ᥣιstᥱᥒιᥒg to ᥲ stᥲtᥱmᥱᥒt

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la prima parte è stata un parto. 

UN PARTO 


Emma x Gilda 

EMMA X GILDA 










"Non spingere!" 

"e tu non urlare!" 

"Non sto urlando"



ok, è un inizio particolare, me ne rendo conto. 


avevano entrambi l'orecchio attaccato alla porta, cercando di capirci qualcosa. "sembriamo degli stalker-" "parla quello che ci ha contatto con un telefono senza rivelare la sua vera identità" 

(dovrei smetterla di fare battutine del genere- ma 'bullizare' Norman è diversa da :)) 


"stai zitto" non riuscivano a sentire così tanto e di vedere non se ne parlava proprio. cosa stavano facendo? cercando di sentire una piccola dichiarazione. "siamo qui da 20 minuti, quanto ci mettono?" la cosa stava iniziando a stancare,ma loro che ci potevano fare? toccava ad Emma fare la prima mossa, gilda avrebbe aspettato anni. 

"cosa state facendo?" sussurrò mettendosi dietro di loro 

"SHHH" parlarono in contemporanea, girandosi, trovando solo Nat a guardarli. 

"ah, sei solo tu.." li guardò male, borbottando mentre se ne andava. "l'hai offeso!" da lì dentro non si sentiva nulla, cominciavano a pensare di aver sbagliato stanza... "basta solo farli dei complimenti" la buttò lì, non dandoci importanza. "povero Nat" poi scese il silenzio. nessuno diceva una singola parola. ad un certo punto da dentro si sentirono dei rumori. "cos'è successo?" 

"ti sembra che posso saperlo?" sospirò, iniziando a sentirsi stufo. "di cattivo umore eh-" si sentì qualcosa cadere. sgranarono gli occhi, preoccupandosi. 



"Tutto bene?" la guardò preoccupata, tendendogli la mano. la afferrò, sorridendole a mala pena. "sto bene Emma... non dovevi dirmi qualcosa?" iniziò a non guardarla negli occhi. si sedettero entrambe sul letto, una accanto a l'altra.  si notava parecchio che era nervosa. "sei parecchio tesa :/" 

sospirò, non sapendo in realtà come dirglielo. guardò l'orologio. "e difficile da dire". si alzò, mettendosi davanti a l'oggetto. "allora dillo tutto in una volta" suggerì, non muovendosi di una virgola. guardò intensamente la lancetta dei secondi muoversi. lo disse. non con grandi parolone ma lo disse. Gilda ci rimase di stucco. si alzò silenziosamente, mettendosi dietro di lei. Emma, non accorgendosi di nulla, iniziò a parlare sempre più velocemente. sul fatto che lei poteva benissimo non ricambiare e non sentirsi obbligata a fare nulla. 

sorrise, scuotendo la testa. la girò verso di lei, guardandola negli occhi. sospiro mettendole le mani gelide sulle guance. "huh?" arrossì al contatto, costretta a guadarla negli occhi. si avvicinò lentamente. "calmati". si avvicinò ancora, toccandole le labbra con le sue. durò un secondo. si allontanò, togliendo le mani dal suo viso. andò verso la porta e la aprì



si, sorprese di trovarli lì. "cosa ci fate qui?" lì guardò male. "eh sai-" stava per inventare una scusa prima che Ray girasse i tacchi e se ne andasse, camminando tranquillamente. "ma che—" "Norman." lo richiamò, con una voce più seria. "... eh.. e una storia lunga. comunque hai rotto Emma, se non hai notato". Gilda si girò, controllandola. era ferma come un palo. "Emma tutto ok-" girò la testa davanti a sé,trovando il nulla.. 

"il loro nome è già scritto sul death note 

ᥒorᥲყ oᥒᥱ shot~Where stories live. Discover now