~18~ Heart issues 2

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April lo vide improvvisamente crollare

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April lo vide improvvisamente crollare. L'uomo che per ben due volte le aveva salvato la vita, invincibile nella complicata armatura, ora si accasciava al suolo davanti ai suoi occhi sgomenti.

L'impulso fu più forte della ragione. Per quanto le avesse intimato di rimanere al sicuro, per qualche motivo, April era solamente rimasta a guardare, a osservarlo inebetita combattere con la forza di dieci uomini.

Corse da lui, ormai immobile al centro della strada appiccicosa per la cenere e la pioggia, nel silenzio inghiottito dal gorgogliare di fiamme vive, ignorando gli uomini stramazzati attorno a quella scomposta ombra nera.

Sulle prime ne ebbe quasi paura, come la prima volta che l'aveva incontrato. Alto, scuro, minaccioso, eppure ora che il petto si muoveva irregolare a ogni respiro, le lunghe dita nere contrarsi come a voler afferrare qualcosa d'impalpabile, non esitò a inginocchiarsi.

Quasi non riconobbe la tenerezza con cui posò entrambe le mani sulle fredde spalle bardate, scuotendolo appena.

- Riesce a sentirmi? Può aprire gli occhi? -

L'uomo pipistrello non rispose, le palpebre ancora serrate sotto la maschera nera, il fiato corto attraverso la mascella contratta. Sudava copiosamente, poteva vederlo persino attraverso lo spesso strato in fibra di carbonio che si portava addosso.

Cercò di fare mente locale, chiamando in soccorso tutto il sangue freddo che le fosse rimasto nelle vene per quella notte. Le parve il compito più difficile e ingrato a cui fosse mai dovuta sottostare.

Osservò più e più volte, tracciandone i contorni con dita tremanti, la bardatura in qualcosa di molto simile al kevlar in cerca di un punto scoperto, qualcosa che potesse ricondurre la sua mente alla vista familiare di una ferita, una lesione qualsiasi a cui potesse porre rimedio.

Sotto i polpastrelli erano scorse ormai quasi tutte le placche umide e lisce all'altezza del petto e dell'addome quando, al suo tocco, il corpo pesante e abbandonato dell'uomo si contorse in un leggero sussulto.

All'improvviso sembrò che qualcuno avesse prepotentemente acceso un faro nel suo cervello inceppato dalla paura e dall'adrenalina.

Nonostante avesse compreso ben poco della bolgia di colpi che si era susseguita davanti ai suoi occhi, April si accorse di ricordare distintamente il momento in cui uno degli aggressori aveva raggiunto l'addome del vigilante con un grosso taser.

Per quanto Batman avesse continuato a combattere senza avvisaglie di aver accusato il colpo, l'arma doveva essere riuscita a scalfire la corazza, fulminandolo.

Avrebbe voluto più tempo per pensare lucidamente, per rallentare i battiti dolorosi del cuore nella gola, mentre il suo istinto la proiettava verso ben poco rosee previsioni. Eppure strinse i denti e ingoiò la paura.

Succedeva un po' troppo spesso ormai, da quando quell'ombra nero pece era piombata a gamba tesa nella sua vita.

Dato che i polsi dell'uomo sembravano impenetrabili quanto il funereo stoicismo dietro cui barricava il resto della propria vita, con un po' di coraggio April fece affondare delicatamente due dita sotto la protezione in gomma spessa che avvolgeva il collo ispido. Tornò a respirare solo quando poté avvertire la carotide pulsare frenetica e irregolare contro i polpastrelli sudati.

Batman: The city of rainWhere stories live. Discover now