Parte tredici

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Un' altra notte quel sogno, un' altra notte  quell'incubo, un' altra notte in bianco.
Sono ormai in piedi da due ore, ho fatto una doccia ghiacciata, mi sono vestita, ho infilato la mia toga e truccata, per poter nascondere quelle orribili occhiaie e quel viso stanco.
Torno in camera una volta finito di prepararmi, per poi lasciarmi cadere a peso morto sul letto.
Tra poco si sveglierà Hermione, perciò decido di aspettarla per poi far colazione insieme.
Non ho per niente voglia di mangiare, ma dovrò pur mettere qualcosa tra i denti... di certo non dovrò rimanere a digiuno per lui.

Poco dopo sento dei rumori provenienti dal suo letto, si sarà sicuramente alzata, la sento aprire la porta, sicuramente non si sarà accorta che sono già sveglia, infatti si precipita in bagno.

Il mio corpo prima ancora che potessi accorgermene, decide di alzarsi in piedi.
«All! Sei già pronta?» chiede la mia amica entrando nella stanza.
«Lasciamo perdere...» spiaccico, il mio tono è freddo, e pieno di disperazione.
«Qualche incubo?» chiede con preoccupazione, avanzando verso il mio letto.
«Si... ma passerà, ci sono abituata...» rassegnata, cerco di tranquillizzare la ragazza di fronte a me. Il suo sguardo è turbato.
«Andiamo a fare colazione?» continuo poi, cambiando discorso, so che sarebbe pronta ad ascoltarmi, che mi consiglierebbe, ma non mi va di parlarne, non ora.
«Si, certo andiamo» risponde camuffando il suo tono, turbato, con tono tranquillo. Riesco a percepire perfettamente la sua preoccupazione.

Così correndo per le scale, arriviamo poi in sala grande, dove ci sono già Harry, Ron e gli altri, seduti al tavolo.
«Buongiorno ragazzi» la voce di Hermione sembra al quanto svogliata.
«Allison! Come stai!» chiede Potter alzandosi di scatto dalla panca, urtando per sbaglio il ginocchio. Questo fa si che si pieghi dal dolore, portando la mano verso di esso.
«Merda!» impreca mentre sul suo viso, una smorfia di sconforto lo assale.
«Stai bene Harry?» preoccupata, poso la mano sulla sua spalla.
Annuisce, serrando le labbra, per poi sedersi nuovamente.

Dopo aver preso posto anche io, afferro la forchetta, per poi portare nel piatto, delle uova strapazzate.
Ma non appena ne porto un boccone, verso la bocca, un forte disgusto mi assale in gola.
Decido così di bere del latte con i cereali.

«All...» la voce quasi silenziosa di Hermione distoglie l'attenzione che ho, in questo momento, sul cucchiaio pieno di cereali.
«Perché Draco ti fissa in quel modo...?» chiede poi quasi con terrore, come se fosse inquietata dal suo sguardo.
«Chi? Cosa? Draco? Perché?» sobbalzo muovendo la testa da destra verso sinistra, con agitazione, ho il cuore a mille, il respiro corto ed il mio corpo trema in modo eccessivo dall'agitazione.
Ho appena dimostrato di essere completamente presa da lui... ho appena dimostrato alla mia amica quanto sia interessata ancora a Malfoy.
«All... calmati, ti sta fissando da quando sei arrivata...» dopo qualche secondo di silenzio, la ragazza al mio fianco parla con espressione sconvolta.
Scuoto la testa e muovo le labbra per farle capire che non conosco il motivo, del perché i suoi occhi sono puntati verso la mia direzione, quando in realtà credo di saperlo benissimo...
Sto per portare alla bocca il secondo cucchiaio di cereali, quando noto Draco alzarsi di scatto dalla panca.
Non venire verso di me, non venire verso di me...
«Keppel... potresti uscire un momento?» ma non appena la sua figura si ferma davanti al nostro tavolo e la sua voce nervosa e impaziente, mi parlano, le mie inutili speranze si fermano.
«E perché dovrebbe, sentiamo Malfoy!» la voce di Harry irrompe prima ancora che io potessi rispondere da me.
«Sta zitto Potter, non ti ho interpellato» non ha sbraitato o urlato, ha semplicemente avvisato il ragazzo di stare in silenzio. Il che è preoccupante. Non è da lui reagire in modo così freddo ed impassibile.
«Ci penso io» parlo voltandomi verso il ragazzo con gli occhiali.
Cerco di tranquillizzare tutti, ma in realtà quella nervosa qui sono io... 
«Fuori Malfoy» ordino muovendo la testa, con un colpo deciso, in direzione del portone della sala grande.
Dopo essere usciti dalla sala, il ragazzo biondo, avvinghia il mio braccio, spingendomi in uno dei ripostigli contro la mia volontà.
«Draco! Ma che cazzo!» urlo cercando invano, di aprire la porta, ma con inutili sforzi, visto che è chiusa a chiave.
«Smettila di urlaree!» il suo tono di voce mi spaventa, tanto che mi fa sobbalzare. È un tono che non aveva mai usato con me... quasi isterico, nervoso e pieno di ira.
I suoi occhi sono arrabbiati, sono spenti, come se fossero smarriti.
«Lasciami andare!» sbotto cercando di convincerlo, ma non credo funzionerà, per quanto possa implorarlo, non mi lascerà andare.
«Tu.sei.mia.» spiaccica poi avanzando verso la mia direzione, il ripostiglio è talmente piccolo, che non ci mette nulla ad arrivare.
«Se non sei stata mia non potrai essere di nessun altro» continua con tono intimidatorio, cercando ancora una volta di spaventarmi.
«No Draco, non sono tua, non sono di tua proprietà e non sono nemmeno un fottuto gioco. Se mi vuoi davvero, se mi desideri davvero, devi dimostrarmelo, devi patire, sopportare...» chiudo le dita in due pugni ben saldi, sento i nervi salirmi a fior di pelle.
Non può pretendere di usarmi come un burattino, ho dei sentimenti ed un orgoglio anche io.
«Se mi vuoi, devi dirmelo, se mi desideri devi capire quanto faccia male distruggersi e struggersi per una persona... devo vederlo Draco» con voce salda e decisa, provo a farlo ragionare, voglio che capisca di cosa sto parlando.
«Perché tu ti struggi per potermi avere? Non mi sembra visto ciò che hai fatto l'altra sera» specifica, sta cercando di farmi sentire in colpa, sta cercando di far cadere tutta la colpa su di me.
«Seriamente? Fai sul serio?» chiedo più a me stessa che a lui, non puoi dirmi questo...
«Sei tu che non sei voluta rimanere, eppure mi sembra che ti stava piacendo...» continua lasciando in sospeso la frase, il suo volto è indecifrabile, non riesco a percepire cosa stia provando in questo momento.
«Cosa avrei dovuto fare rimanere? E che cosa sarebbe cambiato tra noi? Una volta che mi avresti avuta, non saresti forse tornato indifferente con me? Come se non fossi mai esistita?» anche io in questo momento cerco di non mostrare alcuna emozione, sono impassibile, inutile sbraitare o incazzarsi.
«E chi te lo ha detto che mi saresti indifferente? Tu lo hai deciso?» chiede con tono quasi offeso, ma allo stesso tempo irritato, come se volesse mettere in chiaro, le sue intenzioni.

