Something you don't know

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Justin's pov

Qualcuno batteva con forza i pugni sulla porta, probabilmente era più di una persona.

Sentii gridare diverse volte il mio nome e i pugni non cessavano.

Mi sentivo spaesato, avevo dolori da tutte le parti soprattutto al sedere e al collo il quale non smetteva di scrocchiare.

Appena aprii gli occhi realizzai il motivo per cui mi sentivo così scomodo: mi ero addormentato per terra, vicino a Charlotte la quale ancora, con la testa appoggiata alla mia spalla e ignara del casino, continuava a dormire.

La dovetti scuotere leggermente più volte prima di riuscire a svegliarla, mugugnò qualcosa riguardo al casino e al fatto che non aveva dormito molto, ma si alzò subito in piedi.

Aveva indosso solo la maglietta e le mutande e non appena realizzò il motivo principale per cui la stavo guardando roteo gli occhi e si diresse a recuperare i jeans poco distanti.

I battiti di pugni contro la porta non cessarono e mi resi conto che gli unici che potevano fare cosi casino erano solo i miei ragazzi.

Charlotte era a casa mia e i miei ragazzi fuori dalla porta.

Spalancai gli occhi.

Quando la ragazza cercò di dire qualcosa le tappai la bocca e l'unica cosa che riuscì a ''sussurrare'' fu un 'ma che diavolo..'.

La portai quasi correndo in camera e chiusi la porta

'Justin, ma che cavolo combini, mi tappi la bocca come fossi un animale?'

Risi leggermente, anche se non c'era niente da ridere in quanto era molto seria.

Mi feci serio anche io notando che la mia risata era proprio fuori luogo e la guardai dritta negli occhi.

'Non avrei voluto dirtelo proprio così malamente ma.. devi andartene'

Mi fulminò con lo sguardo che quasi temetti mi posse distruggere.

'Char, non lo sto dicendo in modo cattivo, non ti sto sfruttando per quello che è successo ieri notte, credimi, non fraintendere le mie parole, solo che... esattamente fuori dal mio appartamento ci sono i ragazzi della mia squadra.'

Spalancò gli occhi, quasi terrorizzata da quello che le avevo appena detto; la sua posizione da arrabbiata e offesa cambiò radicalmente.

'Vai ad aprire, in meno di due secondi sarò fuori da casa tua senza che nessuno se ne accorga'

Mi fece l'occhiolino e io ricambiai con un sorriso.

Adoravo il suo modo da adolescente ribelle di sistemare le cose, assomigliava molto alla situazione di un ragazzo che si era intrufolato in camera di una ragazza segretamente e i genitori stavano percorrendo le scale per assicurarsi che tutto fosse a posto.

Mi salutò con un bacio a fior di labbra il che mi spiazzò.

Non fu il tipico bacio tra fidanzati, non era un bacio tra amici di letto, era un bacio che in se aveva un messaggio: tornerò presto, e di questo non potevo che esserne felice.

Corsi velocemente ad aprire la porta e i ragazzi non persero tempo ad entrare.

'finalmente Bieber, cavolo, ce ne hai messo di tempo!' gridò Tyson a squarcia gola.

Ridemmo tutti, chissà da quanto tempo stavano cercando di sfondare a pugni la mia porta.

Si sistemarono tutti sul divano o per terra probabilmente aspettavano di sapere qualcosa riguardo allo Street o magari avrebbero voluto che gli dicessi qualcosa riguardo al perché fossi sparito la sera precedente, ma per timore che potessi arrabbiarmi nessuno chiese niente; si limitarono a guardarmi aspettando che io di spontanea volontà dicessi qualcosa.

Inverse || Justin BieberWhere stories live. Discover now