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Edward Dalton tuffò il cucchiaio nello yogurt, scoccando a Harry Potter uno sguardo a metà fra lo sconcertato e il divertito verso le otto di sera di quel disastroso 2 gennaio.
A Londra nevicava di nuovo e tirava un vento da paura.
- Fammi capire bene.- bofonchiò l'ex Corvonero, ficcandosi la posata in bocca mandando giù il gustoso yogurt ai lamponi - Mi stai dicendo che Malfoy è uscito di casa stamattina e guarda caso, è andato al Cimitero di St. Mary. Giusto? Ma lì ci siamo andati e non c'era più nessuno. Né Mangiamorte né cadaveri di serpenti.-
- Così pare.- sibilò il bambino sopravvissuto che faceva il solco davanti al camino, preoccupato e anche furibondo - E anche Hermione non c'è. Porca miseria che rabbia! Quando mi serve sparisce sempre!-
- Non è che sono usciti insieme a farsi due passi?- propose Tom angelico.
I tre Auror lo fissarono e il piccolo Riddle incassò il collo nelle spalle - Che c'è? Non vanno d'accordo?-
- Come neanche t'immagini.- sghignazzò Harry sarcastico.
- Dai, idiota!- ghignò Ron - No, Tom. Non sono usciti insieme comunque.-
- Anche perché Malfoy immola i mezzosangue le notti di luna piena.- sentenziò Beatrix perfida.
- Hermione non ha lasciato almeno due righe?- chiese ancora Weasley, seduto in poltrona.
- No.- Edward scosse il capo, puntando poi il suo sguardo divertito su di lui - Cambiando discorso, sai una cosa Ronnino? È testato che un 45% degli uomini tentano la fuga tre mesi prima del matrimonio.-
- Non ci provare.- replicò il rossino - Smettila di scassare e pensa a qualcosa.- ma proprio in quel momento un allucinante uccellino verde, rosso e blu, tipo colibrì visto come sbatteva le ali velocissime, si lanciò sul solo terrazza. Come il vecchio gufo dei Weasley quasi si schiantò sul vetro. Furono Tom e Beatrix ad andarlo a prendere e in effetti era davvero un colibrì. Grasso e cicciotto, un vero canterino.
- Solo un cretino può usare questo genere di uccelli con questo tempo.- sentenziò Potter sbuffando.
- Oppure uno che voleva dare nell'occhio.- ironizzò la piccola Diurna.
Dopo una rapida lettura, a Ron quasi calò una spalla della maglia, come nei cartoni animati. Ma che cazzo stava capitando? Lasombra? Malfoy era finito dai Lasombra?
Passò il foglio a Harry su cui scoccò un'occhiata anche Edward. Tempo un secondo e il caro scettico del gruppo bruciò il biglietto, accendendosi anche una sigaretta.
- Avete notato che quando fuma se ne esce con qualche cazzata?- insinuò Ron.
- Infatti mi serve un favore.- sentenziò l'ex Corvonero, puntando i suoi occhi azzurri su di loro.
- E sarebbe?- gli chiese Harry, sentendo puzza di bruciato.
- Sarebbe che adesso dovete acconsentire a un mio capriccio, se così vogliamo metterlo.- scandì Dalton - Quando ritorna May, voglio che non le diciate niente di questa storia.-
- Aspetta, frena...- Harry si bloccò, piantandogli gli occhi verdi addosso - Cosa stai dicendo?-
- Voglio fare una prova. Una prova sola va bene? Poi potrai anche mandarmi al diavolo!- gli propose Edward - Ma devi almeno darmi una possibilità.-
- Ed, questa fissa è assurda.- mormorò Ron.
- E tutte quelle coincidenze?- rimbeccò Dalton - Insomma ragazzi ma che v'è successo? Hermione non si fida di lei, io non mi fido di lei, non saremo mica due visionari dannazione! Vi chiedo solo di darmi una possibilità.-
- E sentiamo, devo solo non farle sapere dove si trovano?- gli chiese Potter, versandosi due dita di caffè.
- In verità l'idea era un'altra. I Mangiamorte sono ancora nello Yorkshire e li stanno cercando. Se come credo lei centra qualcosa, potrebbe indirizzarli in un qualsiasi punto dove noi le diciamo che possano essere. Se arrivano in questo punto, allora avremo le prove che macchina qualcosa.-
Ron scosse il capo, inspirando a fondo - Dio...Edward, ci sono migliaia di motivi per cui i Mangiamorte potrebbero trovare Herm e Malferret e nessuno di questi motivi è necessariamente ricollegabile a May. Anche tu, cerca di capire cazzo! Non è facile pensare che possa tradirci in questo modo!-
- Bhè, sarà più facile allora farci sgozzare all'ultimo momento da lei!- rognò l'ex Corvonero - Porco cane, ma volete salvarli la pelle o no? Se abbiamo un serpente in casa è meglio saperlo!-
- Senti, si può sapere perché anche Hermione ha questa fissa?- saltò su Harry, anche se stava veramente cedendo visto che ricordava perfettamente le parole di Draco alcune notti prima - Le ha fatto addosso l'Incanto Fidelio, che altro vuole di più?-
- Facciamole bere del Veritaserum.-
- Eh no!- Ron balzò in piedi scuotendo il capo - No, no non piace questa storia! Prima dimostrami che c'è qualcosa che non va e poi forse come ultima spiaggia possiamo ricorrere al Veritaserum, ma qua stiamo passando i limiti! Hermione l'ha messa sotto incantesimo, tu non fai altro che darle addosso...questo clima non mi piace! E prima che tu dica qualcosa, se lei se ne uscisse con queste follie su di te, reagirei nello stesso modo.-
- Voglio sperare.- ironizzò Edward seccato, appoggiandosi su un gomito.
