Parte due

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Scesi dall'Hogwarts Express la mia attenzione viene catturata da una voce forte e possente che continua ad urlare "primo anno, primo anno! Da questa parte!" Incuriosita mi volto verso di essa e noto un uomo molto alto, direi quasi gigante e robusto, con una barba e dei capelli folti ed arruffati.
Vestito con un pastrano, al quanto pesante.
Per qualche secondo le mie gambe decidono di camminare verso quell'uomo, ma realizzano subito che non sono una studentessa del primo anno... perciò mi fermo di colpo, aspettando che possano scendere anche gli altri.
«Allison! Dobbiamo prendere il carrozzone!» La voce di Hermione mi fa tornare alla realtà, incitandomi a seguirla, per un attimo ho ripercorso mentalmente tutto quello che mio padre mi raccontava su Hogwarts e giurerei che "il gigante" fosse tra le persone di cui mi parlava.
«Forza andiamo!»Continua la ragazza accanto a me notando che non mi sono mossa neanche di un centimetro.
La lettera che ho ricevuto indicava che avrei dovuto aspettare fuori dalla sala grande e che sarei dovuta entrare solo dopo che Silente avrebbe annunciato il mio arrivo.
«Hermione!» urlo a squarciagola, cercando di seguirla. Sto perdendo tempo, ho la mente completamente offuscata, mille pensieri e tanta agitazione. Così decido di scacciarli via e proseguire.
Sono quasi vicino al carrozzone, ma d'improvviso sento qualcuno urtare il mio braccio con forza, facendomi sussultare.
«E sta attenta a dove metti i piedi stupida ragazzina!»Con la voce piena di rabbia ed arroganza un ragazzo, abbastanza alto e con dei capelli che sembrerebbero quasi bianchi, urla superandomi.
«Sei tu quello che mi è venuto addosso imbecille!»Sbotto facendo voltare tutti nella mia direzione, bene, non sono arrivata neanche da cinque minuti ad Hogwarts e sto già dando spettacolo...
«Imbecille sarai tu!»Esclama in tutta fretta. Che arroganza, chi si credere di essere...
«Forza Allison!»la voce di Ron mi fa tornare al pensiero di dover prendere il carrozzone.
Prendo finalmente posto, lasciando andare un sospiro di sollievo.
«Che imbranata che sono...» sussurro appena, sperando che non mi abbia sentito nessuno.
«Tu li vedi Allison?»Chiede Harry, dandomi la conferma che nessuno a udito le mie parole.
Sposto lo sguardo nello stesso punto in cui sta guardando il ragazzo accanto a me, notando una meravigliosa creatura, con delle enormi ali da pipistrello. Il suo corpo è tutto nero, ha una lunga coda, la sua pelle è così tesa che riesco perfino a contarne le ossa. Ha un lungo muso da drago e degli occhi completamente bianchi.
«S-si lo vedo anche io...» balbetto sbalordita da tanta eleganza.
«Quindi anche tu...» Ron fa per parlare, ma Hermione lo interrompe urtando il suo gomito di proposito.
«Si Ron...» continuo senza nascondermi o specificare altro.
Non voglio mentire, prima o poi dovranno sapere...
Nella carrozza cala un silenzio assordante, provocandomi nuovamente agitazione.
L'adrenalina si fa spazio nel mio corpo, le gambe iniziano a tremare, da sole, per quanto io possa trattenermi, non riesco a controllarle del tutto, ho il respiro corto ed il cuore mi batte all'impazzata, sento che da un momento all'altro potrebbe esplodermi.
Cerco di prendere un respiro profondo e di rilassarmi, chiudo gli occhi, lasciando che l'ansia ed i mille pensieri possano andar via.
Il vento tra i capelli, l'aria fresca e l'immagine davanti ai miei occhi del castello, mi fanno prendere nuovamente fiato.
«Andrà tutto bene» la mano di Harry sulla mia posata delicatamente, mi fa sobbalzare, rimango immobile, per qualche secondo, senza sapere cosa fare o dire.
Cerco di mostrarli un sorriso di ringraziamento, ma tutto ciò che mi esce è una smorfia buffa e senza alcuna espressione.
La carrozza si ferma d'improvviso, intuisco che siamo arrivati al castello... se potessi urlare in questo momento lo farei con tutta l'aria ed il fiato che ho nei polmoni anche a costo di perdere la voce.
«Signorina Keppel, mi segua» una voce autoritaria, chiama il mio nome, facendomi voltare verso una donna snella ed alta. Per guardarla in viso ho dovuto percorrere con gli occhi tutta la sua figura, dai piedi fino alla testa.
