscienza.
- Dannata...- ringhiò, fra i denti.
"Però...e così tenti di resistermi eh?" ghignò ancora l'empatica "Saresti il primo a riuscirci! Ti ho detto di ucciderla!"
Draco abbassò il capo, emettendo un lamento di dolore. Sembrava che gli si stesse spaccando la testa.
Quella voce continuava ad ordinargli di ucciderla, il suo corpo si muoveva da solo.
Risollevò lo sguardo, vedendo Hermione arrancare come un coniglietto in gabbia.
Una mano sulle sue, l'altra che lo spingeva per la spalla.
- Fa qualcosa...- le sibilò a fatica, stringendo di più la presa - Fermami!-
Hermione non riuscì più neanche a scalciare. Imprigionata e senza bacchetta, la telecinesi non serviva. Aveva alzato con la forza della mente ogni oggetto pesante presente nel salone ma si era infranto contro uno scudo alzato da Katrina.
Sarebbe morta davvero? Per mano di Draco?
Sembrava surreale, un incubo orrendo. Lui che cercava di ucciderla e che la pregava di colpirlo, pur di allontanarlo.
Poi, finalmente, alla memoria le tornò l'unico modo per salvarsi.
Levò la mano dalla spalla di Malfoy e con una fatica atroce gli puntò un dito sulla fronte.
"Cosa vuoi fare?" ringhiò la voce di Katrina ma ormai era tardi.
Hermione rise appena, poi fu salva.
- Existo!- gridò e negli occhi di Draco sfrecciò come un fulmine, una scarica elettrica. Perse immediatamente le forze, crollandole addosso con dei bassi gemiti di fatica ma la Grifoncina non perse tempo.
Gli prese la bacchetta che gli era caduta e scostandosi appena, velocissima, la puntò dritta ai cocci dove si stava rispecchiando mille volte l'immagine dell'empatica.
- Deletrius!- scandì e quelli vennero subito spazzati via da un'onda magica, insieme alla rabbia della povera Katrina, beffata un'ultima volta.
Nei minuti seguenti, nessuno dei due maghi ebbe più un briciolo di energie per rialzarsi.
Attorniati da oggetti rotti che la lotta aveva provocato, Draco stava col viso affondato nei capelli di Hermione, mentre la strega lo stringeva forte per il collo, quasi nella stessa posizione che li aveva visti sul punto di uccidersi.
Entrambi col fiato corto, entrambi con la sensazione che questa volta avevano davvero rischiato molto...ed entrambi col ricordo di un tempo in cui, in quella posizione e con quei gemiti sulle labbra, erano stati felici.
Draco dopo un lungo minuto tirò un forte pugno al parquet, imprecando.
- Calmati.- gli sussurrò Hermione, carezzandogli la nuca.
- Al diavolo.- sibilò, restando appoggiato sulle braccia per non pesarle più addosso - Stavo per ammazzarti.-
- Si.- lo sorprese ridendo - Non ci saresti riuscito neanche fra un milione di anni.-
Malfoy scosse il capo, facendo a meno di rispondere perché sarebbe stato troppo brusco, così tornò a fissarla cupamente. - Cosa mi hai fatto? Quando mi hai puntato il dito alla fronte, intendo.-
- E' una formula semplice, è sempre stata considerata inutile. Serve a far tornare alla memoria di uno uomo che sta per ucciderne un altro tutti i ricordi collegati a questa persona. È una cosa rapidissima, ma serve per bloccare gl'intenti omicidi causati da altri, con l'uso dell'ipnosi.-
- T'è andata bene che non ho voglia di ucciderti, allora.- sibilò perfido, scoccandole un'occhiata veloce e vedendola arrossire di nuovo, non poté impedirsi di ridere - Mezzosangue...devo ammettere che mi mancava.-
- Cosa? Questa posizione?- lo sfidò sarcastica.
Lui abbassò appena lo sguardo, sogghignando alle sue gambe scoperte dalle spacco, ma scrollò la testa.
- Mi mancava essere l'unico a poterti mettere le mani al collo.-
- Bhè, in questi anni non sei stato l'unico purtroppo.-
- Hai molti nemici eh?- ironizzò.
- Si, ma adesso alzati per favore.-
Draco non accennò a muoversi.
- Cosa fai? Ti muovi o no?-
- Ho mal di testa, sto più comodo così.-
- Idiota, appunto perché hai mal di testa. L'Existo te lo lascerà per almeno quarantotto ore. Devo metterti a letto o potresti perdere di nuovo le energie.-
- Devi mettermi a letto?- disse con voce sinuosa - Mi piace questa magia. Ridimmela un po'...-
- Draco!-
- Ok, ok.- sbuffò, mettendosi in ginocchio e tirandola su con lui. Lì non la lasciò di nuovo andare, esaminandole il collo. Le sarebbero rimasti un bel po' di lividi, pensò carezzandole la pelle arrossata. Così senza aspettare usò subito la bacchetta con un rapido incantesimo di guarigione, senza staccare gli occhi dai suoi.
- Forse ci hanno scambiato i ruoli mezzosangue. Dovrei essere io il gagia.-
- Si e forse dovevo essere io a strozzarti.- lo zittì seria - Non dire sciocchezze. Io ho scelto con la mia testa esattamente come hai fatto tu più di quattro anni fa. A nessuno dei due è mai andato di morire e abbiamo scelto di conseguenza. Niente di più.-
- Ed è anche per lasciarmi vivo che sei diventata gagia?- le chiese a bassa voce - Per proteggere me e Potter?-
- Forse,- sussurrò abbassando lo sguardo - ma è passato tanto tempo.-
- Non quanto immagini.-
Hermione lo scrutò appena, poi tornò ad abbassare gli occhi. Ora aveva freddo. Tanto freddo.
Neanche ventiquattrore e avrebbe dovuto incontrare Jeager. E gli stava mentendo.
Gli aveva promesso che sarebbe stata sempre sincera...ma se gliel'avesse detto, Draco le avrebbe impedito di battersi.
E non poteva farlo. Sarebbe stata la penultima bugia, lo giurava.
L'ultima era quella più sacra di tutte e pregò che almeno quella gli venisse perdonata.
Negare l'amore non poteva essere un peccato tanto grave, mentì a se stessa, mentre restava fra le sue braccia.
Negarlo non poteva renderla più infelice di quanto già non fosse.
Negarlo l'avrebbe resa innocente.
O colpevole?
Ormai dubitava che per un'anima disperata come la sua un peccato in più avesse una tale importanza...
In fondo la sua era una fiamma che sarebbe arsa con una luce accecante...ma sarebbe arsa in fretta.
Troppo in fretta. Non valeva la pena di rivelargli di nuovo il suo amore.
L'anima inquieta di Draco era eterna, immortale.
La sua invece era già cenere.


I Bracciali Del Destino |Dramione|Where stories live. Discover now