«Tu Draco, me lo fai capire ogni giorno» cerco di concludere la discussione, non mi va  di continuare sempre i soliti discorsi, visto che dopo ci allontaniamo comunque.
«Sta' zitta» spiaccica prima che le sue labbra sbattano con forza sulle mie.
Non può fare così... non può risolvere tutto con delle carezze, dei baci o solo toccandomi... così non andiamo da nessuna parte.
La sua lingua cerca la mia all'instante, ma non ricambio, non gli permetto di accedervi.
La sua mano avvinghia la mia coscia, per poi alzarla verso il suo bacino.
Merda... non va affatto bene...
I suoi mugolii mi fanno intendere di quanto sia eccitato ed il suo rigonfiamento nei pantaloni me ne da la conferma...
Il suo corpo si spinge contro il mio, così forte che riesco a sentire il suo sesso.
La sua mano libera poi, afferra senza preavviso i miei capelli, strattonandoli con forza.
«Cazzo, mi fai male!» urlo staccandomi dalle sue labbra, all'istante.
«Shhh, non lamentarti!» controbatte con voce ancora eccitata, ma allo stesso tempo irritata.
«Ti prego lasciami andare, non voglio, non voglio più toccarti, non voglio più che mi rivolgi la parola, fai finta che io non esista» spiaccico lì, separando i nostri corpi con la mano, non se lo aspettava, perciò non è stato difficile allontanarlo.

«Non andar via da me, non farlo» cerca di implorarmi in modo implicito, di supplicarmi, con un tono basso, come se nel suo corpo stesse prendendo il sopravvento la disperazione.
Afferro la bacchetta dalla mia toga, la punto sulla porta e con un movimento deciso pronuncio un 'Alohomora'.
Questo fa si che si apra, all'istante.
«Allison... ti prego non andartene...» sussurra lentamente, ed è qui che il mio cuore sussulta, vorrebbe tornare indietro, le sue parole sembrano così sincere e piene di angoscia, vuole davvero che torni da lui... ma non posso, per una volta voglio dar retta alla mia mente, se torno indietro rischio di rimanerci, rischio di non staccarmi più da lui, rischio seriamente di restare tra le sue braccia per sempre e non posso. Non posso concedermi questo lusso, mi farà soffrire, se mi lascerò andare.
Così torno in sala comune, per quanto possa essermi difficile e prendo posto. Questa  volta non ha opposto resistenza, mi ha supplicato di non andar via,
ma non ha fatto nulla per fermarmi... il che è davvero strano.

Finita la colazione ci dirigiamo tutti nell'aula di trasfigurazione.
Harry non ha spiaccicato parola, da quando sono rientrata in sala grande, mentre Hermione, ha tentato di decifrare l'accaduto dall'espressione sul mio viso.

Siamo ormai ai nostri posti, quando i miei occhi notano un pezzo di carta volare verso di me. Ha la forma di un aereo plano.

Incuriosita, lo afferro con la mano destra, per poi aprirlo, lentamente, con tremore.
Le mie dita in questo momento sono completamente fredde e si muovano a stento. Non capisco perché tanta agitazione...

'Alle nove al lago nero, ho bisogno di parlarti, se verrai, significa che avrò un altra possibilità con te, se non ti presenterai, ti avrò persa per sempre.'
Draco

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Salve ragazzi scusate l'attesa e l'assenza, spero che questo capitolo possa piacervi, grazie per le letture.
Un bacione ed un abbraccio a tutti 😘😘

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