48

1.7K 66 21
                                    

12 aprile, campagna del Norfolk, Sheringham.
La chiesetta di pietra bianca dalle piccole colonne aggraziate era invasa da un delicato profumo di fiori mentre il lieve brusio provocato dagli invitati rivaleggiava col tubare delle colombe, pronte al volo alla fine della cerimonia.
Edward Dalton, nascosto nell'ala dello sposo, spiò fuori dalla tenda del divisorio e vide che tutti, specialmente l'intera e ampia famiglia Weasley, erano molto eccitati.
I famigliari dello sposo erano chiassosi e felici, quasi tutti sorridenti e contenti di ritrovarsi visto che dato il numero non sempre potevano riunirsi tutti insieme. Percy Weasley se ne andava in giro tronfio del suo nuovo lavoro, un posto molto in alto accanto a quell'anima buona di Orloff, mentre Bill e Charlie lo prendevano in giro aiutati dai fidi gemelli, troppo presi dal rallegrare quella riunione per ricordarsi della promessa fatta a Molly Weasley, ovvero quella di non far scherzi di nessuna sorta.
Era impressionante come un giorno di gioia potesse aver cancellato gli ultimi avvenimenti. La rappacificazione fra Harry e Tom, il padre di Draco che ora viveva sotto stretto controllo dell'Ordine a Grimmauld Place dove ogni giorno si prendeva per il collo con Sirius, le novità su Minus, il rituale che avrebbero dovuto compiere da lì a poco, Nyssa...
E ora quel matrimonio. Un giorno di sorrisi dopo tanti di guerra.
- Però...- fece Edward, tornando dentro alla stanza - Ragazzi oggi ci sarà da ridere.-
Harry Potter e Draco Malfoy gli scoccarono un'occhiataccia, troppo intenti a sistemarsi la cravatta con una mano sola, visto che dopo un battibecco si erano ritrovati incollati già di prima mattina.
Erano le dieci e mezza. Mezz'ora e sarebbe iniziato il matrimonio.
- Odio le cravatte!- sbottò il bambino sopravvissuto con stizza.
Le mani gli tremavano ed era visibilmente ansioso. Sembrava quasi che dovesse sposarsi lui.
Ginny Weasley entrò in quel momento, carinissima nel suo abito rosa da damigella d'onore.
- Ragazzi come va? Siete pronti?-
- Ti sembrano pronti?- ghignò Edward, l'unico che era stato in grado di vestirsi da solo.
- Harry ti senti bene?- sorrise la perfida sorellina di Ron - Guarda che devi solo fare da testimone!-
- A proposito.- Blaise Zabini stava seduto in poltrona, elegantissimo e con gli occhi lucidi di ironia - Le hai prese le fedi, vero?-
Potter si bloccò di colpo, sbiancando.
- Hai dimenticato le fedi a Londra??- ululò Malfoy sconvolto.
- TOM!- Harry si precipitò nella sacrestia, pallido e cianotico - Tom le fedi! Dimmi che lei hai tu!-
Il piccolo Riddle alzò appena lo sguardo blu dal libro che stava leggendo comodamente seduto su una panchetta di legno con Beatrix, tutta agghindata a festa. Sorrise, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni le fedi degli sposi.
- Oddio grazie!- il bambino sopravvissuto le prese, cacciandosele nella tasca interna della giaccia poi trascinò anche il bimbo davanti allo specchio. Dovevano mettere la cravatta anche a lui ma nessuno lì sembrava sapersela annodare come Dio comandava.
Edward e Blaise ebbero un bel daffare per sistemarli.
- Io non so...grandi e grossi come siete non sapete farsi un semplice nodo! Mettetevi un papillon no?- fece Ginny.
- Neanche morto, mi fa sembrare un vecchio professore.- sbuffò Harry.
- Te li metterai a posto quei capelli vero?- gli chiese di nuovo la strega.
- Perché?- Potter assunse un'espressione allucinata - Ci ho perso tre ore prima!-
- Niente, lasciamo perdere.- sospirò la ragazza - Adesso me ne torno da Pansy con le altre damigelle. Vedete di non perdere niente, ok? E mettetevi a posto quelle cravatte, dovrebbe esserci un incantesimo apposta!-
- Ehi, un attimo! La cucina di Pansy dove sta?- le chiese Blaise.
- Intendi la prima testimone?- Ginny alzò le spalle - Credo col prete a bere.-
- La mezzosangue?- chiese Malfoy.
- E' andata fuori mentre vi sistemavate la cravatta.- rispose Tom sorridendo, stringendosi il nodo da solo - Trix non sta tanto bene in chiesa. Le croci le fanno mancare l'aria.-
- Quando serve non c'è mai!- sibilò il biondo incazzoso, trafficando come un dannato con quella cravatta di seta - Blaise! Insomma aiutami cazzo!-
- Piano che sei in chiesa.- frecciò Edward tranquillo, accendendosi una sigaretta.
