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Hermione Granger alzò gli occhi sulla pendola del salone, a Lane Street.
Le cinque e mezza del 2 gennaio. E c'era stata la luna nuova.
Riabbassò lo sguardo, infilandosi la spada alla cinta con gesti lenti, quasi indifferenti.
La sua mente vagava altrove, lontana dalla resa dei conti che l'attendeva.
Ricordò Linda, ricordò la Germania, i Lestrange...la vendetta. Inutile negarlo. Voleva vendetta.
Vendetta per essere stata uccisa, vendetta per essere stata ridotta a un vegetale, a misera carne da macello.
Vendetta per il sonno perduto, per le lacrime che ogni notte versava, per il dolore causato dall'essere stata divorata viva.
Qualcuno gliel'avrebbe pagata cara.
Alzò lo sguardo al soffitto quando sentì dei passi al piano superiore.
Poteva essere benissimo Beatrix, che soffriva d'insonnia, ma sapeva bene che Blaise aveva l'abitudine di alzarsi presto per andare a Everland con le prima luci, esattamente come Ron avrebbe potuto tornare a casa da un momento all'altro dal turno di notte.
Doveva andare. Jeager l'aspettava.
Scoccò un'ultima occhiata indietro, osservando quella casa, pensando a chi vi abitava.
Poi senza più rimpianti dette le spalle alla casa e sparì via, Smaterializzandosi proprio quando i passi al secondo piano si fecero più vicini. Dalla scala scesero Harry e Draco, sbadigliando.
- Mi spieghi perché hai buttato giù dal letto anche me?- stava bofonchiando Potter - Se devi uscire a quest'ora infame potevi farlo anche senza dare il tormento al sottoscritto.-
- Dormi la notte, invece di rompere alla piccoletta.- sbuffò il biondino, andando alla macchinetta del caffè - Piuttosto, dove cavolo è finito Weasley? È stato di nuovo fuori tutta la notte?-
- Pare di si.- il moretto si lasciò cadere sul divano, esausto - Tu dov'è che vai?-
- Niente.- glissò il biondo - Una consegna per una nuova pozione che sto sperimentando.-
- Voi alchimisti siete davvero indecorosi.- Harry gli scoccò un'occhiata disgustata - Tutti erbette e polverine consegnate a strane ore della mattina. Non è che sono tutte scuse per farvi le pippe in compagnia?-
- Certo che ne spari di cazzate.- ghignò Draco, mandando giù il caffè di volata e ficcandosi il mantello - Dovrei tornare per pranzo. Se ti serve comunque sono nello Yorkshire, in un cimitero che si chiama St. Mary.-
- La faccenda è sempre più divertente.- ghignò l'ex Grifondoro - Al cimitero eh?-
- Si ci sarà dal morire dal ridere.-
- Tieni il sarcasmo inglese in gabbia.- Harry scosse il capo - Ci vediamo!-
- Ciao Sfregiato!- e sparì anche il biondo. Uscito lui, rientrò Weasley. Quella casa era diventata un porto di mare!
- Di nuovo buon giorno!- bofonchiò Potter, salutandolo mentre entrava nella cucina - Ciao Ronnino! Dov'eri?-
- A lavorare.- gli ricordò il rosso ironico - Sai, ogni tanto qualcuno di noi ci deve pur andare!-
- Ahah...e il rossetto sul collo?-
- Cosa?!- Ron divenne viola, toccandosi il collo ma quando capì che era uno scherzo fissò il suo migliore amico letteralmente furibondo, che rideva come un matto sdraiato sul divano. Così rischiava di svegliare tutta la casa e ci mancò poco che lo zittisse con la magia.
Quando si fu un po' calmato, Harry andò a versare del caffè per entrambi e Ron gli si sedette a fianco, a tavola.
Per qualche minuto nessuno disse nulla, Potter ancora troppo intontito dal poco sonno accumulato, mentre il rosso sembrava nel suo mondo...e proprio quando il moro stava per andare a vestirsi, accadde una cosa che lasciò il bambino sopravvissuto letteralmente senza parole.
Una cosa che negli anni non avrebbe più scordato. Un avvenimento che sarebbe capitato una volta sola nella vita.
- Harry, senti...mi dovresti fare un favore.-
- Hn? Cosa?-
- Ecco...- Ron si grattò per un attimo la testa, poi prese fiato come se avesse dovuto far ricorso a tutto il suo coraggio.
- Allora?- lo incalzò il moro - Che c'è? Hai messo incinta la tua ragazza?-
- No ma...ecco, dovrei chiederti una cosa importante. Posso chiederlo solo a te.-
- Va bene.- Harry lo guardò sinceramente incuriosito - Parla.-
- Dunque...vorrei che tu mi facessi da testimone. Mi sposo fra quattro mesi.-


Yorkshire, Cimitero di St. Mary.
Sei di mattina.
Hermione varcò i cancelli del grande cimitero attorniato dai boschi che era ancora buio. C'era ancora qualche stella che tardava a ritirarsi in cielo, mentre la neve per un attimo aveva smesso di cadere. Non si guardò neanche attorno, limitandosi a passare le pallide mura di quel suolo sacro dove vigilavano strane e alte statue di donne in preghiera.
Cominciò a girare fra le tombe, udendo l'irreale silenzio che aleggiava sulle lapidi coperte di bianco.
Tutto taceva, solo i corvi gracchiavano senza sosta sparsi sui tetri rami di pochi alberi spogli.
Poi finalmente lo sentì. Si, lui era lì attorno.
Attraversò un tomba su cui poggiava la statua di un angelo a mani giunte quando rischiò di cadere.
Guardò a terra. L'erba era smossa.
- Non mi dirai che è per me.- sibilò rialzando gli occhi.
Jeager Crenshaw stava seduto sulla tomba opposta, con aria vacua.
- Non penserai davvero una cosa del genere.- rispose il mezzo demone, levandosi il cappuccio dal capo - Hai visto troppi film di fantasia, Hargrave.-
- Allora non l'hai scavata per me?- richiese ironica.
- Non ho così tanto tempo da perdere.- le spiegò - C'è uscito un vampiro da lì, neanche due secondi fa. Era anche simpatico.-
- Però. Hai trovato qualcuno con cui tu riesca a parlare? Non ci credo.-
- I Non-Morti hanno un particolare senso dell'umorismo. Specialmente i vampiri impuri.-
- Non mi sembra che bazzichi dalle parti dei puri Leoninus.-
- Ho litigato con Kronos.-
- Quell'essere è troppo supponente anche per uno come te Jeager?-
- Senti chi parla di supponenza.- ghignò Crenshaw scoccandole una breve occhiata - Dì Hargrave...non te l'ho detto a Natale ma un tempo eri decisamente più guardabile.-
Hermione assottigliò gli occhi - E a chi lo devo eh?-
- Mi crederesti se ti dicessi che non sapevo che Doll potesse andarsene in giro per quelle celle?- Jeager stavolta la fissò direttamente in viso - Io volevo custodirti per qualche mese lontana da tutti. Non m'interessava una nemica sotto forma di bambola. Non colleziono simili rarità, lo sai.-
- Oh, quindi mi stai dicendo che non è stata colpa tua se sono stata divorata viva?- Hermione esibì un sorriso che lasciava presagire una furia inimmaginabile - Complimenti, te la sei studiata questa? Perché potrei ucciderti all'istante se osi soltanto provare di nuovo a sbattermi in faccia simili scuse.-
- Non sono scuse. E non te ne devo.- rispose il mezzo demone, gelido - Ma ciò che voglio io è battermi. Vederti fatta a pezzi da qualcun altro non rientra nei miei piani. Che sia stata Doll o i Lestrange. Tu sei mia.-
- Se hai finito di far prendere aria alla tua miserevole bocca possiamo anche iniziare.- scandì dura.
- Certo.- e Jeager senza una parola si levò dal collo un amuleto, che adagiò con delicatezza su una tomba.
Hermione fece lo stesso. Si tolse la Giratempo dal collo, poi il bracciale col sangue di Cameron dal polso.
- E quello?- le chiese il mezzo demone, indicando il corvo con la perla nera nella sua scollatura.
- Non ha potere.-
- Sicura?- le chiese con uno strano sorriso.
- Sicura.- replicò pungente - Ma se non ti fidi possiamo sempre batterci anche nudi.-
- Hn.- Crenshaw sogghignò divertito, guardandosi attorno per l'ultima volta - Tesoro, non ti trovassi così dannatamente odiosa e non fossi intenzionato più che mai a sentirti alitare l'ultimo fiato, penso che la cosa potrebbe essere presa in considerazione.-
- Hai anche il coraggio di fare lo spiritoso...complimenti.- ora la rabbia della strega era palpabile dal suo sguardo feroce - Dopo quello che hai fatto a Linda...-
- Chi?- Jeager alzò le sopracciglia - Ma di cosa parli?-
- Linda Fulcher.- sibilò Hermione - Non ricordi nemmeno il nome di chi hai torturato.-
- Intendi la Magonò che ha scoperto il segreto dei Lestrange? Quella che li ha beccati in Germania?- Crenshaw scosse il capo - E magari pensi anche che sia stato io a far fuori Terry Turner.-
- Perché? Non è vero? Tu lavori per i Mangiamorte.-
- Calma.- Stavolta fu il mezzo demone a scoccarle un'occhiata di puro disprezzo - Attenta a come parli mezzosangue, se non vuoi che ti tagli la gola all'istante. Non nego che sia sceso a far patti col diavolo per averti qui oggi ma se mi accusi di farmi manovrare da quegli umani bastardi ti sbagli di grosso. Non me n'è mai fregato nulla di voi umani, te l'ho già detto mille volte. Mi disgustate come mi disgusta la metà del sangue che mi scorre nelle vene. L'unico motivo per cui sto appresso ai Lestrange è per avere l'opportunità di controllarti giorno e notte.-
- E' impressionante sentirlo detto da te, sai?- ringhiò estraendo la bacchetta - Linda è stata torturata, violentata e uccisa con una tale brutalità che ancora rivedo i suoi occhi sbarrati, mentre mi muore fra le braccia!-
- Cos'è, credi che un essere umano non sappia comportarsi in maniera tanto immonda?- la rimbeccò freddo, scrutandola quasi con arroganza - Dì, ma dove vivi? Nel mondo delle favole? Sai bene cos'è capace di fare Rafeus Lestrange. Solo perché ero presente quando ti è morta fra le braccia non significa che mi sarei mai abbassato a fare una cosa simile. Non mi sporco i vestiti per le vostre beghe fra umani. Che s'impicchi il Lord Oscuro e anche il bambino sopravvissuto.-
- Quindi continui a negare?-
- Hargrave, una volta per tutte.- le sibilò con un ringhio - Osa accusami di nuovo di una cosa simile e ti ammazzo seduta stante.-
- Provaci.- gli disse roca, senza distogliere lo sguardo - Perché tu potrai non averla massacrata, ma sei comunque con loro. Ignoro dove tu sia stato tutto questo tempo, non m'importa cosa stiate cercando di fare. Non oggi.-
- Bene.- Jeager ghignò, estraendo la bacchetta a sua volta - Libera la mente. Pensa solo a noi.-
- Tranquillo. Non dovrò sforzarmi troppo.-
- Pronta?- sibilò radioso, mettendosi in posizione.
- Non sai quanto.- rise e un attimo dopo scoppiò l'inferno.
Jeager Crenshaw se l'aspettava. Sapeva che sarebbe stata fantastica come stava per dimostrargli.
In fondo se Caesar Cameron la teneva con sé, doveva aver visto qualcosa in lei che andava al di là dei miseri poteri degli umani. Cosa fosse però quel potere che si annidava in lei, lui non lo sapeva. Ma era comunque deciso a scoprirlo.
- Misterium Ignis!- urlò, scagliandole addosso la più potente quantità di fiamme che mago avesse mai potuto concepire e la loro sfida ebbe inizio. Una sfida a colpi di magia, astuzia, forza.
Hermione sogghignò appena fra le fiamme, sussurrando un semplice "Protego" che trattenne il calore e l'incandescenza di quella massa informe e viva di fuoco che l'avrebbe bruciata fino alle ossa, se solo fosse arrivata a sfiorarla.
Mantenne lo scudo, continuando a scrutare attenta l'avversario.
- Ti va di giocare?-
- Mi devo sgranchire le ossa.- rispose con un ghigno diabolico - Se mi metto subito sul serio con te mi divertirò troppo poco, dolcezza! Impedimenta!- e un'altra onda magica si abbatté quella Grifoncina che si Smaterializzò via, apparendogli dietro alla schiena. Jeager l'aveva previsto. Con gli anni anche Hermione aveva imparato ad attaccarlo alle spalle e per quanto a una con un simile orgoglio dovesse dar parecchio fastidio una simile mossa, aveva potuto leggerle negli occhi dorati una rabbia e un odio molto radicati. Questo gli faceva pensare che non l'avrebbe spuntata facilmente e che si sarebbe giocata il tutto per tutto.
E lui non chiedeva di meglio.
Parò con un pugnale la lama della spada di Hermione a pochi centimetri dalla sua gola, sempre più esaltato.
- Non ci vai tanto per il sottile, eh?-
- Se questo ti sembra tanto rimarrai deluso, Crenshaw.-
- Credi?- sibilò, cominciando a spingere indietro la spada della sua nemica - Sarai forte con la magia...ma non sperare di battermi col tuo stecchino!- e con un rapido fendente riuscì praticamente a disarmarla. Hermione, imprecando, scattò indietro gettando rapidamente un'occhiata alla sua spada. Era caduta lontana.
- Diffindo!-
La strega si gettò dietro una tomba, mentre tutto esplodeva. Venne investita da una nuvole di calcare e polvere, immersa nella neve gelida con il dente avvelenato. Accidenti! Accidenti agli uomini e ai loro muscoli!
- Prova a mangiare di più mezzosangue.- la raggiunse la voce ironica del mezzo demone.
- Pensa agli affari tuoi!- ringhiò rimettendosi in piedi e scagliandogli contro un'Impedimenta che purtroppo andò a vuoto, visto che le si Smaterializzò accanto - E finiscila di chiacchierare, non siamo qua per questo!-
- Hai ragione.- le rinfacciò - Siamo qua perché tu ti rimetta in sesto la tua misera coscienza da mortale, giusto?-
- E con questo che diavolo intendi?-
- Intendo che Linda Fulcher era debole.- Jeager assottigliò gli occhi verde acqua, fissandola duramente - Era una Magonò e tu lo sapevi bene. Sapevi che non avrebbe dovuto immischiarsi negli affari dei Lestrange ma non hai fatto nulla per trattenerla. E non stare a guardarmi in quel modo, non fare la principessa oltraggiata! Farmi passare per un assassino e uno stupratore è la più abominevole stronzata che ti sia mai uscita di bocca.-
- Ah già.- ringhiò colpita sul vivo, indietreggiando - Parlo con quello dall'immacolata reputazione!-
- Senti Hargrave...i forti vivono, i deboli muoiono!- le disse Crenshaw levando di nuovo la bacchetta - Non stare a darmi il tormento per una Magonò che ha visto e parlato troppo. Se fosse stata furba sarebbe scappata dall'altra parte del mondo!-
- Certo, mentre gli altri restavano a morire.- Hermione scosse il capo - Demoni.- sibilò gelida.
- Umani!- sindacò Jeager con altrettanta pacata e pigra condiscendenza - Voi avete l'anima, siete sensibili, avete sentimenti...provate amore, compassione, pietà...- ora la scrutava con serio disprezzo, come se la vedesse per la prima volta - Non farmi ridere! Il tuo amico Lestrange ha dimostrato la sua pietà quando ha violentato quella stupida ragazzina! Per farla parlare l'ha fatta urlare così tanto che è morta senza voce! È questa la vostra pietà esseri umani? Complimenti, perfino un cane dimostra di averne più di voi!-
La strega arrossì di rabbia e frustrazione, colpita da quelle parole.
Perché si faceva fare la predica da lui? Da un demone?
- Sai una cosa?- aggiunse, pronto ad attaccarla di nuovo - Perfino Caesar ha mostrato più umanità, in tutti i suoi novecento anni e non sai il sangue che ha versato. Si, è più umano...ammesso che questo aggettivo valga qualcosa.-
- Chi sei tu per parlare così eh?- si ribellò esasperata - Tu che scendi a patti coi carnefici per avermi!-
- Ciò che fanno gli altri non mi riguarda.- le disse freddo come la pietra - Io voglio solo te.-
- Ti ho battuto una volta Jeager.- alitò.
- Non lo rifarai.- rispose a bassa voce - Te lo posso giurare.-
In quel momento sorse il primo spicchio di sole. S'irradiò lento all'orizzonte, muovendosi da est come una macchia aranciata che invadeva lo Yorkshire, leggero ed etereo.
- Bombarda!-
Hermione vide la magia schizzare fuori dalla bacchetta del mezzo demone e schiantarsi alla sua sinistra.
Una tomba saltò letteralmente per aria, rischiando di ferirla gravemente ma rotolò via, mentre l'attaccò di Crenshaw ricominciava senza sosta. Colpo dopo colpo, magia dopo magia, nel cimitero cominciò ad aleggiare l'ululato del vento.
I fantasmi uscivano assonnati dai loro anfratti, andando ad osservare chi disturbava la loro quiete.
I corvi volavano su di loro, gioendo della novità.
- Crucio!-
Hermione emise un lamento, colpita di striscio al braccio sinistro. Si riprese subito, spendendo il mezzo demone contro una tomba, facendogli sbattere con forza la testa e la schiena. Fosse stato totalmente umano non si sarebbe più rialzato ma Jeager si rimise subito in piedi, pulendosi un rivolo di sangue nero dalla bocca.
- Accidenti a te.- ringhiò serio - Non vuoi proprio deciderti a morire eh?-
- Ho una cosa da fare prima di crepare.-
- E sarebbe?- le chiese interessato.
- L'ultima fiammata.-
Jeager alzò le sopracciglia, inclinando appena il capo.
- Ora mi spaventi, sai?- sogghignò, grattandosi la testa - Parli come una che ha dato tutto.-
- Altra frase strana detta da uno che vuole uccidermi.-
- Si ma ti conosco. Hai più assi nella manica di quanto sembra.-
- Grazie del complimento.-
- Non lo era. Semplice constatazione.- ghignò - Il capo non ti lascerà morire.-
- Per capo intendi Caesar? Mi spieghi cosa ti ha portato da lui?-
- La voglia di allontanarmi da voi schifosi umani.-
- Ricominci eh?- Hermione si tolse i calcinacci dalle spalle, sentendo ancora una dolorosa fitta al braccio - Sai una cosa? Non sopporto chi scarica la sua insoddisfazione addosso agli altri.-
- Secondo te il mio odio verso gli umani è insoddisfazione?- la prese in giro - Hai le idee confuse mezzosangue.-
- Non vorresti essere un demone vero? Ecco perché sei insoddisfatto. Sei nato da una donna mortale e quindi ora, odiando e uccidendo umani, ti prendi la tua vendetta a distanza di cent'anni.-
- Per favore, lascia fuori Freud da questa storia.- rispose serafico, con una smorfia.
- Cos'è, ti brucia?-
- L'unica cosa che mi brucia è non averti ancora tagliato quella lingua velenosa.- sibilò senza preavviso e, anche se evidentemente nervoso, ricominciò ad attaccare con molta più forza. Scagliò una tale quantità d'incantesimi distruttivi che presto Hermione si ritrovò senza fiato per lo sforzo di scappare. Dannazione...aveva ragione Jeager e aveva ragione anche Caesar. Le gambe le cedevano! Era stanca fisicamente!
- Fiato lungo amore?- le sussurrò una voce alle spalle e allora sgranò gli occhi dorati.
In un lampo si ritrovò schiacciata sull'ennesima tomba in rovina, con Jeager addosso con le mani al collo.
In tre giorni quello era il secondo uomo che cercava di strozzarla. Che fosse destino?
- Andiamo...- rise allora, stupendolo - Non farmi combattere come una ragazzina Jeager!- e un attimo dopo il mezzo demone cacciò uno strillo, prendendosi un calcio nel basso ventre e tutte e cinque le affilate unghie della Grifoncina nel polso. Si staccò immediatamente, dolorante.
- Maledetta.- ringhiò, senza fiato.
- Dai.- ghignò lei riprendendosi la bacchetta - Non è un danno permanente. Scusami con la tua ragazza eh?-
- E fa silenzio!- la zittì furente, leccandosi le cinque ferite sul polso - C'è gente in giro.-
La strega non si volse subito, limitandosi a rizzare le orecchie.
Si, c'era qualcuno. Ora lo sentiva anche lei.
- E metti giù quel pugnale!- ordinò seccata rivolta al mezzo demone - Potrebbe essere una vecchietta!-
- E sai a me che cazzo me ne frega.-
- Insomma sta zitto!-
Jeager sbuffò, arricciando il naso. Dunque a naso poteva dire che c'erano due tizi. Uno vivo, uno morto.
Uno era sicuramente un umano, anche se un mago, l'altro un Non-Morto, forse un membro del clan Lasombra.
Hermione tornò a guardare fra le varie tombe, nelle poche rimaste in piedi almeno, fino a quando non notò dei movimenti sotto alcuni salici spogli, accanto all'ingresso.
C'erano due tizi. Uno avvolto in un pesante mantello nero, un altro invece aveva la pelle chiarissima, come quella degli albini, coi gli occhi rossi, glabro, mingherlino, con soffici capelli sul capo simili all'oro. Un Lasombra.
Quando però vide cosa il demone stava passando all'altro, si sentì male.
Un boccetta contenente della polvere lucente, vorticante. Salvia Splendens.
- Draco.-
- Ehi un attimo...- e quando si volse verso Jeager era tardi - Ma quello è...quell'Auror!-
- No, fermo aspetta un momento!-
- Ti sei portata dietro qualcuno eh?- ringhiò Crenshaw furente - Dannazione Hargrave!-
- Stupido, perché avrei dovuto portarmi dietro qualcuno?! Jeager diavolo, metti giù quella bacchetta! No!- ma fu troppo lenta. Il mezzo demone aveva già scagliato un fortissimo incantesimo d'attacco su quei due che anche volendo non avrebbero potuto prevederlo. Hermione cacciò un grido, cercando di pararlo ergendo una barriera davanti a quei due come meglio poteva ma ci fu lo stesso un'immane esplosione.
Neve, terra, erba, le stesse mura di cinta esplosero, poi una nuvola di brillanti della Salvia Splendens si sollevò in cielo.
Quando la nebbia leggera della neve si fu diradata, tutto ciò che restava era un cratere nerastro.
Jeager sogghignò vacuamente, un po' in apprensione. Non avrebbe dovuto fare a pezzettini anche il Lasombra. Ammesso che fosse morto davvero e non si fosse nascosto nell'ombra di qualche tomba o statua.
Si volse allora verso la Grifoncina, inflessibile - Non fare quella faccia.-
- Cosa centravano quei due?- sbraitò rabbiosa - Cosa centravano?! Quando mai mi abbasserei a farmi aiutare in un duello eh?-
- E già. Orgoglio fin sopra i capelli, eh mezzosangue?- sibilò una voce alle loro spalle e Crenshaw imprecò, avvertendo la punta di una bacchetta o di un coltello in mezzo alla schiena, all'altezza del cuore.
Draco Lucius Malfoy gli si era Smaterializzato alle spalle, col cappuccio calato dal viso e la sua vecchia e gelida espressione rivolta alla strega, che oltre alla vergogna ora provava anche la sua buona dose di rimorso.
- Allora?- Draco la fissava astioso, quasi nemico - Che diavolo ci fai qua?-
- Che ci fai tu qua!- sbottò Jeager intromettendosi ma rimediò solo un coltello alla gola e tacque, imbronciato.
- E così...- Malfoy tornò a girarsi verso Hermione, attendendo una risposta - ...niente segreti eh?-
- Se te l'avessi detto mi avresti impedito di venire.- fu la semplice spiegazione della strega.
- Ma davvero?- Draco ora vibrava sempre più incontrollabile - Dannazione Granger, questa volta te la faccio pagare davvero!-
- Ehi, aspetta un attimo! Questi non sono affari tuoi!- replicò altrettanto irritata.
- Spiacente, i patti non erano questi.- le disse allora, mollando il mezzo demone.
- Non sono una ragazzina, Draco.- Hermione a quel tono che le aveva usato si era sentita male, ben sapendo che aveva bisogno di lui per la Salvia Splendens, ma come sempre il suo orgoglio le impediva di chinare il capo - Non puoi dirmi cosa devo o non devo fare. Non puoi ricattarmi con quel patto, né mettermi in croce perché ho fatto quello che dovevo.-
- A no?- la sfidò con gli occhi incendiati - Vuoi mettermi alla prova?-
Jeager si spostò dall'aria di tiro di quei due, tanto per essere sicuri, e cominciò a ripulirsi i vestiti con la terribile voglia di fare lo scalpo a quel dannato serpente strisciante che gli era arrivato alle spalle senza che nemmeno se ne accorgesse e che gli aveva rovinato il duello. Accidenti a lui!
Da come si stavano mettendo le cose comunque dubitava che avrebbe finito quel giorno con la mezzosangue.
E poi non gli andava di essere stato interrotto, tantomeno di combattere con lei nello stato in cui si trovava. Incurante dei loro litigi guardò a terra...e l'odore della Salvia gli arrivò al fine odorato.
Salvia Splendens. Però...
Scosse il capo, facendosi riapparire in mano il suo amuleto precedentemente lasciato sulla tomba da cui si era scatenata la loro sfida. Prese anche il bracciale e la Giratempo di Hermione, ributtandoglieli ai piedi, nella neve fresca.
- Io me ne vado.- sentenziò, quando la ragazza gli concesse un minimo di attenzione.
- Cosa?!- sbraitò la strega sconvolta - Non ci pensare neanche!-
- Non darmi ordini.- le disse serafico, scoccando un'occhiata a Draco - Hai altro da fare vedo.-
- Ehi, non scherziamo!- urlò Hermione assordandolo - Tu non te ne vai da nessuna parte Crenshaw!-
- Non sto qua a vederti baccagliare, ne faccio volentieri a meno!- sentenziò cominciando a sclerare - Cosa vuoi fare ormai? Con questo qua fra i piedi non possiamo concludere un bel niente! Avvisami quando non avrai più il padrone fra i piedi!-
- Maledizione Crenshaw!- urlò la strega, muovendo una statua di parecchi chili verso di lui con la telecinesi, quasi prendendolo in pieno - Attento a come parli! Ci rivediamo qua fra un mese esatto!-
- Un corno!- s'intromise Draco - Questa storia deve finire!-
- Ehi bello, fatti un po' i cazzi tuoi eh?- lo rimbeccò Jeager.
- Ma va un po' affanculo!- gli rispose Malfoy con altrettanta finezza, sorridendogli melenso.
Il mezzo demone assottigliò gli occhi chiari, pronto a ritirare fuori la bacchetta quando altri passi raggiunsero il suo finissimo udito. Qualcuno stava varcando i cancelli...e sotto vento gli arrivò un profumo femminile inconfondibile.
- Rose di York.- sibilò sogghignando - Gente, vi consiglio di farvi un giro.-
- Perché?- sbottò Hermione esasperata.
- Arrivano i Lestrange.-
- Cosa?! E dicevi a me che mi ero portata dietro gli aiuti?-
- Accidenti ma la smetti di starnazzare?- rognò il mezzo demone - Io non li ho chiamati. Sarà stata quella maledetta di Katrina, deve avermi spiato. Merda!- aggiunse con un ringhio - Bene, Hargrave chi s'è visto s'è visto.-
- Accidenti a te, mi hai fatto solo perdere tempo!- sentenziò la ragazza.
- Idem.- replicò Crenshaw soave, rimettendosi il mantello - Appena mi libero ti mando un messaggio.-
Draco era sconvolto da una tale e impressionante faccia tosta. Quel mezzo demone era il re degli arroganti!
Perfino lui si sarebbe chinato umilmente davanti a tanta supponenza!
- Ti saluto!- disse ancora il loro demoniaco amico e sparì immediatamente dopo, proprio quando una decina di Mangiamorte incappucciati apparvero a una trentina di metri da loro, proprio all'ingresso dell'area tombale, dove c'erano le grandi statue di sante in preghiera.
- Una volta a casa io e te facciamo i conti.- le sibilò Draco all'orecchio.
- Non è il momento per rompere Malfoy!-
- E' il momento buono invece!- sentenziò stringendo la bacchetta - Avanti, torniamo a casa!-
- Ok...- alitò rabbiosa, restia ad andarsene senza cercare almeno di sfoltire le file di quei bastardi ma quando cercarono di Smaterializzarsi, non ci riuscirono. Si guardarono stupiti, mentre i Mangiamorte si separavano per correre a cercarli.
- Ma che diavolo...- Draco alzò le mani, sentendosi stranamente...diverso.
- Oh no!- Hermione quella sensazione l'aveva già provata mesi prima. Spossatezza, un sentore di diversità. Niente poteri. Uno degli incantesimo di controllo del potere degli Auror di Lumia Lancaster!
Si era irradiato sopra le loro teste, proprio prima dell'arrivo dei Mangiamorte! Katrina li aveva incastrati!
Spiando Jeager aveva saputo della sua presenza e così speravano di ucciderla.
- Siamo senza poteri!- alitò sbiancando, facendo impallidire anche Malfoy.
- Mi stai dicendo che mi hanno trasformato in un inutile babbano?- Draco era talmente sgomento che fatica a tenersi in piedi - E quanto dura l'effetto??-
- Da...tre a quarantotto ore.- sussurrò.
- COSA????- ululò e lei fece appena in tempo a tappargli la bocca, che i videro almeno cinque Mangiamorte puntare nella loro direzione. Fu allora che dovettero correre e anche velocemente. Senza poteri, solo armati di spada, non potevano fare niente. Non potevano neanche prendere le loro sembianze animali, erano totalmente indifesi!
Inoltre solo Hermione era vestita di panna, mentre Draco era più nero di un corvo...pochi minuti e li avrebbero trovati. Nascondendosi fra le tombe vennero presi in pieno da un paio d'incantesimi, dovettero rovesciarsi nelle neve e strisciare nel freddo, fino a raggiungere nell'ala est le tombe famigliari.
Sentivano le loro voci che si avvicinavano, cominciando seriamente ad avere paura.
- Lì dentro.- le sussurrò Draco, prendendola per mano e trascinandola nel vialetto fra un tempietto e l'altro. Si appiattirono contro le mura, guardandosi attorno. Le recinzioni non erano lontane. A testa bassa avrebbero potuto raggiungerle...ma c'era solo un cancelletto, non avrebbero potuto scavalcarlo. Era troppo alto!
- Cazzo.- Malfoy era sempre più furente - Se ne usciamo vivi giuro che te la faccio pagare cara.-
- Non dare la colpa a me. Anche tu eri qui per i fatti tuoi!-
- Per i fatti tuoi, semmai.- le ricordò gelido - Hai idea di quanto costasse quell'ampolla?-
- Dei soldi me ne sbatto. A me serve per dormire!- ringhiò stizzosa - Come faceva ad avercela un Lasombra eh?-
- E lascia perd...mpf!-
Hermione sgranò gli occhi dorati e fece per gridare, quando la stessa mano apparsa dal nulla che aveva preso Malfoy per la gola e l'aveva trascinato letteralmente dentro al muro, afferrò anche lei per la vita, quasi Smolecolarizzandola.
Quando i Mangiamorte arrivarono, videro solo il viottolo coperto dall'ombra dei due tetti sporgenti delle tombe famigliari.
- Ma dove diavolo sono?- sibilò Albert Alderton, furibondo, padre dei due torturatori a Hogwarts.
- Sono qui attorno, credimi.- lo raggiunse la voce pacata di Rafeus Lestrange - Cercate ancora.-
- Ti vedo tranquillo fratello.- sussurrò Vanessa, apparendogli a fianco, abbigliata nel solito tripudio di ricche vesti - Credi che Katrina abbia ragione? Jeager non è uno facile da imbrogliare.-
- Infatti io non ero d'accordo a venire qua.- le rinfacciò il giovane mago, stizzito - Se perdiamo lui perdiamo anche tutte le nostre tracce su Minus.-
- Intanto sappiamo che è tornato.- replicò la strega, dandogli la schiena per tornare all'ingresso - L'importa è che sia in Gran Bretagna ma questo ormai è territorio nostro. In qualunque buco si sia rintanato con quelle ossa, io lo troverò.-
- E adesso dove vai?- le chiese Rafeus, scettico.
- Dalle statue delle sante.- rispose Vanessa con un sogghigno perfido - Ho voglia di farle ballare.-
- Sei tremenda sorellina.- ghignò Lestrange - Noi continuiamo.-
Le ricerche ripresero frenetiche, il cimitero era battuto con magia e spada, i Mangiamorte erano ovunque.
Ma avevano dimenticato di guardare meglio. In un luogo dove non avrebbero mai potuto trovarli.
Nel viottolo dov'erano sparati i due Auror, all'improvviso l'ombra dei tetti si mosse sinuosa verso la parete. Scivolò in ogni angolo buio non toccato dal sole dove le ombre si stagliavano lievi al debole sole del mattino.
L'ombra continuò a serpeggiare silenziosa, fino a raggiungere le mura di cinta non vista da nessuno.
Lì, la piccola porta di ferro alta e acuminata venne sorpassata con velocità. L'ombra si fermò ai margini del bosco di sempreverdi, ai piedi di un pino.
Hermione e Draco rispuntarono fuori dall'ombra dell'albero, sconvolti e storditi.
- Oddio...- la Grifoncina vedeva tutto il mondo di mille colori - Oddio...ma cosa...-
- Porca miseria!- sbottò invece Malfoy, che aveva ancora il mal di testa a causa dell'incantesimo che gli aveva fatto la Granger per liberarlo dal giogo di Katrina - Dannati Lasombra! Ehi tu! Vieni fuori!-
Il Lasombra di prima, che aveva portato l'ampolla con la Salvia a Draco, venne timidamente fuori dal suo nascondiglio. Era questo il potere di quei demoni. Erano abbastanza pacifici e molto schivi, pallidi e albini, delicati e poco inclini alla lotta che sapevano diventare impalpabili come ombre, per fuggire o per sviare i nemici.
- E' stato lui?- alitò Hermione, seduta a terra distrutta.
Il Lasombra annuì, sempre più imbarazzato - Si, sono stato io miss. Io sono Emilio.-
- Emilio?- dissero Draco ed Hermione in sincrono, un po' allibiti.
- A me avevi detto di chiamarti Spartaco!- rognò il biondo Auror - Vatti a fidare dei demoni!-
- Bhè, ci ha salvato.- abbozzò Hermione sorridendo - Grazie mille.-
- Di niente miss.- arrossì il demone - Mi spiace solo che la preziosa Salvia sia perduta ormai.-
- A chi lo dici.- borbottò la strega disperata.
- Era per la signorina?- chiese il Lasombra assumendo un'espressione triste - Mi dispiace per lei miss.-
- Oh...non fa niente.- disse la Grifoncina flebilmente - Aspetterò la prossima raccolta.-
- Veramente io ne avrei ancora.- le disse Emilio - Ma ve ne parlerò dopo, quando sarete salvi.-
- Ehi un attimo!- rognò Draco - Emilio, Spartaco, Attila o come ti chiami! Perché ci aiuti?-
- Voi siete amici di Harry Potter, giusto?-
Ma ce l'aveva scritto in faccia?, pensò Malfoy con stizza. Per la miseria, il mondo era pieno di Bambino Sopravvissuto's Boys!
- Ascoltatemi!- disse il Lasombra abbassando la voce - Seguite la foresta per tutto il pomeriggio. Ci vorrà molto ma entro il tramonto finirete in una radura che dà su una strada di campagna. Lì c'è un rifugio magico che solo i Lasombra possono vedere. Ho già avvisato i miei confratelli, con loro sarete al sicuro.-
Ficcarsi in un covo di demoni senza poteri?
Dallo sguardo dei due Auror Emilio capiva che stavano per ridergli in faccia ma non avevano tempo, perciò li pregò di fare come aveva detto e li spinse all'interno della boscaglia - Muovetevi!- aggiunse roco - E fate come vi ho detto. I miei confratelli vi aspetteranno. Loro sono dalla parte di Harry Potter, credetemi!-
- A questo punto che altro fare?- sibilò Draco - Dai, andiamo via mezzosangue!-
- Si.- annuì la strega, lasciandosi prendere per mano - Attento Emilio!-
- State tranquilli e non vi fermate!-
Le fronde erano altissime, il sole quasi non filtrava e quella foresta pullulava di strani rumori. Certamente erano tanto abituati ad essere maghi che l'idea di essere poteri atterriva parecchio entrambi.
Inoltre Hermione sentiva che qualcosa stava per accadere...e ne ebbe la prova quando il sangue di Caesar nel suo bracciale si fece caldo, cominciando a ribollire. Fermò Draco appena in tempo, perché alzarono gli occhi al sinistro scricchiolio che si era propagata nella foresta...e un pino enorme franò.
Cacciando un grido, Hermione fece appena in tempo a rotolare via, mentre Draco cadde dalla parte opposta. Salvi.
Almeno per il momento.
Perché Vanessa Lestrange, nell'entrata del Cimitero St. May stava ballando al braccia larghe, girando su se stessa come una bambina. E rideva, rideva usando la sua magia oscura. Mentre ballava, afferrava le statue delle sante e le buttava a terra, una dopo l'altra, mandandole in pezzi, proprio come ora gli alberi nel bosco cadeva al suolo, senza apparente motivo. Ma era lei, era Vanessa.
Continuarono a scappare da un punto all'altro, non sapendo mai quale albero sarebbe caduto e troppo stanchi, vennero più volte investiti dai rami staccati, schiacciati a terra nell'erba e nelle foglie morte.
All'ultimo attacco rimasero entrambi schiacciati, ancora vivi e coscienti, proprio sotto il fogliame.
- Pesi.- bofonchiò Hermione, schiacciata anche dal peso del biondo.
- O me o il pino.- rognò il biondo, sentendo i rami graffiargli la schiena - Cerca di liberarti se ci riesci.-
- Ti sei fatto male.- alitò lei, guardandolo in faccia - Sei pallido.-
- Sono pallido perché ho freddo, sono stanco e ho fame. E anche perché mi trovo sempre in queste imbarazzanti situazioni con te posizione indecente, quindi prima che faccia qualcosa d'irreparabile ti consiglio di levarti da lì sotto...- rognò, aggiungendo dopo vagamente imbarazzato -...e facendo piano, se possibile.-
- Ti sei ferito davvero allora!-
- Oh, amore.- le disse con gli occhi fiammeggianti - Non stare a preoccuparti per me. Pensa a quello che ti farò una volta chiusi nel covo dei Lasombra! Avanti, esci da lì!-


Mentre Malfoy e la bella Granger litigavano seppelliti sotto i pieni nel freddo Yorkshire e si passavano il pomeriggio a scarpinare nei boschi inseguiti da faine e lupi, a Londra Harry Potter stava sentendo gli ordini assegnati quel giorno per la perlustrazione, anche se con la testa era un po' altrove.
La voce di Duncan gli arrivava lontana se pensava che Ron gli aveva chiesto di fargli la testimone di nozze!
Si sposava! Si sposava! Il suo migliore amico stava per mettersi la fede al dito!
- ...qualcuno deve anche andare nello Yorkshire, al cimitero St. Mary.- sbraitò Gillespie risvegliandolo - Venti dannati Mangiamorte hanno ucciso il custode e stanno facendo a pezzi le tombe.-
Yorkshire? Cimitero? Mangiamorte?
- Merda.- alitò a bassa voce, ma non tanto bassa perché Duncan non l'avesse sentito. Infatti si zittì immediatamente, puntandogli addosso i due fanali che aveva al posto degli occhi.
- Cos'hai detto Potter?-
- Eh?- Harry deglutì, mentre Edward al suo fianco faceva palloni con la gomma da masticare. E adesso?
- Ecco...- abbozzò - Ho detto...che stronzi, perfino a dissacrare tombe...- e tutta la squadra rise come una matta, visto quanto fosse palese il suo maldestro tentativo di glissare.
Duncan lo fissò scettico, alzando le sopracciglia - Potter...non è che ne sai qualcosa per caso?-
- Chi io? E perché mai?- fece angelico, schizzando in piedi e prendendo Dalton per il cappuccio della costosa giubba - Adesso scusaci tanto ma Ed e io andiamo con May a St. Paul. Eliminiamo i Poltergeist e torniamo subito, ok? Ciao!!- e senza dare il tempo a nessuno di aggiungere altro evaporò letteralmente, lasciando il capo degli Auror sull'orlo della solita crisi di nervi.


Al tramonto, Draco Malfoy ed Hermione Granger uscivano dal bosco tutti sporchi in piena radura che dava sulle compagne e sulle meravigliose colline dello Yorkshire. Il sole calante era uno spettacolo meraviglioso ma per due conciati nel loro stato non era altro che un possibile uovo fritto da mangiare.
Hermione era sulle spalle dell'ex principe di Serpeverde, stanca morta, pallida e piena di foglie nei capelli. Draco quasi non si sentiva più le gambe ma finalmente videro un gruppo di Lasombra che risalivano il pendio.
- Dio grazie! Grazie! Lo sapevo che mi amavi...- alitò il biondino, lasciandosi andare all'indietro e inspirando forte.
La Grifoncina lo raggiunse sdraiandosi di fianco ed emise un gemito, devastata nella mente e nel fisico - Ehi...ehi Draco...vorranno essere pagati...-
- Cosa?- chiese Malfoy, alzando appena la testa - Che crepino.-
- Lo sai come sono...ai Lasombra piace l'oro.- sussurrò, ansante.
- Ok.- Draco era talmente distrutto che si levò l'orologio dal polso, dandolo alla ragazza - Dagli questo. Se non gli sta bene digli che paghi in natura.-
- Cosa?- Hermione si mise faticosamente a sedere - Ohhh...ma si, chissene frega...-
Ma finalmente dopo un'intera giornata passata nel folto del bosco, al freddo e alla neve, inseguiti da animali feroci e alla fame, vennero finalmente condotti in un posto sicuro.
Il covo dei Lasombra della Yorkshire. E lì avrebbero passato la notte.
Hermione cominciava a chiedersi come avrebbe fatto a stare con lui fuori per tanto tempo.
Si, stavolta non avrebbe chiuso occhi...ma non per gli incubi.
Per colpa di Draco.


I Bracciali Del Destino |Dramione|Onde histórias criam vida. Descubra agora