~15~ Day shift 1

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Le notti a Gotham potevano essere inclementi

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Le notti a Gotham potevano essere inclementi. Assalivano e mordevano. Si abbattevano con la stessa veemenza di quella pioggia, fitta e martellante, che aveva deciso di aprirsi un varco nel cielo per tre giorni consecutivi.

L'odore penetrante di umidità e foglie marce impregnava l'aria, s'insinuava sotto gli ombrelli, nelle narici, fino alle ossa.

Ti entrava dentro più insistente e subdolo del puzzo di quelle fogne in cui Bruce aveva sguazzato per due notti in cerca di Harley Quinn, rediviva e a piede libero per l'intrico di tunnel nel sottosuolo di Gotham.

L'aveva cercata ovunque dopo la notizia della sua fuga da Blackgate, anche se sarebbe stato decisamente più corretto definirla prelievo

Un muro sfondato dall'esterno, un paio di guardie a terra, niente nastri di sorveglianza e la ragazza era semplicemente svanita.

Dopo l'incendio di un anno prima, erano bastati un'impresa edile e qualche mano di vernice per commettere gli stessi errori negli stessi posti. Gotham non imparava mai.

Bruce aveva battuto uno per uno i vecchi nascondigli di Quinn, fino a trovarla nello snodo fognario sotto l'isola di Arkham, dove Joker, solo una manciata di anni prima, aveva dato libero sfogo a tutta la sua folle creatività facendosi costruire un personalissimo parco giochi.

Un cimitero per dementi, seppellito con cura nel cuore della vecchia città.

Purtroppo i fantasmi non erano le uniche creature a sonnecchiare nel marcio e ad aggirarsi all'ombra di vecchi ricordi e antichi terrori. 

Fra il pattume, le esalazioni nauseabonde e la viscida melma, che gli si era appiccicata sotto gli stivali come una vecchia abitudine, Bruce trovò la dimora acquatica del fu Waylon Jones.

Quella bestia affamata si era fatta strada nel sottobosco criminale a colpi di denti, guadagnandosi il soprannome Killer Croc sul sangue e le ossa rosicchiate delle sue prede. Di fronte a tanta brutalità l'aspetto squamoso e taurino di quell'abnorme gigante passavano paradossalmente in secondo piano. Quasi.

C'era chi ancora insisteva che il suo nutrirsi di carne umana fosse una leggenda metropolitana, ma Bruce ricordava fin troppo bene i corpi martoriati e muffiti nella tana da cui lo aveva scovato solo qualche anno prima. Chiudere gli occhi era di certo l'alternativa più appetibile.

Dimenticato in quelle fogne dopo la chiusura del manicomio di Arkham, aveva potuto coltivare una bestialità senza precedenti, perdendo quel poco di umanità che forse gli era rimasto per rimuginare su vecchie ossa sbeccate.

Gli scontri con Croc lo lasciavano sempre a brandelli, sfinito e ammaccato dall'odore di decomposizione, dagli sballottamenti e dalla fatica di resistere alla forza muscolare dello squamato golia, ma stavolta le cose erano andate diversamente.

Waylon Jones aveva dimostrato per Batman un'ossessione maniacale fin dal loro primo incontro, un desiderio di annientamento che Bruce aveva molto spesso faticato a tenere a bada, ma, in quelle fogne, fra le sconnesse minacce e i grugniti bestiali, Croc si era lasciato sfuggire inquietanti stralci d'informazioni.

Batman: The city of rainWhere stories live. Discover now