spedızıonı, sαlutı e pıαntı

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"quindi rimani qui?" "sì, emma, rimango qui" "ma di solito -" la interruppe, mentendole il palmo davanti al viso. "rimango qui, è molto più silenzioso e si sta bene" "ma-" "niente ma, Emma. so quello che stai per dire. se tu rimanessi con me gli altri bambini ci resterebbero male" "uff e va bene" 

non è molto difficile da capire, Ray ha cambiato albero per la lettura. invece del solito, vicino alla casa, si è spostato nel mezzo del bosco. 

si sedette, con la schiena appoggiata al tronco e un libro sulle ginocchia. non apprezzava molto quei libri, quelli con grandi teorie e difficili da capire, ma lo faceva per 𝒍𝒐𝒓𝒐. prima di iniziare quella sottospecie di tortura si guardò intorno. le foglie che cadevano dagli alberi, il venticello, anche quel masso ci stava bene. perfetto. sospirò un attimo e si mise all'opera. gli occhi viaggiavano tra le righe velocemente, perdendosi anche qualche lettera. era stanco di quella situazione, voleva davvero finire di attuare il piano e dirlo ai suoi amici. però doveva aspettare, non perché non si fidasse di loro, doveva avere la sua parte pronta. senza che se ne rese conto aveva sul volto un ghigno. presto lo sapranno. 

sentiva in lontananza le urla degli altri, che giocavano tranquilli. sentiva particolarmente vicine le parole di Don, che parlava con Conny. in fondo mi dispiace per lei, infondo. parlando del diavolo spuntano le corna, anzi, Little Bunny. 

infatti, una Conny selvatica, che si avvicinava di soppiatto "Ciao Ray!" "ehy Conny, vi state divertendo?" sembrava che non ci tenesse a loro, ma era il contrario. li amava con tutto il cuore, anche se non lo faceva vedere a tutti, li amava davvero. gli ha fatto davvero male vedere tutti quei bambini andare per la loro 'spedizione'. a quei ricordi si rattristò un attino. "si, ma non riusciamo a vincere contro norman". "ci riusciremo, Conny" ora era spuntato anche Don. "ehy Ray!" "ciao Don". oggi era il giorno, la spedizione di Conny. gli dispiaceva finirla così. "Conny..." la chiamò, un po' incerto sul cosa fare. lei si avvicinò, sempre con quel piccolo sorriso stampato in viso. fatti due passi si fermò e lasciò cadere il suo peluche, regalatole dalla Mamma. e grandi lacrimoni caddero sulle guance rosee. "C-Conny?" era Don, che si stava confondendo. "dai, vieni qui" e lei corse ad abbracciarlo ancora piangendo. "va tutto bene, ci rivedremo e staremo insieme" prese ad accarezzarle i capelli biondi e soffici. "ma io voglio stare con voi ora" ora anche Don stava piangendo. "dai Don, vieni qui" lo chiamò. e anche lui, molto incerto, si unì al abbraccio. ed ecco, ora anche Ray stava piangendo. "dovremo tornare,no?" si alzarono e, preso per mano la più piccola, tornarono in casa. 


davanti a tutti c'era una bambina, vestita di tutto punto e pronta per andare a 'vivere' una nuova vita. come ci si aspettava, Don stava piangendo. così, Ray, per rincuorarlo gli mise una mano sulla spalla. anche lui stava piangendo. la Mamma si abbassò all'altezza di Conny sussurandole qualcosa. dopo aver ascoltato attentamente ciò che le voleva dire guardò con gli occhi lucidi i suoi 'fratelli'. in particolare quei due. e andò ad aggrapparsi alle camice di Don e Ray, sorridendo più che poteva. se ne andò. sorridendo a tutti, mentre abbracciava l'amato peluche. 

pulì, più velocemente possibile. ricevendo delle occhiate confuse da tutti. "tutto ok?" chiese, ad un certo punto Phil, preoccupato. "tutto ok, phil. perché non vai da Emma? è quasi ora di dormire" "mhm Ok" e corse via ridendo. anche lui andò a dormire, dormire si fa per dire, lui si sentiva in colpa. si sdraiò sul letto, sprofondando la faccia nel cuscino. finché non sentí una presenza a lui, sedersi. "Ray?" non badò a chi si trattasse. "mhm?". "Ray, guardami" a malavoglia si alzò, ritrovandosi ad un palmo la faccia di Norman. si spaventò e subito dopo arrossì vistosamente. "va tutto bene, Ray?" "sì" "e tu ora pretendi che io ci caschi?" "sì?" molte delle loro conversazioni andavano a finire così. 

si sdraiò, mettendosi le mani a mo' di cuscino, dietro la nuca. "ehy, questo è il mio letto" "davvero? non l'avevo notato" sbuffò, mettendosi affianco dell'amico,che lo imitò. "a Conny piaci tanto" a quelle parole si mise su un fianco, davanti a Norman. "davvero?" non si aspettava di ricevere tali informazioni ora. "mhm" parlò, distratto. "e.. gli altri?" voleva sapere davvero. "beh, ti vogliono molto bene e vorrebbero stare con te più spesso-" prese ad accarezza i capelli neri. "-sai, Gilda oggi ti ha visto" sembrò un attimo confuso. "Don, Conny l'abbraccio le lacrime, intendo" non era molto sorpreso di saperlo. "ah" si avvicinò di più a Norman mettendo la testa nell'incavo del suo collo. l'altro sembrò tranquillo, continuando ad accarezzare i capelli. "e tu, cosa ne pensi di me, Norman?" parlò con le labbra che toccavano la pelle dell'altro, facendolo rabbrividire. "beh... hai dei capelli molto soffici" 


ᥒorᥲყ oᥒᥱ shot~Where stories live. Discover now