non può essere vero

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Toc toc
-avanti-disse una voce dall'interno del grande ufficio del direttore. Subito dopo la porta si aprí, rivelando la figura di un ragazzo alto e snello, il quale a passo lento ma deciso si avvicinò alla scrivania del capo vicino alla finestra. Qui, seduto alla sua scrivania, c'era il capo di quell'azienda nonché migliore amico del ragazzo appena entrato. Una volta di fronte alla scrivania porse i fogli che aveva in mano alla persona davanti a se
-ecco i documenti-disse il ragazzo,rimanendo in attesa di una risposta
-grazie Tae, siediti pure-rispose il capo, facendogli gesto di sedersi con la mano
-certo capo-rispose Tae,ridacchiando e subito il capo alzò lo guardò sollevando un sopracciglio sorridendo
-lo sai che quando siamo tra noi non c'è bisogno di essere formale con me, in fondo sei il mio migliore amico-rispose lui, riprendo poi a leggere i documenti che aveva davanti
-capito, jk. Lo so ma è sempre divertente prenderti in giro-rispose Tae sedendosi velocemente nella poltroncina come ci si butta su un divano alla fine della giornata.
-quella poltrona mi servirebbe ancora due giorni-disse jk, continuando a leggere i documenti portatogli poco prima.
-si va bene....stasera usciamo un po'?-chiese Tae cambiando discorso, sorridendo sperando in una risposta positiva dell'amico. Entrambi lavoravano sempre tanto ed ogni tanto era giusto che si concedessero una pausa
-vediamo a che ora finisco-rispose jk, ancora indaffarato con i documenti
-lavori troppo amico mio, ti serve una pausa-rispose tae, avvicinandosi
-devo fare un colloquio alle 18 e 30, un nuovo ragazzo-rispose jk, sospirando
-uuuuuh un nuovo ragazzo qui, fantastico...non vedo l'ora di conoscerlo. Gli insegnerò tutto quello che so-rispose Tae eccitato
-non è ancora stato assunto, quindi non ti gasare subito-disse Jk ridendo
-si sì come vuoi...intanto io vado a lavorare-disse Tae alzandosi e dirigendosi fuori dalla stanza,ma prima di uscire si girò verso l'amico
-pensa a cosa vuoi fare stasera-disse tae per poi uscire e chiudere la porta alle sue spalle.

Il tempo passò velocemente ed arrivò quasi il momento del colloquio. Jk era nel suo ufficio indaffarato tra mille scartoffie. Lavorava molto, spesso anche molto più tardi del dovuto. Era a capo di una grande azienda, specializzata in arredo e moda. In quanto unico figlio della famiglia Jeon, l'azienda era passata a lui quando suo padre era venuto a mancare. Era ancora molto giovane ed inesperto,ma nonostante questo faceva del suo meglio per mandarla avanti senza intoppi. Aveva assunto Tae qualche anno prima, per farsi aiutare in questa impresa. Era da sempre stato il suo amico più fidato e vicino. Tae per jk c'era sempre e jk per lui lo stesso. Erano come dei fratelli e si fidavano ciecamente l'uno dell'altro.

Toc toc
Mentre era indaffarato, sentí bussare alla porta. Preso alla sprovvista sobbalzò, non aspettandoselo. Senza pensarci urlò avanti, convinto che fosse Tae che lo stava salutando prima di andare a casa. Non appena la porta si aprí,jk disse qualcosa senza sollevare lo sguardo
-buona serata Tae a domani-disse aspettandosi una risposta indietro, la quale non arrivò. Quando se ne rese conto alzò la testa, rimanendo di stucco. Davanti a lui si ritrovò la figura di un ragazzo biondo e molto carino più o meno della sua età.
-in... realtà....sono qui per....il colloquio-disse il ragazzo,un po' titubante non capendo ne chi fosse Tae e ne che cosa stesse succedendo. Jk appena capí la situazione di alzò per avvicinarsi a lui cosí da stringergli la mano. Si alzò velocemente e si diresse verso di lui. Sentiva in cuor suo una strana sensazione. Più si avvicinava e più la sensazione si faceva più intesa. Ad ogni passo si sentiva sempre più a disagio e strano. Non riusciva a capire bene cosa stesse succedendo, ma nonostante tutto cercò di mantenersi lucido e calmo.
-ciao io sono Jeon Jungkook, il Ceo di questa azienda. Prego accomodati pure voglio farti delle domande per capire meglio chi sei e cosa sai fare-disse jk, invitandolo a sedersi su una delle sedie davanti alla sua scrivania. Dopo di che jk tornò alla sua sedia, dietro la scrivania. Si sedette ed iniziò a guardare il ragazzo. Nonostante il ghiaccio era stato rotto, jk continuava a provare un strana sensazione che lo stava logorando dentro. Più guardava quel ragazzo e più aveva la sensazione di conoscerlo.
*So che ti ho già visto.....ma dove? Chi sei? Quegli occhi....quel naso...quella bocc....oddio....no....non può essere....non può essere che....naaaa....dai che vai a pensare jk....eppure sembra quasi....naaaaa...calma e vai avanti con il colloquio* pensò jk, per poi schiarirsi la voce
-bene, cominciamo-disse jk porgendo la mano verso di lui per ottenere il curriculum e questi gli lo diede tranquillamente senza esitare.
-ok allora vedo che hai frequentato....la scuola superiore Kim Hyung hoo ed hai....25 anni -disse jk per poi fermarsi un momento. Le sue supposizioni si stavano facendo sempre più veritiere. Iniziò a sudare freddo. Non voleva credere che fosse la stessa persona, la stessa persona che lo aveva rovinato alle superiori. Non poteva credere che l'incubo stava tornando. Cercò di mantenere la calma, grazie ad un grande respiro silenzioso. Cercò di non dare a vedere la sua ansia e preoccupazione.
-ok....quindi....sei nato a Busan e...il tuo nome è....-altro momento di silenzio per jk. Non appena lesse quel nome, il suo mondo crollò. Tutto quello che aveva ipotizzato ora era la realtà. La persona che aveva davanti era anche quella che odiava di più
-Park jimin, piacere- disse Jimin sorridendo

Cosi deve essereWhere stories live. Discover now