l'idea

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Jimin's pov
-posso entrare?-mi chiese. Rimasi un momento confuso. Perché esattamente era qui? E come faceva a sapere dove abitassi?
Lo guardai per un momento. Era palesemente strano. Forse aveva bevuto o forse no. Senza pensarci troppo mi spostai di lato, così da permettergli di entrare. Volevo sapere il motivo della sua comparsa a casa mia. Non appena mi vide spostarmi, entrò senza esitazione dirigendosi verso il divano. Non fece in tempo a raggiungerlo che a metà strada iniziò a barcollare. Lo guardai per un attimo e notai che era prossimo alla caduta. Probabilmente era molto ubriaco e non riusciva più a reggersi in piedi. Mi precipitai su di lui, pronto a prenderlo, non volevo si facesse male cadendo.
-presidente Jeon-urlai buttandomi a prenderlo, ma il suo corpo era più pesante del mio. Non riuscii a sorreggerlo. In un secondo ci ritrovammo a terra, uno sopra l'altro. I nostri visi erano molto vicini, così vicini che potevo sentire il suo respiro su di me. La cosa era diventata strana.  Molto imbarazzante direi. Senza accorgermene ero diventato rosso in viso
Fine Jimin's pov

I due ragazzi erano sdraiati a terra, uno sopra l'altro. Nella caduta, jk aveva fatto perdere l'equilibrio a Jimin, facendolo cadere di schiena contro il pavimento. I due si ritrovarono a pochi centimetri l'uno dall'altro. L'unica cosa che li separava erano le braccia di jk che lo stavano sorreggendo.

Jk's pov
Ero sopra Jimin. Intento a guardarlo negli occhi, così scuri e profondi. I suoi occhi mi avevano sempre fatto questo effetto, non potevo evitarlo. Era una posizione che con lui avrei voluto provare varie volte, in altre occasioni. Questo mio pensiero, mi riportò alla realtà. Tutto mi balzò di nuovo in mente. Ogni cosa che Jimin mi aveva fatto. Lo osservai per qualche istante. Era visibilmente imbarazzato da quella situazione. La cosa mi fece riflettere ed un pensiero mi balzò in mente. Iniziai a pensare a come poter sfruttare questa cosa a mio vantaggio. Anche se non si ricordava di me, potevo giocare anche io come lui. Potevo far si che si innamorasse di me, per poi spezzargli il cuore. Esattamente come lui aveva fatto con me. Potevo rendergli pan per focaccia. Potevo finalmente avere la mia rivincita su di lui e lasciarmi il passato alle spalle. Avevo già sofferto troppo a causa sua, dovevo far si che il suo dominio su di me finisse.
Vista la nostra posizione, sfruttai il momento a mio vantaggio. Iniziai a rialzarmi da quella posizione, molto lentamente. Jimin era visibilmente in imbarazzo per come eravamo caduti e il fatto che lo fosse mi piaceva molto. Mi alzai in piedi e porsi la mia mano verso di lui, cercando di aiutarlo a rialzarsi. Lui, dopo un momento di esitazione, la prese e si lasciò aiutare. Di risposta,io strinsi la sua mano molto forte e con una spinta altrettanto forte lo tirai verso l'alto facendo in modo che si ritrovasse nuovamente molto vicino al mio viso.
-ehm..io...-disse diventando ancora più rosso, quando si rese conto, non solo della nostra vicinanza, ma anche delle sue mani sul mio petto. Io iniziai a fissarlo intensamente negli occhi cercando di farlo sentire ancora più imbarazzato. Volevo farlo impazzire. D'improvviso iniziai a sentire qualcosa spingere contro il mio petto, era un qualcosa di strano. Non faceva male. Abbassai lo sguardo su esso e vidi le sue mani spingere il mio petto. Stava cercando di spingermi via.
-scusami....ma...-disse spingendomi via lentamente-forse è meglio se vai-mi disse ormai lontano dal mio corpo. Lo guardai per un momento, per poi abbassare lo sguardo.
-hai ragione....scusami se sono piombato qui così...ti lascio andare a dormire-disse dirigendomi verso la porta
-aspetta!-mi urlò e un ghigno si formò sulle mie labbra per qualche istante. Mi voltai, con sguardo dispiaciuto, pronto ad ascoltare le sue parole
-non preoccuparti....ma perché eri venuto? Era qualcosa di lavoro? Era importante?-chiese curioso, attendendo una mia risposta
-niente di importante, ora vado-dissi uscendo velocemente di li, sentendo alle mie spalle il mio nome che veniva chiamato. Ovviamente lo ignorai. Una volta fuori, corsi velocemente verso la mia macchina per poi salirci. Non potevo permettere che mi inseguisse fuori per altre domande. Dopo un respiro profondo, un altro ghigno si creò sul mio volto
-che la vendetta abbia inizio. Caro Jimin, ti pentirai di ciò che hai fatto. Saprai cosa si prova ad essere preso in giro. Ti darò la tua stessa medicina-dissi, per poi guardare la sua finestra, sorridendo.


Cosi deve essereWhere stories live. Discover now