~26~ The Church of Santa Prisca

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Il profilo sbiadito e fuligginoso di Gotham gli avanzava incontro a folle velocità, la pioggia gelida a frustare il viso ferito, le dita intirizzite e rigide tenacemente incollate al retro dello sgangherato autobus di trasporto detenuti

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Il profilo sbiadito e fuligginoso di Gotham gli avanzava incontro a folle velocità, la pioggia gelida a frustare il viso ferito, le dita intirizzite e rigide tenacemente incollate al retro dello sgangherato autobus di trasporto detenuti.

Per un attimo Bruce temette di perdere la presa quando la vettura si schiantò contro il posto di blocco sul limitare della vecchia Arkham City, una nuvola di polvere e gas di scarico a nasconderne in detriti.

Il tonfo gli rimbombò nel torace con la violenza di una granata, i polmoni contratti nel puzzo acre di gomma bruciata e combustibile a buon mercato.

Sentì i muscoli strapparsi nello sforzo di rimanere aggrappato a quel mucchio di lamiere lanciato contro la città, per questo il respiro perse il suo ritmo quando, d'un tratto, la gigantesca figura di Bane sfracellò il retro dell'autobus andandosi a schiantare contro il suo corpo.

L'impatto col suolo per poco non gli spezzò la schiena mentre i polmoni si riempivano di sangue e polvere smossa. Dovevano essere atterrati da qualche parte nei pressi della vecchia China Town, un cantiere ancora in attivo ai tempi di Arkham City.

- Il Dio di Santa Prisca è tornato! – latrò Bane a pericolosa distanza dal suo viso, gli occhi verdi, folli, fissi nei propri. La pressione delle dita del gigante sul collo faceva scivolare lentamente via la sua coscienza, mentre i piedi si sollevavano dal suolo.

- Ed ora è tempo di uccidere il suo diavolo! –

Bruce credette di perdere il controllo di quegli arti pesanti e indolenziti che pendevano ai lati del mantello, quasi inutili, l'ossigeno sempre più scarso mentre il mondo pian piano svaniva, appannato dietro i fori della maschera. 

Con un ultimo, disperato, sforzo costrinse le dita spaccate a contrarsi quel tanto che bastava a sfiorare la cintura. Il gas gli inondò i polmoni con inaspettata violenza, ma sortì sulle braccia del maciste l'effetto sperato.

Molli, allentarono la presa, scivolando in un momentaneo torpore. Bruce avrebbe voluto attutire la caduta, invece per poco non perse conoscenza impattando fra i detriti erosi dal tempo e dallo schianto dell'autobus. Un respiro dopo l'altro, tentando di calmare il battito del cuore, rimise a fuoco la scena.

Bane incombeva su di lui, cieco e barcollante, furibondo in quella nube di gas lacrimogeno che li stordiva entrambi. Doveva sottrarsi a tutti i costi a quella follia, riguadagnare il controllo.

Lo sforzo quasi gli lacerò i muscoli, ma riuscì a tornare prono, trascinandosi ansante sul terreno fuligginoso finché i polpastrelli non affondarono in qualcosa di freddo e vischioso, qualcosa che istintivamente credette di riconoscere.

- Gel esplosivo? – sussurrò osservando la sostanza azzurrina, era certo di non essere stato lui a piazzarla. Un fulmine gl'illuminò a giorno il cervello annebbiato.

- Bane, fermo! È una ... -

Trappola. Questo avrebbe voluto dire, invece il boato inghiottì assordante le parole, mentre il mondo si srotolava sotto i suoi piedi, perdendo consistenza. Stava precipitando e con lui anche la massa informe e scomposta di Bane, centocinquanta chili di muscoli e cieca follia omicida.

Batman: The city of rainWhere stories live. Discover now