Parte diciotto

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Lo sguardo imbronciato, esausto. Continuò a guardarmi negli occhi si avvicinò alla mia figura e mi pose poi la stessa domanda.
«Che cosa fai, a quest'ora della sera, dove scappi All...» non sembrò arrabbiata, solo preoccupata e spaventata.
«Io... n-non...» balbettai come una bambina che non è ancora incapace di parlare.
«All, puoi dirmelo?» continuò con tono irritato.
«Io... mi vedo con Draco.» ansimai, per poi sputare tutto in un solo fiato.
Il suo volto si fece pallido, le sue guance non emanavano più il loro colore roseo.
«Ecco perché non volevo che lo sapessi... i-io avevo promesso...» cercai di giustificarmi, le mani cominciarono a tremare, così come le gambe ed il resto del corpo.
Avevo promesso che non avrei più cercato o baciato Malfoy ed invece... ci sono andata perfino a letto...
«D-Draco?» è tutto quello che riuscì a dire, prima di avanzare verso il divano e sedercisi sopra, esterrefatta.
«Ma lo sai si che... Draco...» tentò di spiegarsi, per poi lasciare una leggera suspense nella frase.
«Sai che non ha mai avuto una relazione che durasse più di... una settimana...» continuò scrutando il mio viso.
«La vostra... va avanti da mesi, direi che si è superato il biondino...» continuò mostrando un filo di entusiasmo nella voce.
Pensai che non sono stati esattamente tre mesi... ci sono stati sempre alti e bassi tra di noi.
«Sei arrabbiata...?» le chiesi impaurita, per poi sedermi al suo fianco.
«No, non sono arrabbiata, non potrei mai esserlo, insomma... se ti fa star bene... perché non dovresti vederlo» i suoi occhi ripresero improvvisamente la loro solita luce, quella luce che riesce ad illuminarli.
«Vieni qui» sussurrò prima di stringermi in un abbraccio caldo e premuroso. Uno di quegli abbracci che solo le migliori amiche riescono a darti.
Nonostante il suo gesto, mi sentii terribilmente in colpa...
«Ma dovrai dirlo ad Harry... merita di sapere la verità...» sentii del dispiacere nel suo tono di voce. Capì che la mia amica aveva ragione, sarei dovuta essere sincera fin dal primo momento con lui.

Siamo già fuori la sala grande quando intravedo Draco da lontano. Un tonfo al cuore mi assale, non posso avvicinarmi, non posso prenderlo per il colletto e sbatterlo contro il muro.
Sono con i miei amici, rovinerei ogni cosa se mettessi in atto ogni mio pensiero perverso su Malfoy...
E visto che Harry non sa ancora nulla...
«Che abbiamo a prima ora?» chiede Ron mentre camminiamo tutti e quattro, come se stessimo andando al patibolo.
«Pozioni» commento in modo nervoso ed irritato.
«Fantastico» ironizza Ron, non credo abbiano notato il mio tono di voce...
«Ragazzi ho dimenticato di sopra la mia bacchetta, vado a prenderla, ci vediamo in classe» spiaccico lì, in modo del tutto arrogante e senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dalla figura di Draco.
Così senza aspettare ulteriori commenti da parte loro, corro verso le scale, sperando che il biondino si sia accorto della sottoscritta.
Sono davanti al quadro della Signora Grassa, ho il cuore che mi esplode nel petto.
Non andrò da nessuna parte se ogni volta che lo vedo sono così... eccitata.
Spero con tutta me stessa che mi possa raggiungere...
«Ehi bimba» la sua voce si insinua nelle mie orecchie, nella mia pelle, nel mio petto.
Non rispondo, lo afferro per il colletto, pronuncio la parola d'ordine e lo porto dentro la sala.
Con tutta la forza che ho nelle braccia lo strattono fin sopra le scale.
Una volta davanti al mio letto, con forza, spingo il suo petto contro il materasso, in modo che possa cadere con la schiena rivolta contro di esso.
«Avanti, voglio vedere che sai fare» sbotto incazzata, non so per quale motivo mi sia venuta fuori questa voce. Non mi sarei mai aspettata niente del genere, da parte mia.
«Sai quale è la parte peggiore Draco? Che non posso urlare, devo sempre contenermi, sono stanca di farlo, ogni volta che le tue mani mi toccano» dico quasi senza riprendere fiato, per poi far salire il mio corpo proprio sul suo sesso.
Ora sono sopra di lui, posso ammirare i suoi occhi immensi da vicino. Sono confusi, non comprendono i miei atteggiamenti.
«Ehi, ehi calmati» cerca di essere cortese, ma non ha afferrato affatto ciò che voglio.
«Non devi dirmi di calmarmi, continua a farmi vedere le tue doti... o hai mentito? Forse non sei bravo abbastanza...» lo provoco puntando lo sguardo nelle sue pupille, ora hanno una scintilla in più, riesco a percepire il desiderio che le pervade.
«Tu non hai proprio idea di cosa sono capace» con tono difensivo avvinghia le sue mani su i miei fianchi, per poi sfilarmi la parte superiore della divisa.
Con forza, lascia che il mio busto sbatti sul letto, con la schiena rivolta al cuscino.
Le sue dita iniziano a scorrere con una leggera forza sulla mia pelle, che li permettono di spogliarmi del tutto da i vestiti.
Questo suo gesto fa andare in tilt i miei pensieri, tanto da sentire una vampata di calore invadermi lì sotto.
Sta per chiedermi qualcosa, lo noto dalle sue labbra, poiché si aprono appena, ma le mie braccia si muovono d'istinto verso la sua divisa per denudarlo del tutto.
«Promettimi solo che urlerai, urla più forte che puoi, ora siamo soli, lo puoi fare, fallo Allison, più forte che puoi.» la sua voce possente mi provoca un brivido lungo tutta la schiena, un brivido che riesce a farmi gemere.
Questo fa si che possa afferrare il suo viso tra le mani e giocare con la sua lingua. Ma non appena sento il suo sesso all'interno delle mie parti intime, il corpo sussulta, per poi lasciarsi andare completamente.
Apro gli occhi contemporaneamente alla bocca, lasciandomi sfuggire un piccolo urlo non appena inizia a spingere più forte.
«Ora resta immobile.» ordina con un filo di voce.
In meno di venti secondi è riuscito a trovare delle corde in uno dei mobili della stanza.
«Girati.» ulula quasi con arroganza.
Così, dando ascolto alle sue parole, sposto il corpo in pancia in giù.
«Dammi le mani.» continua con potenza nella voce.
Porto i polsi dietro la schiena, le sue dita poi le afferrano quasi con forza, posandone una sull'altra. Per incrociarle e poi legarle ben strette.
«Guardami.» tuona come se fosse incazzato.
Con i polsi legati dietro la schiena, alzo lo sguardo verso il ragazzo.
Ha gli occhi puntati sul mio corpo, su ogni mio centimetro di pelle, quando decide di sfilarsi i vestiti, rimanendo in intimo.
«Toglilo.» dico marcando con forza il tono di voce.
Non esita a far scivolare l'intimo sulle sue gambe, fino al pavimento, per poi passarci di sopra.
Questo suo movimento provoca un calore assurdo, tra le mie gambe.
«Hai un elastico?» chiede poi inginocchiandosi sul materasso, venendo avanti verso di me.
Alzo la testa verso il comodino, senza spiaccicare parola, non riesco nemmeno a muovere le labbra, per quanto sia in estasi in questo momento.
Con mia grande fortuna comprende al volo il mio movimento.
Gesticola così all'interno di esso, per poi afferrare l'oggetto.
Il suo corpo avanza verso il mio, posa una mano sul mio viso, invitandomi ad alzarmi, avvicina le sue labbra alle mie e le bacia. Le bacia con foga.
Senza preavviso, allunga le braccia verso i miei capelli, li passa tra le mani, li avvolge in una coda per poi legarli nell'elastico.
Con entrambe le mani poi, spinge il mio busto nuovamente sul letto, afferra i fianchi, passa le dita sotto l'addome facendomi ritrovare con il fondoschiena rivolto verso di lui.
«Rilassati.» ordina posando la sua mano sulla schiena.
Sussulto emettendo un gemito, non appena sento le sue labbra tra le parti intime.
«Mhhh...» non riesco a bofonchiare, urlare o dire null'altro. L'unica cosa che esce dalla mia bocca sono forti mugolii di piacere.

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