- Oddio...mi servono Fred e George!- sbottò Harry - Ma perché mi sono fatto incastrare!? Io non le sopporto le cerimonie religiose! Questa meno che mai...mi sta venendo l'orticaria!-
- Anche a Beatrix, ma lei è mezza vampira.- ironizzò Draco sarcastico.
- Piuttosto voi due.- li zittì Blaise - Vedete di non far guai durante la cerimonia, è Ron a doversi sposare. Non voi due.-
- Non me lo ricordare.- Harry si mise la giacca di volata, per andare a parlare col prete - Ah...le promesse! Dove sono?-
- Le ha Hermione.- Edward dette un altro pigro tiro - Se non ti calmi non arriverai alla fine della giornata.-
- E come faccio a calmarmi?- rognò il moro andando alla tenda - Lontano da Hogwarts non mi sento sicuro.-
Una volta in mezzo alle navate della chiesa, venne investito da una marea di parenti di Ron. Era impressionante ma il grande clan dei Weasley era...era fantastico. Harry l'aveva sempre saputo e aveva sempre adorato la famiglia del suo migliore amico. Erano tutti così adorabilmente ficcanaso, sempre affettuosi, caotici.
Si era sempre sentito amato e protetto, anche se non era un vero membro effettivo.
Arrivarono la signora e il signor Weasley ad abbracciarlo, poi gli vennero presentati zii e cugini, tutti ansiosi di conoscere il primo testimone dello sposo.
- Miseria.- Draco gli apparve a fianco non appena riuscì a tirare il fiato - Cento e passa invitati per la Donnola e poco più di venti per Pansy. Se non altro è una cerimonia raccolta, ringraziamo di questo.-
- Sai come funziona.- rispose il moro con sarcasmo - Quando cambi fazione, tutti ti mollano, genitori compresi.-
- Si.- Malfoy sapeva fin troppo bene come andavano quelle cose - Si, lo so.-
- Chi la porterà all'altare la sposa?-
- Uno zio di terzo grado che ha sempre odiato il padre di Pansy.- il biondo guardò verso la navata centrale dove si erano raccolti un po' di nuovi arrivati - Sinceramente spero solo di avere a disposizione un giornata tranquilla, ecco tutto. Di recente ne abbiamo avute ben poche.-
- Già.-
- Ehi...è arrivato Black.-
Harry si girò e vide il caro Sirius entrare nella chiesetta con Remus. Entrambi tirati a lucido facevano sempre la loro figura, doveva ammetterlo, e poi un Black era sempre un Black ma stavolta c'era qualcosa che stonava.
- E quella chi è?- sibilò senza riuscire a nascondere l'irritazione, vista la bella donna sulla quarantina attaccata al braccio del suo padrino come un'edera. Con un abito color carminio, capelli rossicci mossi, occhi scuri.
- Oh, quella...aspetta, lo so come si chiama.- Malfoy fece mente locale - Si chiama Deirdre Warfield, sorella di Jonathan Warfield, il presidente del reparto al Ministero dei Rapporti coi Babbani. Non sapevo si conoscessero.-
- Perché gli sta così incollata?- rognò Harry.
- Ehi Sfregiato...non hai quindici anni, sai?-
- Ehi Malferret...fatti un giro va! Vai a cercare la tua ragazza!-
- E la tua dov'è piuttosto?-
Ora Elettra, stranamente, era l'ultimo dei pensieri di Harry. Perché Sirius era venuto con quella aggrappata al braccio come una scimmia eh? Senza una parola andò dritto da Remus, scollandolo dal gruppo di Arthur Weasley e degli altri Auror senza neanche salutarli.
- Remus...che ci fa quella qui?- brontolò sprizzando irritazione da tutti i pori - Perché non mi avete detto niente?-
Lupin lo guardò senza capire, per poi voltarsi e vedere il suo migliore amico con Deirdre fermo a parlare con Gillespie e Kingsley. Sorrise, alzando le spalle - Scusa, credevo che Sirius te l'avesse detto. Si frequentano da un mese e mezzo.-
- Un mese e se la porta qui? E non mi dice nulla?- rognò il bambino sopravvissuto.
- Ragazzo mio, hai altro per la testa ora.- li fece notare dolcemente il lupo mannaro - O sbaglio?-
- Tutto quello che vuoi ma poteva almeno accennarmelo invece che sbattermela sotto il naso!- sbuffò il moretto con una leggera smorfia, imbronciato come un ragazzino geloso.
- Eddai,- Remus gli dette una pacca leggera, sistemandogli la cravatta già molle - ti posso assicurare che è una brava persona. Bisogna saperla prendere, è molto dispotica e ruvida al tocco ma se la si conosce meglio è veramente una donna eccezionale.-
Seee, come no!
Harry se ne andò via senza neanche andare a salutare il suo padrino, troppo arrabbiato da quell'improvvisata.
Al diavolo Sirius e le sue sorprese!
- Tira cattiva aria?-
Emise un mugugno sommesso, guardando Elettra Baley che si era fatta strada fra la folla. Bellissima, coi morbidi capelli biondi sciolti sulle spalle, in un vestito lilla meraviglioso che la rendevano una specie di fata.
Senza farsi smontare dalla sua espressione combattiva, Elettra si alzò sulle punte e gli diede un lieve bacio.
- Che c'è?- sussurrò dolcemente - Sei teso?-
- No è per Ron. Ma per Sirius. Guarda.- e gl'indicò Black vicino ai Weasley.
La sua ragazza scoccò uno sguardo in quella direzione, senza farsi notare troppo, ma non assunse espressioni di sorta.
- Bella donna. Chi è? La compagna di Sirius?-
- Co...Cosa?!- Potter era sbiancato. Oddio! E se...se fosse stato vero?
Sirius con la fidanzata! No, no! Quella già la odiava!
Inferocito andò a infilarsi di nuovo nell'ala dello sposo. C'erano già tutti i fratelli di Ron che si divertivano come matti a rinfacciarli la festa di addio al celibato di due giorni prima quando ne avevano combinate insieme di tutti i colori ma lo sposo sembrava assolutamente...felice. Non smetteva un attimo di sorridere, aveva gli occhi luccicanti e...Harry sentì dissolvere in un attimo tutti i suoi problemi.
Si, Ron era giovane. E forse Pansy non era proprio il massimo che Harry aveva sperato ma...se lui era felice, allora sarebbe andato tutto bene. Draco e Blaise erano già andati dalla sposa, Edward aveva portato Tom e Beatrix nei banchi degli Auror dove c'erano May, Jess e gli altri, mentre Tristan era fuori con Degona ad aspettare Lucilla.
Aveva ancora tempo per parlare con Ron.
Si fece dare una sigaretta da Edward e andò fuori dalla chiesa, fermandosi nel vialetto invaso di fiori e meravigliose decorazioni.
Il sole era caldo, l'aria fresca e pulita.
Le nuvole come panna.
Era una giornata bellissima.
Dette un leggero calcio a un ciottolo che rotolò poco lontano su altri sassi bianchi e lisci.
Non aveva più voglia di fumare.
Si voltò e vide qualcuno seduto su una panchina di legno chiaro, vicino a lui. Non se n'era neanche accorto.
- Perché piangi?- chiese sorridendo.
Hermione Granger rise a sua volta, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto un po' sporco di trucco.
- Non lo so.- ammise a bassa voce, dandosi della stupida - Non lo so proprio.-
- Balle.- Harry la raggiunse, andando a sedersi al suo fianco.
Era bellissima. Non l'aveva mai vista così bella. L'abito a fiori con la gonna sfasata a balze, gli occhi vitrei e quella sua aria aggraziata che si mostrava sempre a tradimento. Le carezzò una mano, tenendogliela stretta.
- Ho sempre pensato inconsciamente che sarei morta giovane.- gli confessò, guardando il cielo.
Potter rise mestamente, passandole anche un braccio attorno alle spalle, depositandole un bacio fra i ricci.
- A chi lo dici.-
- E adesso sto qua al matrimonio di Ron.- singhiozzò, tamponandosi di nuovo le guance - Dio Harry, guarda in che stato sono! Sono diventata talmente pessimista che mi metto a piangere al matrimonio di uno dei miei due migliori amici! Perché non credevo che sarei mai arrivata a vederlo sposarsi!- si passò una mano fra i capelli, gettando indietro la frangia - Quando siamo diventati così?-
- Non chiedermelo.- le disse, continuando ad accarezzarle la nuca - Ma più o meno mi sento come te.-
- E non ti fa rabbia?-
- Da morire.- ammise triste - Ma scoppio anche di gioia. Perché Ron si sposa...e siamo ancora tutti insieme.-
- Il Trio Miracoli è ancora in piedi.- rise felice, smettendola di piangere.
- Non ci batteranno mai.- rincarò Potter - E finiamola di fare i morti viventi. Basta queste paranoie, io per primo in questi mesi mi sono fatto mettere sotto da cose ormai morte e sepolte. Se non la smetto presto, sei autorizzata a picchiarmi.-
- Posso picchiarvi tutti e due?-
Si voltarono, trovandosi davanti Ron, in abito da cerimonia.
- Sei lo sposo più bello che abbia mai visto.- gli disse Hermione.
Il rossino sorrise, col sorriso di chi è felice davvero, col sorriso che rende gli altri brillanti di luce riflessa.
In un attimo erano tutti e tra abbracciati, lì, alla luce del sole e di quella chiesa di campagna, uniti in qualcosa che esulava da una guerra fra maghi, dalla morte e dal sangue.
Erano lì e basta. Lì per essere felici.
Tutti e tre insieme. Insieme avevano superato battaglie e vinto guerre, insieme avevano pianto, insieme avevano gioito.
Era tempo di tornare a farlo.
- Se vuoi scappare sei ancora in tempo.- sfuggì a Harry e nel contempo Hermione e Ron esplosero in una fragorosa risata che invase quei luoghi come una dolce cantilena. Si, era un giorno di gioia quello.

I Bracciali Del Destino |Dramione|Where stories live. Discover now