- Comunque...- Harry emise un sospiro e poi si decise - Ma si, possiamo provare. Quando siamo andati nello Yorkshire accanto a quel cimitero c'era un bosco. Il covo dei Lasombra è oltre il bosco, ma lì attorno è pieno di colline. Ho controllato e su una di queste c'è un vecchio tempio di rovina di druidi, i babbani non lo vedono ma è proprio in cima. Chiunque ci giri attorno e che sia mago può arrivarci ma bisogna essere per forza nei dintorni ed è parecchio lontano dai Lasombra, specialmente se consideriamo che sono senza poteri magici.-
- Diciamo che sono lì.- concluse Dalton serio - E vediamo che succede.-
- Siete sicuri?- Weasley sembrava preoccupato - Vado io a controllare?-
- No, preferisco che restiate qua.- gli disse Potter, cominciando a mettersi il mantello - Per sicurezza lascio Malfoy ed Hermione dai Lasombra, tanto sono pacifici e non succederà nulla ma dai Lestrange preferisco andarci io. Andrò ad appollaiarmi da qualche parte, tranquillo ma non vorrei che questa fosse l'ennesima strategia per venire a prendere Tom e Beatrix.-
- A controllare Damon c'è Clay, comunque è meglio che dica anche a Tristan di aumentare la sorveglianza.- concluse Ron che ormai si era messo l'animo in pace - Vediamo di arrivare vivi a domani mattina.-
- Tranquillo, se tutto va bene domani mattina le cose ci saranno chiare.- sentenziò Edward.
Mentre Harry scendeva al piano di sotto lo seguì anche il piccolo Riddle che era ben più preoccupato degli altri.
- Dici che Hermione e Draco stanno bene?- gli chiese triste.
- Stai tranquillo mostriciattolo.- Ron gli carezzò i capelli, strappandogli un debole sorriso - Quei demoni che li hanno salvati sono molto pacifici e sono dalla parte di Harry.-
- E se quell'antipatica della prof ritenta qualcosa?- mugugnò Trix.
- Mordila.- ghignò l'ex Corvonero di casa - Ma magari ha il sangue cattivo.-
- Più che probabile.- rise anche Harry - State sciolti, essere un Animagus servirà pur a qualcosa no? Voi due intanto occupatevi di dire tutto a May, sarà qua da un momento all'altro. Se chiede di me ditele che sono andato da Sirius.-
- Tieniti lontano dagli specchi.- lo avvisò Dalton prima che si Smaterializzasse via - Katrina potrebbe essere in giro.-
Si, Katrina sfortunatamente era sempre in agguato e questo non facilitò i giorni seguenti ma se non altro per quella notte furono tutti al sicuro.
Ciò che ormai i Lestrange però avevano capito che era che erano a rischio. Molto a rischio.
Jeager era ingestibile, Katrina era stata messa in un angolo, Orloff si era ritrovato senza spie e Minus vagava per la Gran Bretagna con quanto di più prezioso ci fosse stato per i Mangiamorte.
L'unico loro punto a favore era che gli Auror non sapevano della sua presenza, né di quale tesoro fosse il custode.
Specialmente Harry Potter non sarebbe dovuto venire a saperlo. O tutto sarebbe stato smascherato.
Rafeus Lestrange sapeva perfettamente bene che le ossa del padre erano ciò che avrebbero fatto capire al bambino sopravvissuto quanto in realtà lui e il figlio del suo nemico fossero vicini al baratro.


Fra le dolci e silenziose colline verdi dello Yorkshire, il capo dei Lasombra aveva aperto la sua casa a due Auror in fuga al calar del sole. Ora che le stelle brillavano in un cielo troppo sereno, tutto il clan sembrava sovreccitato.
La strana lingua dei demoni albini simile a una nenia un po' troppo acuta invadeva quel pomposo palazzotto d'ombra in cui solo i suoi confratelli potevano entrare e sempre solo i confratelli potevano vedere e distinguere dalle altre tenebre del paesaggio in cui sorgeva.
Sebbene fosse fatto di una magia oscura che plasmava l'ombra a suo piacimento, i Lasombra erano sempre stati demoni pacifici e lo dimostrarono di nuovo quando accolsero con tutti gli onori i due amici di Harry Potter che si fecero accogliere sfiniti dagli amici di Emilio che li raggiunse un'ora dopo il loro arrivo.
Fu Emilio, che era uno dei sottoposti del capo clan, a fare qualche domanda a Malfoy in un salone che il biondo non avrebbe potuto definite in altro modo che un tripudio di tracotante ricchezza. In stile barocco, ovunque in quel palazzo a pianta esagonale erano accatastati oggetti preziosi, quadri famosi che non erano riproduzioni, statue antiche, manufatti, arazzi, inscrizioni e tanto oro da illuminare le stanze con poche candele.
Questo era da attribuire dalla mania dei Lasombra di attorniarsi di cose preziose e si poteva che fra le caste demoniache fossero quelli con maggior buon gusto ma a volte esageravano. Quel palazzo sembrava un centro di riciclaggio.
Mentre Draco Malfoy nella sala del capo spiegava in due parole cos'era successo e ringraziava col suo bell'orologio i demoni per il loro salvataggio, Hermione Granger era stata condotta in una sorta di stanza per gli ospiti.
Quando vi entrò accompagnata da quella che doveva essere una femmina di Lasombra visto che le forme di quegli esseri erano solitamente androgina, stentò a nascondere la sua espressione stupita.
