stai calmo

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Passó una settimana e i jikook tornarono più o meno alla normalità. Decisero di non volersi far condizionare la vita da quelle lettere. Da quando erano tornati dall'ospedale avevano deciso di tornare nella casa di Jimin in quanto almeno li lo stalker non aveva mai colpito. Si era sempre limitato a mandare lettere, ok alcune con minaccie, ma niente di più. In quella casa di sentivano un po' più al sicuro, rispetto all'appartamento di jk.  Avevano chiesto a Nam e Jin di esserci ,ma non tutto il tempo. Non volevano farli stancare troppo. In fondo anche loro avevano una vita a cui tornare alla fine di ogni giorno. Nam e Jin oltre ad essere una coppia al lavoro, erano una coppia anche nella vita reale. Si erano conosciuti all'accademia militare e da lì si erano innamorati e sposati una volta diventati partner anche nel lavoro. Per jk erano sempre stati come una sorta di fratelli maggiori che erano sempre pronti ad aiutare il fratellino minore, ovvero jk.

Quella sera Jimin e Jk si stavano preparando per uscire. Avevano deciso di tornare alla loro vita, quindi di divertirsi come prima. Avevano deciso di andare a cena fuori e poi al cinema. Jk era già pronto, come ogni volta, mentre Jimin non lo era. Jk si era seduto in salotto a chattare con i Namjin, mentre aspettava il suo ragazzo. Passarono dieci minuti e finalmente Jimin uscì dalla loro stanza splendente. Non appena jk lo vide, gli si illunarono gli occhi.
-sei qualcosa di meraviglioso amore-disse jk avvicinandosi a lui lasciandogli un dolce bacio sulla guancia, Jimin sorrise imbarazzo al suo bacio
-andiamo piccolo?-chiese jk, prendendolo per mano e jimin annuii.
Salirono in macchina ed in breve tempo arrivarono al ristorante che avevano prenotato.
-buonasera signori, avete prenotato?-chiese il cameriere appena li vide entrare
-si a nome Jeon-dissi jungkook, stringendo la mano di Jimin
-si prego se volete seguirmi-disse il cameriere portandoli al loro tavolo. Si sedettero e si prepararono con i menù. Dopo aver ordinato passarono alcuni minuti e jimin prese la parola
-vado un attimo in bagno amore, tornò subito-disse per poi alzarsi verso il bagno

Jimin's pov
Mi diressi spedito in bagno. Avevo bevuto molta acqua e dovevo liberarmene. Entrai e feci quello che dovevo. Non appena uscii, mi diressi ai lavandini per lavare le mani, prendendo il sapone e mettendole sotto all'acqua. Mentre le stavo finendo di lavarle, la luce del bagno si spense d'improvviso
-oddio è una delle luci a movimento?!-esclamai iniziando a muovermi, neanche stessi ballando. Vidi che niente stava cambiando. La luce era ancora spenta. Decisi quindi di uscire e non asciugare le mani. Mi sarei inventato qualcosa una volta fuori da lì. Mentre cercavo di raggiungere la porta, con quei pochi ricordi che avevo sulla sua posizione, sentii dei passi dietro di me che mi fecero perdere un battito. Mi voltai, cercando di mantenere la calma, per vedere se nell'oscurità potevo vederne le fattezze. Ovviamente no.
-chi c'è?-chiesi aspettando una risposta. Ci furono minuti di silenzio, finché non sentii una mano posarsi sulla mia spalla, non ebbi il tempo di reagire che subito ne sentii una sulla mia bocca. Il mio cuore iniziò a battere ad una velocità assurda. Che stava succedendo? Chi era quella persona e cosa voleva da me?
-stai calmo, non urlare...non ti farò del male-disse quella persona nell'orecchio di Jimin, avendolo afferrato da dietro

Cosi deve essereWhere stories live. Discover now