My Black Jasmine

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Justin's pov

Forse per la paura che fosse tutto solo un sogno non ero riuscito a dormire, dormivo al massimo due ore e dopo di che mi svegliavo per controllare che Charlotte fosse ancora lì tra e mie braccia.

Ero andato avanti così tutto il tempo, incapace di avere un sonno continuo, perennemenete assilato dalla possibiltà che lei scappase, che al mio risveglio non fosse più lì.

Dopo ormai troppo tempo che ero in quello stato, mi alzai cercando di non svegliarla e uscii da letto.

C'era un grande silenzio in quella piccola abitazione, diedi un occhio in giro e appena trovai il bagno mi diedi una bella rinfrescata.

Mi diressi verso il soggiorno e mi sedetti sul divano.

Silenzio, ancora silenzio.

Tornai in camera a vedere se Charlotte fosse ancora ìi a dormire e recuperai anche il telefono.

To: Tyson

'Amico, riusciresti a portarmi l'auto bianca che è parcheggiata nel garage del mio palazzo? Appena arrivi ti devo parlare.. sono a casa di Charlotte, vedi di non farti scoprire da nessuno'

Oggi volevo portare Charlotte a fare una cosa fenomenale, che ero sicuro le sarebbe davvero piaciuta. Avevamo parlato della morte, di quanto noi più di tutti, per via del lavoro, avevamo la vita appesa ad un filo. Eravamo vivi fin quando durante la nostra caduta saremmo stati attaccati al nostro elastico, ma quando questo, con il tempo, si sarebbe rotto o qualche inicdente ce lo avesse tagliato, saremmo precipitati senza sosta, senza protezioni, verso la morte.

Non era nel mio carattere pensare ad altre persone, ero sempre stato abbastanza concentrato su me stesso e la fortuna che avrei potuto fare e invece ora mi ritrovavo a non poter fare a meno di questa ragazza, della coppia di me stesso.

From:Tyson

'Amico, sono qui sotto. Scendi'

Controllai un'ultima volta che Charlotte fosse ancora in casa e scesi da Tyson.

'Questa me la devi spiegare, ieri non ti ho chiesto nulla, ma si puo sapere che cosa ti passa per la testa?! sul serio Justin? Charlotte? Charlotte Geagles?'

Mi passai una mano tra i capelli e tirai la punte. Nemmeno io sapevo esattamente cosa mi passava per la testa, non ne avevo idea, ero solo tanto confuso e nella mia confusione stavo diventando un Justin totalemnte diverso, come se mi avessero prelevato da questa dimensione, pulito il cervello lasciando solo poco della mia personalita e mi avessero portato in un altro contesto.

'Tyson, sei l'unico ora che sa questa cosa, non devi aprire bocca. Non so nemmeno io cosa mi sta passando per la testa! è solo che lei, è così... uguale a me, siamo fatti dello stesso materiale nero..'

Abbassai gli occhi a terra e incominciaI a pasSarmi sotto le scarpe alcuni sassolini presenti sul marciapiede.

Tyson aveva lo sguardo fisso su di me, con un'espressione mista tra lo scioccato e l'esasperato.

'ti ricorda Jasmine?'

Quelle parole furono come un colpo al cuore.

Jasmine, la mia piccola Jasmine. Avevo amato lei come non avevo amato nessun altro e la droga me l'aveva portata via.

La mia piccola dolce bambina, l'unica piccola creatura che io abbia mai amato davvero, più della droga, più dei soldi, più del lavoro e pùu di me stesso.

Il mio piccolo dolce errore la mia Jasmine, l'errore piu bello della mia vita.

Amavo quand'era ancora piccola, tanto piccola che la sua testa poteva essere contenuta in un palmo di mano, la stringevo a me e mi lasciavo andare a quello strano sentimento quale è l'amore.

Inverse || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora