confusione

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Jimin's pov
-lo so perché ti ho visto-sentii alle mie spalle. In un attimo rabbrividii. Conoscevo bene quella voce. Non capivo cosa ci facesse li e perché mi stesse seguendo. Mi voltai lentamente, cercando di rimanere calmo ed impassibile. Subito mi trovai da davanti la sua figura nel suo solito completo elegante
-presidente Jeon....che ci fai qui?-chiesi curioso, cercando di rimanere calmo
-sono venuto a controllarti-disse senza pensarci in secondo. Sbarrai gli occhi, incredulo alla sua risposta. *Era venuto a controllarmi? Perché che avevo fatto di sbagliato per essere controllato?* Nel mentre che lo pensai, sentii una sonora risata accanto a me, che mi riportò alla realtà
-rilassati stavo scherzando....sono venuto per parlare di affari con Hobi-mi disse, ridendo di gusto. Lo guardai con sguardo furioso. Mi stava prendendo in giro così spudoratamente. Come poteva farlo? Non era affatto divertente, almeno non per me
-jimin-mi disse, riportandomi alla realtà
-si-risposi, pronto ad ascoltare
-tu torna in azienda, dai a me quegli abiti e li consegno io ad Hobi-mi disse e feci come richiesto. In pochi secondi i due scomparvero dalla mia vista, sparendo nell'atelier. Rimasi ancora alcuni attimi lì a ripensare a ciò che era appena successo. Jk si stava divertendo a prendermi in giro. Dovevo stare attento alle sue parole per capire quando scherzava e quando no.
Fine Jimin's pov

Era ormai sera e Jimin stava uscendo dall'azienda, in quanto aveva finito il suo turno e la giornata era finita. Si incamminò verso l'ascensore, lentamente, per poi arrivare nell'atrio. Dopo aver salutato il custode si precipitò al di fuori del portone, notando qualcosa di inaspettato non appena fu fuori
-oh no....sta piovendo...non ho nemmeno l'ombrello-disse ad alta voce, rimando sotto al portico dell'ingresso.
*Come farò ad andare a casa se continua così?* Pensò, accovacciandosi a terra. Jimin era solito andare a lavoro a piedi, dato che abitava molto vicino. Passarono 10 minuti, ma non ci furono miglioramenti. La pioggia non dava segni di cedimento. Jimin appoggiò la testa sulle gambe, in attesa di una pausa da parte di quest'ultima, ormai rassegnato.
-hai bisogno di un passaggio?-disse una voce accanto a lui. Al suo suono Jimin, rialzò la testa precedentemente abbassata. Appena si rese conto della persona accanto a lui, si tirò in piedi e si accomedò il vestito
-presidente sei ancora qui?-chiese Jimin, schiarendosi la voce
-si, stavo finendo un lavoro....vuoi un passaggio?-chiese jk, sorridendogli
-beh io...ecco...-disse Jimin
-non ti ho mica detto di sposarmi-disse jk ridendo. Jimin in risposta diventò molto rosso in viso e girò quest'ultimo non sapendo cosa dire
-v-a bene-disse Jimin, avvicinadosi a jk per ripararsi sotto al suo ombrello.  I due si diressero verso la macchina di jk per poi salirci. Per tutto il tragitto, dalla porta alla macchina, Jimin tenne la testa bassa imbarazzato per la situazione che si era venuta a creare
-bene...allora andiamo-disse jk, guardando Jimin-ma prima-disse per poi avvicinarsi al viso di Jimin pericolosamente. Quest'ultimo lo guardava dritto negli occhi mentre indietreggiava con il corpo. Non sapeva cosa jk avesse in mente di fare, ma sapeva che non era niente di buono. Jk si avvicinava sempre di più a lui. Ad un certo punto alzò un braccio allungando la mano, come a poggiarla accanto alla testa di Jimin. A quel gesto quest'ultimo sobbalzò, convinto che ormai jk volesse in qualche modo baciarlo. Lui era sempre più convinto di cosa passasse per testa di jk. Continuò a ritrarsi sempre di più verso il vetro del suo sportello, finché arrivò a toccarlo con la testa. A quel punto non poteva fare più niente era in trappola. Chiuse gli occhi convinto che il momento era giunto. Passarono alcuni secondi, ma non sentí niente. Nessun movimento, nessun contatto  e nessun suono.Riaprí gli occhi e si rese conto di essere di nuovo libero. Jk non era più così vicino come alcuni momenti prima, ma era di nuovo al suo posto. Lo guardò, non capendo cosa fosse successo. Il suo cuore era impazzito,come se da un momento all'altro esplodesse, ma qualcosa lo teneva al guinzaglio. Infatti a differenza di prima sentiva qualcosa su di esso. Qualcosa che fino a quel momento non aveva avuto. Abbassò lo sguardo, notando la cintura di sicurezza allacciata. Non appena la vide capì.
*Quindi ha fatto quello che ha fatto per la cintura?! Che stupido ahahah...che altro sennò* pensò tra se e se facendo un sospiro di sollievo
-stai bene?-chiese jk all'improvviso, voltandosi verso di lui
-si certo, mai stato meglio-rispose Jimin con una risata quasi isterica
-poco fa non sembrava da come ti sei ritratto....sembrava quasi che pensassi che io ti avrei....-disse jk, ma jimin lo interruppe
-non pensavo niente, ora puoi solo guidare per favore....non mi va di parlare-rispose Jimin in imbarazzo, voltandosi poi verso il finestrino. Sul volto di jk si creò presto un ghigno compiaciuto. Per il resto del viaggio nessuno dei due aprí più bocca.
Passarono dei minuti e finalmente i due arrivarono a destinazione. Jk accostò proprio davanti a casa sia. Non appena la macchina si fermò Jimin si girò verso jk per ringraziarlo del passaggio ma se lo ritrovò al un palmo dal naso
-io...grazie...-disse Jimin, diventando ancora una volta rosso in volto per la vicinanza del suo volto a quello di jk, il quale lo stava guardando intensamente negli occhi
-prego, quando vuoi...-rispose jk, con un sorriso compiaciuto, continuando a guardarlo. Jimin era incantato da lui, non riusciva a distogliere lo sguardo finché qualcosa non attirò la sua attenzione. Infatti, d'improvviso, si udí il ticchettio di qualcosa sul vetro dello sportello di Jimin. Quest'ultimo si girò spaventato, in quanto non si aspettava quel rumore in quel momento. Non appena si girò rabbrividí, vedendo chi fosse stato a battere.

Cosi deve essereWhere stories live. Discover now