32. 𝒔𝒖𝒎𝒎𝒂𝒓𝒚

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Nei giorni seguenti,
Quando finalmente potei definitivamente uscire dalla mia camera da letto ripresi tutto il lavoro lasciato a metà
Misi quantità abbondanti di ferro nelle fornaci per fondello, costruii archi, frecce, manovre e lucidai tante di quelle lame da farle risplendere più del pavimento della camera di Levi.
Già, Levi. Non ci eravamo più sentiti da quel giorno. Trascorremmo la giornata insieme nella mia camera. Gli raccontai tante di quelle cose sulla mia armata, sulla mia vita... Volevo che sapesse ogni cosa di me, ormai mi fidavo ciecamente. Mi ascoltava e non osava insultarmi o giudicarmi, dopo aver alimentato il camino si andò a ristendere a pancia in giù nel letto di fianco a me e per udire tutto ciò che avevo da dire, sembrava come se stessi raccontando una fiaba a un bambino, perché sì, Levi, non era altro che un bambino cresciuto e maturato troppo in fretta. Aveva visto l'inferno già alla tenera età, quando io ero troppo presa dall'armonia dei miei fratelli per badare al lavoro di mia madre. Levi vide con i suoi occhi il lavoro che svolgeva sua madre, probabilmente era questo uno dei tanti motivi per cui non amasse il sesso o cazzate varie. Però non comprendevo il perché si fosse lasciato andare proprio con me. Insomma, quando lo catturai insieme ai suoi amici, 10 anni fa se non sbaglio, lo minacciai di tagliargli i testicoli con delle cesoie, subito dopo che entrò nell'armata ricognitiva ci punzecchiammo a vicenda, di nascosto, mentre lui si allenava, sporcai la sua camerata e questo diede via a dei veri e propri litigi dove lui faceva tutto l'incazzato ed io che accennavo non poca ironia alle mie parole, d'altronde non mi era mai piaciuto litigare e prendermi a botte con le persone a cui in realtà tenevo, Levi non mi stava subito simpatico ma la prima cosa che notai in lui, fu la sua magrezza, i suoi occhi grigiastri e la sua strafottenza.
Quando i suoi amici morirono non mi rivolse più la parola e forse era meglio così, continuavo a ripetermi. Ma di certo non ero scema, sapevo come mi guardasse alla mensa, oppure durante gli allenamenti che soltanto io avevo la possibilità di svolgere insieme al corpo di ricerca. Se siamo arrivati a finire insieme a letto una motivazione ci sarà. In questo periodo mi attraeva ancora di più di prima, che era solo un ragazzino viziato, ora invece è un uomo degno di nota, maturo e pieno di sé, probabilmente l'uomo che ogni donna desidera avere se solo non fosse per il suo carattere e il suo saper dimostrare affetto verso le altre persone a dir poco rude, cosa che non mi dispiaceva affatto. Ogni persona è unica e speciale a modo suo, ed io grazie a lui cominciai a rispettare la personalità degli altri. No, Levi non era depresso, semplicemente non esternava facilmente le proprie emozioni a causa dei traumi subiti.
No, Erwin non era drogato, semplicemente amava rischiare per il bene dell'umanità, per vincere; se non avrebbe constantemente rischiato la propria vita e quella degli altri, probabilmente saremmo ancora al punto di partenza. Avrebbe fatto la fine di Shadis, un allenatore per reclute.
Ognuno aveva una motivazione valida per essere la persona che è diventata.
Anch'io.
Di Delecta ancora nessuna traccia. Perché era scomparsa? L'aveva presa qualcuno? Si vedeva che non era molto tranquilla il giorno della cattura di Annie. Che sapesse già tutto...o peggio, che fosse dalla sua parte?
No, trovai Delecta per strada quando era solo una marmocchia, impossibile.
Io, Erwin, Levi, Hanje e i cadetti del 104° corpo d'allenamento avevamo cominciato a sospettare di due cadetti, Berthold Hoover e Reiner Braun. Per cosa vi starete chiedendo?
Il loro comportamento era molto strano dopo la cattura di Leonhart. Credevamo che fossero il corazzato e il colossale, e forse avevamo ragione proprio noi.

Angolino

Lo so che il capitolo non è dei migliori ma ancora devo fare gli esami ed ho poco tempo. Spero che fin qui apprezziate il mio impegno.

𝑻𝒉𝒆 𝑽𝒂𝒍𝒌𝒚𝒓𝒊𝒆/𝑳𝒆𝒗𝒊 𝒙 𝒓𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓/Where stories live. Discover now