~28~ Sing for me

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Era difficile concentrarsi sullo schermo acceso del laptop, quando qualcosa di così anomalo occupava il suo divano con la stolidità di una statua di sale

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Era difficile concentrarsi sullo schermo acceso del laptop, quando qualcosa di così anomalo occupava il suo divano con la stolidità di una statua di sale.

Digitava i tasti pigramente, rispondeva a mail di cui in realtà non voleva preoccuparsi, invece spesso si coglieva in flagrante a spiarlo di sottecchi. Scrutava la mascella squadrata sotto i contorni bestiali e disumani della maschera, ne ascoltava il respiro quieto e pesante nel silenzio, il torace enorme spandersi piano come a non urtare il costato ferito, la complicata armatura baluginare del riflesso pallido della luce solare.

Cosa significava per lei Batman? Cosa significava davvero?

Sul cellulare, abbandonato accanto a lei sul basso tavolino da caffè, occhieggiava l'ultimo messaggio inviatole da Bruce Wayne il giorno precedente.

Cena con me sabato sera.

Le sembrò quasi un tradimento, un agire tremendamente scorretto se pensava a ciò che aveva appena iniziato a costruire con l'uomo impacciato all'altro capo del telefono. Eppure, in qualche modo, sapeva di non poter ignorare quel legame.

Non era solo il fatto che le avesse salvato la vita, più d'una volta in realtà, ma le era stato accanto in momenti in cui non si era sentita bella, né amichevole. Batman aveva visto il peggio di April Holloway ed era rimasto.

Anche ora, abbandonato e inerme nel suo salotto, si fidava di lei.

April prese un respiro, l'odore di fuliggine, sangue e disinfettante le punse le narici, ormai lo associava a lui, a quella presenza tiepida e minacciosa nella sua vita. Osservò il tetro mantello nero ingoiare i pochi residui di luce del mattino.

Dovevano essere passate ore dal suo arrivo, invece il tempo pareva essersi riavvolto in fretta intorno a quel corpo tanto estraneo al suo appartamento, quanto familiare al suo cuore.

D'improvviso un raspare leggero alla porta d'ingresso attirò la sua attenzione. Waffle reclamava la cena, dopo la consueta passeggiata nel palazzo.

Districò a fatica gli occhi dai contorni corrucciati del vigilante addormentato e corse ad esaudire la richiesta del ticchettio sempre più insistente delle minuscole unghie sul compensato lucido del portoncino d'ingresso.

Non appena ebbe spalancata la porta blindata sul ventre a mattoni nudi della scalinata interna, invece di sgattaiolare sinuoso fra le sue gambe, con una plateale strizzata dei grandi occhi cerulei, Waffle decise che quella sera la sua padrona avrebbe dovuto guadagnarsi la sua compagnia per la notte.

Senza guardarsi indietro, virò prepotentemente verso la fila successiva di appartamenti, acquattandosi dietro il corpo metallico di un gigantesco estintore.

- Forza. - lo rimproverò April senza convinzione, le mani affannate che quasi incespicavano nell'afferrare il corpo esile e sfuggente della bestiola.

Lo strinse piano a sé, inspirando con un sorriso nascosto fra le labbra increspate il tenue profumo di sole della pelliccia morbida e calda, le orecchie tese in un vago rimprovero che le solleticavano il mento.

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⏰ Last updated: May 29, 2023 ⏰

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Batman: The city of rainWhere stories live. Discover now