Run away

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Charlotte's pov

La polizia stava arrivando e corremmo tutti via.

La macchina faceva fatica a partire e imprecai diverse volte, maledicendo ogni tipo di essere vivente sulla terra.

Io l'avevo detto di non usare le auto rubrate.

L'adrenalina aumentava di minuto in minuto.

Parti maledetta macchina.

Appena si accese, schiacciai forte il piede sull'acceleratore, potevo intravedere le luci lampeggianti delle auto della polizia dagli specchietti e due di queste mi erano troppo vicine.

Superai tutte le auto che intralciavano la mia corsa lungo le strade, ma la mia velocità non bastò per niente poichè un poliziotto riuscì a sparare alla gomma dell'auto.

Lo scoppio fu assordante e mi spiazzò per qualche istante, ma non dovevo perdere tempo, mi stavano per prendere.

Uscii dall'auto e incominciai a correre incastrandomi in vari vicoli della città.

Il cuore batteva forte, non volevo essere presa in alcun modo, significava tornare in carcere e io odiavo quell'orribile luogo, soprattutto quando ci devi passare mesi.

Ero finita in riformatorio all'età di 16 anni che era pressapoco come un carcere, mi avevano tagliato i capelli corti e ci avevano fatto infilare una orribile divisa.

Stare in carcere mi ricordava parecchio stare in riformatorio.

Ero finita in carcere alcune volte, ma fortunatamente mai più di un paio di mesi.

Mi ero infilata in un vicolo, ce l'avevo quasi fatta e già gioivo.

Mi dovetti arrestare quando notai un'auto sbarrarmi l'uscita, corsi quindi indietro ma anche l'altra unica uscita era stata sbarrata, ero definitivamente in trappola.

Mi maledii tra me e me per aver gioito così presto.

'Mani alzate dietro il capo'

Gridò un'uomo dal megafono.

Ormai la procedura la sapevo a memoria.

Mi misero le manette e mi caricarono in auto.

Eravamo diretti alla sede di polizia del Bronx.

Per tutto il viaggio guardai fuori dal finestrino e non risposi nemmeno alle domande che mi ponevano gli ufficiali; guardavo fuori e continuavo a maledirmi per non essere riuscita a far partire l'auto, per averne usata una oltretutto rubata.

Appena arrivammo in sede mi fecero attendere in cella prima di dirmi quanto tempo di prigionia mi avrebbero assegnato.

Lanciai qualche calcio alle sbarre della cella cercando di non perdere l'equilibrio per via delle mani legate dalle manette, mi stavo innervosendo e la voglia di prendere a calci o a pugni qualunque cosa stava velocemente prendendo possesso della mia mente è del mio corpo.

Dopo 15 minuti di attesa venne un' ufficiale ad aprire la mia cella.

'Non abbiamo nessuna prova che sia stata tu ad appiccare il fuoco, ma hai fatto resistenza al pubblico ufficiale e questo basta per lasciarti tra le sbarre un paiono di giorni. Hai diritto ad una chiamata'

Guardai il poliziotto con uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo e colpii un'ultima volta le sbarre di ferro.

'Non voglio fare nessuna telefonata'

Non volevo chiamare nessuno, forse perché non avevo nessuno da chiamare.

Mia sorella non voleva pù vendermi e chiamare i ragazzi sarebbe stato troppo pericoloso.

Inverse || Justin BieberWhere stories live. Discover now