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Sorse la luna nuova su Hogwarts e mentre nei meandri della scuola di Magia e Stregoneria si stava agitando una forza che faceva vibrare il cuore di speranza a ogni Mangiamorte presente sulla terra, gli Auror sapevano che qualcosa laggiù era arrivato a scuotere le loro già deboli fondamenta.
Lo si leggeva negli occhi di chi era tornato da quel luogo.
Hermione Granger sollevò il lembo di stoffa, sentendo un forte odore di carne bruciata.
Fremette per la rabbia, serrando i denti e anche i pugni.
Quanto avrebbe voluto aver davanti chi l'aveva ridotto così. Harry, il suo Harry.
Al fianco della strega, perfino Draco dovette distogliere lo sguardo da quella piaga come marchiata a fuoco.
- Sta fermo...- sussurrò la Grifoncina, sollevando la bacchetta - Piano Harry, cerca di stare immobile.-
Il bambino sopravvissuto taceva, travolto dal dolore. Sulla schiena il segno rovente di una mano, simile a un tizzone.
Voldemort dal Velo era riuscito a toccarlo...e a ferirlo di nuovo.
Era quello il tocco del suo nemico. Non ce n'era un altro simile in tutto il mondo.
- Io aspetto ancora una spiegazione.-
Fu Ron a parlare, seduto in poltrona accanto alla sponda del letto dove riposava ora il suo migliore amico.
La sua espressione era dura, quasi pietrificata, esattamente come quella di Potter che però era rimasto muto dal momento in cui aveva visto Lord Voldemort riuscire quasi a mettere le mani su suo figlio.
E ora quella mano gli era rimasta sulla schiena, segno indelebile che Tom non gli apparteneva.
- Allora?- Ron non sembrava sconvolto dal suo stato - Voglio la verità stavolta.-
- Calma, non sappiamo neanche perché i ragazzi erano là sotto.- sussurrò Malfoy.
- Erano là sotto perché sono dei deficienti e mi sentiranno non appena sarò uscito da qua, ma se mi posso aspettare una cazzata dietro l'altra da una manica di ragazzini di undici anni non me le posso aspettare più da uno di ventidue, neanche se è Harry Potter!- sbottò il rossino alzandosi in piedi con stizza - Porca miseria, che cazzo è successo là dentro, si può sapere? Dal Velo non più venire fuori niente e allora come diavolo ci è uscita quella mano eh?-
- E un'altra cosa, cos'ha visto Tom?- chiese Tristan, arrivando sulla porta della camera di Potter proprio in quel momento - Non per allarmarvi ancora di più ma qua fuori c'è un bel fermento. I bambini sono spaventati e Silente sta arrivando coi professori in gran carriera. Cosa volete raccontare?-
- La verità purtroppo non c'è verso di farsela dire.- sibilò Weasley esasperato.
- Insomma, vedete di sedarvi i nervi.- li zittì anche Jess, mettendo la testa nella porta - Quando Harry si sarà ripreso sarà il caso di discutere di questa storia. Nel frattempo vi avviso che fra poco arriveranno Sirius ed Elettra.-
Harry, sentendo l'ultima frase, tornò a socchiudere gli occhi.
Ecco, adesso chi lo sentiva Sirius...però era contento. Se c'era qualcuno che dopo quello che era successo poteva farlo sentire protetto e al sicuro era proprio lui.
Vendendolo sorridere lievemente, Hermione gli carezzò il capo con mano delicata.
Poi però tornò a guardare quello stampo rovente sulla schiena del suo migliore amico...e si sentì male.
Come poteva un mago umano arrivare a varcare il Velo con la su assenza? Come?
Tom Riddle...Lord Voldemort...che mago. In fondo la bravura non si quantificava nell'animo buono o malvagio degli uomini. La gloria non si misurava con le buone azioni. Nella storia era sempre stata dettata solo da grandi azioni, da grandi battaglie.
Lo stesso Olivander, tanto tempo prima, aveva detto che da Harry ci si poteva aspettare grandi cose.
Esattamente com'era stato per il Lord Oscuro.
Ma restava comunque il fatto che il legame fra un mago morto e un mago in vita avrebbe dovuto spegnersi nell'attimo in cui uno dei due moriva, invece per Harry non sembrava così. Voldemort era trapassato sei anni prima quando Harry al sesto anno l'aveva ucciso, trafiggendolo e poi spingendolo dentro il Velo...eppure ora Riddle continuava ad esercitare la tortura della maledizione su Potter come se fosse stato ancora vivo. Com'era possibile?
Che fosse il Velo ad amplificare il loro legame?
O...qualcun altro?
Tom.
Hermione trattenne un sospiro, passandosi le mani sulle tempie.
- Cosa c'è mezzosangue?- le chiese Draco - Ti è venuto in mente qualcosa?-
- Ci hanno sempre insegnato che le maledizioni legano detentore e il mago che scaglia il maleficio, giusto?-
Ron e Malfoy annuirono.
- Si ma allora perché ora che Voldemort è morto Harry ancora soffre al suo tocco? Perché anche Lucilla ogni tanto sente dolore alla cicatrice? Cos'è che li lega tutti?-
Tristan incrociò le braccia al petto, proprio mentre gli altri tacevano sgomenti, come consci di una nuova verità.
- Stai dicendo che il bambino sta perpetuando la maledizione che l'anatema di Voldemort ha lasciato su Harry con quella cicatrice?- chiese Mckay a bassa voce - Com'è possibile?-
- Bhè...- la Grifoncina si morse le labbra, mentre l'ingresso della Torre Oscura cominciava a riempirsi di Auror e professori - Non ci sono studi che lo provino ma già anni fa Harry e Lucilla soffrivano di questo problema. Tenuto conto del fatto che Harry quando sconfisse Voldemort la prima volta ha assunto alcuni dei suoi poteri, posso pensare che sia successa la stessa cosa a Tom, ma essendo suo figlio fra loro c'è un legame ancora più saldo e profondo. Per questo Tom sente quello che prova Harry, per questo sognano cosa fanno, per questo sentono i loro sentimenti.-
- Stai dicendo che più passerà il tempo e più questo collegamento che hanno fra loro diventerà più forte?- le chiese Jess serio - Ne sei sicura?-
- Ve l'ho detto, il Ministero impedisce certi studi. Dovrei andare da quelli della Dama Nera per saperne qualcosa.-
- Non per fare l'uccello del malaugurio ma certi collegamenti incantati è meglio evitarli.- ironizzò Draco, sollevando il bracciale sinistro con una smorfia - Lo Sfregiato ne ha già a sufficienza.-
- Non credo sia la stessa cosa.- sussurrò Hermione quasi estasiata - Tu e Harry siete legati per spirito da un oggetto dannato secoli fa, mentre con Tom si tratta una sorta di legame magico ereditario...è stupefacente.-
- Perdonami ma non mi sembra la parola adatta.- sibilò Weasley lasciandosi andare di nuovo seduto in poltrona - Considerato che hai appena detto in poche parole che Tom per Harry sarebbe una specie di Voldemort in miniatura potenziato.-
- Non diciamo stronzate per favore.- li zittì Jess - Il bambino s'è trovato di fronte a suo padre e non dev'essere stato particolarmente piacevole, quindi vediamo di decidere.-
- Su cosa?-
- Su cosa dirgli.- replicò Mckay, passandosi una mano fra i capelli biondi - Se non sbaglio la vostra politica è quella di non tenerlo all'oscuro di nulla, giusto?-
- Questa però è difficile da mandare giù.- sussurrò Hermione.
- Senza contare che Harry quasi c'è rimasto secco.- ringhiò Ron con rabbia - Senza offesa ma questa situazione si sta complicando con una rapidità impressionante. Credevo che avremmo avuto più tempo per cercare Codaliscia, per cercare gli altri ingredienti...e adesso ci ritroviamo con quel maledetto serpente che quasi esce dal Velo da solo, Tom al limite di una crisi isterica e Harry ridotto così! Come la risolviamo adesso?-
- Oggi neanche s'è vista Katrina, consolati.- frecciò Tristan sarcastico.
- Perdere la calma non serve.- mugugnò Jess guardandosi alle spalle - Ecco, è arrivo Silente.-
- Andrò subito da Tom.- sussurrò Draco, piegandosi leggermente sul letto - Sfregiato...mi senti?-
- Si.- mormorò Potter a fatica.
- A lui ci penso io, va bene?-
Il moro deglutì, passandosi la lingua sulle labbra secche - Come sta?-
Malfoy scosse il capo - Non bene.-
- E' spaventato?-
Ron ridacchiò, carezzandogli la testa - Perché tu no?-
Gli strapparono un blando sorriso, poi richiuse gli occhi e parve addormentarsi almeno fino a quando non arrivò Sirius. Si era tolto il mantello buttandolo addosso a Malocchio ed entrando praticamente come una furia, tampinato da Remus che cercava di calmarlo ma invano.
Non degnò di un saluto nessuno, tantomeno i colleghi e Silente, ma il preside conosceva Black alla perfezione e sapeva bene che quando c'era di mezzo Harry, Sirius non vedeva altro che il suo figliastro.
- Ciao.- l'apostrofò il bambino sopravvissuto, aprendo leggermente le palpebre.
- Ciao.- Sirius andò a sedersi al posto di Ron, prendendogli la mano destra - Ehi, come va?-
- Uno schifo.-
Black sogghignò morbidamente - Già, lo immagino.-
Guardò la ferita del suo figliastro, dove Hermione vi aveva applicato un impacco giallognolo. Sembrava gli stesse alleviando le sofferenze, poi avrebbero provveduto a fargli guarire completamente la piaga, anche se non tutti credevano che sarebbe sparita senza lasciare traccia.
- Ogni notte...-
Sirius sollevò lo sguardo su Potter, attento e pronto a sentire qualsiasi verità.
- Continua.- lo implorò quasi.
- Ogni notte...- Harry si umettò di nuovo le labbra - Ogni notte io vado da lui.- e mentre gli occhi grigi di Sirius diventavano come metallo fuso, il bambino sopravvissuto tornò a quando tutto era cominciato - Laggiù c'è il Velo. Se messo davanti allo Specchio, può far vedere chi noi desideriamo rivedere con tutto il cuore.-
Conscio che non era facile spiegarlo, attese che il suo figliastro raccogliesse il coraggio per farlo.
Lo sentiva fremere sotto la sua mano, ad indicare che per lui era quasi impossibile spiegare cosa lo legasse a Voldemort.
- Quando...quando l'ho ucciso, a sedici anni...- sussurrò il moretto -...mi sono sentito svuotato. Lui aveva ucciso molte delle persone a cui volevo bene, credevo di aver perso anche te. Mentre lui morì da solo. Solo il fatto di avere ancora altri Mangiamorte da sistemare mi ha tenuto in piedi. Ho odiato Riddle fin da quando ho memoria di essere un mago...e quando è morto, se n'è andata anche il mio desiderio di vendetta che in quegli anni mi aveva permesso di camminare a testa alta. Quando è morto, il ho smesso di essere Harry Potter, il bambino sopravvissuto. O almeno così mi sono sentito allora. Non sapevo più chi ero. Non avevo più una strada dritta da percorrere. Ora invece, vedendolo ogni notte, mi guardo allo specchio e vedo ancora qualcuno che conosco. Solo Harry, il bambino sopravvissuto. Ma sono questo solo perché c'è lui. E più cerco di liberarmene...più lo sento vicino a me.-
Sirius, desolato, gli carezzò piano la testa, passandogli il pollice sulle tempie doloranti.
- So che non è facile. Vivi nell'attesa della vendetta...e quando la ottieni, non ti rimane altro che la polvere del tempo che hai perso.-
Harry annuì, serrando le palpebre.
- Credevo che io e Lucilla una volta finito tutto avremmo potuto voltare pagina, ma non è stato così. Lei resterà sempre la moglie di Voldemort e io quello che l'ha ucciso.- detto quello però gli sfuggì un gemito e si portò la mano agli occhi, come disperato - L'ho ucciso Sirius...Cristo ho ucciso il padre di Tom!-
Black chiuse gli occhi, sentendo finalmente le parole che aveva temuto e sperato al tempo stesso di sentirsi dire.
- Shh...vieni qui.-
Si lasciò andare il bambino sopravvissuto. Si lasciò stringere quando in vita sua poche persone avevano avuto l'accesso al suo cuore, troppo timoroso di poter perdere chi amava. Si lasciò andare a quell'abbraccio come un naufrago. Dio solo sapeva quanto ne aveva bisogno. Ora non c'era più la vendetta a tormentarlo ma il rimorso.
E forse era qualcosa di ancora più pericoloso.

I Bracciali Del Destino |Dramione|Where stories live. Discover now