La stanza al secondo piano del palazzo, dal soffitto basso ma spaventosamente estesa in lunghezza.
A terra soffici tappeti, un letto sproporzionatamente grande in mogano nero, coperto da un baldacchino rosso e dorati, materasso di piume e...una cosa che la fece rabbrividire: una pelle d'orso troneggiava fra l'accozzaglia di piumini e cuscini di seta del letto. Rabbrividendo, nonostante il camino scoppiettante davanti al letto, ringraziò la Lasombra che l'accompagnava con le poche parole che conosceva della loro lingua, insegnatale da Caesar, e la demone se ne andò piacevolmente colpita dicendole però che Emilio avrebbe presto accompagnato "suo marito" da lei.
Hermione lasciò che la tizia se ne andasse prima di chiedersi se quella non fosse cieca, visto come Draco le aveva urlato dietro per tutto il tempo in cui erano stato insieme sotto i loro occhi...ma forse era per quello che l'aveva considerato suo marito? Mah, chi lo sapeva.
L'unica cosa di cui era certa era che quando sarebbe arrivato, e sperava non troppo presto, sarebbe entrato come una locomotiva e le avrebbe dato il tormento per tutta la notte.
Istintivamente posò lo sguardo sul letto e senza rabbrividire alla coperta fatta di soffice pelle d'orso bruno, si vide in quel letto con Malfoy. Sorrise appena, mettendosi a girare nella stanza.
Sembrava passata una vita intera dall'ultima volta che avevano fatto l'amore. Quattro anni, in fondo.
Erano molti se si considerava quanto fossero cambiati entrambi.
Raggiunse l'ampia porta finestra che dava su una terrazza coperta di strani fiori scuri che Blaise avrebbe sicuramente riconosciuto ma quando provò ad annusarne il profumo non sentì nulla, se non un vago sentore d'incenso.
Faceva freddo ma vide comunque che molti Lasombra erano usciti dalle loro stanze e con le mani protese tutti insieme stavano operando una strana magia. All'improvviso, nel buio del palazzo e del giardino annesso, si accesero moltissimi fuochi. Tantissime fiaccole invasero come una scia luminosa la grande entrata e una a una, ogni più piccola luce ricordò la presenza di ogni abitante del castello.
Ricordava che Caesar le aveva detto qualcosa riguardo a quell'usanza: i Lasombra, essendo fatti di tenebra, avevano bisogno della luce per vivere e la notte, quando erano attorniati del loro elemento, accendevano una piccola candela ciascuno, sia per ricordare agli altri della propria esistenza, sia perché la luce del fuoco, picchiando contro le superfici che toccava, riproducesse l'ombra di cui si nutrivano.
Caesar quel giorno l'aveva fatta pensare. I Lasombra erano fatti di buio...ma avevano bisogno della luce per vivere.
E dove c'era la luce, c'erano anche dei punti oscuri.
Tornò dentro a capo chino, decisa a smetterla di arrovellarsi la testa su cose assurde e finì l'esplorazione della camera.
Passeggiando sui tappeti finì in una sorta di anticamera dov'erano presenti una sorta incredibile di manoscritti di letteratura e filosofia babbana, con sontuosi divani e tavolini da scrittura, mentre alla sinistra della camera da letto Hermione trovò un bagno da harem indiano.
Tutto interamente di marmo rosato, con una grande vasca circolare da terme che avrebbe fatto la felicità di chiunque, ma mai come fece sentire bene lei, visto la bruttissima giornata che aveva passato.
Decise di farsi un bagno prima dell'arrivo di Malferret. Doveva rimettersi in forze quel che bastava per mandarlo al diavolo e tenerlo buono e zitto anche senza magia.
Tornata in camera da letto per cambiarsi trovò altre Lasombra che le avevano portato cumuli di vestiti e vestaglie di seta, visto il caldo impressionante che aleggiava nel castello (considerato quanto fossero freddolosi i suoi abitanti), per lei e Malfoy che invece sembrava ancora infognato col capo clan.
Le avevano portato anche un carrello con una cena che non si sarebbe neanche sognata di toccare. Era troppo stanca, così addentò solo una mela e si versò un goccio di vino rosso, decisa ad andarsene a fare quel meritato bagno.
Era tutta sporca di fango, i capelli si erano arruffati per l'umidità ed era tanto spossata che le gambe non la reggevano davvero più. Quando si lasciò andare nell'acqua piena di schiuma si sentì letteralmente in paradiso.
Certo, non poteva negare che quella profusione di ricchezza e quel mescolio di stili diversi era un'accozzaglia abbastanza poco guardabile ma quei demoni erano stati gentilissimi, non li avevano sommersi di mille domande e soprattutto non li avevano presi in trappola, quindi era più che felice di quella sistemazione per la notte.
Aveva anche avvisato Harry e saperlo un po' meno ansioso per loro due aveva chiuso la faccenda, anche se c'erano due soli nei nella sua giornata. Il primo era che Jeager Crenshaw, detto anche Jeager-io-ce-la-faccio-sempre-perché-sono-uno-figo-Crenshaw, respirava ancora o nel suo caso visto che non gli batteva neanche il cuore andava ancora in giro sulle sue gambe. Il secondo ma non meno importante problema era Malfoy.
E si palesò nella camera da letto neanche cinque minuti dopo, sbattendo i battenti con così tanta forza da far traballare i cardini. La prima cosa che fece una volta dentro fu cercare lei con gli occhi, ma visto che non la trovò si tolse il mantello nero sporco di terra e erba e bagnato di neve, lasciandolo via insieme ai guanti e agli stivali.
Se sperava di sfuggirgli tappandosi in bagno però si sbagliava di grosso e infatti varcò la porta immergendosi nel vapore causato dal bagno profumato della Grifoncina totalmente furibondo.
Hermione si immerse di più nella schiuma, incassando il collo nelle spalle e guardandolo storto.
- Non puoi aspettare il tuo turno?- gli sibilò.
Stavolta la strozzava sul serio e non era Katrina ad obbligarlo, no. Era lui che voleva prenderla fra le grinfie e farle passare la voglia di mentirgli. E il bello era che erano senza poteri. Ventiquattrore come uno schifoso babbano erano già state un'umiliazione sufficiente ma se non altro lei non avrebbe potuto Smaterializzarsi via o usare uno dei suoi trucchi da gagia!
Rimase impalato a fissarla, troppo irato per essere conscio che stavano per addentrarsi in un sentiero minato.
- Avanti.- continuò la Granger distogliendo l'attenzione da lui - Se devi parlare fallo.-
- Fammi il santo favore di non trattarmi come un ragazzino.- le disse con tono lugubre.
- E tu fammi la stessa cortesia.- lo bloccò subito, riprendendosi il calice di vino e portandoselo alle labbra - So già cosa vuoi dirmi e non c'è niente che tu possa sbraitarmi addosso che possa farmi vedere la situazione nella tua prospettiva, quindi se vuoi solo litigare ti conviene rimandare e trovarti qualcun'altra.-
- La tua faccia tosta è impressionante, Cristo...- Draco scosse il capo, fissandola al limite dell'umana pazienza - C'era un patto fra noi mezzosangue!-
- E da quando onori i patti e la parola data, eh signor Malfoy?-
- Sono cambiato da quattro anni fa, ficcatelo in testa!- urlò esasperato ma lei stavolta gli puntò gli occhi dorati addosso, indifferente - Io anche.- sussurrò - E tu non riesci a capirlo.-
- Porca miseria, quel demone poteva ammazzarti!-
- Crenshaw non ce l'ha fatta quando poteva, figurarsi se può farlo ora.- sibilò cercando di trattenere l'irritazione - Tu non lo conosci, non sai né come né quanto sia forte, non sai cosa può fare ma soprattutto non sai cosa posso fare IO.- aggiunse, gelida - Quindi la smettessi con questa tua nuova anima da sciovinista mi faresti un favore. Non te l'ho detto perché sapevo che me l'avresti impedito ma io e Crenshaw abbiamo una faccenda da chiudere.-
- Non me ne fregherebbe niente neanche se fosse stato lui ad ammazzare i genitori di Potter, chiaro?- urlò sdegnandola - Non è buttando via la tua vita rischiandola ogni qual volta quel demone ti provoca che potrai dare una mano allo Sfregiato. Ma cosa cazzo sei tornata a fare eh? Harry ha bisogno di te alle spalle, non dispersa nello Yorkshire a crepare in un fottuto cimitero!-
- Per tua informazione la sfida era alla pari.- lo rimbeccò cominciando a tremare - Smettila di trattarmi come se fossi ancora un vegetale Draco! Ormai non possiamo più farci niente per quello che è successo a ottobre ma Jeager e i Mangiamorte hanno ucciso una mia amica e voglio fargliela pagare!-
- Sfidarli tutti i giorni rischiando la pelle non riporterà in vita quella Magonò!-
- Oddio, dite tutti la stessa cosa!- sbottò secca, ripensando a Caesar - Sei l'ultimo a dover parlare comunque!-
- E con questo che diavolo vuoi dire?-
- Che i Mangiamorte ti hanno rovinato la vita!- lo zittì dura, prima di mordersi la lingua - Ti voglio vedere quando ci attaccheranno faccia a faccia! Per colpa loro hai rischiato di morire ogni giorno fino ai tuoi diciotto anni quindi evita di fare l'ipocrita e di trattarmi come una megalomane quando invece non desideri altro che vendicarti!-
- Non sai neanche di cosa parli Granger.- le sibilò con una smorfia.
- A no?- lo incalzò sempre più irata - E tuo padre dove lo metti?-
In un secondo gli occhi argentei di Draco s'incendiarono e si ritrovò a guardarla in faccia coi pugni chiusi.
Più nessuno aveva nominato Lucius Malfoy nella sua vita, più nessuno. A parte gl'insulti che gli veniva rivolti essendo il figlio di un traditore, nessuno si era rivolto a lui ricordandogli che suo padre se n'era andato dopo avergli salvato la vita da Bellatrix. Neanche Blaise.
- Tu non sai niente di mio padre.-
- Hai ragione.- ribatté sarcastica - Io infatti non c'ero neanche nella Camera quand'è successo vero?-
- Non stavamo parlando di me, Granger.-
- Già, qua non si parla mai di te, vero?- sbottò indifferente - Ti permetti di fare la predica agli altri ma nessuno si deve mai azzardare a immischiarsi nella tua vita, nella sfera intima dei tuoi sacri affari. La verità è che non sopporti critiche, a malapena sopportavi me! Bene, adesso la situazione è cambiata. Sono io che non sopporto più che quest'invasione!-
- Invasione?- Draco rideva cinicamente per non rompere tutto - Invasione eh?! Vediamo di capirci bene una volta per tutte! Per cinque fottuti mesi ti ho avuta in testa ogni notte a strillare come una dannata...no, sta zitta!- le urlò allora, vedendola pronta a interromperlo - Non m'importa se non vuoi sentire, mi ascolterai lo stesso! Hai idea di come cazzo mi sentito quando ti ho trovata? O non te ne frega un cazzo?-
- Cosa vuoi che faccia?- rispose senza guardarlo, ricordando solo gli occhi bianchi di Doll - Ti ho già fatto le mie scuse, non avrei dovuto coinvolgerti, ecco tutto.-
- Non si tratta di questo, possibile che non ci arrivi?-
- Possibile che tu non riesca a capire che non sono più quella di una volta?- disse esasperata - I problemi che avevamo prima sono rimasti ma cerca di capire che in questi quattro anni ho perso fin troppi amici, troppa gente cara! E non posso stare a guardare mentre Jeager se ne va in giro bello tranquillo sotto il mio naso! Anche tu lo faresti e non affannarti a negare!-
Draco stavolta abbandonò le braccia lungo i fianchi. Pochi minuti di discussione ed era già esausto.
- Devi riposarti.- gli disse Hermione, posando il calice di vino.
- Oh, questa è veramente buona.- le rinfacciò freddo andando alla porta. Se la chiuse alle spalle e lei pensò che la discussione si fosse chiusa in quel modo ma quando tornò aveva in mano la bottiglia di vino, un altro calice e le sigarette. Le appoggiò al bordo e cominciò a svestirsi, dopo essersi acceso un mozzicone.
- Che vuoi fare?- gli chiese, pensando che non lo stava facendo davvero - Non vorrai entrare!-
- Ho freddo.- le disse serafico.
- Ma ci sono io dentro!-
Draco ghignò, tenendo la sigaretta fra le labbra - Come hai detto tu, non avrai niente che io non abbia già visto anni fa. Anzi, se mai hai perso qualche centimetro, tesoro.-
Lei arrossì serrando i denti e volgendo il capo altrove, mentre si toglieva la giubba e i pantaloni.
- La decenza e la cortesia non sai neanche dove stiano di casa...- sibilò sempre più in imbarazzo, mentre sentiva l'acqua muoversi a ondate. Quando Malfoy si fu svaccato sull'altra sponda con le braccia sui bordo e il capo all'indietro, le scoccò appena una vaga occhiata - Senti, principessa sul pisello...mi ha fatto scarpinare per più di dodici ore in un fottuto bosco inseguito da lupi e orsi, siamo attorniati da demoni in una castello che non oserei a definire in altro modo come quello del re Mida, domani avrò la polmonite, sono senza colluttorio e anche incazzato. Mi hai già visto nudo migliaia di volte e non è la prima volta che facciamo il bagno insieme, quindi non darmi il tormento col decoro e l'etichetta perché non è il momento adatto!-
- Ok, ok!- Hermione sollevò le mani - Dio, se sei permaloso. E tieni le gambe dalla tua parte.-
- Le tengo dove voglio.-
- Lo fai apposta per vendicarti eh?-
Malfoy scosse il capo, sogghignando con perfidia - Tesoro...non so se te ne sei accorta ma siamo senza poteri.-
- Certo che me ne sono accorta. Infatti sei ancora munito di corde vocali.-
- Ahah...che spiritosa mezzosangue. Comunque si, ho intenzione di farmi due risate visto e considerato che siamo senza poteri, che sono un uomo e che tu pesi quaranta chili!-
- Quarantotto.- lo corresse sfidandolo con lo sguardo - Se pensi di poter usare la forza ti sbagli.-
- Non ho mai dovuto usarla se ben ricordo.-
- Hn.- la Grifoncina incassò la stoccata con una certa insoddisfazione mentre se ne stava beato come nulla fosse nella vasca con lei. Il principe di ghiaccio allora era ancora vivo di qualche parte, in quel tizio che aveva davanti.
Senza neanche accorgersene sorrise, restando a scrutarlo.
In fondo era proprio del principe di Serpeverde che lei aveva sfidato.
Era a lui che aveva stretto la mano, suggellando la loro scommessa. Era lui che aveva baciato la prima volta sotto la pioggia, con cui aveva fatto l'amore quella stessa notte.
Draco si accorse che gli stava sorridendo davvero e la guardò curioso.
- Che c'è?- chiese, a bassa voce.
- E' bello vedere che certe cose non cambiano mai.- sussurrò, allungando il bicchiere per farsi rovesciare altro vino.
- Hai mangiato?- s'informò senza sapere cosa risponderle, prima di versarle il vino.
- Una mela.-
- Devi mangiare.-
- Draco, sono esausta. Non riuscirei a mandare giù niente.-
- Ti stremerai se non mangi.- la sgridò - Una volta di là dovrai mandare giù per forza qualcosa. Poi ti farò portare un sedativo o qualcos'altro per dormire. Emilio ha altra Salvia Splendens ma non sarà colta fino a domani.-
- Come fa un semplice Lasombra a possedere quella salvia?- Hermione era allibita - Caesar mi ha detto che qua in Gran Bretagna ci sono solo sei persone ad averne una coltivazione, lui compreso e altri quattro sono tutti della casta oscura.-
- Si e l'ultimo è tuo nonno, vero?- il biondo la guardò attento - Potevi rubarla a lui.-
- No, lui no.- scosse il capo, sospirando - Lui è troppo furbo. Se solo vedesse mancare una foglia dalle sue serre, lui capirebbe. Farebbe due più due, capendo cosa mi è successo e non voglio che nessuno lo sappia.-
- In compenso strisci di mattina presto in un cimitero rischiando di morire senza farne parola così se ti fosse capitato qualcosa lo Sfregiato per giorni non ne avrebbe saputo nulla. Per essere una che si preoccupa del prossimo sei veramente molto contorta mezzosangue.-
- Senti Malfoy, cosa ti dà il diritto di romperti sempre e costantemente l'anima eh?-
- Il fatto di essere nella stessa vasca per esempio.- ironizzò soave.
- Dio, ma perché parlo con te?- sospirò distrutta - E tieniti le tue battute per tempi migliori.-
- Migliori come?- sindacò rognoso - Mi hanno trasformato in uno schifoso babbano. È la giornata peggiore della mia vita Granger, senza contare che ho dovuto dare il mio orologio a quei pacchianissimi demoni albini. Potevo barattarti e ci avrei guadagnato lo stesso!-
- Che menata. Vai a letto e chiudi la bocca eh?-
- Non avrai intenzione di fare su e giù tutta la notte per stare sveglia spero!-
- Una camomilla mi farà dormire ma il mio sonno durerà poco.- gli disse senza guardarlo - Visto che non mi va di perdere la voce urlando, mi metterò a leggere qualcosa.-
- Mezzosangue...-
- Come va la schiena?- glissò, interrompendolo - Fammi vedere.-
- Perché dovrei?- fece sarcastico - Non ho bisogno di aiuto.-
- Quanto ti odio.- sbuffò assottigliando gli occhi - Hai intenzione di stare a mollo ancora a lungo?-
- Puoi sempre alzarti e andartene.-
- Certo, certo...ma mi credi nata ieri?-
- Tanto c'è ben poco da vedere ormai.- la prese in giro, anche se stava mentendo come mai in vita sa giusto per il gusto perverso di farle perdere le staffe - Da quando tutto questo pudore con me eh?-
- La brutta abitudine di provocare non la perderai mai, vero?- gli rinfacciò - E' inutile che continui a sparare battutacce, tanto non servono ad altro che a peggiorare la situazione!-
- Che situazione scusa?- le chiese con aria innocente.
- Non fare l'idiota. Te ne esci con queste cose solo perché dovremo dormire nello stesso letto!-
- A dire il vero dormirò solo io.-
- Per l'amor del cielo!- sbottò, tirandogli addosso una cascata d'acqua - Che ci trovavo in te eh? Non ti sopporto più!-
- Che ci trovavi in me?- le richiese con un ghigno - Il sesso.-
- E poi?- rognò, sempre arrossendo - Non mi pare ci fosse altro.-
Draco scosse il capo, continuando a ridere sommessamente - Lascia perdere o mi stai forse invitando a rinfrescarti la memoria eh?-
- Non ho voglia di parlare di sesso con te. Del nostro passato meno che mai.-
- Perfetto.- bofonchiò, rimettendosi comodo - Di che parliamo allora?-
- Di niente, esci da qua!-
- Non ci penso neanche.-
- L'hai detto tu che non ho più niente da farti vedere no?- sbottò a quel punto arrabbiatissima - In fondo non posso certo contraddirti, visto che ti diverti con quella spia di Orloff.-
- E no eh?- sibilò Draco, finendo la sigaretta con un ultimo tiro - Granger non ricominciamo! Come cazzo fa ad essere una spia? Le hai fatto l'Incanto Fidelio, non farmi bestemmiare accidenti! E poi, tanto per dirla tutta, tu sei l'ultima persona a potermi fare le paranoie su chi mi porto a letto visto che ti ripassi ancora quel demone!-
- Oh, questa poi! Io non mi ripasso nessuno imbecille! Te l'ho già detto, voglio molto bene a Caesar!-
- Come si fa ad essere affezionati a un cubetto di ghiaccio eh?- rimbrottò geloso.
- Come si fa ad essere affezionati a un serpente?!- ringhiò irritata, zittendolo finalmente - E' la stessa cosa Draco.-
Malfoy mise un broncio lunghissimo, consapevole di essere stato messo a confronto con Cameron ma anche che lei gli aveva confessato di essere ancora affezionata a lui.
Sai lui che se ne faceva dell'affetto! Non che ci sputasse sopra, chiaro, ma di recente aveva tastato il terreno con lei più volte, coi piedi di piombo visto che la ferita che lei gli aveva inferto quattro anni prima bruciava ancora, ma si era accorto che ogni tanto, quando credeva di non essere vista, lo osservava con occhi dolci, quasi con rimpianto.
E poi indubbiamente quando si sfioravano sprizzavano ancora quelle scintille che non si era mai dimenticato.
Osservò la linea del suo collo e le spalle che si erano fatte incredibilmente più sottili e fragili di una volta...
- Mi dici cos'è?-
Cadde dalle nuvole, sentendo la domanda di Hermione.
- Cos'è cosa?-
- Il tatuaggio.-
Malfoy si guardò la mano sinistra, col corvo nascosto dal bracciale di Kentron e Vargras. Essendo la maggior parte del corvo tatuata sul polso, lei poteva vedere solo l'ala arcuata che si protendeva fra pollice e indice, così alzò le spalle.
- Uno scarabocchio.-
- Uno scarabocchio?- la Grifoncina sorrise divertita - Andiamo, non è da te.-
- Tante cose non erano da me eppure sono stato costretto a farle.- le ricordò sarcastico - Tipo vivere con lo Sfregiato.-
- La verità è che vi piace rischiare la pelle.- gli disse sorniona - Gente come voi non è capace di vivere diversamente.-
- Secondo me Potter è la classica persona che a differenza di tutto sarebbe capace di vivere con poco.-
- Dici? Tipo cosa?-
- Per un anno io e lui abbiamo vissuto a West Gold Lake, nella casa dei suoi. Stava da favola.- le raccontò - Andavamo al Ministero tutti i giorni, ci allenavamo, stavamo con Black e Lupin. Era tranquillo. Gli manca solo...-
- Una famiglia?- l'anticipò Hermione sarcastica - Per favore.-
- Dì ma da quando mangi veleno?- sbuffò - Giusto per sapere...centra qualcosa il cambio di cognome?-
- Ti ricordi la sera della festa dell'ultimo anno?- gli chiese, girandosi il calice nella mano.
- Chi se la scorda.- rispose con un ghigno malizioso.
Rise anche lei, ma tornò immediatamente rigida - Ti ricordi che ti ho detto di essere preoccupata per i miei? Bene, sei mesi più tardi mia madre mi manda una lettera in Germania e mi dice che mio padre se n'è andato di casa. Ottengono il divorzio e i parenti di mio padre mi fanno sapere tramite avvocato che verrò tagliata fuori dall'eredità, in caso gli succeda qualcosa, perché mettono in dubbio che io sia anche figlia sua.-
Draco non se ne stupì, ma si morse la lingua per non dire cose troppo pesanti - Lui non ha cercato di parlarti?-
- Si.-
- E che ti ha detto?-
Hermione sollevò gli occhi, disgustata - Che mi ama ma non riesce ad "accettarmi".-
- Granger, capita a tutti i figli.-
- Si ma nessun figlio se l'è mai sentito dire con tale disgusto!- ringhiò, afferrando un asciugamano e drappeggiandoselo addosso con stizza per uscire dalla vasca - Un conto è dire a un figlio che non si accettano le sue aspirazioni o il suo modo di essere ma mi ha guardata come se fossi un'aliena! Anche la mamma! Gli andava bene fino a quando non si è dimostrata un gradino sopra di lui!-
Capendo che era una discussione troppo dura da sostenere dopo una giornata come quella, si limitò ad alzarsi dalla vasca a sua volta, a mettersi qualcosa addosso e a seguirla in camera dove la costrinse a mangiare qualcosa di caldo. Alla fine perfino la Grifoncina si stupì del suo appetito davanti alla saporita zuppa dei Lasombra e avvolta in una vaporosa tunichetta di raso nera cortissima con ricami tutti dorati si sarebbe sentita una principessa se il buio della notte e il terrore dei suoi stessi incubi non le avesse rovinato l'umore.
- Vuoi un sedativo o no?- le chiese Draco poco più tardi, finendo di mangiare svogliatamente dell'uva.
- No.- rispose scuotendo il capo e andando a sedersi davanti al fuoco - Leggerò qualcosa, tu però devi dormire visto che sono giorni che ti dai alla pazza gioia.-
- Se fosse per me avrei festeggiato in altro modo.- insinuò, mettendosi a pancia in giù nelle preziose lenzuola e buttando un braccio giù dalla sponda, proprio verso di lei che si era già accoccolata fra i tappeti, davanti al caminetto. Da ultimo, sempre più diabolico, le lanciò addosso i pantaloni e i boxer, facendola diventare viola.
- Porco.- l'apostrofò mentre lui rideva - E dormi che sei stravolto.-
- Ha parlato.- disse il biondo, reprimendo uno sbadiglio.
Hermione lo sentì borbottare sommessamente come una teiera ancora per qualche minuto, poi quando si volse di nuovo lo trovò dolcemente addormentato.
Con gli anni si era chiesta i perché che l'avevano spinta ad amarlo con tutto il cuore, a continuare a pensare a lui anche quando erano separati, a non poter dormire a volte quando il suo ricordo si faceva troppo violento...e ora la risposta ce l'aveva sotto gli occhi.
L'amava e basta. Si era innamorata di nuovo di lui dopo la prima volta che avevano fatto l'amore, quando l'aveva guardato dormire, proprio come stava facendo in quel momento.
Perché nel sonno lui si abbandonava, perché adorava quelle braccia che l'avevano sempre stretta a lui, perché quelle mani la conoscevano meglio anche di se stessa. Ripensò a loro fra le lenzuola e il suo cuore perse un battito.
Poteva dire di essere stata fortunata a conoscerlo.
Se non altro per una volta sarebbe stata sicura di aver veramente amato qualcuno.
Facendosi violenza tornò a leggere seduta accanto al fuoco quando invece non avrebbe voluto fare altro che svegliarlo con un mare di baci, proprio come lui aveva sempre fatto tanti anni prima.
C'era qualcosa che ormai le impediva di stare ferma, seduta così lontana da lui. Voleva stargli vicino...
Il pendolo batté le due di notte.
Si alzò lentamente e cercando di non svegliarlo si accoccolò contro la sponda del letto, appoggiando la testa al materasso di piume e guardandolo dormire mollemente, con quel braccio proteso verso il basso.
Dio se era bello. Era sempre il suo Draco.
Senza neanche accorgersene lo vide aprire gli occhi e rimase incantata a guardare quelli che un tempo lei e i Grifondoro chiamavano gli occhi del serpente.
Malfoy non sbatté minimamente le palpebre, inchiodato a fissarla e con una mossa dolce ma decisa alzò il braccio e lo passò dietro al collo della Grifoncina che appoggiò così il capo alla sua spalla, congiungendo la mano alla sua.
Draco giocò per qualche secondo con le sue dita, sfiorandole teneramente i polpastrelli.
- Certe notti impazzivo senza di te.- le disse a bassa voce.
Hermione sorrise a malapena, sentendo le lacrime pungerle gli occhi. Dio quanto le era mancato!
Non avrebbe potuto aspettare un secondo di più. Doveva toccarlo, sentirli vicino, sentire che quei quattro anni di lontananza erano ormai passati. Voleva averlo di nuovo. Era suo, suo soltanto.
Come se si fosse capiti con uno sguardo, Draco le portò la mano sul collo per farla girare e lei si sporse verso di lui, affondandogli una mano fra i capelli biondi.
Gli sfiorò appena le labbra e si appoggiò alla sua fronte, socchiudendo gli occhi.
- Mi sei mancato.- mormorò appena ma era sicura che lui l'avesse sentita. Infatti le carezzò dolcemente col pollice le gote, ritrovando un tocco che aveva usato sempre e solo con lei. Era come se i loro corpi si fossero ritrovati.
- Mi sa che l'unica cosa giusta che ho combinato in vita mia è stato fare quella scommessa con te, Hermione.-
La sentì sorrise, poi si sentì di nuovo protendere verso di lei...conscio del desiderio che gli stava divorando l'anima e il fisico. La voleva fin da quando l'aveva rivista, la desiderava e la possedeva nei suoi sogni ogni notte, risentiva la sua voce, i suoi occhi appannati dal desiderio, lei sotto di lui a baciargli e mordergli la gola.
Senza più indecisioni la fece sollevare e sedere sul letto, dove l'attrasse a sé.
Quel bacio non fu come quello che si erano scambiati la prima volta sotto la pioggia. Vi si abbandonarono subito.
All'istante.
Hermione percepì come un colpo al petto la gioia incredibile che l'esplose dentro, baciandolo.
Non seppe spiegarlo neanche Draco ma lo sentì a pelle. Stava premendo dolcemente per avere accesso alla sua bocca quando le sfuggì un gemito di bocca e avvertì il suo desiderio di lui come una tempesta.
Era gioia quella. Pura gioia. Un sentimento che travalicava il puro desiderio e il mero amore.
Le passò una mano aperta lungo la schiena, per schiacciarsela addosso, sentirla sempre più vicina e finalmente si accorse di quanto fosse diventata piccola, gracile, gli sembrava indifesa...ma sapeva che non lo era.
La sua mezzosangue non sarebbe mai stata indifesa...e glielo stava dimostrando mordendogli le labbra per fargliele schiudere e poter finalmente incontrare la sua lingua.
Era incredibile come solo lei avesse sempre potuto fargli quell'effetto. Sempre e solo lei.
Le chiuse una mano sul ginocchio piegato sul suo fianco e ribaltò le posizioni, chinandosi subito a reclamare ciò che considerava a tutti gli effetti suo. Lei era sua.
E niente poteva cambiarlo, lo sentiva. Tutto gli diceva. I suoi occhi, la sua bocca, il suo corpo.
Risalì con la mano lungo la sua gamba mentre tornava a baciarla con tutto il desiderio accumulato in quegli anni, in quei giorni lontani mentre Hermione gli stringeva il collo come per non lasciarlo più andare via.
Bocca, collo, gola. Salì ai lobi delle orecchie e li lambì senza fretta, avvertendo il suo profumo intossicante che gli faceva quasi perdere il senno. Le slacciò piano uno dei primi cordini della tunica nera, liberandole una spalla e deponendovi sopra una scia di baci che la spinsero a infilare le mani sotto la sua vestaglia, a percorrergli la pelle della schiena, a ritrovare vecchie cicatrici che li avevano visti insieme.
Quando fu nuda sotto di lui, non poté impedirsi di stringerlo forte...solo per sentirlo completamente un solo istante.
L'alito caldo di Draco sulla sua pelle riusciva a calmare la tempesta che presto l'avrebbe riavvolta di nuovo.
Per un attimo la sua attenzione vagò nella stanza, trovando la candela che puntava verso la finestra.
Quella fiamma...ardeva, ardeva senza posa. Stava consumando la cera molto in fretta. Troppo in fretta.
Entro la mattina dopo ne sarebbe stata consumata letteralmente.
Hermione socchiuse gli occhi, avvertendo le mani di Draco che tornavano a vagare su di lei e allora lasciò perdere.
Tutto perse di consistenza.
Col capo rovesciato all'indietro, immersa nel vortice torbido di piacere che provava, c'erano solo loro due.
Tutto il mondo spariva. La magia di tanto tempo prima si ripresentava, più forte e lucente di prima.
Accoglierlo dentro di sé mentre si guardavano negli occhi, senza riuscire a distogliere lo sguardo per un secondo l'uno dall'altro fu ancora più devastante di prima. Se la prima volta si erano amati senza dirselo a parole, ora guardandosi in quel modo mentre si univano era come mettere un giuramento su ciò che stavano facendo.
Fu appassionato, selvaggio. Un amore tenero e nel contempo duro, aspro come il tempo e la vita che li avevano divisi.
E dopo Draco rimase girato su un fianco, a guardarla dormire nella sua braccia totalmente stretta al suo torace quando prima non era mai successo. Lì, in quel letto, capì per la prima volta quanto davvero significava per lui.
Era stata una sensazione immensa averla di nuovo. Amarla era stato come accendere la luce dopo tanto buio.
La baciò di nuovo sulle labbra, stringendole la mano in cui portava il suo anello d'argento col serpente.
- Ti amo.- sussurrò, fissandola.
Hermione rimase con le palpebre chiuse, addormentata in un mondo in cui lui sperava di poterla proteggere dai suoi incubi ma nonostante non avesse potuto sentirlo, si avvicinò di più in maniera quasi istintiva.
Draco sorrise, la baciò di nuovo sulla tempia e rimase vigile su di lei.
Ora che l'aveva ritrovata, non avrebbe più permesso a niente e nessuno di portargliela via.


I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora