~9~ Who's afraid of a machine gun?

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Nei giorni che seguirono l'autunno morì prematuramente, lasciando che un bizzoso inverno s'instillasse con prepotenza fra le strade affollate in un perpetuo viavai

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Nei giorni che seguirono l'autunno morì prematuramente, lasciando che un bizzoso inverno s'instillasse con prepotenza fra le strade affollate in un perpetuo viavai. I gothamiti ormai battevano i denti nelle giacche ancora ostinatamente leggere ed un cielo color piombo si era appiccicato alle cime dei palazzi come un manifesto ormai sbiadito dalle intemperie.

Il gigante brunito che, il giorno del suo arrivo in treno, si stiracchiava nella luce riflessa dei grattacieli oltre il finestrino, era entrato all'improvviso in una curiosa stasi di nebbia e umidità, quasi fosse precipitato sul fondo dell'oceano.

Fuori dalla grande vetrata, all'ultimo piano della tozza palazzina all'incrocio fra la settima e l'undicesima, i giorni si confondevano in una bruma biancastra che risaliva imperterrita la facciata di mattoni, poi la scala antincendio, su fino al cornicione consumato dal vento e dalle piogge notturne.

Sarebbe stato facile, nella realtà sfilacciata di quel purgatorio di umidità e inquinamento, credere che le ultime settimane non fossero state nient'altro che un sogno.

Dove in lontananza si disperdeva la luce azzurrina che disegnava, giorno e notte, la gigantesca W in cima al grattacielo delle Wayne Enterprises, perdeva consistenza anche il ricordo dell'uomo che aveva preso la spiacevole abitudine di entrare ed uscire dalla sua vita a piacimento.

Era stato davvero così semplice per Bruce Wayne? Bello da far girare la testa, atletico e miliardario?

Lo era stato di sicuro. Più ripensava a quello che era successo, più si stupiva di essere caduta in quel trucchetto.

Qualche sguardo languido ben assestato, chiacchiere pretenziosamente intime di fronte ad un cocktail e ci era cascata con tutte le scarpe. Non sapeva un bel niente di lui, a parte qualche informazione che avrebbe potuto facilmente reperire su internet o su un qualsiasi giornaletto scandalistico da due soldi.

Quello che non riusciva a capire era il perché continuasse a cercarla, solo per tenerla meticolosamente fuori dalla propria vita con la precisione ossessiva di un chirurgo.

Le relazioni amorose non erano mai state il suo forte, ma sapeva per certo che escludersi vicendevolmente a quel modo non era un buon modo per iniziare ed April aveva la sua parte di colpa. Non sapeva quello che voleva da se stessa, figuriamoci ciò che avrebbe voluto da lui.

Lambiccarsi il cervello, d'altra parte, sarebbe servito ben poco alla propria autostima e con l'ospedale in subbuglio di certo non poteva prendersi il tempo necessario per rifletterci in tutta calma.

Pronto soccorso e reparto d'urgenza venivano giornalmente subissati da numeri impressionanti di piccoli delinquenti e tirapiedi della peggior specie, tutti con in comune una storia da raccontare.

Ossa fratturate, lividi, tagli e denti fuori posto. Con il terrore negli occhi confabulavano di un gigantesco pipistrello, il misterioso vigilante di Gotham, che feriva decine di criminali abbastanza seriamente da richiedere un ricovero in ospedale, ma senza mai ucciderne nessuno.

Batman: The city of rainWhere stories live. Discover now