We are who we are

10.1K 393 46
                                    


We are who we are

Justin's pov

Charlotte sussultò non appena picchiettai al finestrino.
Aveva forse un po' di ragione a pensarmi come uno stalker, perché un po' lo ero.

Ho ragazzi ''spia'' parsi su tutta New York, in tutti i quartieri, in modo da sapere più o meno quello che succede nelle varie parti della città. Se c'erano feste in cui si poteva vendere bene o se succedeva qualche scontro tra diversi gruppi ero sempre informato, anche se questo implicava invadere il territorio altrui, ma fin quando nessuno lo sapeva, andava bene così.

'non preoccuparti piccola, sono solo venuto per aiutarti'

I ragazzi mi avevano informato che era stata chiamata ad uscire una squadra di polizia circa l'Harlem e, non appena pronunciarono quel nome, chiesi subito si approfondire la notizia, recandosi magari dove le macchine erano dirette in modo da capire meglio la situazione.

Non appena ricevetti la notizia che stava avvenendo un piccolo inseguimento ad un'auto sportiva bianca per sospetti, facendo due collegamenti pensai subito che potesse essere proprio la 'mia' ragazza e così, la mia presunzione, si era avverata.

Quando si parlava di Charlotte andavo letteralmente fuori di testa, volevo troppo quella ragazza e questa occasione era caduta a pennello proprio per rendere la nostra 'relazione' un po' più amichevole.
Non mi aspettavo di certo che solo perché la stavo aiutando cambiasse la sua idea di non far parte del mio gruppo, ma magari con il tempo avrebbe ceduto.. forse.

'tu? Aiutarmi? Ma stai scherzando spero! Non mi fido per niente di te, chissà cosa vuoi combinare'

Era bellissima quando si arrabbiava.
Feci il giro della macchina e aprii la portiera del passeggero per poi sedermi.

'allora Charlotte ti informo solo di una cosa: la polizia ti crede un possibile sospetto per quello che è successo questa sera nel tuo bel quartierino e probabilmente tu sei il reale responsabile; data la tua esperienza dovresti sapere che non si limiteranno a tornare in caserma tranquilli e beati, ma gireranno interrogando possibili testimoni, quindi, a meno che tu non voglia dormire in una topaia in prigione, ti conviene ascoltarmi'

Per tutto il tempo aveva tenuto le breccia incrociate al petto in segno di ostinazione, si era concessa qualche occhiata e sbuffata mentre parlavo e mi ritrovai nettamente sollevato quando sciolse le braccia rilassandosi.

'e con questo cosa vuoi insinuare? Che non posso tornare a casa mia?'

Beccato in pieno.

' bambolina, le opzioni sono: o finisci in cella o dormi in macchina, oppure la finisci di vedermi come un maniaco sessuale e vieni a stare da me per una notte. Ti sto salvando il culo, dovresti ringraziarmi'

Accese la macchina e sussultai a quel gesto, non mi aspettavo si sarebbe lasciata convincere, ma a quanto pareva era abbastanza sveglia da capire che stare con me per una notte era nettamente migliore che starsene a gelare in un auto in un vicoletto sperduto.

'dammi le indicazioni..'

Sorrisi a quelle parole e le indicai le varie strade secondarie da prendere per arrivare a casa.

Dalla rabbia con cui cambiava le marce e da come stringeva il volante, potevo capire che probabilmente si stava auto-maledicendo per essersi cacciata in una situazione del genere.

Appena arrivammo le lasciai parcheggiare l'auto in garage, in modo da non lasciarla per la strada e la condussi su per le scale fino al mio appartamento.

Inverse || Justin BieberWhere stories live. Discover now