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e se ti dicessi che esiste un mondo in cui potrai vedere i colori solo nel momento in cui avrai capito di aver incontrato la tua anima gemella, ci crederesti?

vivo in un mondo in bianco e nero, non ho mai visto i colori in vita mia. Ma credo comunque sia normale, alla fine io, kenma kozume, sono solo in terza media.  In effetti non penso sia molto facile trovare subito la propria anima gemella e soprattutto non credo sia facile rendersi conto di averla incontrata.
Mia madre e io ne parliamo spesso, una volta mi raccontò del fatto che  iniziò a vedere i colori a sedici anni, esattamente due mesi dopo aver incontrato il mio, ormai defunto, padre.
A quanto pare aveva una malattia terminale e lo scoprirono solo a pochi mesi dalla mia nascita, ovviamente mi ricordo di lui ma non sono in grado di ricordare particolari momenti dove insieme a me c'era anche la sua presenza.
A volte, per tenere in vita la sua memoria, racconta del loro primo incontro, e ogni volta ne parla incantata come se non l'avesse mai raccontato a nessuno, mia madre ama mio padre come non mai.
Nonostante ciò, in questa società in bianco e nero, c'è un effetto collaterale.
Si dice che una volta perduta la propria anima gemella, per propria volontà o no, si possa arrivare addirittura alla cecità.
Di fatto, non poco tempo dopo la morte di mio padre, mia madre iniziò a vedere il mondo in maniera sempre più offuscata, fino a non riuscire più a vedere nulla.

Quindi si, mia madre é cieca, ma se la cava abbastanza bene, anche se preferisco stare con lei per aiutarla il più possibile, non voglio lasciarla sola, non lo ammetterà mai ma le viene difficile fare molte cose.
È sempre stata l'unica e sola che mi è stata accanto, io che non sono un ragazzo molto estroverso, anzi, direi tutto il contrario.
Sono sempre stato solo, senza amici, il mio unico sfogo e l'unica cosa che mi stava e sta tutt'ora sempre accanto è la mia PSP, la porto ovunque e cerco di usarla il maggior tempo possibile, ma dato che ho mia madre da aiutare, la uso durante la notte.. e si vede.
Si può notare dalle mie occhiaie, il fatto che io dorma davvero poco.
Sono abbastanza basso e gracile, ho dei capelli che mi arrivano a poco sotto il mento e sembrano essere più chiari a un certo ounto, non so di che colore, mia madre mi disse una volta, di averli castani con riflessi biondi ma non ho idea di che colori siano. Ho dei grandi occhi, sembrano del colore dei miei capelli, solo un po' più chiari. Lo ammetto, era un po' uno strazio vedere tutto in bianco e nero, avrei voluto vedere al più presto i colori che si nascondevano dietro questo mondo monocromatico.

Come detto prima, vado all'ultimo anno delle medie, era già il momento di pensare alle superiori, molto probabilmente sarei andato al nekoma, ma era ancora da valutare.
Entrai in quell'edificio, sapendo che avrei dovuto dare il massimo quest'ultimo anno, non sembra dall'aspetto, ma sono una persona abbastanza Intelligente e intuitiva, con una buona memoria, l'unica pecca è la mia poca voglia di vivere, sul serio, a che serve? Ho la mia PSP, tutto il resto è un retroscena.
Entrai in classe, soliti compagni, soliti professori, solito posto e come sempre, nessun compagno di banco.

suonò la campanella della prima ora, che rumore straziante, davvero insopportabile, quasi mi mancavano le vacanze estive, ma ero uscito poco e niente di casa, ero troppo occupato a giocare ai videogiochi ma..  sapevo non mi facesse bene.
Sbuffai silenziosamente e vidi il professore entrare con un ragazzo, abbastanza alto, non sapevo il colore dei suoi capelli, ne dei suoi occhi, ma erano così dannatamente profondi che quasi restai incantato, ormai non era un segreto che fossi gay, non so come ma lo sapevano tutti, non pensavo di essere un libro tanto aperto, semplicemente non ho mai avuto nulla a che fare con qualche ragazza, per il semplice fatto che non mi attraggono minimamente..

<Allora ragazzi, lui è un vostro nuovo compagno, mi raccomando trattatelo come si deve.. se vuoi puoi presentarti caro> la voce del mio insegnante mi risvegliò dai miei pensieri e scossi leggermente la testa, aspettando che il ragazzo si presentasse, chissà com'era la sua voce, sentivo come un bisogno straziante di sentirla.

<uhm, ciao a tutti io sono Haru (personaggio completamente inventato), vengo da una città a due orette da qui, mi sono trasferito da poco e uhm.. nulla, felice di conoscervi>
la. sua. fottuta. voce.
sentì una fitta al cuore, che cazzo è questa sensazione.
Abbassai la testa sul quaderno, iniziando a scarabocchiare qualcosa e poco dopo senti il ragazzo sedersi accanto a me.
Calma Kenma, era semplicemente l'unico posto libero no? è normale si sia seduto qui, stai calmo.

<Ehi, piacere, sono H-> cercò di presentarsi, nuovamente, il nuovo arrivato.
<Haru, si l'hai detto poco fa, piacere Kenma>
lo liquidai così, continuando il mio scarabocchio.
Come già accennato, non ero assolutamente bravo a socializzare, soprattutto perché nessuno mi aveva mai prestato particolare attenzione, quindi oramai, mi ero arreso all'idea che sarei rimasto per sempre da solo, anche perché, come fa un ragazzo del genere a parlare con uno come me? Ma mi ha visto? Non sono niente di che, ci sono persone mille volte più interessanti, e effettivamente ora che lo noto c'erano anche altri due posti liberi, perchè io, perché?
Sbuffai e senza rendermene contro, lo scarabocchio si era trasformato in una sottospecie di disegno, non so secondo quale incantesimo io sia riuscito a disegnare qualcosa, ma non era niente male.

<È carino il disegno, che cos'è?>
mormorò il mio compagno di banco e io lo guardai un po' incerto, che cos'è? E che ne so io-
<Uhm sinceramente non ne ho idea, mi succede spesso, quando sono in sovrappensiero inizio a scarabocchiare e succede questo.. credo sia un volto (?), gli uomini nelle caverne disegnavano meglio>
Mi grattai la nuca, cambiando pagina, tornando all'inizio del quaderno così da iniziare a prendere appunti.
<Ah ma allora la lingua per parlare ce l'hai, gattino> ridacchiò e io lo guardai con gli occhi sbarrati a causa di quel soprannome. Gattino? Ma scherziamo?
"gattino? Da dove ti è uscito? Comunque si, so parlare, solo che è stancante"
ammisi borbottando e continuai a scrivere sul quaderno, sentivo gli occhi del ragazzo addosso, perché mi fissava? Avevo qualcosa in faccia? Apparte delle occhiaie che mi arrivavano ai piedi?

"non so.. mi ricordi un micio.."

un. micio.
l'ha detto sul serio? ok.
"Pft. Zitto"

lo sentì ridacchiare, e mi venne spontaneo sorridere leggermente.
non so perché.. ma ho la sensazione che quest'anno stia partendo col piede giusto..

••••••
AAAA CIAO RAGA È LA MIA PRIMA STORIA, VI PREGO DI SUPPORTARMI UN PO' GRAZIE CIAO ಠ◡ಠ

𝑩𝒍𝒂𝒄𝒌&𝑾𝒉𝒊𝒕𝒆 - KurokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora