~10~ Sky roundabout

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La ragazza cercò di convincere i polmoni a fare il loro dovere, mentre uno spiraglio polveroso si apriva sulla cabina inondata dalla luce tremolante dei neon

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La ragazza cercò di convincere i polmoni a fare il loro dovere, mentre uno spiraglio polveroso si apriva sulla cabina inondata dalla luce tremolante dei neon. Il nodo alla gola non voleva sciogliersi, ma la sua paura non poteva fermare il tempo in quel confortante ignoto e, dal bianco sporco che feriva l'oscurità, emersero infine tre figure armate. I passamontagna rossi e neri a nasconderne i tratti sconosciuti del volto, mentre gli occhi neri ammiccavano attraverso le fessure in un tremendo dejà-vu.

- Pensavi davvero che sarebbe stato un buon nascondiglio? -

Più che una voce, le parve il latrare roco e sguaiato di un animale selvatico, a cui l'istinto aveva insegnato l'odore di una preda a portata di mano, il controllo perfetto del territorio. April non rispose, non avrebbe saputo come. La gola riarsa, paralizzata dalla fatale consapevolezza di essere in balia di tre sconosciuti. Fra lei e la salvezza, solo un salto nel vuoto.

- Ora farai la brava e verrai con noi, dottoressa. - continuò più dolcemente, le labbra tese sul sorriso sbilenco, sui denti ingialliti dal fumo, ma l'arma rimaneva puntata su di lei in un'antitesi nauseante.

- No. -

La parola rotolò fuori senza che il suo cervello l'avesse autorizzata, rimbalzò sul cornicione del tetto, raggiunse l'ascensore ed era troppo tardi per richiamarla indietro. Tremava, eppure fra i suoi pensieri era calata una patina nuova, una furiosa rassegnazione che non le era mai appartenuta.

Dopo tutto quello che aveva visto, dopo tutto ciò che era andato perduto non avrebbe mai accettato di consegnarsi in quel modo o non sarebbe più stata in grado di guardarsi allo specchio. L'alternativa del resto era agghiacciante.

- Avete sentito? La dottoressa non vuole venire. Ti do una notizia, tesoro. Non sei poi così importante. - gracchiò l'altro di rimando, April vide la pistola fra le sue mani tremolare pericolosamente mentre rideva della sua determinazione. Qualcosa si inceppò nel suo cervello, fermò la macchina in moto ed un silenzio di tomba si sovrappose ai battiti feroci del suo cuore.

Per la seconda volta in una sola notte, vide un'arma sollevarsi su di lei, un unico occhio malevolo baluginare più scuro della penombra del tetto, mentre l'uomo dall'altra parte della canna prendeva la mira.

Le sarebbero bastati una manciata di secondi per morire, eppure il tempo non aveva rallentato come in un prevedibile cliché da film, la vita non le si era dipanata davanti agli occhi. Si sentiva congelata in quell'istante. Intrappolata nel susseguirsi di flash che illuminavano la sua coscienza annebbiata.

Poi, effettivamente, un colpo partì. Risuonò assordante nel buio del tetto, ma non per lei.

Qualcosa di più nero della notte era calato fra loro, qualcosa che dovette deviare o ricevere lo sparo al suo posto e ancora una volta era sparito, senza che April potesse afferrarne i contorni. Gli aggressori sembrarono disorientati quanto lei, scrutavano il buio come forsennati, abbaiando bestemmie, ma le armi imbracciate tremavano come canne al vento.

Batman: The city of rainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora