15. Just friends

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«Sto dicendo che ti amo, Lou» afferma Harry facendomi spalancare gli occhi per la sorpresa.

Mi immobilizzo sul divano davanti a lui e cerco di convincermi del fatto che ho sicuramente capito male.

«Credo di aver capito male, puoi ripetere?» sussurro cercando di respirare normalmente e non come un maratoneta dopo seicento chilomentri di corsa.

«Hai sentito bene, Louis. Ti amo» ripete abbassando lo sguardo e arrossendo.

Cazzo.

E ora?

Io non ricambio i suoi sentimenti, per niente.

Io sono etero.

Come no, Tomlinson. Immagina, puoi!

mi sfotte la mia vocina, che mando gentilmente a fanculo.

«Tu non puoi amarmi Harry. Noi siamo migliori amici da un bel pò e tu non puoi...provare qualcosa per me» balbetto cominciando ad avere caldo.

Evito il suo sguardo, concentrandomi sulla lampada poggiata sul mobile di fronte a me.

Chi avrebbe mai detto che una lampada fosse così interessante e affascinante?

«Sapevo che non avresti capito. Mi dispiace tanto, Louis. Non volevo, giuro che non volevo. Ma è successo e non posso farci nulla. Ho sofferto moltissimo ogni volta che ti vedevo rimorchiare in discoteca o portare qualche troia a letto. E quando Eleanor è rimasta incinta, cazzo. Avrei voluto prendere una pistola e spararmi dritto nel cuore, perchè niente mi avrebbe ferito più di vedere te e lei con un bambino che formavate una famiglia felice. Non potevo accettarlo. Ma come ho già detto, nella vita va sempre tutto  storto. Ed eccomi qui, dipendente dal mio migliore amico, maschio.

Non posso esprimere a parole quanto mi dispiace Lou. Ho rovinato la nostra splendida amicizia confessandoti quello che provo per te.» spiega con gli occhi lucidi.

Non ho mai visto Harry piangere, tranne i primi giorni in cui è venuto ad abitare qui con me e gli altri ragazzi. Era depresso per la perdita della sua famiglia. Ma dopo la prima settimana cominciò a nascondersi da tutti, ad evitare di piangere davanti a noi per non mostrarsi debole.

Ed evidentemente era riusciuto bene nel suo scopo, fino ad oggi.

Ma ora eccolo qui, davanti a me, col volto coperto di lacrime salate, mentre si maledice per essere innamorato di me, il suo miglior amico. Sento che tra poco piangerò anche io, se continua così.

«Harry, come hai fatto a capire di essere gay? Cosa ti ha, uhm, aiutato?» chiedo in un sussurro titubante e lui alza lo sguardo facendo incontrare i suoi occhi verdi, contornati di rosso a causa delle lacrime, con i miei azzurri, ormai sul punto di esplodere in mille lacrime.

«Tu» dice semplicemente, stupendomi.

Io l'ho fatto diventare gay?

La mia faccia spaesata deve fargli capire che voglio una spiegazione, perché continua a parlare.

«Ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?» chiede. E come potrei dimenticarlo?

Flashback

«Liam, porca troia. Siamo in ritardo, muovi il culo!» sbraitò Louis correndo verso l'uscita del College per dirigersi agli allenamenti di calcio.

«Ma io devo andare in bagno, Lou» esclamò esasperato il moro saltellando come un canguro, cosa che fece ridacchiare Louis.

«Arriveremo in ritardo anche oggi» si lamentò il nano, come lo chiamavano tutti a scuola, seguendo il suo amico verso i bagni e aprendo la porta per farlo passare.

Ma appena l'aprì sentì qualcuno imprecare e si voltò, incontrando due occhi verdi che lo scrutavano con rabbia.

«Oops» sussurrò Louis imbarazzato, grattandosi la nuca e osservando Liam che rideva sotto i baffi per la sua figura di merda.
Bell'amico, pensò.

«Ciao» sputò il ragazzo di fronte a lui massaggiandosi il naso alla ricerca di qualcosa di rotto, che per fortuna, non trovó.

Ignorando Liam e Louis si diresse verso l'uscita del College, e proprio mentre Liam correva in bagno, con una certa urgenza, il riccio si voltò verso Louis, che non gli aveva tolto gli occhi di dosso.

«E grazie per il colpo al naso, ...»disse ridacchiando e facendo comparire delle fossette che fecero sorridere, a sua volta, Louis.

«Sono Louis. E, prego...» ribattè il moro dagli occhi azzurri aspettando che il riccio rivelasse il suo nome.

«Harry. Harry Styles.» disse quello prima di sparire fuori dal portone principale, lasciando Louis davanti alla porta dei bagni con un sorriso ebete sul viso.

Fine flashback

«Me lo ricordo bene.» annuisco con un sorriso triste, sapendo che questa fantastica amicizia sta per finire, dato che l'unico che la sente tale sono io. Harry mi ama, e stando insieme come amici lo ferirei, e non è ciò che voglio.

«Anche io. Sai che sono un ragazzo impulsivo e con l'incazzatura facile, si? Bene, quel giorno ti avrei spaccato la faccia molto volentieri. Mi avevi colpito sul naso Lou! Faceva un male cane. Ma non appena vidi quei tuoi occhi azzurri, quei fottutissimi occhi azzurri che mi hanno fatto arredere ogni volta che mi chiedevi qualcosa, che mi hanno fatto tacere tutte le volte in cui esageravo gettandomi nelle risse. I tuoi occhi sono peggio di una droga. E non vado avanti, descrivendo ogni parte del tuo corpo che amo con tutto me stesso, perchè potrei continuare a parlare di te per sempre, senza stancarmi mai» dice facendomi rattristare. Mi mancherà quando le nostre strade si divideranno, e purtroppo manca troppo poco.

Forse se gli dicessi di amarlo lui non sarebbe costretto ad andarsene.

Ma io non lo amo.

Non vuoi ammetterlo.

Taci.

No, come tua coscienza ho il diritto di consigliarti.

Non ho bisogno di consigli. So cosa fare. E la scelta migliore è allontanarmi da Harry.

Non vuoi farlo davvero.

Ho detto che devi tacere, rompipalle.

«Harry mi dispiace per te, giuro, io "ti amo" come si ama un amico, un fratello, uno di famiglia. Ma niente di più. E non voglio ferirti ancora, quindi forse è meglio se ognuno va per la propria strada. Uno di noi due si deve trasferire.» affermo con le lacrime agli occhi, sotto lo sguardo triste e sconfitto di Harry.

«Bene, io, uhm, prendo le valigie e vado» dice abbassando la testa come un cane bastonato e dirigendosi verso la sua stanza.

«Harry, non sarebbe meglio se mi trasferissi io?» chiedo, anche se in realtà non voglio allontanarmi dai miei amici.

«No Lou, io sono l'ultimo arrivato in questa "casa", ed è giusto che sia io ad andarmene» spiega prendendo le sue valigie e aprendo la porta.

«Ma Harry, é notte, dove vorresti andare?» chiedo preoccupato e lui fa un sorriso triste.

«Chiederò a Luke e a quei tre idioti che vivono con lui se posso stare da loro. Hanno una stanza in più, e il biondino non è partito per le vacanze di Natale, dato che non sapeva se andare dalla madre o dal padre» dice ridacchiando fintamente e uscendo dall'appartamento.

Mi sorride un'ultima volta e mormora un "Ti amo", prima di sparire, inghiottito dall'oscurità.

Liar 》L.S.Where stories live. Discover now