«Si, professoressa»sibilo seguendo i suoi passi pesanti. Ha le mani una sopra l'altra, posate leggermente sul suo addome. È molto seria, ha i capelli raccolti in una specie di chignon alto, ma si intravede il loro colore nero.
«Bene, signorina, lei aspetterà qui, il professor Silente, la chiamerà per essere smistata nella propria casa. Le case sono quattro, grifondoro, tassorosso, serpeverde e corvonero. Il cappello parlante deciderà la sua sorte.» Il suo sguardo è puntato su di me con autorità,  il suo discorso non poteva essere più preciso e chiaro di così.
«A dopo signorina» accenna un piccolo sorriso per poi sparire fuori dal portone.
Guardandomi intorno mi rendo conto di essere davvero qui, è pieno di scale e di quadri, quadri viventi, ogni personaggio raffigurato si muove all'interno di esso.
Il soffitto è enorme, è così alto che un solo sguardo mi fa girare la testa, come se il pavimento sotto di me stesse sprofondando.
È proprio come mio padre me lo ha descritto.
Vorrei condividere con papà questa gioia ma non sarà possibile...
I ricordi dei nostri discorsi, delle sue raccomandazioni e delle sue descrizioni dettagliate su Hogwarts si fanno spazio dentro di me, dimenticando per un attimo tutto il resto.
«Allison!» La voce di Harry mi distoglie dal pensiero di mio padre.
«Ci vediamo dentro» sorride lanciandomi poi un occhiolino che mi rassicura.
Passa qualche minuto, ed inizio a preoccuparmi nuovamente, mi assalgono mille dubbi e domande,  finché non sento il rumore emesso dall'enorme portone che apre la sala grande.
«Prego signorina Keppel venga avanti» la voce di Silente mi invade le orecchie, quasi come se mi avesse ipnotizzato, cammino verso il preside di Hogwarts, passando al centro dei tavoli dove ogni studente ha ormai preso posto.
Sento vociferare e borbottare mille parole sul mio conto.
Le mie orecchie percepiscono perfino un "sarà una mezzosangue anche lei."
La professoressa con in mano il cappello parlante mi fa cenno di sedermi. Non saprei descrivere al meglio questa sensazione se non dicendo di sentirmi in un corpo non mio.
Sento il cuore battere come non mai, ho la gola secca ed un magone che potrebbe farmi rimettere. Eppure non dovrei essere così agitata...
"Mhh, molto interessate... c'è coraggio, ma anche astuzia vedo..." il cappello sopra la mia testa, gli occhi di ogni studente e professore, tutti puntati su di me, non possono far altro che aumentare i miei battiti e la mia agitazione, se il cappello non decide all'istante potrei letteralmente o vomitare o addirittura scappare.
"Mhh sei una persona complicata... ma con grande audacia e talento da vendere... bene io direi..." continua il cappello, notando ogni mio particolare.
"Grifondoro!" Esclama una volta per tutte, un sospiro di sollievo mi esce spontaneo.
Sento i ragazzi della mia casa applaudire ed esultare di gioia, compresi Hermione, Ron ed Harry, che non appena prendo posto mi accolgono con un caloroso abbraccio dandomi il benvenuto.
"Bene benvenuta ad Hogwarts signorina Keppel" il professor Silente mi lancia un sorriso cordiale innalzando il suo calice.

Un enorme banchetto pieno di ogni cibo diverso, abbellisce tutto il tavolo.
Mentre porto il primo cucchiaio di zuppa alla bocca, noto un ragazzo dai capelli biondo cenere, mi ricorda qualcuno... ma chi...
Ma certo!
Deve essere lo stesso con cui mi sono scontrata stamattina... il suo sguardo è puntato su di me, pieno di odio, disprezzo e disapprovazione, direi.
Così decido di ripagarlo allo stesso modo lanciandoli lo stesso sguardo, ma con provocazione, per rendere i nostri sguardi più intensi e pericolosi, prendo il bicchiere e lo alzo in alto verso di lui, senza distogliere lo sguardo dal suo. I miei occhi puntati nei suoi. Quasi a sfidarlo.
Che la mia vita ad Hogwarts abbia inizio.


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Salve a tutti, fatemi sapere se la storia vi piace, forse ora vi sembrerà un po' noiosa ma farò del mio meglio perché non lo sia.
Un bacio a tutti e buona lettura. 😘
P.s.
Commentate, accetto idee.

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