The devil's note (part 2)

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Justin's pov

Sbattei la porta dell'auto con violenza.

Mai mi sarei aspettato di trattare male una delle mie amate auto, ma in quel momento, in quel preciso momento, avrei potuto accartocciarla e fregarmene che fesse una delle auto più belle in circolazione.

Io, Tyson ci dirigemmo verso l'interrato di una losco locale, mentre Andrew come paletto, ci aspettava in macchina, pronto per partire immediatamente.

'ROXIE' quello era il nome che lampeggiava mezzo rotto al di fuori della vecchia porta di metallo ormai scrostata dall'originario color verde.

'adesso lo facciamo fuori quel figlio di puttana'

Il piccolo strip era losco, dava un gran senso di sporco e il fumo che si era concentrato sul soffitto non contribuiva di certo a rendere il locale più accogliente e profumato.

Alcune ragazze in topless danzavano intorno a pali, mentre altre conducevano i propri uomini ubriaconi verso le rispettive camere, camere erotiche, adibite all'uso del sesso come solo gioco e divertimento.

E proprio all'angolo del locale, con una bella biondina mezza nuda che gli si strusciava addosso, ecco il nostro gran figlio di puttana, colui che aveva osato cercar di corrompere i miei ragazzi.

Tyson si appoggiò al bancone del locale mentre io caricai velocemente la pistola che custodivo all'interno del giubbino.

Con passo svelto e non curante delle occhiate che stavo ricevendo da parte delle ragazze, mi diressi verso Jason, quel gran losco e viscido uomo che aveva tentato di portarmi via la squadra, di far cadere il mio gruppo in modo da potersi arricchire, da lasciarmi solo e con i miei amici contro.

Proprio oggi, verso il pomeriggio Andrew era corso da me per raccontarmi di questo fatto e io non ci avevo più visto, anche perché non era la prima volta che tentava di mettermi al tappeto.

La prima volta è stato solo avvertito, qualche pugno, qualche calcio e un naso sanguinante; la seconda volta abbiamo fatto un attentato al suo magazzino facendolo saltare completamente in aria, procurandogli dei danni più seri che ancora adesso erano visibili, sul viso e sulle braccia e forse per vendetta o forse perché era troppo cocciuto e noi troppo gentili ci aveva riprovato, aveva tentato nuovamente di rubarmi la squadra, i soldi, la droga, la vita.

Ma sta volta... sta volta non se la sarebbe cavata con solo dei denti rotti o cicatrici, sta volta per lui era finita.

Jason non era originario di New York, era di una delle tante città dell'America, Cincinnati. Lì era il boss, il più spavaldo e, forse spinto dalla voglia di poter migliorare, si era trasferito qui, purtroppo ignaro delle regole che regolavano la mia losca città.

Si era dato alla stampa di dollari falsi, successivamente alla droga e ora affiancava quest'ultima alla gestione di questo bordello, totalmente illegale.

Scostai la ragazza che nuda si strusciava su di lui ed estrassi non completamente la pistola.

'ora tu vieni con me se non vuoi che ti faccia saltare la testa in questa tua merda di locale'

Il vecchio si alzò e senza proferir parola si avviò verso l'uscita del locale.

Ad affiancarmi torno Tyson che lo tenne fermo per le spalle.

'tranquillo amico, rilassati, sta volta ci divertiamo sul serio'

Entrambi ci dirigemmo e sbattemmo Jason nel sedile posteriore dell'auto affiancato da me che intanto avevo tirato fuori la pistola e gliela puntavo direttamente alla testa.

'dove stiamo andando?'

Si azzardò a chiedere l'uomo, fin troppo tranquillo per la situazione che si era creata.

'oh amico, adesso stiamo andato fuori città, molto fuori città dove, come dire.. ti faremo fisicamente fuori, spero tu ti sia scopato forte quella puttana di tua moglie, almeno avrà un bel ricordo di te'

Una volta arrivati in questa sorta di radura sperduta facemmo scendere l'uomo dall'auto.

Andrew scese dalla macchina e apri il bagagliaio dove ne estrasse un pesante barile di acido.

Nessuno avrebbe dovuto sapere che noi lo avevamo ucciso e l'acido era il trucco più vecchio del mondo per far fuori una persona.

In quel momento sentimmo uno sparo provenire non poco lontano da noi e successivamente scorgemmo un'auto venire dalla nostra parte.

Strattonai il vecchio, buttandolo a terra, per poi trasportarlo dietro alla nostra auto per ripararci dagli spari.

'hai chiamato i tuoi amici non è vero? Morirai comunque stanne certo!'

Gli altri uomini scesero dall'auto e incominciarono a sparare nella nostra direzione e noi rispondemmo con spari continui. Riuscimmo a ferirne alcuni, ma anche loro riuscirono nel loro intendo colpendomi al braccio.

Ma l'ostaggio lo avevo ancora nelle mie mani e la rabbia mi ribolliva talmente nelle vene che mai e poi mai mi sarei pentito dell'uccisione di quell'uomo, nemmeno dopo la morte.

Che il diavolo mi possa accogliere tra le sue grinfie dopo la morte, che lucifero mi possa far soffrire nell'eternità delle note stonate di una vita passata contro le leggi, nel male; che lucifero mi possa punire una volta morto, ma nemmeno al patir pene mi pentirò mai dell'uccisione di un uomo, soprattutto di un uomo che portava il suo nome.

Presi Jason per il colletto di quella sciatta camicia e lo buttai completamente a terra, fermando il suo busto con le mie gambe. L'uomo tentò di liberarsi più o più volte, cercando inoltre di farmi cadere la pistola, ma con nulli successi.

Con mosse veloci e con strette salde riuscii ad aprirgli la bocca e a sparare un colpo per poi puntare la pistola alla tempia e sparare un'ulteriore volta.

'Tyson! L'acido!'

Non avremmo potuto immergerlo, glielo avremmo buttato addosso.

Tyson schivando diversi colpi ci fece allontanare dal corpo ormai morto e gli buttò addosso tutto l'acido nel barile.

Velocemente salimmo in auto lasciando l'acido fare i suoi effetti e riuscimmo a scappare dalla sparatoria soltanto con qualche crepa nei vetri dell'auto.

La mia ferita al braccio colava come non mai ma nonostante tutto trattenevo il dolore.

Oh, lucifero, ora si che me la stavi facendo sentire.

'chiama Charlotte!'

Tyson mi guardò stranito.

'chiama Charlotte ho detto, cazzo!'

Senza farselo ripetere due volte estrasse il cellulare e un biglietto che gli porsi io.

Nel recuperare la macchina per la missione avevo notato la sua ancora parcheggiata nel mio garage e aveva un biglietto con il suo numero e la citazione delle ultime parole che le avevo rivolto prima di salutarla la notte precedente.

Quella ragazza era stata geniale.

'fratello, che le devo dire?'

'che le note del diavolo hanno suonato sta notte, cenerentola deve tornare al castello'

**
Scusatemi per questo capitolo schifoso, ma era da tanto che non aggiornavo e non era giusto nei vostri confronti aspettare ancora così tanto. Mi dovete perdonare tutto di questo capitolo, la schifezza e gli errori, davvero perdonatevi.
Qua racconto di una vicenda di Justin visto che di lui non abbiamo ancora ben capito il carattere e come potete vedere è davvero spietato, non si tira indietro nemmeno nell'uccisione un uomo. Questo è il vero Justin, il Justin durante il lavoro e non preoccupatevi che tornerà presto a farci visita.
Come sempre vi ringrazio tantissimo, con i vostri commenti mi rendete davvero tanto tanto felice!
Se volete contattarmi potete come sempre farlo qui o su Twitter :)

Inverse || Justin BieberWhere stories live. Discover now