35. 𝑨𝒕 𝒉𝒐𝒎𝒆

386 31 4
                                    

(Ebbene sono ritornate le immagini, quelle belle ahahahahah)

T/n's Pov

Continuammo a inseguire il corazzato e gli altri giganti non anomali inseguivano noi a loro volta.
Dopo che Erwin diede l'ordine di allontanarsi, il corazzato venne letteralmente scaraventato a terra  dagli altri titani.
Delecta si nascose con Berthold ed Eren dietro la cupola creata con le mani di Reiner.
-È assurdo...- sussurrai
-Questo è letteralmente l'inferno- commentò Jean con uno sguardo alquanto schifato.
-No, deve ancora iniziare!- disse Erwin partendo all'attacco.
Quel gesto mi lasciò spaesata.
-Uomini, Carica!- urlò  alla fine alzando la spalla in cielo.
-Fate come ha detto il comandante! Senza Eren non esiste un futuro in cui l'umanità possa continuare ad abitare questa terra! PERCIÒ  RIPRENDIAMOCI EREN E TORNIAMO INDIETRO!- ordinai.
Ripartimmo all'attacco, alcuni della Gendarmeria si rifiutarono e tornarono indietro; giuro che me la pagheranno.
Esattamente non riuscivo a capire come saremmo potuti arrivare fino al petto di Reiner con tutti quei giganti addosso a lui.
Ma un urlo mi fece risvegliare dai miei pensieri.
Riconobbi la voce e mi girai di scatto.
Erwin era stato trascinato via per un braccio da un gigante. Spalancai gli occhi, lo stavo perdendo, stavo sul serio perdendo un mio compagno.
-ERWIN!- urlai a squarciagola noncurante del cavallo che, senza le mie redini, stava completamente impazzendo.
-Andate avanti! T/n confido in te!- ordinò.
Scacciai via le lacrime ormai scese in quantità abbondante sulle mie guance.
-Eren è a un passo da noi! Andiamo avanti!- Ordinai riprendendo le redini del mio cavallo.
Tutti mi seguirono, c'era chi veniva mangiato, calpestato, spezzato in due eppure avanzavamo sempre di più al nostro nemico.
Mikasa era stata messa in pugno da uno di loro così  mi affrettai a liberarla insieme a Connie e Sasha.
All'improvviso vidi Berthold tagliare le mani di Reiner liberando Eren, che fu acciuffato da Mikasa e ne approfittai per salvare Erwin. Delecta invece si posizionò sulla testa del corazzato  per avere maggiore vista sul territorio.
Uccisi il gigante che stava per divorare il biondo e lo portai sul mio cavallo con tutte le mie forze possibili.
-Erwin, ritiriamoci.- gli consigliai.
Sgranò gli occhi, ma dopo un momento di riflessione diede la ritirata generale.
Dopo esserci allontanati di poco il corazzato iniziò a lanciarci i giganti che lo avevano assalito, facendo salire così un grande ammasso di terra che ci bloccò la strada.
-Maledetto, ci sta bloccato le vie d'uscita- dissi a denti stretti.
Dovevo portare Erwin e gli altri al sicuro.
-T/n ne abbiamo uno alle calcagna- mi fece notare Erwin. Mi girai per vedere, in effetti un 5 metri stava venendo dalla nostra direzione.
-T/N!- il richiamo del biondo mi fece sobbalzare e riportare lo sguardo in avanti, il gigante di Ymir ci stava venendo addosso.
Urtai col cavallo per schivarla ma cademmo a terra per il troppo peso.
Ymir però aveva bloccato l'altro titano, come a volerci proteggere
-Erwin...- gli corsi incontro, cadendo a terra si era ferito ancora di più cazzo.
-Io sono sostituibile-
-Che cosa?!-gli urlai
-Pensate ad Eren, portatelo via da qui il prima possibile!- aggiunse
-Bastardo- sussurrai incazzata.
-Non ti lascio qui brutto disgraziato, il corazzato sta venendo qui!-
Nessuna risposta. Mi guardava con i suoi occhi oceanici senza trasmettere nessuna emozione.
-Resta qui!- gli ordinai per poi uccidere i giganti attorno a noi due, era il minimo che potessi fare, fino a quel momento non avevo fatto altro che disastri su disastri, forse avevano ragione, non sarei mai stata in grado di salvare l'umanità. Ero solo un pupazzo usa e getta come tutti gli altri.
Finii il mio lavoro e mi riavvicinai ad Erwin il quale mi guardava confuso. Non lo degnati neanche di uno sguardo, neanche il tempo che tutti i giganti si stavano dirigendo ad Ovest. Stavolta assalirono un gigante di 15 metri.
Non era mai successa una cosa simile prima di quel giorno, perché si mangiavano tra di loro?
Non capii nulla in quel momento, ma ne approfittai per prendere Erwin e aiutarlo a farlo salire sul cavallo.
-Soldati ritirata!- Urlai.

Era finita.
Il corazzato aveva smesso di inseguirci.
Ymir era andata con loro, non riuscivamo a comprendere le motivazioni di quel gesto.
Sta di fatto che almeno sarei riuscita a riportare Erwin ed Eren al Wall Rose.
Non ero riuscita a salvare i miei soldati, avevo combinato un casino.
Ritornammo all'interno delle mura. Hanje e Levi erano lì ad aspettarci e spalancarono gli occhi a vedere Erwin senza un braccio. Arrivai alla stalla per far riposare il mio cavallo. Erwin invece volle andare in infermeria con le sue proprie forze.
-T/n, cos'è successo là fuori- sussurrò levi dietro di me. Era l'unica persona che avrei non voluto vedere.
Non risposi, spazzolai per bene il cavallo, che fortunatamente non aveva subito nessun danno fisico mi diressi fuori la stalla ignorandolo del tutto. Non osò richiamarmi o toccarmi e ne fui grata.
Mi assicurai che Eren stesse bene e mi diressi al mio quartier generale dove tutti si stavano curando a vicenda; io invece mi diressi in camera mia.
Ancora presa dell'adrenalina feci una doccia calda, ma non bastò a farmi rilassare. Cercai di cucirmi le ferite e bendarle ma era praticamente impossibile. Tremavo, ma di cosa? Paura? Angoscia? Sta di fatto che non volevo vedere nessuno, mi sentivo in colpa per tutto.
Sentii dei forti botti alla porta come se la volessero scaraventare a terra. Incazzata nera per aver sbattuto i pugni in quel modo alla mia porta mi alzai dal letto non curante di avere solo l'intimo addosso e aprii la porta in una piccola fessura giusto per vedere chi era.
-1.che ci fai qui? 2.La prossima volta si più delicato o ti spezzo la spina d'orsale- dissi a denti stretti, mentre Levi mi guardava con ancora il pugno all'aria.
-Sono qui per vedere come stai, i tuoi soldati mi hanno detto che eri qui e prima ho provato a bussare normalmente ma non mi sentivi- spiegò schietto.
-Sto bene ora vattene- dissi chiudendogli la porta in faccia.
-Sai in questi casi ti avrei dato un pugno sullo stomaco, ma sono venuto qui anche per aiutarti con le ferite. Ho capito che non vuoi vedere nessuno ma lascia che ti aiuti-
Levi che aiuta? Cristo non ci crederebbe manco un bambino.
-Se mi fai aspettare ancora per molto perdi la carrozza te lo sto dicendo- aggiunse.
Portai gli occhi al cielo per poi aprire la porta e dirgli -Mi curi e poi esci da qui-
-Affare fatto-
Entrò in camera e poté vedermi con solo l'intimo. Portò lo sguardo altrove per non guardarmi.
-Mi hai già vista nuda quindi muoviti perfavore- gli dissi tranquilla.
Mi sedetti nel letto e lui cominciò  a ricucirmi le ferite delle braccia e delle cosce che stavano tremando come le mie mani.
Levi cercò di tenermi ferma, il che includeva ancora più dolore per la sua stretta ferrea.
Le mie mani però erano incontrollabili, cercai di calmarmi chiudendo gli occhi, a quanto pare funzionava, non dovevo pensare a nulla.
Nel frattempo il corvino disinfettò le ginocchia e bendó i miei avambracci, concludendo così il suo lavoro, nonostante le mie gambe e le mie mani tremassero ancora.
Dopo attimi di silenzio però posò le labbra sulle mie e poggiò le sue mani sulle mie cosce accarezzandole dolcemente, come se stesse toccando la pelle di un bambino.
Ricambiai posando le miei mani sui suoi capelli, attorcigliando delle ciocche alle mie dita.
Potei rilassarmi un po', ma quelle immagini erano ancora impresse nella mia mente.
Mi staccai per riprendere fiato e abbassai lo sguardo.
Ero distrutta dopo quella giornata.
-Ci vediamo domani Comandante-
disse baciandomi la fronte frettolosamente e uscendo dalla mia camera.

𝑻𝒉𝒆 𝑽𝒂𝒍𝒌𝒚𝒓𝒊𝒆/𝑳𝒆𝒗𝒊 𝒙 𝒓𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓/Where stories live. Discover now