whᥲt ᥲrᥱ ყoᥙ doιᥒg hᥱrᥱ?!

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solo ora ho notato le 1k letture.. 

ma perché lo leggete (._. ) 

normal au 

(1/??)


ormai ci aveva fatto l'abitudine. a non avere più la compagnia del corvino, non poteva più chiamarlo o sentire la sua voce, non poteva più vederlo. se n'era andato, scomparso dalla circolazione, per una ragione sconosciuta. sinceramente era anche un po' arrabbiato con lui, poteva dargli una misera giustificazione prima di andarsene . si ripeteva ogni giorno di non badarci troppo e andare avanti. 

si era trasferito da pochissimo, per un lavoro più conveniente per il padre. stava uscendo di casa, per il suo primo giorno di scuola. era un po' ansioso, ma chi non lo sarebbe? sperava fossero simpatici e non dei mocciosi viziati, anche se la vedeva difficile. 

era cambiato? 

beh, un po'. il sorriso rimaneva sempre, un po' più spento, ma c'era. era gentile come sempre anche se aveva sempre quella paura che le persone potessero approfittarne. camminava a passo lento, sapendo di dover entrare leggermente in ritardo. per le 'presentazioni'. in realtà aveva un brutta sensazione, una bruttissima senzazione difficile da ignorare. 

aumentò il passo, non preoccupandosi di arrivare prima. si mise le mani nella tasca giacca, trovandoci anche un pacchetto di fazzoletti. era quasi arrivato a destinazione. si guardò intorno, provando ad ambientarsi. c'era davvero molto gente... un grande edificio grigio ricoperto di finestre. era proprio orrendo... 

continuò a camminare, fino al cancello. perfetto, ora doveva stare lì impalato senza fare nulla mentre si guardava intorno e fare una figura di merda. si mise le mani in tasca, con un gesto autonomo e tirò fuori il suo telefono. non aveva nulla da fare... ma preferiva fingere di dover controllare qualcosa invece di guardarsi le scarpe. le voci degli studenti gli davano fastidio, dove trovavano la forza di urlare a quest'ora? lui al massimo mugolava delle risposte 

 la campanella suonò, facendogli prendere un colpo. spense il telefono, mettendolo nello zaino. rimase lì immobile, dovendo aspettare che tutti entrassero. gli urtarono anche la spalla, come colpo di grazia. non ci volle molto che tutto si fece vuoto, solo ora notava quanto quel posto fosse vecchio. una donna aprì una porta, facendosi notare. "dovresti essere il ragazzo nuovo, giusto?" chiese retorica. sembrava molto bassa, con un'espressione scocciata sul volto. "sì, sono io-" non lo fece finire. "bene, entra che non ho tutto il giorno" si spostò dalla porta, facendolo entrare. si sbrigò ed entrò 

chiuse la porta, ettraversando dei corridoi. è perecchio grande, pensò. cominciò a camminare molto velocemente verso una cattedra perrfettamente pulita. la seguì, chiedendosi il perché di tutta questa fretta. si sedette sulla sedia, abbassandosi verso un cassetto. tirò fuori una scheda, che poggiò sul tavolo. si mise dritta e incominciò a cercare qualcosa. ripeteva a bassa voce i nomi e le classi, non riuscendo a trovare il suo. ad un certo punto lo guardo in faccia. "Norman, giusto?" lui Annuì, prendendolo di sorpresa. 

si alzò di nuovo, senza neanche rimettere a posto il foglio. camminava sicura davanti a lei, conoscendo a memoria quel posto. gli metteva un po' di ansia. salirono un piano, svoltarono a destra, penultima porta sulla sinistra. "togliti la giacca e mettila lì" gli disse, facendogliela appoggiare su un vecchio attaccapanni. bussò, e l'ansia di lui era a mille,si era anche dimenticato il piccolo discorso che aveva letto.. 

aprì la porta. non disse nulla, lanciò uno sguardo al professore e se ne andò. che persone strane. "dovresti essere il ragazzo nuovo, giusto?" parlò, prendendolo alla sprovvista. "uhm.. si". fece un passo avanti. "non fare il timido!" entrò, chiudendosi la porta alle spalle. non amava le persone che parlavano in quel modo, le trovava stupide . l'uomo si mise accanto a lui, sorridendo. "presentati su" lo prese ancora una volta alla sprovvista, ma cercò di dire le cose basilari. "mi chiamo Norman ed ho 14 anni...?" suonava più come una domanda, ma sperò che andasse bene. 

guardo meglio tra i compagni. di certo era una classe piccola. c'erano molti più ragazzi, che non lo guardavano troppo bene, i soliti gruppetti che parlottavano e ridevano. tutto normale. c'era un tipo, con un libro davanti al viso, che sembrava volersi nascondere...

"perché ti sei trasferito?" domandò, volendo sembrare incuriosito, fallendo miseramente. anche un bambino noterebbe che a lui non gliene fregava niente. almeno ci ha provato. "per il lavoro di mio padre" disse schietto, volendola fermare lì . il tipo di prima si appoggiò al banco, in una posizione che non sembrava per niente comoda. "Ray, visto che hai così voglia di muoverti, perché non vai a far vedere la scuola a- com'è che ti chiami?" finì così la frase, facendo ridere alcuni. "Norman" rispose infastidito. però, ammettendolo, Quando aveva sentito quel 'Ray' ci aveva sperato. "giusto,dopo ti porterà a farti vedere la scuola. ora siediti lì che incominciamo" gli indicò un banco, con sopra dei libri. 

si sedette, mettendo in ordine quel che poteva. era il banco vicino alla finestra, nella seconda fila. notò immediatamente una cosa curiosa, il banco era da solo. non aveva un'altro tavolo attaccato. tutti lo guardavano, con uno sguardo annoiato. tutti tranne il 'tipo con il libro'. questa situazione lo stava mettendo a disagio. perché un banco da solo? potevano benissimo attacarne tre insieme, si disse. non gli piaceva quella scuola, per niente 












ᥒorᥲყ oᥒᥱ shot~Where stories live. Discover now