vendetta

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Il giorno seguente arrivò velocemente. Erano soltanto le sei di mattina e jimin si trovava già davanti all'ufficio in attesa che arrivare jk. Avrebbero iniziato a lavorare alle 7 e 30, ma la sera prima jk gli aveva affidato vari compiti da svolgere prima di recarsi al lavoro. Lui voleva in tutti i modi piacere al capo e diventare parte della compagnia a livello effettivo, così si era svegliato prima dell'alba per essere sicuro di poterli svolgere in tempo.
Arrivarono le 7 e 30 e jk, scortato dal suo autista, arrivò presso l'ingresso della sua azienda, con un auto così lussuosa da far invidia a chiunque. Appena la sua auto si fermò, il suo autista si precipitò ad aprirgli la portiera, rivelando la sua figura in un abito elegante nero. Non appena jk, mise il naso fuori notò Jimin già lì ad aspettarlo. Aggrottò le sopracciglia, in un'espressione confusa per poi parlare
-vedo che sei puntuale....molto bene-disse jk, con un fare serio, cercando di non far trapelare la sua amarezza. Non si aspettava che sarebbe arrivato in tempo, dopo tutti i compiti da lui assegnati
*Accidenti pensavo già di rimproverarlo per il ritardo. Va beh ho appena iniziato a riempirlo di cose...cederai molto presto e mi chiederai in ginocchio di licenziarti* pensò per poi guardare Jimin in faccia
-bene allora entriamo, il lavoro ci attende-disse jk, avviandosi verso l'entrata che portava all'interno dell'edificio. In breve tutti divennero operativi ed impegnatissimi. Anche Tae era giunto sul posto ed aveva iniziato il suo lavoro.
D'improvviso jk aprí la porta del suo ufficio, urlando a Tae di raggiungerlo per un lavoro importante. Quest'ultimo,non appena sentí la sua voce, si precipitò da lui.
-allora che devo fare?-chiese Tae entrando velocemente nel suo ufficio. Jk non rispose subito. Era seduto alla sua scrivania, con lo sguardo verso essa e le braccia aperte su essa.
-jk?....tutto bene?-chiese Tae avvicinandosi titubante, preoccupato per il suo amico
-secondo te come posso stare bene-rispose jk,continuando ad avere lo sguardo in basso. Tae continuò ad avvicinarsi a lui, finché jk non alzò del tutto la testa guardandolo.
-ma lo hai visto? Ha fatto tutto ciò che gli ho affidato ed era pure in orario...come faccio? Come lo faccio fuori così? aaaaaaah-disse jk, sfregandosi la testa velocemente, per poi appoggiarla sulla scrivania
-stai cercando veramente di farlo fuori così? Assegnandogli 1000 compiti al giorno da svolgere in poco tempo?-chiese Tae curioso
-si, voglio vederlo crollare. Voglio che si senta che mi sono sentito io cinque anni fa, stupido ed impotente.-disse jk
-sei sicuro di voler arrivare a tanto? La vendetta non è mai la soluzione-disse Tae, sedendosi davanti a lui
-lo so, ma nel suo caso si. Non ti ricordi quello che mi ha fatto?-chiese jk, guardandolo dritto negli occhi
-certo che me lo ricordo, soprattutto mi ricordo quando ti ho trovato a piangere disperato. Dico solo pensaci bene a quello che stai facendo, non vorrei che poi te ne penti-disse Tae alzandosi e dirigendosi verso la porta-riflettici bene-disse per poi uscire lasciando l'amico da solo nel suo ufficio.

Passarono diversi giorni. Ormai era passata una settimana da quando Jimin aveva iniziato a lavorare lì. Tutto procedeva come si deve e l'azienda andava a gonfie vele.

Ore 20
Jimin's pov
Ero a casa a rilassarmi. Ero solo, solo con i miei pensieri. Era stata una giornata molto dura e pesante. Jk non faceva che affidarmi qualsiasi tipo di lavoro o commissione da svolgere in tempi ristretti, anche in posti super lontani. Ero a pezzi. Mi misi sul divano ancora nel mio completo, accendendo un po' la televisione. Ero così stanco che ormai non ero in grado di capire le parole pronunciate dagli attori del film che stavo guardando. Da lì a poco capii che avrei dovuto farmi una doccia ed andarmene a letto, prima che Morfeo mi prendesse su quel divano. Con molta fatica e poca voglia mi rialzai da lì, iniziando a spogliarmi, dirigendomi verso il bagno. In pochi attimi ero nudo,pronto per la mia super doccia rilassante. Entrai in bagno e poi in doccia. Aprii l'acqua e mi abbandonai al suo tocco. Sentivo la stanchezza scivolare via con l'acqua dalla mia schiena. Una sensazione di inebriante piacere. Chiusi gli occhi lasciando che all'acqua il resto. Avrei potuto addormentarmi anche lì, in quel dolce momento di rilassamento.
Ding dong. In un attimo il mio sogno si interruppe. Qualcuno stava suonando alla mia porta. Aspettai un attimo, convinto che fosse la mia coscienza che cercava di riportarmi alla realtà. Ding dong. Nuovamente sentii quel suono. Chiusi l'acqua ed afferrai l'asciugamano, chiudendolo intorno alla vita. Presi le mie ciabatte ed uscii dal bagno, diretto alla mia porta. Appena l'aprii, davanti a me mi trovai la figura di qualcuno che conoscevo, ma non capivo come fosse arrivato qui. Lo guardai per un attimo perplesso per poi cercare di parlare, ma lui fu più veloce di me.
-posso entrare?-chiese

Cosi deve essereWhere stories live. Discover now