Soul's desert

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Charlotte's pov

Non potevo biasimare Anthony, aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato con me, ma era la mia vita e io potevo fare quello che volevo.

In realtà non era proprio la mia vita, era piu una raffigurazione ideale della mia vita che non corrispondeva affatto alla realtà, diciamo che era meglio definirla 'la mia vita lavorativa' o piu semplicemente 'il mio lavoro' e basta.

Il mio lavoro era la mia vita e nel mio lavoro non potevo fare quello che volevo.

Mi bloccai in mezzo alla strada che stavo percorrendo.

Dicevo spesso di essere una ragazza fuori dalle regole, di viaggiare all'inverso, tanto che 'Inverse' era diventato il mio nome, ma in realtà io non ero inversa proprio a niente, ero solo ribelle.

Per tutto quel tempo mi accorsi di aver dato al mio nome e al mio stile di vita, un significato completamente diverso da quello reale: non ero inversa, ero semplicemente indisciplinata, ribelle, fuori dagli schemi.. tutto, ma non inversa.

Gia, perchè essere inversi, essere come io credevo di essere era ben altro.

La mia vita era il mio lavoro, ma il mio lavoro non era la mia vita, il mio lavoro era ciò che mi rendeva schiava.

Non ero inversa, ero solo schiava e senza accorgermene mi ero creata tutt'intorno a quello che credevo essere inverso, una falsa immagine di ciò che era davvero l'inversità.

Tanto avevo parlato del voler correre le strade in verso contrario e tanto avevo detto che volevo essere uno spirito libero, ma non ero niente di tutto questo perchè quello che ero realmente era solo un'individuo dalle false convinzioni intrappolato in un'idea sbagliata dei principi che regolavano la mia vita.

Li, in mezzo a quella strada, con il cielo grigio e il vento che mi scompigliava i capelli capii che quello che dovevo fare era rivoluzionare la mia vita, che dovevo scoppiare la bolla che mi aveva inghiottita, capii che avrei dovuto trovare la mia strada inversa e incominciare percorrerla.

Continuai a camminare ignorando gli sguardi di chi passava e pensava fossi davvero pazza per quello sguardo perso che avevo negli occhi e quella determinazione che invece mostravo nel camminare.

Camminai fino a casa, quell'orribile casa completamente vuota, sotto la pioggia che il tempo ci aveva gentilmente regalato.

Quasi metteva tristezza pensare a me stessa da sola in mezzo a tanti pensieri.

Pensai a Justin quel pomeriggio e a quello che era successo, l'evoluzione del nostro percorso.

Voler Justin non era sbagliato, non era contro le regole perchè lungo le strade inverse non esistevano divieti, con lui potevo solo andare avanti escludendo qualsiasi tipo trappola.

Se era quello che volevo doveva poter essere anche quello che avrei avuto.

Come mi aveva detto lui, dobbiamo staccarci di dosso le etichette con cui la gente ci identifica, ma a mio parere avremmo dovuto farlo non per un giorno, non una settimana, ma per sempre, perchè nessuno doveva impedirci di essere chi eravamo davvero.

Non sapevo se Anthony mi avrebbe richiamata al lavoro, probabilmente lo avrebbe fatto perchè il picchiarci e insultarci era palesemente normale, ma forse tornare al lavoro non era quello che volevo.

L'avrei continuato a fare perchè era ciò che mi permetteva di restare in piedi economicamente, ma appena avrei trovato la mia strada inversa avrei lasciato tutto, compresa la mia vecchia me.

Ero scappata da me stessa solo una volta, questa sarebbe stata la seconda e si sperava anche l'ultima che avrei voluto cambiare.

Non faintendetemi, fare cose illegali e contro la legge mi piaceva, non avrei abbandonato quello, ma il solo il modo in cui lo avrei fatto.

Inverse || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora